Always on My Mind

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 20 gennaio con un tema di Giorgia D'Aversa e 4000 caratteri a disposizione per scrivere un racconto in quattro ore!
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matt_heels
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Always on My Mind

Messaggio#1 » martedì 21 gennaio 2025, 0:59

L'ingresso di El Diablo’s è in fondo a un viottolo di terra arida, piena di stracci e merda di cane. L’insegna sopra la porta ronza come i mosconi che mi tormentano da giorni.
Vai a Cielo Quebrado, è il posto giusto... Sì, il posto giusto per beccarsi un virus intestinale.
Spingo la porta e vengo investito da una zaffata di birra, tequila e… cos’è, ammoniaca? I neon sul soffitto proiettano strisce blu e rosa sulle assi di legno marce che sembrano sul punto di cedere sotto i miei piedi.
La bettola è semivuota: un vecchio dorme abbracciato a un tavolino, due muchachos in camicia aperta sorseggiano qualcosa al bancone, mentre il barista, magro come uno scheletro sta cercando di pulire un boccale.
Sulla sinistra, un palco minuscolo sprofonda nell’ombra, nascosto dietro pesanti tende rosse, coperte da uno strato di polvere e ragnatele.
Stringo le mani agli spallacci dello zaino e mi avvicino al bancone. «Una cerveza.»
Il barista annuisce e sistema il boccale sotto lo spinatore. «¿Gringo, estás aquí por èl
«El? Lui?» Gli mollo venti pesos per la birra più trasparente che abbia mai visto. «Suonerà?»
Il barista scrolla le spalle. «Sí, sí, un poquito de paciencia.»
Pazienza, certo. Quello di stasera sarà il decimo impersonatore di questo mio tour messicano.
Mi dirigo al tavolino davanti al palco, mi siedo e tiro fuori dallo zaino la Bibbia di mio padre. La apro sulla prima pagina: “Aaron, ho dedicato tutta la vita per trovarlo… ma ho finito il tempo. Trovalo tu, per me e per il Culto di Graceland. Viva il Re!”
Gran bel regalo mi hai fatto, papà. Non bastava chiamarmi come lui, dovevi farmi setacciare ogni dannata bettola d’America. Mando giù un sorso di birra annacquata sì, ma dalla pioggia.
Le tende si scoprono e appaiono cinque tizi pallidi vestiti di nero. È una band completa: chitarrista, bassista, batterista, tastierista e sassofonista. I primi accordi di Suspicious Minds si sprigionano nell'aria rarefatta, poi appare lui. Vestito di un completo bianco a borchie d'oro si fa largo nel buio. Gli occhiali a maschera gli coprono metà volto, e i suoi capelli neri sembrano scolpiti nella brillantina.
«We're caught in a trap / I can't walk out / Because I love you too much, baby.»
La sua voce profonda rimbalza tra le pareti. Non può essere, non può essere…

***

Busso alla porta del vecchio ripostiglio con una stella incisa sopra.
«Prego.»
Tiro la maniglia ed entro.
Seduto su una poltrona, Elvis mi guarda con le labbra distese. «Chi diavolo sei?»
«T-tu... sei vivo.» Faccio un passo verso di lui. «Il Culto l’ha sempre saputo… Sei il Re, l’immortale!»
Si accende una sigaretta e scoppia a ridere. «Immortale? Amico, sono solo uno che ha fatto un pessimo affare.»
«Un affare?»
«Con il diavolo, un diavolo a sei zeri.» Si accende una sigaretta e fa un tiro. «Mi ha offerto di scappare dalla fama, vivere per sempre e tutto il resto. In cambio dovevo cantare per lui. Per sempre…»
«Quindi sei un... servo del diavolo?»
«Più o meno. Ma ehi, meglio che finire morto nel cesso di Graceland.» Fa spallucce. «E ora? Vuoi spifferare tutto ai tuoi amici e far diventare Cielo Quebrado come Las Vegas?»
Mi irrigidisco. Sono venuto qui per loro, ma se scoprissero che è vivo…
«Sai una cosa? Ho un’idea migliore.» Elvis tira fuori una fiaschetta dalla tasca del completo. «Bevi.»
I muscoli sono tesi, ma la mano si tende, quasi si muovesse da sola. Afferro la fiaschetta, svito il tappo e bevo. È alcol che sa di fuoco e marshmallow, liscio e feroce come melassa indiavolata. La mente si appanna e la figura di Elvis mi oscilla davanti agli occhi.

***

Le tende rosse si aprono e la platea di El Diablo’s si scortica le mani. Il mio completo nero è perfetto, come un guanto appena calzato. Impugno la chitarra e scorro le dita sulle corde. I primi accordi di Always on My Mind si diffondono nell’aria in una dolce melodia. Do uno sguardo al sassofonista, col suo pizzetto bianco… Solleva il pollice e mi sorride.
Ti voglio bene, papà.
Suono un altro accordo, poi entra lui.
Il pubblico esplode.



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antico
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Re: Always on My Mind

Messaggio#2 » martedì 21 gennaio 2025, 1:02

Ciao Matteo! Tutto ok con i parametri, buona GIORGIA D'AVERSA EDITION!

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matt_heels
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Re: Always on My Mind

Messaggio#3 » martedì 21 gennaio 2025, 1:22

antico ha scritto:Ciao Matteo! Tutto ok con i parametri, buona GIORGIA D'AVERSA EDITION!


Grazie mille, antico!

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Manuel Marinari
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Re: Always on My Mind

Messaggio#4 » martedì 21 gennaio 2025, 19:43

Ciao Matteo, anche a questo giro ti commento. Credo di aver trovato un pò di riferimenti testuali che non ho colto benissimo, ma sono quasi sicuro che tu li abbia inseriti per una completezza della trama per una semina finale, gusto? Mi ha un pò destabilizzato il contesto sudamericano e poi il cantare in inglese, ma colpa mia della poca padronanza con le lingue straniere.
Detto ciò, avevo già notato le tue qualità di scrittura anche nell'edition passata. Anche qui sfoderi buona padronanza stilistica e della gestione del pdv. Il mostrato lo gestisci bene, l'entrata nel locale è resa in maniera eccellente.
Sulla trama qualcosa però non mi è chiaro, mi dispiace. In particolare il legame tra il nome del protagonista e la Bibbia. Si parla di elisir di lunga vita? E poi, perchè diventa parte della band? Perdonami, ripeto, sicuramente per mancanza mia di conoscenza. Rimango aperto a colloquiare se mi risponderai.
Buona prova, e buona edition.
Manuel Marinari

Laura Ciutto
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Re: Always on My Mind

Messaggio#5 » martedì 21 gennaio 2025, 19:47

Ciao,
Non ho idea di come possa esserti venuta in mente un'idea del genere ma funziona bene, le descrizioni degli ambienti sono vivide, gli odori ti entrano nel naso. Una ricerca che finalmente ha termine in un modo del tutto inaspettato. La reunion finale fa un po' Coco, ma ci sta benissimo è coerente con la fede/amore di padre e figlio per il Re e per quanto cadano in una trappola acchiappa anime coronano il loro sogno di stare assieme alla sua corte. Ben riuscito l'inserimento dei termini spagnoli che evocano il Messico e le sue atmosfere.
Buona scrittura

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matt_heels
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Re: Always on My Mind

Messaggio#6 » martedì 21 gennaio 2025, 21:07

Manuel Marinari ha scritto:Ciao Matteo, anche a questo giro ti commento. Credo di aver trovato un pò di riferimenti testuali che non ho colto benissimo, ma sono quasi sicuro che tu li abbia inseriti per una completezza della trama per una semina finale, gusto? Mi ha un pò destabilizzato il contesto sudamericano e poi il cantare in inglese, ma colpa mia della poca padronanza con le lingue straniere.
Detto ciò, avevo già notato le tue qualità di scrittura anche nell'edition passata. Anche qui sfoderi buona padronanza stilistica e della gestione del pdv. Il mostrato lo gestisci bene, l'entrata nel locale è resa in maniera eccellente.
Sulla trama qualcosa però non mi è chiaro, mi dispiace. In particolare il legame tra il nome del protagonista e la Bibbia. Si parla di elisir di lunga vita? E poi, perchè diventa parte della band? Perdonami, ripeto, sicuramente per mancanza mia di conoscenza. Rimango aperto a colloquiare se mi risponderai.
Buona prova, e buona edition.


Ciao Manuel, cerco di risponderti punto per punto!

Ho ambientato il racconto in Messico per rendere più interessante la ricerca del protagonista, che si è spinto oltreconfine per cercare il mito di suo padre, e per dare una nota più simbolica alla scena: vita e morte diventano la stessa cosa, come nel día de los muertos (giorno dei morti). Elvis canta in inglese perché è Elvis, figura di culto anche in Sudamerica, dove si trovano decine e decine di impersonatori. Ma in generale, in Messico non è raro vedere band esibirsi in inglese o in lingue diverse dallo spagnolo.

Aaron, il nome del protagonista, è il secondo nome di Elvis Presley, Elvis Aaron Presley. Informazione non nota a tutti, ma i riferimenti a Elvis erano seminati parecchio nelle frasi precedenti ("decimo impersonatore", "culto di Graceland", "trova il Re"). "Lui" poi viene continuamente ripetuto e riferito solo a Elvis, che nel paragravo successivo, entra in scena con "Suspicious Minds". Non volevo spingermi oltre per evitare di cadere nei famigerati "spiegoni", ma evidentemente mi sbagliavo xD

Nella scena nel ripostiglio/camerino, Elvis si preoccupa che Aaron racconti ai seguaci di averlo trovato, vivo, in una bettola sperduta nel Messico. Così, per evitare che quel paesino diventi "come Las Vegas", gli dà una fiaschetta di un liquido che ho descritto con termini esagerati e opposti, per indicarne la natura magica. Aaron si lega a Elvis e diventa un fantasma/anima catturata come gli altri membri della band ("cinque tizi pallidi vestiti di nero", il riferimento che ho dato per far subito notare che in loro ci fosse qualcosa di strano). Sul palco, si volta verso il sassofonista, e riconosce il padre, divenuto anch'egli schiavo del suo mito Elvis. Il finale segna quindi la riunione tra Aaron e il padre che, seppur intrappolati, si sono riuniti.

Capisco che qualcosa possa essersi smarrito e non sia stato colto appieno. Come dicevo prima, ho cercato di seminare parecchio nello spazio che avevo a disposizione, cercando di non "dire troppo", ma probabilmente avrei dovuto essere più netto in alcuni punti.

Ti ringrazio per i tuoi complimenti alla mia scrittura! Sono felice che la gestione del pdv e il mostrato abbiano funzionato e siano stati d'impatto.

Grazie ancora per aver letto il mio racconto e il commento! E buona Edition anche a te!

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Manuel Marinari
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Re: Always on My Mind

Messaggio#7 » martedì 21 gennaio 2025, 21:20

Grazie Matteo, la spiegazione è completa. Ma la “colpa”del non aver afferrato tutti i riferimenti è dovuta dalla mia limitata conoscenza, non della tua capacità narrativa e descrittiva.
Grazie per la risposta
Manuel Marinari

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matt_heels
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Re: Always on My Mind

Messaggio#8 » martedì 21 gennaio 2025, 21:26

Laura Ciutto ha scritto:Ciao,
Non ho idea di come possa esserti venuta in mente un'idea del genere ma funziona bene, le descrizioni degli ambienti sono vivide, gli odori ti entrano nel naso. Una ricerca che finalmente ha termine in un modo del tutto inaspettato. La reunion finale fa un po' Coco, ma ci sta benissimo è coerente con la fede/amore di padre e figlio per il Re e per quanto cadano in una trappola acchiappa anime coronano il loro sogno di stare assieme alla sua corte. Ben riuscito l'inserimento dei termini spagnoli che evocano il Messico e le sue atmosfere.
Buona scrittura


Ciao Laura, sono molto felice che il racconto sia riuscito a conquistarti e che il significato ti sia arrivato esattamente come lo intendevo! L'idea mi è venuta dopo un'ora abbondante di pensieri scartati e vicoli ciechi, tant'è che alle 22:30 non avevo scritto neanche una parola, poi mi è "apparso" Elvis e il resto è venuto da sé xD

Sono contento ti sia piaciuta anche la resa stilistica, sia per quanto riguarda l'aspetto sensoriale, sia quello ambientale e terminologico.

Ti ringrazio di cuore per aver letto il mio racconto, per il commento e per le belle parole!

Grazie davvero e buona Edition!

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DamianoMeloni
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Re: Always on My Mind

Messaggio#9 » martedì 21 gennaio 2025, 21:50

Ciao Matteo,
Complimenti per il racconto, l’ho letto con piacere e scorre veramente bene. Mi piace come hai reso l’atmosfera del locale e le emozioni del protagonista. Carino anche il fatto che alla fine ritrovi il padre nella band di Elvis.
L’unica stonatura è che mi sono perso un po’ il tema della sfida all'interno del racconto. Non capisco bene come tu l'abbia declinato.

Comunque, bella prova.
A presto,
Damiano

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matt_heels
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Re: Always on My Mind

Messaggio#10 » martedì 21 gennaio 2025, 21:55

Manuel Marinari ha scritto:Grazie Matteo, la spiegazione è completa. Ma la “colpa”del non aver afferrato tutti i riferimenti è dovuta dalla mia limitata conoscenza, non della tua capacità narrativa e descrittiva.
Grazie per la risposta


Figurati, grazie a te per aver sollevato le domande! Per me è sempre un piacere analizzare e parlare di scrittura :)

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matt_heels
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Re: Always on My Mind

Messaggio#11 » martedì 21 gennaio 2025, 22:12

DamianoMeloni ha scritto:Ciao Matteo,
Complimenti per il racconto, l’ho letto con piacere e scorre veramente bene. Mi piace come hai reso l’atmosfera del locale e le emozioni del protagonista. Carino anche il fatto che alla fine ritrovi il padre nella band di Elvis.
L’unica stonatura è che mi sono perso un po’ il tema della sfida all'interno del racconto. Non capisco bene come tu l'abbia declinato.

Comunque, bella prova.
A presto,
Damiano


Ciao Damiano, grazie di cuore per aver letto il racconto e per i complimenti! Sono molto felice che tu abbia apprezzato la resa e che la lettura sia stata piacevole!

Per quanto riguarda il tema. "Fin dove arrivano le radici", "radici" come famiglia, "fin dove arrivano" come padre e figlio che si ritrovano, uniti nel culto di Elvis, in una discesa infernale/ultraterrena.

Io l'ho intesa come tematica metaforica di un figlio che scava fino all'impossibile, consciamente per trovare Elvis, inconsciamente per ritrovare il padre. Tant'è che beve la "pozione" quasi ci fosse una forza esterna a spingerlo.

Grazie ancora per il commento e buona edition!

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DamianoMeloni
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Re: Always on My Mind

Messaggio#12 » martedì 21 gennaio 2025, 22:22

matt_heels ha scritto:Ciao Damiano, grazie di cuore per aver letto il racconto e per i complimenti! Sono molto felice che tu abbia apprezzato la resa e che la lettura sia stata piacevole!

Per quanto riguarda il tema. "Fin dove arrivano le radici", "radici" come famiglia, "fin dove arrivano" come padre e figlio che si ritrovano, uniti nel culto di Elvis, in una discesa infernale/ultraterrena.

Io l'ho intesa come tematica metaforica di un figlio che scava fino all'impossibile, consciamente per trovare Elvis, inconsciamente per ritrovare il padre. Tant'è che beve la "pozione" quasi ci fosse una forza esterna a spingerlo.

Grazie ancora per il commento e buona edition!


Grazie mille per il chiarimento, ora capisco meglio il senso che hai voluto dargli. Devo ammettere che mi era sfuggito nonostante un paio di riletture. Grazie ancora e buona Edition!

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SaraTedeschi
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Re: Always on My Mind

Messaggio#13 » giovedì 23 gennaio 2025, 16:05

Devo ammettere che è un racconto veramente intrigante, sei riuscito a creare un'atmosfera vivida e coinvolgente. I dialoghi sono realistici e ben costruiti. Il colpo di scena funziona alla grande.
Se non avessi letto i commenti prima ti avrei chiesto anche io che connessione c'era con il tema che era stato richiesto.

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giulio.palmieri
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Re: Always on My Mind

Messaggio#14 » giovedì 23 gennaio 2025, 20:46

"Per tanti anni, uno se tiene un mattone su o stomaco, che pesa, pesa tanto. Però arriva un momento in cui dici: "abbasta". Sto mattone me lo devo prendere e me lo devo levare. Anche se può far male a qualcuno, molto male. Signori. Io so er fijo naturale de Elvis Presly!"

Il racconto mi ha ricordato esattamente questo passaggio dei film di Verdone. L'incipit incuriosisce parecchio, solo che nel mezzo non ho capito se il protagonista sia il figlio di Elvis o del sassofonista. Il tema, non so dire quanto sia centrato: fin dove affondano le radici, cioé nel luogo in cui Elvis continua a suonare? Ci può stare, però è toccato un attimo di striscio, sebbene ci sia. Racconto con una sua continuità, sino al finale non scontato. Un buon racconto. A rileggerci e buona edition.

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Re: Always on My Mind

Messaggio#15 » giovedì 23 gennaio 2025, 21:29

SaraTedeschi ha scritto:Devo ammettere che è un racconto veramente intrigante, sei riuscito a creare un'atmosfera vivida e coinvolgente. I dialoghi sono realistici e ben costruiti. Il colpo di scena funziona alla grande.
Se non avessi letto i commenti prima ti avrei chiesto anche io che connessione c'era con il tema che era stato richiesto.


Ciao Sara, grazie di cuore per aver letto il mio racconto e per i complimenti. Sono felicissimo che la lettura ti abbia appassionato, che è quello che più cerco di ottenere quando scrivo. Grazie ancora e buona edition!

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matt_heels
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Re: Always on My Mind

Messaggio#16 » giovedì 23 gennaio 2025, 21:53

giulio.palmieri ha scritto:"Per tanti anni, uno se tiene un mattone su o stomaco, che pesa, pesa tanto. Però arriva un momento in cui dici: "abbasta". Sto mattone me lo devo prendere e me lo devo levare. Anche se può far male a qualcuno, molto male. Signori. Io so er fijo naturale de Elvis Presly!"

Il racconto mi ha ricordato esattamente questo passaggio dei film di Verdone. L'incipit incuriosisce parecchio, solo che nel mezzo non ho capito se il protagonista sia il figlio di Elvis o del sassofonista. Il tema, non so dire quanto sia centrato: fin dove affondano le radici, cioé nel luogo in cui Elvis continua a suonare? Ci può stare, però è toccato un attimo di striscio, sebbene ci sia. Racconto con una sua continuità, sino al finale non scontato. Un buon racconto. A rileggerci e buona edition.


Ciao Giulio, grazie per aver letto il commento e per le belle parole! Non avevo pensato alla citazione di Verdone, ma effettivamente torna xD

Il padre di Aaron non è Elvis, è un uomo che ha mitizzato Elvis per tutta la vita e non ha mai accettato l'idea che fosse morto.
Questo è il passaggio fondamentale: “Aaron, ho dedicato tutta la vita per trovarlo… ma ho finito il tempo. Trovalo tu, per me e per il Culto di Graceland. Viva il Re!”
Gran bel regalo mi hai fatto, papà. Non bastava chiamarmi come lui, dovevi farmi setacciare ogni dannata bettola d’America.

Nel finale, Aaron beve dalla fiaschetta e si ritrova a suonare con il padre, il sassofonista col pizzetto bianco, che gli sorride. Tant'è che poi pensa: "Ti voglio bene, papà." Qui avrei potuto essere più chiaro ma, come dicevo già a Manuel, credevo di aver seminato abbastanza nel corso del racconto.

Per quanto riguarda il tema, l'ho esposto nella risposta che ho dato a Damiano. Ho voluto affrontarlo in maniera metaforica: il protagonista è alla ricerca del mito di suo padre (fin dove ti portano le radici, fin dove ti porta il padre). La ricerca lo porta alla discesa in un "inferno ultraterreno" dove suonerà per sempre, insieme a Elvis e insieme al padre, anch'egli intrappolato dal suo mito (fin dove arrivano le radici, fin dove arriva il legame familiare). Riconosco che l'interpretazione possa non arrivare immediatamente, forse avrei dovuto essere più diretto, ma credo che il tema ci sia. Anche perché l'ho scritto partendo dal collegamento padre/figlio, che poi ho "ambientato" in questa ricerca onirica di Elvis.

Ti ringrazio ancora e buona edition!

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giulio.palmieri
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Re: Always on My Mind

Messaggio#17 » giovedì 23 gennaio 2025, 22:47

matt_heels ha scritto:
giulio.palmieri ha scritto:"Per tanti anni, uno se tiene un mattone su o stomaco, che pesa, pesa tanto. Però arriva un momento in cui dici: "abbasta". Sto mattone me lo devo prendere e me lo devo levare. Anche se può far male a qualcuno, molto male. Signori. Io so er fijo naturale de Elvis Presly!"

Il racconto mi ha ricordato esattamente questo passaggio dei film di Verdone. L'incipit incuriosisce parecchio, solo che nel mezzo non ho capito se il protagonista sia il figlio di Elvis o del sassofonista. Il tema, non so dire quanto sia centrato: fin dove affondano le radici, cioé nel luogo in cui Elvis continua a suonare? Ci può stare, però è toccato un attimo di striscio, sebbene ci sia. Racconto con una sua continuità, sino al finale non scontato. Un buon racconto. A rileggerci e buona edition.


Ciao Giulio, grazie per aver letto il commento e per le belle parole! Non avevo pensato alla citazione di Verdone, ma effettivamente torna xD

Il padre di Aaron non è Elvis, è un uomo che ha mitizzato Elvis per tutta la vita e non ha mai accettato l'idea che fosse morto.
Questo è il passaggio fondamentale: “Aaron, ho dedicato tutta la vita per trovarlo… ma ho finito il tempo. Trovalo tu, per me e per il Culto di Graceland. Viva il Re!”
Gran bel regalo mi hai fatto, papà. Non bastava chiamarmi come lui, dovevi farmi setacciare ogni dannata bettola d’America.

Nel finale, Aaron beve dalla fiaschetta e si ritrova a suonare con il padre, il sassofonista col pizzetto bianco, che gli sorride. Tant'è che poi pensa: "Ti voglio bene, papà." Qui avrei potuto essere più chiaro ma, come dicevo già a Manuel, credevo di aver seminato abbastanza nel corso del racconto.

Per quanto riguarda il tema, l'ho esposto nella risposta che ho dato a Damiano. Ho voluto affrontarlo in maniera metaforica: il protagonista è alla ricerca del mito di suo padre (fin dove ti portano le radici, fin dove ti porta il padre). La ricerca lo porta alla discesa in un "inferno ultraterreno" dove suonerà per sempre, insieme a Elvis e insieme al padre, anch'egli intrappolato dal suo mito (fin dove arrivano le radici, fin dove arriva il legame familiare). Riconosco che l'interpretazione possa non arrivare immediatamente, forse avrei dovuto essere più diretto, ma credo che il tema ci sia. Anche perché l'ho scritto partendo dal collegamento padre/figlio, che poi ho "ambientato" in questa ricerca onirica di Elvis.

Ti ringrazio ancora e buona edition!


grazie per la risposta, a rileggerci presto. Un saluto

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Emiliano Maramonte
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Re: Always on My Mind

Messaggio#18 » giovedì 23 gennaio 2025, 23:21

Ciao Matteo!
Il tuo commento al mio racconto ha creato una sorta di link che mi ha portato al tuo. Be', che posso dire? Complimenti! Ho scoperto un bravissimo autore! Scrittura pulita, precisa, chirurgica, quasi. Riesci a creare immagini vivide e immersive. Ero lì col protagonista, ero lì di fronte a Elvis! E mi è piaciuta moltissimo questa declinazione del tema. Il culto di Elvis non morirà mai, e coloro i quali credono che Lui sia ancora vivo, non demorderanno e, nel tuo racconto, ce ne dai una dimostrazione.
Ho letto le tue spiegazioni, e, incredibilmente, sei stato abile a inserire tutti gli indizi, solo che, forse, li hai celati sin troppo bene! Infatti solo rileggendo il testo daccapo, si coglie ogni singolo dettaglio da te indicato.
In ogni caso, grande racconto. Non sei nel girone che devo valutare, ma per me saresti sul podio.

Buona gara!

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matt_heels
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Re: Always on My Mind

Messaggio#19 » venerdì 24 gennaio 2025, 15:51

Emiliano Maramonte ha scritto:Ciao Matteo!
Il tuo commento al mio racconto ha creato una sorta di link che mi ha portato al tuo. Be', che posso dire? Complimenti! Ho scoperto un bravissimo autore! Scrittura pulita, precisa, chirurgica, quasi. Riesci a creare immagini vivide e immersive. Ero lì col protagonista, ero lì di fronte a Elvis! E mi è piaciuta moltissimo questa declinazione del tema. Il culto di Elvis non morirà mai, e coloro i quali credono che Lui sia ancora vivo, non demorderanno e, nel tuo racconto, ce ne dai una dimostrazione.
Ho letto le tue spiegazioni, e, incredibilmente, sei stato abile a inserire tutti gli indizi, solo che, forse, li hai celati sin troppo bene! Infatti solo rileggendo il testo daccapo, si coglie ogni singolo dettaglio da te indicato.
In ogni caso, grande racconto. Non sei nel girone che devo valutare, ma per me saresti sul podio.

Buona gara!



Ciao Emiliano, ti ringrazio di cuore per essere passato e per le bellissime parole che mi hai dedicato. Sono onorato, e sono felice che il racconto ti sia piaciuto così tanto, sia per quanto riguarda la scrittura e l'immersione, sia per la declinazione del tema. Finito il contest, proverò a rivedere il testo, per trovare il modo di far risaltare, da subito, gli indizi, senza togliere fascino alla scena.

Ti ringrazio ancora e buona edizione!

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BruceLagogrigio
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Re: Always on My Mind

Messaggio#20 » martedì 28 gennaio 2025, 12:55

In: Prima persona. Tempo verbale: Presente (con alcuni flashback e riferimenti al passato).
Ambientazione: Messico, bar degradato (“El Diablo’s”) Genere: Fantastico
Tema centrato o non centrato: Tema così così. Il racconto esplora le radici familiari e spirituali del protagonista, intrecciando il suo passato con la ricerca del leggendario Elvis, portando il tema a un livello simbolico e personale.

Ciao Matteo, prima volta che ti leggo e molto contento di averlo fatto. Lo stile mi piace molto: è diretto, viscerale, e pieno di dettagli sensoriali che rendono tutto concreto. L’alternanza tra dialoghi e introspezione è ben gestita, mantenendo un ritmo serrato che accompagna il lettore senza mai annoiarlo.

Per quanto conosca abbastanza bene le canzoni non conoscevo tutti i retroscena di Elvis (ad esempio Graceland). Devo assolutamente recuperare il recente film. Ciò non me lo ha fatto apprezzare come si deve in prima lettura, ma in seconda molto meglio. Bello anche il finale con la variazione fantastica.

Nel complesso buona prova per me. L'unico difetto secondo me il tema preso molto molto alla lontana.

Bruce.
L'uomo prudente, con una frase elegante, si cava fuori da ogni garbuglio, e sa usar la lingua con la leggerezza di una piuma. Umberto Eco

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srcm
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Re: Always on My Mind

Messaggio#21 » mercoledì 29 gennaio 2025, 17:42

Ciao Matteo, complimenti per il racconto, davvero molto ben fatto. Personalmente non ho avuto particolari problemi a capire che si trattasse di Elvis: già lo sospettavo dal titolo, poi il riferimento a Graceland e Suspicious Mind hanno chiarito il tutto irrevocabilmente. Detto questo, mi è piaciuto molto come lo stile ci porti da subito in un genere abbastanza definito, quello dell'hard-boiled nel classico locale malfamato messicano, per poi introdurre un elemento fantastico quando meno te lo aspetti (ma a mio avviso abbastanza ben inserito). Questa ricerca di Elvis in Sudamerica ha un qualcosa della ricerca dei nazisti in Argentina, ma anche solo a livello estetico il modo con cui descrivi i musicisti che poi accompagneranno Elvis rimanda un po' a dei beccamorti, sostanzialmente, e quindi si sposa abbastanza bene con il Messico e il suo rapporto con la morte (non a caso qualcuno citava Coco). Concludo i complimenti e aggiungo un solo dettaglio che mi ero perso nella storia, credo perché non aiutato da una semina precedente, ovvero la presenza del padre nella band. Quel "grazie papà", l'avevo interpretato distrattamente come un dialogo tra sé e sé, ma se ci fosse stato un dettaglio estetico seminato in precedenza riguardante il padre credo mi sarei reso conto più facilmente che il sassofonista col pizzetto bianco fosse lui. (Se per caso il dettaglio c'è e me lo sono perso mi scuso, ho provato a rileggere un paio di volte e non mi pare). Per quanto riguarda l'attinenza al tema: per me c'è, non penso sia necessario per forza dare un'interpretazione letterale dell'elemento radici per parlare di radici (e di profondità), che è forse invece l'errore in cui sono caduto io. Penso posizionerò il racconto abbastanza in alto. Congratulazioni ancora, quindi, storia scritta davvero molto bene. In bocca al lupo per la GDA edition!

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Rick Faith
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Re: Always on My Mind

Messaggio#22 » mercoledì 29 gennaio 2025, 19:49

Ciao Matt, felice di leggerti per la prima volta!
Buonissima prova. Hai una bella prima persona, dirigi con precisione lo sguardo del lettore per dare tutti gli input che servono, le sensazioni e i pensieri arrivano puntuali quando serve (a parte quando arriva la band, lì un'opportunità per dire qualcosina in più poteva esserci anche se chiaramente la sua attenzione poi sarebbe passata subito al frontman), convincente anche la caratterizzazione generale dell'ambientazione. Visto che il tuo racconto mi è piaciuto molto magari ti vado a puntualizzare dei piccoli dettagli che magari per i paletti di tempo ti sono sfuggiti. Secondo me dove hai usato i due punti sei stato inutilmente ridondante. Non mi serviva sapere che la bettola fosse semivuota se mi fai vedere gli avventori. Anzi, in realtà si intuiva già da prima visto che all'ingresso mi hai fatto sentire l'odore e hai portato il mio sguardo sulle assi marce. Fosse stata affollata, attento come sei, me lo avresti fatto notare subito, non è così? E poi quale locale che non sia una bettola può fregiarsi di stupende assi marce? È un po' il discorso del primo Pirati dei Caraibi sulla Perla Nera: alle altre navi è proibito "avere vele nere e una ciurma di dannati comandata da un uomo così malvagio che anche l'Inferno lo ha risputato" xD (finalmente qualcuno con cui posso tornare a usare il mio xD da battaglia).
Discorso analogo quando mi presenti la band, se mi elenchi tutti non ho più bisogno di sapere che è completa. La butto lì, non sarebbe stato carino se avesse avuto un ruolo vacante? Intendo come semina per poi piazzarci il protagonista.
Comunque davvero ti sto rompendo con la lente di ingrandimento. Ti auguro una buona edition, a rileggerci!

Dash J. Benton
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Re: Always on My Mind

Messaggio#23 » mercoledì 29 gennaio 2025, 20:23

Gusto personale: sono sicuro che se io conoscessi meglio Elvis, la sua storia e le sue canzoni, i tanti riferimenti che hai ben seminato nel testo mi avrebbero velocemente messo in contesto. Invece, visto che di Elvis so poco e niente, non ci ho capito nulla fino a quando non l’hai menzionato esplicitamente. Se in più aggiungi il nome del villaggio molto particolare, in prima lettura non ci ho capito quasi nulla. In seconda lettura ho apprezzato molto di più, ma resta comunque la sensazione di dover avere troppe informazioni esterne al racconto per goderlo a pieno. 3/5
Aderenza al tema: ho letto la spiegazione che hai dato in risposta a commenti precedenti, è devo dire che non mi convince, scusami. Più che alla ricerca delle sue radici, insegue l’ossessione del padre (che lui pensa morto). 1/5
Stile: Bravo. Racconto scritto molto bene, bellissime descrizioni e dialoghi credibili. L’uso di due lingue straniere è un rischio, ma visto che le conosco mi è piaciuto ritrovarle nel testo (se avessi usato russo e tedesco, sicuramente l’effetto su di me sarebbe stato diverso!! 5/5
Coerenza interna: come fa a sapere che la birra è annacquata dalla pioggia? (A parte che quel dettaglio non aggiunge molto al resto). Se il padre ha fatto il suo stesso percorso e si è unito a Elvis, perché lui pensa che sia morto e non solo scomparso? Come ha fatto a lasciargli il messaggio sulla Bibbia? Ha trovato Elvis, è tornato negli USA per lasciare il messaggio ed è poi tornato da Elvis? Francamente il fatto che ritrovi il padre nel finale è un bel colpo di scena ma fa perdere coerenza ad alcuni degli elementi precedenti. 3/5
Forma: non ho trovato problemi particolari. 5/5

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matt_heels
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Re: Always on My Mind

Messaggio#24 » venerdì 31 gennaio 2025, 19:43

srcm ha scritto:Ciao Matteo, complimenti per il racconto, davvero molto ben fatto. Personalmente non ho avuto particolari problemi a capire che si trattasse di Elvis: già lo sospettavo dal titolo, poi il riferimento a Graceland e Suspicious Mind hanno chiarito il tutto irrevocabilmente. Detto questo, mi è piaciuto molto come lo stile ci porti da subito in un genere abbastanza definito, quello dell'hard-boiled nel classico locale malfamato messicano, per poi introdurre un elemento fantastico quando meno te lo aspetti (ma a mio avviso abbastanza ben inserito). Questa ricerca di Elvis in Sudamerica ha un qualcosa della ricerca dei nazisti in Argentina, ma anche solo a livello estetico il modo con cui descrivi i musicisti che poi accompagneranno Elvis rimanda un po' a dei beccamorti, sostanzialmente, e quindi si sposa abbastanza bene con il Messico e il suo rapporto con la morte (non a caso qualcuno citava Coco). Concludo i complimenti e aggiungo un solo dettaglio che mi ero perso nella storia, credo perché non aiutato da una semina precedente, ovvero la presenza del padre nella band. Quel "grazie papà", l'avevo interpretato distrattamente come un dialogo tra sé e sé, ma se ci fosse stato un dettaglio estetico seminato in precedenza riguardante il padre credo mi sarei reso conto più facilmente che il sassofonista col pizzetto bianco fosse lui. (Se per caso il dettaglio c'è e me lo sono perso mi scuso, ho provato a rileggere un paio di volte e non mi pare). Per quanto riguarda l'attinenza al tema: per me c'è, non penso sia necessario per forza dare un'interpretazione letterale dell'elemento radici per parlare di radici (e di profondità), che è forse invece l'errore in cui sono caduto io. Penso posizionerò il racconto abbastanza in alto. Congratulazioni ancora, quindi, storia scritta davvero molto bene. In bocca al lupo per la GDA edition!


Ciao Simone, grazie dei complimenti e delle belle parole! Sono felice che il messaggio del tema ti sei arrivato. Se da un lato temevo che alcuni dettagli potessero non essere colti (e mi sono preso un rischio), dall'altro credevo che l'attinenza al tema non fosse abbastanza chiara. Ovviamente, non in senso "letterale" :D
Per quanto riguarda i dettagli del padre, mi sono reso conto che avrei potuto seminare qualche dettaglio in più, magari al momento dell'ingresso nella band, ma è un pensiero che mi è scivolato via, concentrato a focalizzarmi sull'estasi della scoperta di "Elvis vivo". A "bocce ferme", con un po' di rifinitura, si poteva certamente porre un'ulteriore semina, magari sacrificandone un'altra.

Grazie ancora e buona edition!

Rick Faith ha scritto:Ciao Matt, felice di leggerti per la prima volta!
Buonissima prova. Hai una bella prima persona, dirigi con precisione lo sguardo del lettore per dare tutti gli input che servono, le sensazioni e i pensieri arrivano puntuali quando serve (a parte quando arriva la band, lì un'opportunità per dire qualcosina in più poteva esserci anche se chiaramente la sua attenzione poi sarebbe passata subito al frontman), convincente anche la caratterizzazione generale dell'ambientazione. Visto che il tuo racconto mi è piaciuto molto magari ti vado a puntualizzare dei piccoli dettagli che magari per i paletti di tempo ti sono sfuggiti. Secondo me dove hai usato i due punti sei stato inutilmente ridondante. Non mi serviva sapere che la bettola fosse semivuota se mi fai vedere gli avventori. Anzi, in realtà si intuiva già da prima visto che all'ingresso mi hai fatto sentire l'odore e hai portato il mio sguardo sulle assi marce. Fosse stata affollata, attento come sei, me lo avresti fatto notare subito, non è così? E poi quale locale che non sia una bettola può fregiarsi di stupende assi marce? È un po' il discorso del primo Pirati dei Caraibi sulla Perla Nera: alle altre navi è proibito "avere vele nere e una ciurma di dannati comandata da un uomo così malvagio che anche l'Inferno lo ha risputato" xD (finalmente qualcuno con cui posso tornare a usare il mio xD da battaglia).
Discorso analogo quando mi presenti la band, se mi elenchi tutti non ho più bisogno di sapere che è completa. La butto lì, non sarebbe stato carino se avesse avuto un ruolo vacante? Intendo come semina per poi piazzarci il protagonista.
Comunque davvero ti sto rompendo con la lente di ingrandimento. Ti auguro una buona edition, a rileggerci!


Ciao Rick, sono molto felice che il racconto ti sia piaciuto e ti ringrazio davvero tanto per i complimenti!
Molto utili le tue considerazioni, grazie! Hai assolutamente ragione. Il "semivuota" è superfluo e, come scrivevo a Stefano, sicuramente avrei potuto dare qualche dettaglio in più sulla band. Stesso discorso per il "posto vacante". Ci avevo pensato, sono sincero, ma ero alle strette con tempo e caratteri. Preso dalla fretta, ho lasciato che il protagonista diventasse il "secondo chitarrista", invece di andare a colmare un posto vuoto. Farò passare un po' di tempo e poi migliorerò questi dettagli per migliorare il risultato finale.

Grazie ancora e buona edition!

BruceLagogrigio ha scritto:In: Prima persona. Tempo verbale: Presente (con alcuni flashback e riferimenti al passato).
Ambientazione: Messico, bar degradato (“El Diablo’s”) Genere: Fantastico
Tema centrato o non centrato: Tema così così. Il racconto esplora le radici familiari e spirituali del protagonista, intrecciando il suo passato con la ricerca del leggendario Elvis, portando il tema a un livello simbolico e personale.

Ciao Matteo, prima volta che ti leggo e molto contento di averlo fatto. Lo stile mi piace molto: è diretto, viscerale, e pieno di dettagli sensoriali che rendono tutto concreto. L’alternanza tra dialoghi e introspezione è ben gestita, mantenendo un ritmo serrato che accompagna il lettore senza mai annoiarlo.

Per quanto conosca abbastanza bene le canzoni non conoscevo tutti i retroscena di Elvis (ad esempio Graceland). Devo assolutamente recuperare il recente film. Ciò non me lo ha fatto apprezzare come si deve in prima lettura, ma in seconda molto meglio. Bello anche il finale con la variazione fantastica.

Nel complesso buona prova per me. L'unico difetto secondo me il tema preso molto molto alla lontana.

Bruce.


Grazie Bruce! Ti ringrazio per aver letto il mio racconto e per i complimenti! Felice che il ritmo e lo stile ti abbiano coinvolto: un aspetto che ricerco, e sempre molto importante quando scrivo.

Sul tema, come già espresso sopra, mi rendo conto che la mia interpretazione non "letterale" possa essere stata considerata alla stregua del "fuori tema". Ho volutamente evitato di parlare di "radici fisiche", per affondare in un'eredità che viaggia fino l'ultraterreno.

Grazie ancora e buona edition!

Dash J. Benton ha scritto:Gusto personale: sono sicuro che se io conoscessi meglio Elvis, la sua storia e le sue canzoni, i tanti riferimenti che hai ben seminato nel testo mi avrebbero velocemente messo in contesto. Invece, visto che di Elvis so poco e niente, non ci ho capito nulla fino a quando non l’hai menzionato esplicitamente. Se in più aggiungi il nome del villaggio molto particolare, in prima lettura non ci ho capito quasi nulla. In seconda lettura ho apprezzato molto di più, ma resta comunque la sensazione di dover avere troppe informazioni esterne al racconto per goderlo a pieno. 3/5
Aderenza al tema: ho letto la spiegazione che hai dato in risposta a commenti precedenti, è devo dire che non mi convince, scusami. Più che alla ricerca delle sue radici, insegue l’ossessione del padre (che lui pensa morto). 1/5
Stile: Bravo. Racconto scritto molto bene, bellissime descrizioni e dialoghi credibili. L’uso di due lingue straniere è un rischio, ma visto che le conosco mi è piaciuto ritrovarle nel testo (se avessi usato russo e tedesco, sicuramente l’effetto su di me sarebbe stato diverso!! 5/5
Coerenza interna: come fa a sapere che la birra è annacquata dalla pioggia? (A parte che quel dettaglio non aggiunge molto al resto). Se il padre ha fatto il suo stesso percorso e si è unito a Elvis, perché lui pensa che sia morto e non solo scomparso? Come ha fatto a lasciargli il messaggio sulla Bibbia? Ha trovato Elvis, è tornato negli USA per lasciare il messaggio ed è poi tornato da Elvis? Francamente il fatto che ritrovi il padre nel finale è un bel colpo di scena ma fa perdere coerenza ad alcuni degli elementi precedenti. 3/5
Forma: non ho trovato problemi particolari. 5/5


Ciao Dash, ti ringrazio per il commento e per le valutazioni, che sicuramente aiutano un "autore" nell'analizzare il proprio lavoro.

Sulla coerenza narrativa, ti spiego i punti che hai toccato.

La birra "annacquata, sì ma dalla pioggia" è un'espressione ironica del protagonista, che dopo essersi accorto della birra "annacquata" sul bancone (è molto semplice accorgerse, dato che una birra annacquata è quasi trasparente), manda giù una birra dal sapore orrendo. Da qui "birra annacquata dalla pioggia".

Per quanto riguarda il padre, non ho scritto nessun dettaglio sulla sua "fine", solo che "aveva finito il tempo". Nella mia testa, quel messaggio sulla "Bibbia" rappresenta un'ultima volontà, come di un uomo morente che scompare. Non un uomo morente che muore nel proprio letto (in quel caso glielo avrebbe potuto comunicare di persona). Aaron ovviamente è convinto sia morto, magari per andare a morire chissà dove. Certo, magari potevo inserire un "Potevi almeno salutarmi prima di scomparire", ma in quel momento non ho pensato fosse necessario.

Sul tema, ho spiegato che la mia interpretazione nasce da un percorso che porta il protagonista a seguire gli stessi passi compiuti dal padre. L'ossessione è essa stessa ricerca spasmodica, e l'ossessione ti porta ad affondare. E se affondi, come tuo padre, affondi come le radici. "Fin dove arrivano le radici". Ho scritto questo racconto tenendo bene in mente il tema, senza affidarmi alle radici "letterali". Tuttavia, è legittimo che le mie spiegazioni non ti abbiano convinto. In certi casi un approccio più diretto può risultare più efficace, quindi ne terrò conto quando parteciperò di nuovo xD

Grazie ancora e buona edition!

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Re: Always on My Mind

Messaggio#25 » lunedì 3 febbraio 2025, 15:31

Ci sono alcune imprecisioni, ma arrivi bene alla chiusa. Occhio che Elvis la sigaretta se l'era già accesa. Ma, soprattutto, l'elemento più problematico è quello legato al padre perché non comunichi al lettore che è sparito nella ricerca, ma che ha lasciato una lettera al figlio invitandolo a proseguire il suo operato. Bando alla scommessa con gli amici, qui avevi già la chiamata all'azione nella ricerca di un padre perduto e, a quel punto, sarabbe stato perfetto. Detto questo, ripeto che mi ha convinto. Per me siamo su un pollice tendente al positivo in modo solido e quasi brillante con davvero pochi interventi da fare per renderlo più coeso e meno problematico.

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