Rex Nemorensis
Rex Nemorensis
La macchina si perde tra viottoli sovrastati da erba alta, arbusti, alberi, verde ovunque, una natura esuberante, poi il rotolo di ghiaia si spegne davanti a un casale.
«È questa» - fa Sergio.
Scendo e guardo la casa. Zia Erminia è stata l’ultima, è andata prima che riuscissimo a portala in Canada. L’ultima nata in Italia e forse l’ultima a morirci.
«Venga, le mostro dentro.»
Lo seguo in una veloce visita. La casa è meglio di quanto credessi. Un bagno e un grande ambiente che fungeva da cucina, soggiorno e anche da camera da letto. Al piano di sopra due stanzette, un bagno.
Arredamento antico, ben tenuto, pulito, un po’ di polvere.
«Questo è tutto - dice Sergio - poi c’è il terreno, fin giù al confine con il museo - indica dalla finestra - laggiù, guardi, si vede bene lo spiazzo che era al centro del tempio.»
Vedo qualche rudere, una radura.
«Beh, io andrei, ecco le chiavi, sicuro che vuole dormire qui?»
Annuisco. Devo capire cosa fare di questa casa, starci dentro qualche giorno.
«Se ci fossero problemi chiami, abito qui a Nemi - fa lui - e guardi, ho fatto un po’ di spesa, è tutto in cucina. Qua ci sono le chiavi della Panda di sua zia, ora è sua, ancora va…»
Ringrazio e lo mando via.
Mi faccio un paio d’uova, una spremuta, sembra tutto più buono qui.
Forse è solo suggestione.
È presto per dormire ma voglio fare tutto un sonno fino a domani.
Salgo, mi infilo sotto le coperte senza neanche spogliarmi.
Non è il sole a svegliarmi ma una luna gigante che mi illumina il viso.
O forse è solo un effetto del cambio di fuso.
Ho sete, mi alzo in piedi, mi strofino la faccia. Poi rimango a guardare il paesaggio che ho davanti.
Il terreno degrada verso il lago, un po’ più lontano, che brilla come fosse uno specchio.
Anche la campagna, erba, alberi, scintillano di brina sotto i raggi lunari.
Sto lì, incantato, quando colgo un movimento.
Laggiù, tra i resti del tempio, c’è una ragazza che… balla? Nuda?
La osservo per qualche secondo e rabbrividisco.
Prendo la coperta, scendo di sotto, metto il giaccone e uscito fuori mi dirigo giù per la campagna, verso il tempio.
La vedo per tutto il percorso.
Mano mano che mi avvicino mi rendo conto di quanto sia bella.
Non è la bellezza delle modelle o delle attrici.
È forza, equilibrio.
Si muove in una specie di danza in cerchio, ignara di tutto, senza passi falsi, senza esitazioni, perfetta.
Quando arrivo al confine scavalco la staccionata e corro verso la ragazza.
Non appena entro nel cerchio del tempio lei si ferma, mi guarda, la sua faccia diventa… feroce.
Come una furia mi raggiunge e comincia a piangere e urlare, lacrime lungo le gote, mentre con le mani a pugno mi colpisce il petto, le spalle.
«Tutto questo tempo! Perché così tanto? Non vedi cosa ci hanno fatto?»
Io non so come reagire e lei mi afferra per un braccio e mi trascina al centro del tempio.
«Guarda!- urla - Guarda!»
Cade ginocchioni, le braccia toccano terra, il capo chino, singhiozza.
Anche così… è bella. La più bella che abbia mai visto.
Così bella che… io…
Io, la amo.
Mi inginocchio davanti a lei, vorrei coprirla, ma lei con uno scatto mi abbraccia, mi stringe con una forza inaspettata, e inaspettato è il calore che emana.
No, non è… calore.
È un’altra forma.
È amore.
Ci baciamo, mi spoglia… E lì, sulla radura, nel centro del tempio, facciamo l’amore.
Con una passione ferale, fusi, compenetrati.
E poi rimaniamo così, avvinghiati e uniti.
«Duemila anni amore mio, perché sei andato via?» - sussurra.
«Ma io…»
«Sei fuggito e nessuno mi ha più difeso, il ramo è stato strappato, sono rimasta sola, senza re, senza amore.»
«Io non…»
Mi intima silenzio ponendomi un dito sulla bocca. Si alza e mi fa alzare, ed è più splendida che mai, brilla come la luna, i muscoli tesi e lucidi, il viso fiero.
«Ma ora mio re, sei tornato, nuovo ramo di antiche radici, ora mio sacerdote, mi lascerai di nuovo?»
E tutto d’improvviso sembra chiaro, come se l’avessi sempre saputo.
Piego il ginocchio e mi prostro.
«Sono il tuo re, Diana, il tuo amante, il tuo sacerdote.»
E niente, se non la morte, ci potrà separare.
«È questa» - fa Sergio.
Scendo e guardo la casa. Zia Erminia è stata l’ultima, è andata prima che riuscissimo a portala in Canada. L’ultima nata in Italia e forse l’ultima a morirci.
«Venga, le mostro dentro.»
Lo seguo in una veloce visita. La casa è meglio di quanto credessi. Un bagno e un grande ambiente che fungeva da cucina, soggiorno e anche da camera da letto. Al piano di sopra due stanzette, un bagno.
Arredamento antico, ben tenuto, pulito, un po’ di polvere.
«Questo è tutto - dice Sergio - poi c’è il terreno, fin giù al confine con il museo - indica dalla finestra - laggiù, guardi, si vede bene lo spiazzo che era al centro del tempio.»
Vedo qualche rudere, una radura.
«Beh, io andrei, ecco le chiavi, sicuro che vuole dormire qui?»
Annuisco. Devo capire cosa fare di questa casa, starci dentro qualche giorno.
«Se ci fossero problemi chiami, abito qui a Nemi - fa lui - e guardi, ho fatto un po’ di spesa, è tutto in cucina. Qua ci sono le chiavi della Panda di sua zia, ora è sua, ancora va…»
Ringrazio e lo mando via.
Mi faccio un paio d’uova, una spremuta, sembra tutto più buono qui.
Forse è solo suggestione.
È presto per dormire ma voglio fare tutto un sonno fino a domani.
Salgo, mi infilo sotto le coperte senza neanche spogliarmi.
Non è il sole a svegliarmi ma una luna gigante che mi illumina il viso.
O forse è solo un effetto del cambio di fuso.
Ho sete, mi alzo in piedi, mi strofino la faccia. Poi rimango a guardare il paesaggio che ho davanti.
Il terreno degrada verso il lago, un po’ più lontano, che brilla come fosse uno specchio.
Anche la campagna, erba, alberi, scintillano di brina sotto i raggi lunari.
Sto lì, incantato, quando colgo un movimento.
Laggiù, tra i resti del tempio, c’è una ragazza che… balla? Nuda?
La osservo per qualche secondo e rabbrividisco.
Prendo la coperta, scendo di sotto, metto il giaccone e uscito fuori mi dirigo giù per la campagna, verso il tempio.
La vedo per tutto il percorso.
Mano mano che mi avvicino mi rendo conto di quanto sia bella.
Non è la bellezza delle modelle o delle attrici.
È forza, equilibrio.
Si muove in una specie di danza in cerchio, ignara di tutto, senza passi falsi, senza esitazioni, perfetta.
Quando arrivo al confine scavalco la staccionata e corro verso la ragazza.
Non appena entro nel cerchio del tempio lei si ferma, mi guarda, la sua faccia diventa… feroce.
Come una furia mi raggiunge e comincia a piangere e urlare, lacrime lungo le gote, mentre con le mani a pugno mi colpisce il petto, le spalle.
«Tutto questo tempo! Perché così tanto? Non vedi cosa ci hanno fatto?»
Io non so come reagire e lei mi afferra per un braccio e mi trascina al centro del tempio.
«Guarda!- urla - Guarda!»
Cade ginocchioni, le braccia toccano terra, il capo chino, singhiozza.
Anche così… è bella. La più bella che abbia mai visto.
Così bella che… io…
Io, la amo.
Mi inginocchio davanti a lei, vorrei coprirla, ma lei con uno scatto mi abbraccia, mi stringe con una forza inaspettata, e inaspettato è il calore che emana.
No, non è… calore.
È un’altra forma.
È amore.
Ci baciamo, mi spoglia… E lì, sulla radura, nel centro del tempio, facciamo l’amore.
Con una passione ferale, fusi, compenetrati.
E poi rimaniamo così, avvinghiati e uniti.
«Duemila anni amore mio, perché sei andato via?» - sussurra.
«Ma io…»
«Sei fuggito e nessuno mi ha più difeso, il ramo è stato strappato, sono rimasta sola, senza re, senza amore.»
«Io non…»
Mi intima silenzio ponendomi un dito sulla bocca. Si alza e mi fa alzare, ed è più splendida che mai, brilla come la luna, i muscoli tesi e lucidi, il viso fiero.
«Ma ora mio re, sei tornato, nuovo ramo di antiche radici, ora mio sacerdote, mi lascerai di nuovo?»
E tutto d’improvviso sembra chiaro, come se l’avessi sempre saputo.
Piego il ginocchio e mi prostro.
«Sono il tuo re, Diana, il tuo amante, il tuo sacerdote.»
E niente, se non la morte, ci potrà separare.
Re: Rex Nemorensis
Ciao Mario! Tutto ok anche per te, divertiti in questa GIORGIA D'AVERSA EDITION!
- SaraTedeschi
- Messaggi: 13
Re: Rex Nemorensis
Scena molto d'impatto. Per un attimo ho creduto che avrebbe parlato dei ricordi di sua zia e di quella casa. Succede tutto in fretta e ti cattura fino in fondo questo è certo. Sono rimasta un po' delusa perché alla fine avrei voluto sapere qualcosa in più di chi fosse questo re e perché quella donna lo aspettava. Inoltre all'inizio mi sono figurata un'ambientazione moderna, di una classica casa di campagna come ce ne sono tante ma la presenza di questo tempio mi fa pensare a qualcosa di più antico o addirittura ad un mondo immaginario.
Ho più domande che altro, e credo che sia una storia a cui manca qualcosa.
Ho più domande che altro, e credo che sia una storia a cui manca qualcosa.
- Manuel Marinari
- Messaggi: 341
Re: Rex Nemorensis
Ciao Mario, il tuo racconto mi ha lasciato un pò sospeso nella valutazione. La trama di per sé mi piace ed è interessante, ma avrei voluto capire di più sulla figura femminile che incontra. Mi è piaciuto il velo di mistero che hai innescato ma purtroppo il racconto offre elementi parziali sul legame che il protagonista non intende fino alla fine e che comunque non rivela al lettore. Quindi anche il finale resta a mio avviso incompleto.
Un'altra cosa che volevo suggerirti e su cui potrai focalizzarti è l'assenza praticamente totale delle emozioni del pdv. Compie una serie di azioni ma non traspare niente di quel che prova. Mangia, beve, dorme e familiarizza con la casa nella prima metà, nella seconda parte è totalmente in balia della donna, come ammaliato dall'incontro. Mi dispiace, ma non riesco a empatizzare con il personaggio. Spero che ti possa essere utile questo mio punto di vista sulla resa emotiva. È un aspetto su cui mi cimento molto e che reputo davvero importante per una lettura che riesca a trasportare dentro la storia.
Buona edition.
Un'altra cosa che volevo suggerirti e su cui potrai focalizzarti è l'assenza praticamente totale delle emozioni del pdv. Compie una serie di azioni ma non traspare niente di quel che prova. Mangia, beve, dorme e familiarizza con la casa nella prima metà, nella seconda parte è totalmente in balia della donna, come ammaliato dall'incontro. Mi dispiace, ma non riesco a empatizzare con il personaggio. Spero che ti possa essere utile questo mio punto di vista sulla resa emotiva. È un aspetto su cui mi cimento molto e che reputo davvero importante per una lettura che riesca a trasportare dentro la storia.
Buona edition.
Manuel Marinari
-
- Messaggi: 66
Re: Rex Nemorensis
Ciao,
Mi è piaciuta molto l'atmosfera che crea il racconto, questo ritorno nei luoghi, ma anche in un tempo lontano. Bella l'immagine della luna che lo risveglia, quasi un richiamo a Diana stessa, ma poi ci troviamo davanti a una scena da baccanale quando Diana è simbolo di castità come le sue ninfe. Mi è un po' dispiaciuto. La scrittura scorre bene e il racconto è comunque evocativo.
Buona scrittura
Mi è piaciuta molto l'atmosfera che crea il racconto, questo ritorno nei luoghi, ma anche in un tempo lontano. Bella l'immagine della luna che lo risveglia, quasi un richiamo a Diana stessa, ma poi ci troviamo davanti a una scena da baccanale quando Diana è simbolo di castità come le sue ninfe. Mi è un po' dispiaciuto. La scrittura scorre bene e il racconto è comunque evocativo.
Buona scrittura
- DamianoMeloni
- Messaggi: 70
- Contatta:
Re: Rex Nemorensis
Ciao Mario,
Complimenti per il racconto, molto suggestivo. Mi è piaciuto il taglio che hai dato al tema.
Però ci sono un paio di cose che non mi hanno fatto apprezzare a pieno la lettura. Per prima cosa, l’alternanza di caporali e trattini nei dialoghi, ho fatto un po’ fatica nell’entrare nel meccanismo, forse avrei messo solo i caporali, ma sono gusti.
Verso la fine, mi ha lasciato perplesso la rivelazione finale nel protagonista, l’ho trovata un po’ troppo “improvvisa” e “ad hoc”. Sarebbe stato meglio se la rivelazione gli venisse “offerto”, ad esempio con un tocco di Diana. Avrebbe fornito un po’ più di credibilità secondo me.
Comunque mi è piaciuto. Complimenti!
A presto,
Damiano
Complimenti per il racconto, molto suggestivo. Mi è piaciuto il taglio che hai dato al tema.
Però ci sono un paio di cose che non mi hanno fatto apprezzare a pieno la lettura. Per prima cosa, l’alternanza di caporali e trattini nei dialoghi, ho fatto un po’ fatica nell’entrare nel meccanismo, forse avrei messo solo i caporali, ma sono gusti.
Verso la fine, mi ha lasciato perplesso la rivelazione finale nel protagonista, l’ho trovata un po’ troppo “improvvisa” e “ad hoc”. Sarebbe stato meglio se la rivelazione gli venisse “offerto”, ad esempio con un tocco di Diana. Avrebbe fornito un po’ più di credibilità secondo me.
Comunque mi è piaciuto. Complimenti!
A presto,
Damiano
Re: Rex Nemorensis
SaraTedeschi ha scritto:Scena molto d'impatto. Per un attimo ho creduto che avrebbe parlato dei ricordi di sua zia e di quella casa. Succede tutto in fretta e ti cattura fino in fondo questo è certo. Sono rimasta un po' delusa perché alla fine avrei voluto sapere qualcosa in più di chi fosse questo re e perché quella donna lo aspettava. Inoltre all'inizio mi sono figurata un'ambientazione moderna, di una classica casa di campagna come ce ne sono tante ma la presenza di questo tempio mi fa pensare a qualcosa di più antico o addirittura ad un mondo immaginario.
Ho più domande che altro, e credo che sia una storia a cui manca qualcosa.
Io abito a pochi passi. Il luogo è più o meno quello reale.
Il mito è reale, nel senso che esiste il tempio, esisteva il rito, ci hanno scritto su un bellissimo libro di ricerca.
Ti copio sotto qualche informazione. Se ti piacciono queste cose la lettura del libro citato è interessante, ma ricorda che è un saggio, non un romanzo.
Il mito del **Rex Nemorensis** è affascinante e risale all'antica Roma. Il termine si riferisce al "Re del Bosco" del santuario di Diana Nemorensis, situato nel bosco sacro presso il Lago di Nemi, nei Colli Albani vicino a Roma.
Ecco una sintesi del mito:
1. **Ruolo del Rex Nemorensis**: Il Rex Nemorensis era un sacerdote-guerriero che governava il santuario di Diana. La sua posizione non era ereditaria, ma ottenuta attraverso un combattimento mortale.
2. **Il duello rituale**: Il sacerdote attuale deteneva il titolo fino a quando un altro schiavo fuggito non riusciva a sconfiggerlo in combattimento. Questo duello rituale assicurava che solo i più forti e abili potessero servire come guardiani del santuario.
3. **Simbolismo**: Il titolo di Rex Nemorensis è legato a miti di fertilità, morte e rinascita. Diana, come dea della caccia, della luna e della natura selvaggia, era protetta dal sacerdote che incarnava il ciclo perpetuo della natura.
4. **Influenza culturale**: Il mito del Rex Nemorensis è stato ampiamente trattato nella letteratura e nella cultura. James George Frazer, nel suo celebre lavoro "Il Ramo d'Oro", esplora il significato di questo rituale e le sue implicazioni nella comprensione dei miti e dei riti di fertilità.
Il mito del Rex Nemorensis ci offre uno sguardo affascinante sulle pratiche religiose e i rituali dell'antica Roma, mostrando come la forza e la competizione fossero integrate nella spiritualità e nella leadership.
Re: Rex Nemorensis
Manuel Marinari ha scritto:Ciao Mario, il tuo racconto mi ha lasciato un pò sospeso nella valutazione. La trama di per sé mi piace ed è interessante, ma avrei voluto capire di più sulla figura femminile che incontra. Mi è piaciuto il velo di mistero che hai innescato ma purtroppo il racconto offre elementi parziali sul legame che il protagonista non intende fino alla fine e che comunque non rivela al lettore. Quindi anche il finale resta a mio avviso incompleto.
Un'altra cosa che volevo suggerirti e su cui potrai focalizzarti è l'assenza praticamente totale delle emozioni del pdv. Compie una serie di azioni ma non traspare niente di quel che prova. Mangia, beve, dorme e familiarizza con la casa nella prima metà, nella seconda parte è totalmente in balia della donna, come ammaliato dall'incontro. Mi dispiace, ma non riesco a empatizzare con il personaggio. Spero che ti possa essere utile questo mio punto di vista sulla resa emotiva. È un aspetto su cui mi cimento molto e che reputo davvero importante per una lettura che riesca a trasportare dentro la storia.
Buona edition.
Grazie del suggerimento.
Leggi l'altra risposta che ho dato, è chiarificatrice del mito cui faccio riferimento.
L'idea è che l'uomo sia ignaro di essere l'ultimo discendente dell'ultimo rex Nemorensis, evidente fuggito al suo compito sacro di difendere il tempio e la sua dea, Diana. In effetti lui non comprende che succede finché lo spirito del rex non emerge.
Alla prossima
Re: Rex Nemorensis
Laura Ciutto ha scritto:Ciao,
Mi è piaciuta molto l'atmosfera che crea il racconto, questo ritorno nei luoghi, ma anche in un tempo lontano. Bella l'immagine della luna che lo risveglia, quasi un richiamo a Diana stessa, ma poi ci troviamo davanti a una scena da baccanale quando Diana è simbolo di castità come le sue ninfe. Mi è un po' dispiaciuto. La scrittura scorre bene e il racconto è comunque evocativo.
Buona scrittura
Ciao Laura, grazie del commento.
In realtà la Diana Nemorense ha avuto un forte ruolo di dea della fertilità e la nudità non era considerata impura o impropria. L'idea non era quella del baccanale, e farla danzare era un espediente per giustificare anche il fatto che il ragazzo la vedesse immediatamente.
Sono piuttosto preso da questa Diana perché questa estate ho letto "Il ramo d'oro" in preparazione di un dipinto che ho fatto per rappresentare Diana abbandonata e sofferente, senza più il suo sacerdote.
Lo dovresti trovare tra i miei post su FB
Re: Rex Nemorensis
DamianoMeloni ha scritto:Ciao Mario,
Complimenti per il racconto, molto suggestivo. Mi è piaciuto il taglio che hai dato al tema.
Però ci sono un paio di cose che non mi hanno fatto apprezzare a pieno la lettura. Per prima cosa, l’alternanza di caporali e trattini nei dialoghi, ho fatto un po’ fatica nell’entrare nel meccanismo, forse avrei messo solo i caporali, ma sono gusti.
Verso la fine, mi ha lasciato perplesso la rivelazione finale nel protagonista, l’ho trovata un po’ troppo “improvvisa” e “ad hoc”. Sarebbe stato meglio se la rivelazione gli venisse “offerto”, ad esempio con un tocco di Diana. Avrebbe fornito un po’ più di credibilità secondo me.
Comunque mi è piaciuto. Complimenti!
A presto,
Damiano
La scelta di caporali e trattini e per pura comodità, ho Scrivener impostato così e ricalca lo stile editoriale che ho scelto per le mie pubblicazioni. Sono gusti e si fa presto a cambiare, ogni editore vuole il suo.
Quello di arrivare nel finale con l'apice del racconto è una mia caratteristica. Qui non c'era un twist, semplicemente il ragazzo, discendente del rex nemorensis che ha abbandonato il tempio, tramite lui si riscatta.
Sono certo che si poteva fare meglio, ci sono molte cose non dette che chi non conosce il mito può solo intuire in parte, ma ho fatto veramente fatica stavolta a stare dentro i limiti e c'era tanto da dire. D'altra parte sarebbe stato anche orribile se avessi spiegato nel racconto cosa stava succedendo...
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- Messaggi: 66
Re: Rex Nemorensis
jimjams ha scritto:Laura Ciutto ha scritto:Ciao,
Mi è piaciuta molto l'atmosfera che crea il racconto, questo ritorno nei luoghi, ma anche in un tempo lontano. Bella l'immagine della luna che lo risveglia, quasi un richiamo a Diana stessa, ma poi ci troviamo davanti a una scena da baccanale quando Diana è simbolo di castità come le sue ninfe. Mi è un po' dispiaciuto. La scrittura scorre bene e il racconto è comunque evocativo.
Buona scrittura
Ciao Laura, grazie del commento.
In realtà la Diana Nemorense ha avuto un forte ruolo di dea della fertilità e la nudità non era considerata impura o impropria. L'idea non era quella del baccanale, e farla danzare era un espediente per giustificare anche il fatto che il ragazzo la vedesse immediatamente.
Sono piuttosto preso da questa Diana perché questa estate ho letto "Il ramo d'oro" in preparazione di un dipinto che ho fatto per rappresentare Diana abbandonata e sofferente, senza più il suo sacerdote.
Lo dovresti trovare tra i miei post su FB
Ciao, ti chiedo scusa per non aver colto e aver fatto riferimento a un mito diverso forse ingannata dalla luna. Rileggendo il racconto con questa informazione acquista una solidità maggiore. Andrò a curiosare, non si finisce mai di imparare.
Buona scrittura
- SaraTedeschi
- Messaggi: 13
Re: Rex Nemorensis
Wow apprezzo moltissimo le informazioni che mi hai aggiunto dato che sono laureata in Archeologia e vado matta per queste cose. Grazie infinite, sei un autore molto interessante
jimjams ha scritto:SaraTedeschi ha scritto:Scena molto d'impatto. Per un attimo ho creduto che avrebbe parlato dei ricordi di sua zia e di quella casa. Succede tutto in fretta e ti cattura fino in fondo questo è certo. Sono rimasta un po' delusa perché alla fine avrei voluto sapere qualcosa in più di chi fosse questo re e perché quella donna lo aspettava. Inoltre all'inizio mi sono figurata un'ambientazione moderna, di una classica casa di campagna come ce ne sono tante ma la presenza di questo tempio mi fa pensare a qualcosa di più antico o addirittura ad un mondo immaginario.
Ho più domande che altro, e credo che sia una storia a cui manca qualcosa.
Io abito a pochi passi. Il luogo è più o meno quello reale.
Il mito è reale, nel senso che esiste il tempio, esisteva il rito, ci hanno scritto su un bellissimo libro di ricerca.
Ti copio sotto qualche informazione. Se ti piacciono queste cose la lettura del libro citato è interessante, ma ricorda che è un saggio, non un romanzo.
Il mito del **Rex Nemorensis** è affascinante e risale all'antica Roma. Il termine si riferisce al "Re del Bosco" del santuario di Diana Nemorensis, situato nel bosco sacro presso il Lago di Nemi, nei Colli Albani vicino a Roma.
Ecco una sintesi del mito:
1. **Ruolo del Rex Nemorensis**: Il Rex Nemorensis era un sacerdote-guerriero che governava il santuario di Diana. La sua posizione non era ereditaria, ma ottenuta attraverso un combattimento mortale.
2. **Il duello rituale**: Il sacerdote attuale deteneva il titolo fino a quando un altro schiavo fuggito non riusciva a sconfiggerlo in combattimento. Questo duello rituale assicurava che solo i più forti e abili potessero servire come guardiani del santuario.
3. **Simbolismo**: Il titolo di Rex Nemorensis è legato a miti di fertilità, morte e rinascita. Diana, come dea della caccia, della luna e della natura selvaggia, era protetta dal sacerdote che incarnava il ciclo perpetuo della natura.
4. **Influenza culturale**: Il mito del Rex Nemorensis è stato ampiamente trattato nella letteratura e nella cultura. James George Frazer, nel suo celebre lavoro "Il Ramo d'Oro", esplora il significato di questo rituale e le sue implicazioni nella comprensione dei miti e dei riti di fertilità.
Il mito del Rex Nemorensis ci offre uno sguardo affascinante sulle pratiche religiose e i rituali dell'antica Roma, mostrando come la forza e la competizione fossero integrate nella spiritualità e nella leadership.
- giulio.palmieri
- Messaggi: 352
Re: Rex Nemorensis
Ciao Mario. Nulla da dire: il racconto fa quello che deve fare, con un inizio, un centro e un finale che chiude sulla trasfigurazione del personaggio. Molto valido. Forse, un po' troppo lunga la prima parte, sebbene cmq si crei quell'effetto di contrasto tra mondo ordinario e mondo fantastico che ricade perfettamente nell'aura mitologica del racconto. A rileggerci, buona edition.
Re: Rex Nemorensis
Laura Ciutto ha scritto:jimjams ha scritto:Laura Ciutto ha scritto:Ciao,
Mi è piaciuta molto l'atmosfera che crea il racconto, questo ritorno nei luoghi, ma anche in un tempo lontano. Bella l'immagine della luna che lo risveglia, quasi un richiamo a Diana stessa, ma poi ci troviamo davanti a una scena da baccanale quando Diana è simbolo di castità come le sue ninfe. Mi è un po' dispiaciuto. La scrittura scorre bene e il racconto è comunque evocativo.
Buona scrittura
Ciao Laura, grazie del commento.
In realtà la Diana Nemorense ha avuto un forte ruolo di dea della fertilità e la nudità non era considerata impura o impropria. L'idea non era quella del baccanale, e farla danzare era un espediente per giustificare anche il fatto che il ragazzo la vedesse immediatamente.
Sono piuttosto preso da questa Diana perché questa estate ho letto "Il ramo d'oro" in preparazione di un dipinto che ho fatto per rappresentare Diana abbandonata e sofferente, senza più il suo sacerdote.
Lo dovresti trovare tra i miei post su FB
Ciao, ti chiedo scusa per non aver colto e aver fatto riferimento a un mito diverso forse ingannata dalla luna. Rileggendo il racconto con questa informazione acquista una solidità maggiore. Andrò a curiosare, non si finisce mai di imparare.
Buona scrittura
Anche la luna è un forte riferimento alla dea, così come il lago, qui conosciuto come specchio di Diana.
La curiosità mi tiene vivo ;-)
Re: Rex Nemorensis
giulio.palmieri ha scritto:Ciao Mario. Nulla da dire: il racconto fa quello che deve fare, con un inizio, un centro e un finale che chiude sulla trasfigurazione del personaggio. Molto valido. Forse, un po' troppo lunga la prima parte, sebbene cmq si crei quell'effetto di contrasto tra mondo ordinario e mondo fantastico che ricade perfettamente nell'aura mitologica del racconto. A rileggerci, buona edition.
Grazie Giulio, è un po' il mio stile, mi piace che la situazione sia ben definita prima di esplorare le contraddizioni o far esplodere le azioni. Qui per come la vedevo l'azione è improvvisa, trascinante e irresistibile. Sono al lavoro gli dei ;-)
- Andrea Furlan
- Messaggi: 548
Re: Rex Nemorensis
Ciao Mario,
Dopo aver scritto i miei commenti in un altro gruppo, ho letto tuo racconto per il titolo che mi aveva incuriosito.
Tanti anni fa ho visitato il museo di Nemi e ricordo ancora la visita, molto suggestiva e piena di spunti interessanti. Sei fortunato a vivere in un posto così.
A me il tuo racconto è piaciuto moltissimo, sensa se e senza ma, complimenti!
Mi sono immedesimato e ho finito di leggere con uno sforzo, per essere tornato alla realtà.
Dopo aver scritto i miei commenti in un altro gruppo, ho letto tuo racconto per il titolo che mi aveva incuriosito.
Tanti anni fa ho visitato il museo di Nemi e ricordo ancora la visita, molto suggestiva e piena di spunti interessanti. Sei fortunato a vivere in un posto così.
A me il tuo racconto è piaciuto moltissimo, sensa se e senza ma, complimenti!
Mi sono immedesimato e ho finito di leggere con uno sforzo, per essere tornato alla realtà.
Re: Rex Nemorensis
Ciao Mario, il racconto mi ha molto incuriosito ma purtroppo lo ha fatto per lo più nella prima fase. Purtroppo dalla parte in cui la narrazione vira sul registro più fantastico, pur se ho apprezzato le intenzioni (solitamente amo il fantastico) ho avvertito uno scollamento tra quanto narrato di giorno e quanto avveniva di notte. Forse questo è legato alla mancanza di anticipazioni legate alla storia della zia o della famiglia del protagonista che potessero essere rintracciate dopo, diciamo che la sensazione è proprio di due scene diverse collegate soltanto dal personaggio stesso come portatore del punto di vista. Ho molto apprezzato però il riferimento alla leggenda che poi hai elucidato nei commenti: io avevo solo intuito qualcosa dal titolo e dal riferimento a Nemi e al tempio nel testo. Credo che se ci fossero stati nella parte "realistica" della storia degli elementi che già prefiguravano una connessione tra la zia del protagonista e i riti legati al culto di Diana il tutto sarebbe stato meglio amalgamato: mi immagino ad esempio il protagonista che ricorda un momento della sua infanzia in cui la zia ha detto qualcosa di assolutamente folle che però poi alla luce della luna potrebbe risultare una scioccante verità. Peccato perché lo stile mi è piaciuto molto, sia in termini di musicalità che di scelta delle parole, che contribuiscono a creare molto bene il setting realistico per poi sovvertirlo. Forse l'unica cosa trascurata è stato il mondo interiore del protagonista, come qualcuno ti segnalava, che forse faciliterebbe l'amalgama complessivo. Se non metterò però il racconto in posizione alta nella classifica sarà solo per questa motivazione. Complimenti comunque per l'idea e per lo stile e grazie per la suggestione, molto interessante l'approfondimento storico che hai allegato qui sopra. In bocca al lupo per la GDA edition e alla prossima!
- BruceLagogrigio
- Messaggi: 442
Re: Rex Nemorensis
In prima persona, con un tempo verbale misto: presente per le azioni immediate e passato prossimo/remoto per i ricordi e le descrizioni.
Ambientazione: Un casale di campagna vicino a Nemi (RM), con un terreno che si estende fino ai ruderi di un tempio antico, immerso in una natura rigogliosa e suggestiva. Genere: Realismo magico con elementi di mitologia e fantastico.
Tema centrato: il tema "Fin dove affondano le radici" è centrale, esplorato attraverso il legame tra il protagonista e un’entità ancestrale, simbolo di radici culturali, storiche e spirituali.
Ciao Mario, molto piacere di leggerti. Allora sono molto diviso per quanto riguarda il tuo racconto. Lo stile è perfetto. L’ho letto d’un fiato e la scrittura mi ha spinto con forza verso il finale (una lettura quasi orgasmatica). Nel senso di frasi lunghe all’inizio e poi sempre più brevi e intense fino al culmine della storia.
Mi rimane un po’ come molti altri la mancanza di background che lascia un po’ incerto. Se prendiamo, il racconto stand-alone senza la tua spiegazione del mito rimane un po’ di amaro in bocca.
Secondo me per essere perfetto un racconto dovrebbe avere tutte le informazioni necessarie all’interno dello stesso, poi ovviamente se stimola la ricerca è tutto grasso che cola.
Alla prossima.
Bruce.
Ambientazione: Un casale di campagna vicino a Nemi (RM), con un terreno che si estende fino ai ruderi di un tempio antico, immerso in una natura rigogliosa e suggestiva. Genere: Realismo magico con elementi di mitologia e fantastico.
Tema centrato: il tema "Fin dove affondano le radici" è centrale, esplorato attraverso il legame tra il protagonista e un’entità ancestrale, simbolo di radici culturali, storiche e spirituali.
Ciao Mario, molto piacere di leggerti. Allora sono molto diviso per quanto riguarda il tuo racconto. Lo stile è perfetto. L’ho letto d’un fiato e la scrittura mi ha spinto con forza verso il finale (una lettura quasi orgasmatica). Nel senso di frasi lunghe all’inizio e poi sempre più brevi e intense fino al culmine della storia.
Mi rimane un po’ come molti altri la mancanza di background che lascia un po’ incerto. Se prendiamo, il racconto stand-alone senza la tua spiegazione del mito rimane un po’ di amaro in bocca.
Secondo me per essere perfetto un racconto dovrebbe avere tutte le informazioni necessarie all’interno dello stesso, poi ovviamente se stimola la ricerca è tutto grasso che cola.
Alla prossima.
Bruce.
L'uomo prudente, con una frase elegante, si cava fuori da ogni garbuglio, e sa usar la lingua con la leggerezza di una piuma. Umberto Eco
- Rick Faith
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Re: Rex Nemorensis
Ciao Mario, felice di ritrovarti! Ammetto che non ero a conoscenza della storia dei Re di Nemi, quindi anche per me capire il contesto è stato un pelo più complicato, ma è bello imparare cose nuove. È molto interessante come declinazione del tema. Devo dire che a mandarmi avanti è stata principalmente la curiosità di scoprire il mistero (per me che non avevo colto a cosa si riferisse Rex Nemorensis), e mi piacerebbe sapere se la scelta dello stile abbia avuto una ragione specifica (perdonami, ti ho già letto in passato, ma manco dall'arena da un annetto e non ho più la familiarità di prima con gli autori). Trovo il ritmo frammentato dai paragrafi composti da singole frasi spesso brevi (volevi dare un senso di urgenza? Mi ha trasmesso la sensazione di correre correre e correre verso il finale) e l'assenza di pensieri e sensazioni del protagonista mi è sembrata strana in una prima persona presente (soprattutto quell'innamoramento magico sul finale). O forse è il contrasto tra un protagonista imperscrutabile e il ritmo rapido della lettura a non avermi rapito completamente nella spirale. Insomma, benché affascinato dall'idea e dalla messa in scena, mi ha lasciato alla fine sensazioni contrastanti.
A rileggerci sicuramente, buona edition!
A rileggerci sicuramente, buona edition!
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Re: Rex Nemorensis
Gusto personale: confesso che il racconto non mi ha preso. Mi aspettavo qualcosa di diverso, forse, dato l’inizio. O magari il fatto che non c’è veramente una sfida, un conflitto da superare. Il protagonista non fa grandi sforzi e quello che succede gli arriva quasi per caso o fortuna. 2/5
Aderenza al tema: benché le radici vengano menzionate esplicitamente solo alla fine, il concetto di ritorno alle radici/origini (la casa della zia, la religione ancestrale) é ben presenti. 4/5
Stile: stile funzionale e fluido che si legge bene e senza intoppi. 4/5
Coerenza interna: il racconto funziona. Lascia aperte delle domande (perché è proprio il protagonista che Diana attendeva? Perché lui improvvisamente si ricorda tutto?) ma più che mancanze di coerenza sono “misteri” lasciati all’interpretazione del lettore (o alla prossima puntata) 5/5
Forma: non ho notato problemi particolari 5/5
Aderenza al tema: benché le radici vengano menzionate esplicitamente solo alla fine, il concetto di ritorno alle radici/origini (la casa della zia, la religione ancestrale) é ben presenti. 4/5
Stile: stile funzionale e fluido che si legge bene e senza intoppi. 4/5
Coerenza interna: il racconto funziona. Lascia aperte delle domande (perché è proprio il protagonista che Diana attendeva? Perché lui improvvisamente si ricorda tutto?) ma più che mancanze di coerenza sono “misteri” lasciati all’interpretazione del lettore (o alla prossima puntata) 5/5
Forma: non ho notato problemi particolari 5/5
Re: Rex Nemorensis
Il racconto è narrato davvero bene, ma parte da un presupposto problematico: che il lettore si informi da solo sullla leggenda suggerita dal titolo e non più ripresa nel testa. Di base, ritengo sempre un errore chiedere questo tipo di sforzo al lettore, mi spiego: un conto è fornire un racconto completo che possa o meno lasciare domande, ma che non appaia completamente slegato dalla comprensione del lettore che, a questo punto per sua decisione, può o meno approfondire una volta ultimata la lettura e un altro è imbastire il tutto proprio sulla necessità che il lettore poi vada a informarsi. Detto questo, rilevo come sembra un pelo gratuito anche il fatto che sia lui il discendente (a parte che il guardiano non dovrebbe venire fuori da un combattimento mortale e dunque la prova cui dovrebbe essere sottoposto sarebbe stata ben specifica?). Ma non fraintendere, è stato un piacere leggere e la valutazione è un pollice tendente al positivo in modo brillante anche se non proprio solido per le mancanze di cui ti ho parlato.
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