Il Lento Addio

Appuntamento con un tema di Stefania Toniolo, vincitrice del Premio Amazon Storyteller 2024, fissato alle ore 21.00 di lunedì 17 marzo.
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CristianoSaccoccia
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Il Lento Addio

Messaggio#1 » lunedì 17 marzo 2025, 22:08

Il cigolio della porta. Il ticchettio dei rami che graffiano il vetro.
La stanza piange ombre. Poi le tenebre si posano sulla bambina mentre avanza un passo dopo l'altro verso il materasso. Se si mette sotto le coperte, giuro che sclero.
La madre urla in salotto, il padre non torna da ore. L'ultima volta puzzava di alchol e sigarette. La bambina puzzava di muco, ceffoni. Lividi. La linea piatta della bocca, una promessa infranta.

"Sono sempre sola... così sola..."
No, umana non sei sola, non lo sei mai stata.

E poi piange dagli occhi inverno.
Piange inverno.
Piange.

Avanzo nel labirinto crepato del pavimento. Più ascolto il dolore, più mi sazio. Ho fame da miliardi di anni. Non vedo l'ora di banchettare con il lutto dei tuoi genitori. Cazzo, spero che al tuo funerale pianga tutta la tua classe. Hai degli amici, vero? Non deludermi. Melody.

Singhiozzi parole che non comprendo. Ogni volta che annaspi tra le coperte strani artigli e barbigli affiorano dal cosmo petrolio del mio corpo. La tristezza è evoluzione.

Sei fuori dalle coperte. Sei perdutamente mia. Mia. Mia dolce Melody.

Sento la sofferenza che si insinua dentro di me, non è una tenia o un parassita. Linfa vitale. Le tue manine stringono le lenzuola, arricci ogni singolo dito in un artiglio che affonda tra le piume d'oca. Quanto vorrei fare lo stesso con te, nel tuo corpicino soffice come un mattino. Nuvola rosa.

Mi ergo sopra il letto.

"Fortuna che sei arrivato."

Taccio. Ma come hai fatto?

"Ho pianto così tante volte per... farti uscire allo scoperto."
"Come lo sai?"
"L'educazione prima, piacere Melody e tu?"
"Io sono il mostro sotto il le..."
"Non essere banale, quello è il nome per le frottole."
"Ok, vacci piano. Mi chiamo Il Lento Addio."
"Che nome strano."
"Dovrei essere io a fare le domande."
"Comunque, ti ho percepito, non sono stupida."

No, non lo sei. Ho divorato un numero elevato a una potenza sconosciuta di umani prima di te, sei la prima e l'unica ad avermi scoperto. Chi sei?

"No, umana. Sei qualcosa di peggio. Mi fai quasi schifo. Non ti mangerò, potesti farmi venire la diarrea."
"Non mi fai paura, Il Lento Addio. E ora cosa ne sarà di te?"
"Di sicuro non diventerò il tuo maledetto amico immaginario, ho meglio da fare."
"Allora vattene, lasciami sola. Come tutti."
"Sei proprio melodrammatica."
"Mi odiano, non sto scherzando."
"E perché?"
"Sei un mostro, dovresti immaginarlo. O almeno saperlo."

Scivolo lentamente verso l'umana. La assaggio con le ventose di arti oblunghi. Ogni minuzia organica mi trasmette informazioni. Ricordi. Dolori. Ha un sapore intenso. Potrei perdere il controllo e spezzarle ogni singolo arto. Poi vengo massacrato da un dolore che non ha niente di... sensato.

Mi immergo in una ecografia. Affondo in una culla col fiocco azzurro. Navigo e affogo nell'oceano-ricordo. Naufrago nelle reti sinaptiche di una foto appesa al muro e che è stata scalzata via. Un ovale di bianco puro rischiara un muro color panna in salotto. Vengo iniettato nel biberon caldo dove il latte fa le bollicine. Cado nella palude della minestrina col formaggino. Poi due occhi. Un sorriso che illumina l'universo. Scavo nei ricordi dell'umana. Mike.

"Non lo sapevo."
"Credo che tutti facciano finta di non ricordare."
"Ma tu ricordi, tutti i giorni."
"Sì perché ho sbagliato."
"Sei solo una bambina..."
"Mike..."
"Mike..."

Scivolo sotto il letto. Colo tra le fessure del legno e mi vaporizzo tra le intercapedini di intonaco e materiale isolante.
La mamma urla tutta la rabbia dentro una bottiglia di vino. Mi fiondo su di lei e vengo tramortito da altro dolore. Vedo Melody che gioca con le bambole, vedo Mike nella culla. Vedo una bambina che corre. Inciampa. Le mani che cercano un appiglio verso ogni cosa, una lampada, una mensola. Vedo una bambina che cade e si trascina dietro un mucchio di cose. E non sento più Mike. Un fagottino immobile sotto miliardi di oggetti.

Melody. Sola. Il padre che beve per dimenticare. La madre che sbraita contro l'universo.
E se non posso spaventare nessuno, allora...

Il cigolio della porta. Il ticchettio dei rami che graffiano il vetro.
La stanza piange ombre. Poi le tenebre si posano su di me mentre avanzo un passo dopo l'altro verso il materasso.
Le fauci nere come universi estinti si chiudono.
Ora passa tutto Melody. Non starai più male.

La chiesa è piena. Tua madre abbraccia tuo padre. Lacrime calde.
Dicono di amarti, dicono che eri la loro ancora di salvezza.
Dicono che non era colpa tua.

E hanno ragione.

Peccato non ricordassi che un tentacolo ti abbia fatto inciampare.
Abbraccia Mike da parte mia. Ora hai l'amore che hai sempre voluto.
Ultima modifica di CristianoSaccoccia il lunedì 17 marzo 2025, 22:12, modificato 2 volte in totale.



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Re: Il Lento Addio

Messaggio#2 » lunedì 17 marzo 2025, 22:10

Ecco il vincitore dell'ultima edizione regolare, ciao Cristiano! Tutto ok con i parametri, buona STEFANIA TONIOLO EDITION!

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CristianoSaccoccia
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Re: Il Lento Addio

Messaggio#3 » lunedì 17 marzo 2025, 22:11

titolo dolorosamente corto

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MatteoMantoani
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Re: Il Lento Addio

Messaggio#4 » martedì 18 marzo 2025, 9:21

Ciao Cristiano, sono davvero contento di essere chiamato a leggerti e a commentarti.

Prima di tutto: una bella storia, complimenti, se hai davvero concepito questo racconto in così poco tempo hai davvero una fervida fantasia e un "muscolo creativo" molto allenato.

E ora veniamo alle "mazzate" :)
Sinceramente, il tuo racconto sebbene interessante e con una prosa decisamente evocativa, pecca per chiarezza espositiva e per alcuni buchi di trama abbastanza importanti. Attenzione, forse sono io che preferisco un testo chiaro e immediato piuttosto di uno lirico, però, alcune cose che ti segnalerò sono decisamente oggettive e quindi, vista anche la nostra recente discussione, vorrei essere il più chiaro possibile andando a riportare tutti i passaggi che rappresentano dei punti di miglioramento del tuo racconto, nell'ottica di fornirti un'analisi che ha l'unico scopo di esserti utile, ricalcando lo spirito che anima questa community e quest'Arena, al di là della garetta che è solo il pepe in più.

Se posso essere sincero, il giudizio complessivo che dovrò dare al tuo racconto, per quanto la lettura dello stesso mi abbia spinto a proseguire proprio grazie alla struttura evocativa, al linguaggio comunque interessante, alle belle immagini che sei riuscito a trasmettere, sarà influenzato da questi difetti che magari sono frutto dell'"effetto Minuti Contati", in quanto avevi molto tempo ancora per rileggere e renderti conto tu stesso di queste cose.

Bando alle ciance. Nel tuo racconto vedo due grossi buchi di trama:
1) Quanti anni ha Melody? Dal modo in cui parla e interagisce direi almeno otto, ma se è così perché non è riuscita a liberare il fratellino neonato da tutti gli oggetti che lo sommergevano? Perché non se n'è accorta? Oppure la tragedia è avvenuta anni prima? E se è così, il mostrone cosa ha fatto per tutti gli anni trascorsi tra la tragedia e il momento in cui inizia la narrazione? Non mi pare chiaro.
2) Tutto il racconto gioca su un dialogo tra mostro e bambina, in cui il mostro in sostanza si dichiara estraneo al dolore della famiglia e non sa perché la ragazzina si sente un mostro (addirittura deve sondarle la mente). Ma, se è così, allora ha anche la memoria corta, visto che scopriamo nel finale che la tragedia di Mike l'ha causata lui!

Riporto adesso tutti i passaggi del racconto che hanno ostacolato la mia esperienza di lettura, e per ciascuno il motivo per cui mi hanno confuso.
Di nuovo, non è in ottica polemica e non è per fare il rompino, ma solo per fornirti il mio punto di vista che può essere tranquillamente diverso dal tuo, nell'ottica di miglioramento e aiuto reciproco.

La stanza piange ombre. --> Capisco che tu voglia usare un linguaggio lirico ed evocativo, ma questa immagine fatico a figurarmela.
alchol --> in italiano, o è alcool oppure alcol. Piccolo refuso, che però avevi tutto il tempo di correggere
La bambina puzzava di ceffoni. --> Si può puzzare di ceffoni? Idem come sopra
Piange inverno --> altra immagine che mi spiazza. Cosa vuol dire?
Avanzo nel labirinto crepato del pavimento. --> Bene, questo mi fa pensare a un mostro di forma minuscola, un insetto.. poi però non è così, ribalti le dimensioni e di conseguenza l'immagine che mi ero fatto di lui.
dal cosmo petrolio del mio corpo --> Dal cosmo o dal petrolio? Che cosa vuol dire? Forse cosmo color petrolio?
Arricci ogni singolo dito in un artiglio che affonda tra le piume d'oca --> dov'è questo artiglio? Di chi è?
Taccio. Ma come hai fatto? --> Da questo punto in poi ci sono battute di dialogo che stanno in un unico blocco, quando anche i passaggi immediatamente prima fanno parte dello stesso blocco ma sono separati da uno spazio aggiuntivo. La cosa mi confonde..
"Dovrei essere io a fare le domande." --> Ma non gli ha fatto una domanda...
Un numero elevato a una potenza sconosciuta --> Ok, io l'ho capita perché la matematica delle medie me la ricordo, ma non so se per tutti questa frase è così immediata: la "potenza sconosciuta" è un concetto suggestivo la cui prima interpretazione magari è diversa da quella della regola matematica
La assaggio con le ventose di arti oblunghi --> Ok, sta descrivendo il suo corpo, ma lo fa come se fosse qualcosa di esterno che non gli appartiene, o almeno io ho avuto questa sensazione, perché quando io penso al mio corpo non ho bisogno di descriverlo, perché so già com'è. Avrebbe più senso se questa forma la scegliesse a piacimento, come: "La assaggio con i miei arti oblunghi su cui ho appena fatto crescere delle ventose"
Un ovale di bianco puro rischiara un muro color panna in salotto --> Che cos'è? Tutti gli oggetti che descrivi prima di riffa o di raffa si capiscono, ma questo mi è più oscuro
Mi vaporizzo tra le intercapedini di intonaco e materiale isolante. --> Perfetto, solo qui capisco che può vaporizzarsi e quindi solo qui ha senso la frase iniziale del labirinto tra le fessure del pavimento. Ma vedi? Siamo a fine racconto, e solo adesso sto iniziando a figurarmi com'è fatto 'sto bestione..
Peccato non ricordassi che un tentacolo ti abbia fatto inciampare. --> La cosa bella è che anche il proprietario del tentacolo non se lo ricordava affatto! Sebbene sia un finale evocativo e che cerca il plot twist, costituisce anche il più grande neo di tutta la sua struttura. Ho come l'impressione che questa idea ti sia venuta scrivendo, e che poi non sei tornato indietro ad aggiustare... anche se ne avevi il tempo.

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Bescottina
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Re: Il Lento Addio

Messaggio#5 » martedì 18 marzo 2025, 11:13

Ciao, Cristiano!

Finalmente tocca a me giudicare un tuo racconto, non vedevo l'ora.

Partiamo dalla storia: mi è piaciuta molto sia l'idea di fondo, che lo svolgimento, che lo stile che hai scelto. Avevo un'idea molto simile che ho accantonato, perché a differenza tua non sono brava a essere così sintetica e a creare figure retoriche così d'impatto, quindi complimenti.

Veniamo all'aspetto che ho in assoluto preferito del racconto: il modo in cui hai reso camaleontico il mostro. È estremamente chiaro che il suo aspetto sia mutevole, e non "statico" come ci si aspetta, e sei stato molto bravo a sottolinearlo nei nei passaggi:

Ogni volta che annaspi tra le coperte strani artigli e barbigli affiorano dal cosmo petrolio del mio corpo. La tristezza è evoluzione.

La assaggio con le ventose di arti oblunghi.

Colo tra le fessure del legno e mi vaporizzo tra le intercapedini di intonaco e materiale isolante.

A differenza di Matteo, non vedo tutti questi "buchi di trama".
È chiaro che per il mostro l'evento della morte accidentale di Mike sia un dettaglio ininfluente, che abbia ricordato di aver fatto inciampare Melody solo quando rivede il ricordo dell'accaduto nei ricordi della bambina perché, appunto, poco interessante per lui.

Oltre che essere evocative, le tue figure retoriche sono molto chiare. Non c'è stato nulla che mi abbia fatta inciampare nella comprensione del testo.
L'ovale bianco è senza dubbio l'impronta lasciata dalla foto appesa al muro che è stata scalzata via, come scrivi chiaramente nella frase precedente, quindi il flusso informativo viene rispettato, e rende bene l'idea che tra l'evento e il momento in cui il mostro si interessa sia passato del tempo. Oltre a questo indizio minore, hai inserito anche la situazione familiare: la madre che urla, il padre che puzza di alcool, Melody che viene picchiata, sono tutte cose che arrivano in un momento tardo, quando la situazione ha avuto un tempo ragionevole per degenerare.

Attento solo a refusi e punteggiatura, che ti è scappata in qua e in là.
Per il resto, ottima prova!

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Emiliano Maramonte
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Re: Il Lento Addio

Messaggio#6 » martedì 18 marzo 2025, 11:33

Ciao Cristiano!
Lasciami dire che sono felicissimo di rivederti nella lista dei concorrenti per questa Edition. E ti leggo sempre con molta curiosità e partecipazione, visto che i tuoi racconti sono molto profondi e coinvolgenti.
Anche questa volta, secondo me, non hai deluso. Hai rappresentato con immagini forti un male secolare che brama energia vitale e si nutre del dolore umano. Ma in questo caso l'entità (mi sento di chiamarla così) scopre un dolore ancora più grande che la sconvolge, fino al finale a sorpresa.
A me l'incipit è piaciuto tanto e, spesso, ammiro gli autori e le autrici che con un'unica frase catturano un'intero concetto o immagine; mi riferisco a: "La stanza piange ombre". E' una frase di una suggestione enorme, e sono riuscito a figurarmi un intrico di ombre che si allunga sulle pareti e in ogni dove. Devo ammettere, però, che non è un racconto facile: si incrociano molte implicazioni, tante sequenze e sottintesi da ricostruire e integrare. Non è un grosso inconveniente, intendiamoci, ma induce a più letture per afferrare tutti i contorni.
Ho apprezzato, inoltre, la reazione strafottente di Melody nei confronti dell'entità; non terrore, non spavento, non ritrosia ma confronto/affronto, come se ella stessa fosse un'entità pregna di un male peggiore di quello che aveva di fronte. E' comunque un racconto che fa riflettere, e molto.
Qualche refuso di troppo, qualche virtuosismo di troppo, ma tutto perfettamente in linea col tuo stile solido ed elaborato. Mi permetto solo di farti una tiratina di orecchie per la (maledetta) fretta che affligge alcuni partecipanti storici di MC. Prenditi anche una mezz'ora in più, per rileggere a mente fredda, per cesellare qua e là, perché alla fin fine il tempo c'è e deve giocare a nostro favore, non metterci il bastone tra le ruote, va addomesticato e coccolato...
Tema centrato.

In bocca al lupo!!
Emiliano

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CristianoSaccoccia
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Re: Il Lento Addio

Messaggio#7 » martedì 18 marzo 2025, 11:50

Ciao Emiliano, grazie per il bellissimo commento e per le osservazioni interessanti che smuovono riflessioni critiche. Volevo farlo di fretta perché "non partecipo mai contro gli altri, ma contro me stesso e in tal senso devo dare il meglio nel minor tempo possibile". Una mia personale visione delle cose, avrei potuto fare di meglio con più tempo ma non mi sarei sentito soddisfatto con me stesso. Per me è la prima stesura che deve colpire :D ma è solo la mia testardaggine autosabotatrice. Mi interessa colpire, non presentare il racconto perfetto. E spero di aver colpito!
Ultima modifica di CristianoSaccoccia il martedì 18 marzo 2025, 11:52, modificato 1 volta in totale.

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CristianoSaccoccia
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Re: Il Lento Addio

Messaggio#8 » martedì 18 marzo 2025, 11:51

Bescottina ha scritto:Ciao, Cristiano!

Finalmente tocca a me giudicare un tuo racconto, non vedevo l'ora.

Partiamo dalla storia: mi è piaciuta molto sia l'idea di fondo, che lo svolgimento, che lo stile che hai scelto. Avevo un'idea molto simile che ho accantonato, perché a differenza tua non sono brava a essere così sintetica e a creare figure retoriche così d'impatto, quindi complimenti.



Veniamo all'aspetto che ho in assoluto preferito del racconto: il modo in cui hai reso camaleontico il mostro. È estremamente chiaro che il suo aspetto sia mutevole, e non "statico" come ci si aspetta, e sei stato molto bravo a sottolinearlo nei nei passaggi:

Ogni volta che annaspi tra le coperte strani artigli e barbigli affiorano dal cosmo petrolio del mio corpo. La tristezza è evoluzione.

La assaggio con le ventose di arti oblunghi.

Colo tra le fessure del legno e mi vaporizzo tra le intercapedini di intonaco e materiale isolante.

A differenza di Matteo, non vedo tutti questi "buchi di trama".
È chiaro che per il mostro l'evento della morte accidentale di Mike sia un dettaglio ininfluente, che abbia ricordato di aver fatto inciampare Melody solo quando rivede il ricordo dell'accaduto nei ricordi della bambina perché, appunto, poco interessante per lui.

Oltre che essere evocative, le tue figure retoriche sono molto chiare. Non c'è stato nulla che mi abbia fatta inciampare nella comprensione del testo.
L'ovale bianco è senza dubbio l'impronta lasciata dalla foto appesa al muro che è stata scalzata via, come scrivi chiaramente nella frase precedente, quindi il flusso informativo viene rispettato, e rende bene l'idea che tra l'evento e il momento in cui il mostro si interessa sia passato del tempo. Oltre a questo indizio minore, hai inserito anche la situazione familiare: la madre che urla, il padre che puzza di alcool, Melody che viene picchiata, sono tutte cose che arrivano in un momento tardo, quando la situazione ha avuto un tempo ragionevole per degenerare.

Attento solo a refusi e punteggiatura, che ti è scappata in qua e in là.
Per il resto, ottima prova!



Grazie mille per aver sviscerato il racconto e per averlo apprezzato nel suo insieme e per le dritte! Un abbraccio e spero di leggerti e giudicarti in future manifestazioni all'ultimo sangue.

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Emiliano Maramonte
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Re: Il Lento Addio

Messaggio#9 » martedì 18 marzo 2025, 12:31

CristianoSaccoccia ha scritto:Ciao Emiliano, grazie per il bellissimo commento e per le osservazioni interessanti che smuovono riflessioni critiche. Volevo farlo di fretta perché "non partecipo mai contro gli altri, ma contro me stesso e in tal senso devo dare il meglio nel minor tempo possibile". Una mia personale visione delle cose, avrei potuto fare di meglio con più tempo ma non mi sarei sentito soddisfatto con me stesso. Per me è la prima stesura che deve colpire :D ma è solo la mia testardaggine autosabotatrice. Mi interessa colpire, non presentare il racconto perfetto. E spero di aver colpito!


Sei stato chiarissimo. Motivazione più che comprensibile. Non aggiungo altro.

loredana
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Re: Il Lento Addio

Messaggio#10 » mercoledì 19 marzo 2025, 18:57

Wow! Davvero in una frase hai saputo descrivere tutto, mi hai raggelata ed emozionata con Melody che non teme, anzi, affronta il mostro. Io l'ho "vista" più piccola degli otto anni che le hanno attribuito e, sì, hai ragione: si può puzzare di botte e moccio.
Vero, c'è qualche refuso ma quando scrivo nell'arena (da poco tempo, in verità), anch'io rileggo velocemente e invio, in una gara contro me stessa e contro le battute contate. Bel pezzo, davvero complimenti.

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mdestefano
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Re: Il Lento Addio

Messaggio#11 » giovedì 20 marzo 2025, 12:07

Ciao Cristiano, piacere di conoscerti e di leggerti.

Un racconto davvero incisivo. L’atmosfera è densa e opprimente, il linguaggio evocativo e le immagini sono così forti da restare impresse nella mente. Il "Lento Addio" è un'entità affascinante e inquietante, e il suo rapporto con Melody è uno degli aspetti più interessanti del testo. C'è una crudele poesia in tutto questo, e il dolore della protagonista viene trasmesso con grande impatto emotivo.

Tuttavia, concordo con quanto già evidenziato più su da Matteo: la narrazione soffre di alcuni problemi di chiarezza. Ci sono punti in cui il testo diventa troppo criptico, rendendo difficile seguire gli eventi e la loro logica interna. Ad esempio, il colpo di scena finale sul tentacolo che ha causato la tragedia è potente, ma sembra quasi scollegato dal resto del racconto: il mostro stesso non ne è consapevole fino alla fine, e questo crea una dissonanza nel suo ruolo. Inoltre, la questione dell’età di Melody e il tempo trascorso dalla morte di Mike non è chiarissima, il che rende difficile contestualizzare la sua sofferenza e il motivo per cui il mostro si manifesta proprio ora.

Dal punto di vista stilistico, il linguaggio poetico è sicuramente un punto di forza, ma a volte rischia di rendere la lettura meno scorrevole. Alcune immagini, per quanto affascinanti, risultano difficili da visualizzare o interpretare.

In definitiva, è un racconto che colpisce e resta impresso, ma avrebbe bisogno di un po’ di lavoro sulla coerenza interna e sulla scorrevolezza per risultare ancora più incisivo.

Grazie e buona edition!
Manuel De Stefano

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Mauro Bennici
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Re: Il Lento Addio

Messaggio#12 » sabato 22 marzo 2025, 14:31

Ciao Cristiano,

Contento di essere di nuovo qui a leggere un tuo racconto ;)

Il testo è di un lirismo meraviglioso. Frasi che mischiano sensazioni, emozioni, colori e suoni. Il mostro mutaforma è ottimo.

Se devo trovare una nota stonata è il finale. Come mostro avrei goduto nell'essere la causa della morte di Mike e quindi della sofferenza di Melody (cosa di cui si nutre).
Mi sarei aspettato che come dono, il mostro scaraventasse Melody nello stesso "limbo" di Mike. E, alla fine, Melody, ignara del tentacolo maledetto, che ringrazia il Mostro per il suo gesto d'amore. Non so ^_^

Alla prossima!

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Mario Mazzafoglie
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Re: Il Lento Addio

Messaggio#13 » sabato 22 marzo 2025, 15:26

Il lento addio - Cristiano Saccoccia

Ciao Cristiano, un piacere leggerti.
Manco un po' da Mc e non mi sembra di aver mai letto qualcosa di tuo. Faccio questa premessa per dire che anche se è la prima volta che mi imbatto in un tuo racconto ho la percezione che il tuo stile sia unico e originale.
Qualcuno ti ha fatto notare la presenza di alcuni lirismi sparsi qua e là nel testo, ma per quanto mi riguarda se non sono pesanti e ingombranti (come nel tuo caso) a me non danno fastidio, anzi. La "moda" della scrittura immersiva ha spento un po' di magia nella scrittura, per cui, almeno per me, ben venga qualche frase più evocativa come quelle che hai disseminato tu nel testo, anche a discapito della vividezza delle immagini mentali.
Per quanto riguarda i punti dolenti, anche io credo che la trama presenti un problema di incoerenza riguardo alla responsabilità del mostro nel primo incidente. Rileggendo il racconto dopo aver scoperto questo dettaglio, ci si rende conto che tutta la storia fa fatica a mantenersi in piedi.
Per cui il mio giudizio è sospeso a metà tra la capacità narrativa e stilistica da una parte, e la struttura della storia in sè dall'altra.
Alla prossima, buona edition.

Dash J. Benton
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Re: Il Lento Addio

Messaggio#14 » sabato 22 marzo 2025, 19:08

Gusto personale: Ciao Cristiano, credo che sia la terza volra consecutiva che mi capita di giudicare un tuo racconto. Non ti nascondo che leggendo il racconto la prima volta ho pensato “Wow!” Hai scelto, come tua abbitudine, un contenuto forte, che colpisce il lettore. Dolore, morte, senso di colpa. E lo hai accompagnato con una scrittura assolutamente originale e d’impatto. Mi hai impressionato ancora una volta. Bravo. Grande delusione per il titolo corto (scherzo, io prediligo i titoli corti. Ma ammiro segretamente i tuoi titoli chilometrici).

Aderenza al tema: sulla prima parte del tema (seminare terrore) ci siamo. Il Lento Addio fa bene il suo lavoro. Ma leggendo non ho ben capito dove sia l’amore. Il fatto di uccidere Melody per farla smettere di soffrire e’ un atto d’amore?

Stile: Hai indubbiamente uno stile unico e originale e molto riconoscibile. Una prosa fantasiosa ed evocativa, con accostamenti arditi che pero’ ti riescono bene nella maggior parte dei casi (in questo senso, sono piu’ dell’avviso di Maramonte che di Mantoani). Complimenti davvero.

Coerenza interna: in questo racconto ho riscontrato vari problemi.
Il lento addio a volte sembra un essere sofisticato e crudele, con pensieri tipo “un numero elevato a una potenza sconosciuta”, mentre altre volte usa espressioni quasi infantili, tipo “giuro che sclero” o “non ti mangerò, potesti farmi venire la diarrea”.
Altra cosa che mi ha confuso: il lento addio sembra nutrirsi della sofferenza, tristezza e dolore delle persone, ma poi sembra sconvolto quando percepisce il dolore di Melody e sua madre nei confronti della perdita di Mike.

Ancora: il mostro sembra conoscere la vita della famiglia, ha persino causato indirettamente (con un colpo di scena finale d’innegabile impatto) la morte di Mike, ma durante il racconto sembra non saperlo o non ricordarlo.

Forma: Qualche errore veniale di battitura (potesti farmi venire la diarrea).

Frasi preferite: La stanza piange ombre. / E poi piange dagli occhi inverno. Piange inverno. Piange. / La tristezza è evoluzione. / nel tuo corpicino soffice come un mattino. Nuvola rosa. / Cado nella palude della minestrina col formaggino.

foxie
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Re: Il Lento Addio

Messaggio#15 » lunedì 24 marzo 2025, 21:33

Ciao cristiano!
è forse la prima volta che ti leggo davvero ahah.
Dunque: il racconto a me non è poi così tanto piaciuto. Credo il problema maggiore me l'abbia causato lo stile, che ho trovato forzatamente lirico, come se non ti appartenesse.
Si poteva forse approfondire di più il tema, in particolare la parte "ispirerò amore", aggiungendo magari un po' di introspezione nel mostro nel momento del dialogo con Melody. mi aggiungo anche al coro di chi ti dice che manca un po' di coerenza interna: prima il mostro non sa chi ha causato la tragedia, poi l'ha causata lui.
A livello invece puramente linguistico grammaticale, ci sono parecchi scivoloni che mi hanno fatto sospirare non poco. A partire da "alchol" per arrivare a "l'educazione prima, piacere Melody e tu?" [questo nello specifico mi ha fatto chiedere se hai mai parlato con un ottenne strafottente, ma avrei messo un punto dopo "prima", per rendere più incisivo il dialogo] e per poi giungere, in definitiva, a "Un numero elevato a una potenza sconosciuta ". non chiarissimo.

Buona gara!

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IL GLADIATORE
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Re: Il Lento Addio

Messaggio#16 » martedì 1 aprile 2025, 17:44

Ciao Cristiano, ci regali un racconto forte, spiazzante e molto simbolico. Lo stile è crudo ma poetico e a tratti lirico e questo aiuta a immergersi completamente nelle figure allegoriche e nei simbooli che magistralmente semini. Purtroppo hai fatto centro con una frase che sembra non avere senso ma che è schifosamente vera: si può puzzare di schiaffi, è quello che succede quando in faccia ne arrivano così tanti da restare appiccicati e marcirci sopra. Bravo! Non sono d'accordo sulla mancanza di trama perché nel groviglio di simboli e allegorie, si vede chiaramente il quadro drammatico della storia. Ottima la capacità di far empatizzare il lettore con i personaggi, anche con quel "Lento addio" che a tratti di mostro sembra avere solo l'etichetta. Un pollice su senza dubbi o tentennamenti.

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