E fu sera e fu mattina
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E fu sera e fu mattina
“Dottore, oggi mi sembra distratto”.
Smetto di appuntare idee per il prossimo romanzo e aggiusto gli occhiali con un dito, per nascondere l’imbarazzo. “Mi scusi, ha ragione. Ma siamo alla settima seduta e Lei insiste a ricominciare ogni volta dall’inizio, o dalla Creazione, come dice Lei...”
Il signor Nostro, steso sul lettino, mi guarda con un sopracciglio alzato. “La settima? Allora, forse, dovremmo fare una pausa" fa un gesto vago con la mano. Non capisco e se ne accorge, aggiunge, “Sa, riposare il settimo giorno. Il sabato per gli ebrei, la domenica per i cristiani…”.
“Signor Nostro, tutte le nostre sedute sono di mercoledì.”
Alza gli occhi al cielo, ma almeno lascia perdere.
Approfitto della pausa per riprendere il controllo della conversazione. “Mi stava dicendo che in azienda non hanno più paura di Lei. Voleva dire rispetto?”
“Esatto! È quello che dico anche a mio figlio.” Mi lancia uno sguardo d’intesa “Sa, azienda a conduzione familiare”. Faccio segno di continuare. “Insomma, all’inizio, se sgarravano, li mandavo a passeggiare nel deserto per 40 anni. O se proprio non li potevo vedere, gli uccidevo i primogeniti. E loro mi rispettavano.”
Cristo, ma tutti a me devono capitare in terapia i pazzi suonati? Mai uno con una semplice dipendenza da videogiochi... Continuo ad ascoltarlo in silenzio. La tentazione di rimettermi a scribacchiare è forte, ma in qualche modo sto rompiballe se ne accorge sempre.
“Che poi, dottore, mica gli chiedo grandi sacrifici! Un agnello, una vacca grassa, cose così. Una volta dissi a uno di ammazzare suo figlio: ma era una battuta! Manca poco che quello lo fa davvero. Vede quello che voglio dire? All’epoca mi prendevano sul serio. Adesso se ne fregano.” Comincia a scaldarsi e ad alzare la voce.
Un tuono fragoroso e un vento improvviso fanno vibrare i vetri dello studio. Strano, oggi davano sole... Guardo l’orologio: ancora 15 minuti prima di poterlo mandar via.
“Sono anni che mando alluvioni e siccità, e pur di prendermi per il culo si sono inventati il cambiamento climatico. Ma ci pensa?" ha la bava alla bocca "il fottuto cambiamento climatico! Ma si può essere più stronzi?" In strada sembra essere scoppiato un uragano.
Oddio. Oddio, oddio, oddio. Questo si crede il Padreterno. E io che pensavo fosse solo un caso di bipolarismo. O al limite triplice personalità. E ci ho messo sette sedute ad arrivarci? Cristo, sto perdendo colpi. Riapro il suo profilo sul PC: Sig. P. Nostro. Scommetto che la P sta per Padre. Quando sto matto va via ne dico quattro alla segretaria; come ha fatto e non accorgersi che il nome è falso?
Gli squilla il telefono e mi dice che è suo figlio e che non può non rispondere, che altrimenti lo accusa di averlo abbandonato.
“Ma che vuoi Cristo Santo! Lo sai che a quest’ora sono dal dottore... Cosa? Tuoni e fulmini?... Sì, in effetti mi ero un attimo innervosito... ok, ok, adesso provvedo."
Di colpo, il vento cessa e un raggio di sole entra dalla finestra. E questo tizio non crede al cambiamento climatico. Continua a parlare al telefono. “Ok ci vediamo dopo, avvisa anche Santuzzo... Anche io ti voglio bene... Sì sì, come a me stesso certo, lo so, lo so. A dopo.”
Mette giù e mi guarda come se la conversazione che ha appena avuto con suo figlio debba avere un qualche significato profondo. Ricambio lo sguardo con le sopracciglia alzate e scuoto leggermente la testa.
“È lui il problema" sussurra con fare cospiratorio “Se non puoi batterli, unisciti a loro, dice! Perdonali, perché non sanno quello che fanno, dice! Una vera croce!!!”
Sento una strana elettricità nell’aria, ma in pochi secondi la sensazione svanisce.
“Guardi, dottore, lasciamo perdere. In verità... in verità Le dico che io da Lei non ci volevo neppure venire. Sono mio figlio e Santuzzo che mi ci hanno costretto. Dicono che devo <aprire il mio cuore all’amore> e che <non siamo più ai tempi di Sodoma e Gomorra>...”
Lo guardo in silenzio, vedo che sta rimuginando.
"Mi dica Lei, che la psicologia umana l'ha studiata. Meglio porgere l'altra guancia? Oppure ammazzo tutti... Cioè, voglio dire, licenzio tutti e ricominciamo da zero?" Mi guarda speranzoso. Per uno che si crede Dio, mi sembra davvero alle pezze.
“Senta, signor... Nostro... non sta a me dirle quello che deve fare con la sua azienda, io semmai l’accompagno nella riflessione. Per esempio, la relazione con suo figlio mi sembra tesa...”.
"Ecco... io gli avevo promesso di fare a modo suo, d’ispirare con il buon esempio e l'amore. E soprattutto di non mandare altre piaghe, ma... non ho resistito." Distoglie lo sguardo. "Ne ho mandata un'altra".
Decido di stare al gioco, “Ed e’ davvero troppo tardi per tornare indietro? Per... ritirare questa ultima piaga?”
“Troppo tardi" annuisce "decisamente troppo tardi... gli ho già fatto vincere le elezioni americane...”
Smetto di appuntare idee per il prossimo romanzo e aggiusto gli occhiali con un dito, per nascondere l’imbarazzo. “Mi scusi, ha ragione. Ma siamo alla settima seduta e Lei insiste a ricominciare ogni volta dall’inizio, o dalla Creazione, come dice Lei...”
Il signor Nostro, steso sul lettino, mi guarda con un sopracciglio alzato. “La settima? Allora, forse, dovremmo fare una pausa" fa un gesto vago con la mano. Non capisco e se ne accorge, aggiunge, “Sa, riposare il settimo giorno. Il sabato per gli ebrei, la domenica per i cristiani…”.
“Signor Nostro, tutte le nostre sedute sono di mercoledì.”
Alza gli occhi al cielo, ma almeno lascia perdere.
Approfitto della pausa per riprendere il controllo della conversazione. “Mi stava dicendo che in azienda non hanno più paura di Lei. Voleva dire rispetto?”
“Esatto! È quello che dico anche a mio figlio.” Mi lancia uno sguardo d’intesa “Sa, azienda a conduzione familiare”. Faccio segno di continuare. “Insomma, all’inizio, se sgarravano, li mandavo a passeggiare nel deserto per 40 anni. O se proprio non li potevo vedere, gli uccidevo i primogeniti. E loro mi rispettavano.”
Cristo, ma tutti a me devono capitare in terapia i pazzi suonati? Mai uno con una semplice dipendenza da videogiochi... Continuo ad ascoltarlo in silenzio. La tentazione di rimettermi a scribacchiare è forte, ma in qualche modo sto rompiballe se ne accorge sempre.
“Che poi, dottore, mica gli chiedo grandi sacrifici! Un agnello, una vacca grassa, cose così. Una volta dissi a uno di ammazzare suo figlio: ma era una battuta! Manca poco che quello lo fa davvero. Vede quello che voglio dire? All’epoca mi prendevano sul serio. Adesso se ne fregano.” Comincia a scaldarsi e ad alzare la voce.
Un tuono fragoroso e un vento improvviso fanno vibrare i vetri dello studio. Strano, oggi davano sole... Guardo l’orologio: ancora 15 minuti prima di poterlo mandar via.
“Sono anni che mando alluvioni e siccità, e pur di prendermi per il culo si sono inventati il cambiamento climatico. Ma ci pensa?" ha la bava alla bocca "il fottuto cambiamento climatico! Ma si può essere più stronzi?" In strada sembra essere scoppiato un uragano.
Oddio. Oddio, oddio, oddio. Questo si crede il Padreterno. E io che pensavo fosse solo un caso di bipolarismo. O al limite triplice personalità. E ci ho messo sette sedute ad arrivarci? Cristo, sto perdendo colpi. Riapro il suo profilo sul PC: Sig. P. Nostro. Scommetto che la P sta per Padre. Quando sto matto va via ne dico quattro alla segretaria; come ha fatto e non accorgersi che il nome è falso?
Gli squilla il telefono e mi dice che è suo figlio e che non può non rispondere, che altrimenti lo accusa di averlo abbandonato.
“Ma che vuoi Cristo Santo! Lo sai che a quest’ora sono dal dottore... Cosa? Tuoni e fulmini?... Sì, in effetti mi ero un attimo innervosito... ok, ok, adesso provvedo."
Di colpo, il vento cessa e un raggio di sole entra dalla finestra. E questo tizio non crede al cambiamento climatico. Continua a parlare al telefono. “Ok ci vediamo dopo, avvisa anche Santuzzo... Anche io ti voglio bene... Sì sì, come a me stesso certo, lo so, lo so. A dopo.”
Mette giù e mi guarda come se la conversazione che ha appena avuto con suo figlio debba avere un qualche significato profondo. Ricambio lo sguardo con le sopracciglia alzate e scuoto leggermente la testa.
“È lui il problema" sussurra con fare cospiratorio “Se non puoi batterli, unisciti a loro, dice! Perdonali, perché non sanno quello che fanno, dice! Una vera croce!!!”
Sento una strana elettricità nell’aria, ma in pochi secondi la sensazione svanisce.
“Guardi, dottore, lasciamo perdere. In verità... in verità Le dico che io da Lei non ci volevo neppure venire. Sono mio figlio e Santuzzo che mi ci hanno costretto. Dicono che devo <aprire il mio cuore all’amore> e che <non siamo più ai tempi di Sodoma e Gomorra>...”
Lo guardo in silenzio, vedo che sta rimuginando.
"Mi dica Lei, che la psicologia umana l'ha studiata. Meglio porgere l'altra guancia? Oppure ammazzo tutti... Cioè, voglio dire, licenzio tutti e ricominciamo da zero?" Mi guarda speranzoso. Per uno che si crede Dio, mi sembra davvero alle pezze.
“Senta, signor... Nostro... non sta a me dirle quello che deve fare con la sua azienda, io semmai l’accompagno nella riflessione. Per esempio, la relazione con suo figlio mi sembra tesa...”.
"Ecco... io gli avevo promesso di fare a modo suo, d’ispirare con il buon esempio e l'amore. E soprattutto di non mandare altre piaghe, ma... non ho resistito." Distoglie lo sguardo. "Ne ho mandata un'altra".
Decido di stare al gioco, “Ed e’ davvero troppo tardi per tornare indietro? Per... ritirare questa ultima piaga?”
“Troppo tardi" annuisce "decisamente troppo tardi... gli ho già fatto vincere le elezioni americane...”
Re: E fu sera e fu mattina
Ciao Dash! Caratteri e tempo ok, buona STEFANIA TONIOLO EDITION!
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Re: E fu sera e fu mattina
Tema centrato. Storia che parte da una seduta psichiatrica con un uomo che si fa chiamare Padre Nostro. Il medico è scocciato, tanto che lavora al suo romanzo durante l’incontro, ma, in corso di narrazione, il lettore si rende conto che è tutto vero, e non solo per la conoscenza degli episodi biblici, ma anche per il tempo capriccioso, che Nostro attribuisce al figlio. Molto bello il finale con la piaga. Un po’ di satira politica.
Re: E fu sera e fu mattina
ciao dash, piacere di far la tua conoscenza!
forse dovevo accorgermi già dal titolo di cosa avresti parlato, ma dopo un attimo di confusione ho riso come una scema per tutto il tempo, davvero divertente. comunque potevi risparmiarti la frase sulla dipendenza da videogiochi: ma come, fai outing a quelli come me così?! a freddo? xD
「RACCONTO」
bellissimo racconto/satira, ho riso un sacco leggendolo e penso che nei prossimi giorni verrò a guardarmelo ancora perché onestamente lo trovo ispirato. non so chi sia meglio caratterizzato tra il terapeuta quando si annoia a sentire i problemi di quello che crede un esaltato e che vorrebbe tornare a scrivere il suo romanzo in santa pace, con tanto di segretaria a cui muovere una reprimenda..., e tra "p. nostro" che viene disturbato dal figlio rompiscatole e che vorrebbe solo essere il solito buon vecchio yhwh che noi tutti conosciamo e amiamo. adoro tutto.
a parte l'entusiasmo per il tuo umorismo volevo far presente che hai sfruttato i riferimenti biblici sì con leggerezza ma anche con intelligenza, senza risultare irrispettoso. i dialoghi tragicomici sono taglienti e ben presentati.
「TEMA」
ma chi mai avrebbe pensato di rendere «se non posso seminare terrore, ispirerò amore» con un racconto tanto ironico e azzeccato utilizzando elementi religiosi e condimento politico finale? questo è un lampo di genio, veramente. quando il signor p. nostro si è innervosito durante la seduta penso ne abbia lanciato uno che ha beccato proprio te... cheapeau! l'hai reso proprio al 100%.
「CONSIGLI」
guardando il racconto un paio di volte con la versione «sfogliami con passione», dove si legge meglio, ho trovato un paio di errori di battitura che non avevo notato subitissimo: mi riferisco a un paio di maiuscole mancate e uno spazio di troppo, quindi l'unica cosa da dirti sarebbe correggere queste due sviste, ma è un'inezia sul serio e avendo poco tempo a disposizione capisco che possa capitare. ♡
forse hai usato troppi "...", per mio puro gusto personale, perché se provi a guardare il racconto senza alcuni di questi puoi vedere quanto scorri bene ugualmente.
ultimo appunto ma molto importante: la frase finale che allude all'attuale presidenza americana l'avrei cambiata, per quanto stia bene, visto che alla fine potevi rendere... non vorrei che qualcuno s'offendesse, perché un conto è buttarla un po' a ridere sul rapporto biblico padre-figlio e umanità, un conto è alludere alla "pestilenza trump". non so, magari potrebbe causarti problemi, conosco varie persone che ci rimarrebbero male e si rovinerebbe loro tutto l'umore.
「FRASI PREFERITE」
forse dovevo accorgermi già dal titolo di cosa avresti parlato, ma dopo un attimo di confusione ho riso come una scema per tutto il tempo, davvero divertente. comunque potevi risparmiarti la frase sulla dipendenza da videogiochi: ma come, fai outing a quelli come me così?! a freddo? xD
「RACCONTO」
bellissimo racconto/satira, ho riso un sacco leggendolo e penso che nei prossimi giorni verrò a guardarmelo ancora perché onestamente lo trovo ispirato. non so chi sia meglio caratterizzato tra il terapeuta quando si annoia a sentire i problemi di quello che crede un esaltato e che vorrebbe tornare a scrivere il suo romanzo in santa pace, con tanto di segretaria a cui muovere una reprimenda..., e tra "p. nostro" che viene disturbato dal figlio rompiscatole e che vorrebbe solo essere il solito buon vecchio yhwh che noi tutti conosciamo e amiamo. adoro tutto.
a parte l'entusiasmo per il tuo umorismo volevo far presente che hai sfruttato i riferimenti biblici sì con leggerezza ma anche con intelligenza, senza risultare irrispettoso. i dialoghi tragicomici sono taglienti e ben presentati.
「TEMA」
ma chi mai avrebbe pensato di rendere «se non posso seminare terrore, ispirerò amore» con un racconto tanto ironico e azzeccato utilizzando elementi religiosi e condimento politico finale? questo è un lampo di genio, veramente. quando il signor p. nostro si è innervosito durante la seduta penso ne abbia lanciato uno che ha beccato proprio te... cheapeau! l'hai reso proprio al 100%.
「CONSIGLI」
guardando il racconto un paio di volte con la versione «sfogliami con passione», dove si legge meglio, ho trovato un paio di errori di battitura che non avevo notato subitissimo: mi riferisco a un paio di maiuscole mancate e uno spazio di troppo, quindi l'unica cosa da dirti sarebbe correggere queste due sviste, ma è un'inezia sul serio e avendo poco tempo a disposizione capisco che possa capitare. ♡
forse hai usato troppi "...", per mio puro gusto personale, perché se provi a guardare il racconto senza alcuni di questi puoi vedere quanto scorri bene ugualmente.
ultimo appunto ma molto importante: la frase finale che allude all'attuale presidenza americana l'avrei cambiata, per quanto stia bene, visto che alla fine potevi rendere... non vorrei che qualcuno s'offendesse, perché un conto è buttarla un po' a ridere sul rapporto biblico padre-figlio e umanità, un conto è alludere alla "pestilenza trump". non so, magari potrebbe causarti problemi, conosco varie persone che ci rimarrebbero male e si rovinerebbe loro tutto l'umore.
「FRASI PREFERITE」
Dash J. Benton ha scritto:una volta dissi a uno di ammazzare suo figlio: ma era una battuta! manca poco che quello lo fa davvero.
Dash J. Benton ha scritto:sono anni che mando alluvioni e siccità, e pur di prendermi per il culo si sono inventati il cambiamento climatico. ma ci pensa?
Dash J. Benton ha scritto:anche io ti voglio bene... sì sì, come a me stesso certo, lo so, lo so.
«un giorno guarderemo a questi momenti difficili e ne rideremo»
❀❁♡
❀❁♡
- matt_heels
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Re: E fu sera e fu mattina
Dash J. Benton ha scritto:“Dottore, oggi mi sembra distratto”.
Smetto di appuntare idee per il prossimo romanzo e aggiusto gli occhiali con un dito, per nascondere l’imbarazzo. “Mi scusi, ha ragione. Ma siamo alla settima seduta e Lei insiste a ricominciare ogni volta dall’inizio, o dalla Creazione, come dice Lei...”
Il signor Nostro, steso sul lettino, mi guarda con un sopracciglio alzato. “La settima? Allora, forse, dovremmo fare una pausa" fa un gesto vago con la mano. Non capisco e se ne accorge, aggiunge, “Sa, riposare il settimo giorno. Il sabato per gli ebrei, la domenica per i cristiani…”.
“Signor Nostro, tutte le nostre sedute sono di mercoledì.”
Alza gli occhi al cielo, ma almeno lascia perdere.
Approfitto della pausa per riprendere il controllo della conversazione. “Mi stava dicendo che in azienda non hanno più paura di Lei. Voleva dire rispetto?”
“Esatto! È quello che dico anche a mio figlio.” Mi lancia uno sguardo d’intesa “Sa, azienda a conduzione familiare”. Faccio segno di continuare. “Insomma, all’inizio, se sgarravano, li mandavo a passeggiare nel deserto per 40 anni. O se proprio non li potevo vedere, gli uccidevo i primogeniti. E loro mi rispettavano.”
Cristo, ma tutti a me devono capitare in terapia i pazzi suonati? Mai uno con una semplice dipendenza da videogiochi... Continuo ad ascoltarlo in silenzio. La tentazione di rimettermi a scribacchiare è forte, ma in qualche modo sto rompiballe se ne accorge sempre.
“Che poi, dottore, mica gli chiedo grandi sacrifici! Un agnello, una vacca grassa, cose così. Una volta dissi a uno di ammazzare suo figlio: ma era una battuta! Manca poco che quello lo fa davvero. Vede quello che voglio dire? All’epoca mi prendevano sul serio. Adesso se ne fregano.” Comincia a scaldarsi e ad alzare la voce.
Un tuono fragoroso e un vento improvviso fanno vibrare i vetri dello studio. Strano, oggi davano sole... Guardo l’orologio: ancora 15 minuti prima di poterlo mandar via.
“Sono anni che mando alluvioni e siccità, e pur di prendermi per il culo si sono inventati il cambiamento climatico. Ma ci pensa?" ha la bava alla bocca "il fottuto cambiamento climatico! Ma si può essere più stronzi?" In strada sembra essere scoppiato un uragano.
Oddio. Oddio, oddio, oddio. Questo si crede il Padreterno. E io che pensavo fosse solo un caso di bipolarismo. O al limite triplice personalità. E ci ho messo sette sedute ad arrivarci? Cristo, sto perdendo colpi. Riapro il suo profilo sul PC: Sig. P. Nostro. Scommetto che la P sta per Padre. Quando sto matto va via ne dico quattro alla segretaria; come ha fatto e non accorgersi che il nome è falso?
Gli squilla il telefono e mi dice che è suo figlio e che non può non rispondere, che altrimenti lo accusa di averlo abbandonato.
“Ma che vuoi Cristo Santo! Lo sai che a quest’ora sono dal dottore... Cosa? Tuoni e fulmini?... Sì, in effetti mi ero un attimo innervosito... ok, ok, adesso provvedo."
Di colpo, il vento cessa e un raggio di sole entra dalla finestra. E questo tizio non crede al cambiamento climatico. Continua a parlare al telefono. “Ok ci vediamo dopo, avvisa anche Santuzzo... Anche io ti voglio bene... Sì sì, come a me stesso certo, lo so, lo so. A dopo.”
Mette giù e mi guarda come se la conversazione che ha appena avuto con suo figlio debba avere un qualche significato profondo. Ricambio lo sguardo con le sopracciglia alzate e scuoto leggermente la testa.
“È lui il problema" sussurra con fare cospiratorio “Se non puoi batterli, unisciti a loro, dice! Perdonali, perché non sanno quello che fanno, dice! Una vera croce!!!”
Sento una strana elettricità nell’aria, ma in pochi secondi la sensazione svanisce.
“Guardi, dottore, lasciamo perdere. In verità... in verità Le dico che io da Lei non ci volevo neppure venire. Sono mio figlio e Santuzzo che mi ci hanno costretto. Dicono che devo <aprire il mio cuore all’amore> e che <non siamo più ai tempi di Sodoma e Gomorra>...”
Lo guardo in silenzio, vedo che sta rimuginando.
"Mi dica Lei, che la psicologia umana l'ha studiata. Meglio porgere l'altra guancia? Oppure ammazzo tutti... Cioè, voglio dire, licenzio tutti e ricominciamo da zero?" Mi guarda speranzoso. Per uno che si crede Dio, mi sembra davvero alle pezze.
“Senta, signor... Nostro... non sta a me dirle quello che deve fare con la sua azienda, io semmai l’accompagno nella riflessione. Per esempio, la relazione con suo figlio mi sembra tesa...”.
"Ecco... io gli avevo promesso di fare a modo suo, d’ispirare con il buon esempio e l'amore. E soprattutto di non mandare altre piaghe, ma... non ho resistito." Distoglie lo sguardo. "Ne ho mandata un'altra".
Decido di stare al gioco, “Ed e’ davvero troppo tardi per tornare indietro? Per... ritirare questa ultima piaga?”
“Troppo tardi" annuisce "decisamente troppo tardi... gli ho già fatto vincere le elezioni americane...”
Ciao, Dash!
Qui abbiamo un racconto dialogico davvero ben scritto, e ciò è tutt'altro che semplice. Hai saputo caratterizzare alla grande entrambi i personaggi: il terapeuta che ne ha fin sopra i capelli e il mitomane, che forse proprio mitomane non è. Tutto si svela man mano e il ritmo entra nel vivo. La tematica l'hai colta un po' trasversalmente, del tipo: "Se mi costringono a non seminare terrore, allora proverò a ispirare amore, ma alla fine faccio come mi pare." E funziona anche così, secondo me. D'altronde Dio e Dio, e se non spariglia le carte lui, chi dovrebbe farlo? xD
C'è una frase in discorso indiretto che mi ha fatto un po' inciampare durante la lettura: "Gli squilla il telefono e mi dice che è suo figlio e che non può non rispondere, che altrimenti lo accusa di averlo abbandonato." Niente di che, ma credo avessi spazio coi caratteri per traslarlo in battuta e migliorarne l'efficacia.
Il twistone politico finale è stato senz'altro interessante (e ne condivido il contenuto), ma mi ha lasciato un effetto punchline un po' forzato. Forse ci si poteva arrivare con qualche semina, come un quotidiano aperto che riportava una sparata di Trump, e il terapeuta, dopo la frase sul cambiamento climatico avrebbe potuto associare con un: "Eccone un altro..." Un po' come legante, diciamo.
Sono dettagli, comunque. La prova è stata davvero buona.
Buona edition e alla prossima,
Matteo
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Re: E fu sera e fu mattina
julia ha scritto:ciao dash, piacere di far la tua conoscenza!
forse dovevo accorgermi già dal titolo di cosa avresti parlato, ma dopo un attimo di confusione ho riso come una scema per tutto il tempo, davvero divertente. comunque potevi risparmiarti la frase sulla dipendenza da videogiochi: ma come, fai outing a quelli come me così?! a freddo? xD
「RACCONTO」
bellissimo racconto/satira, ho riso un sacco leggendolo e penso che nei prossimi giorni verrò a guardarmelo ancora perché onestamente lo trovo ispirato. non so chi sia meglio caratterizzato tra il terapeuta quando si annoia a sentire i problemi di quello che crede un esaltato e che vorrebbe tornare a scrivere il suo romanzo in santa pace, con tanto di segretaria a cui muovere una reprimenda..., e tra "p. nostro" che viene disturbato dal figlio rompiscatole e che vorrebbe solo essere il solito buon vecchio yhwh che noi tutti conosciamo e amiamo. adoro tutto.
a parte l'entusiasmo per il tuo umorismo volevo far presente che hai sfruttato i riferimenti biblici sì con leggerezza ma anche con intelligenza, senza risultare irrispettoso. i dialoghi tragicomici sono taglienti e ben presentati.
「TEMA」
ma chi mai avrebbe pensato di rendere «se non posso seminare terrore, ispirerò amore» con un racconto tanto ironico e azzeccato utilizzando elementi religiosi e condimento politico finale? questo è un lampo di genio, veramente. quando il signor p. nostro si è innervosito durante la seduta penso ne abbia lanciato uno che ha beccato proprio te... cheapeau! l'hai reso proprio al 100%.
「CONSIGLI」
guardando il racconto un paio di volte con la versione «sfogliami con passione», dove si legge meglio, ho trovato un paio di errori di battitura che non avevo notato subitissimo: mi riferisco a un paio di maiuscole mancate e uno spazio di troppo, quindi l'unica cosa da dirti sarebbe correggere queste due sviste, ma è un'inezia sul serio e avendo poco tempo a disposizione capisco che possa capitare. ♡
forse hai usato troppi "...", per mio puro gusto personale, perché se provi a guardare il racconto senza alcuni di questi puoi vedere quanto scorri bene ugualmente.
ultimo appunto ma molto importante: la frase finale che allude all'attuale presidenza americana l'avrei cambiata, per quanto stia bene, visto che alla fine potevi rendere... non vorrei che qualcuno s'offendesse, perché un conto è buttarla un po' a ridere sul rapporto biblico padre-figlio e umanità, un conto è alludere alla "pestilenza trump". non so, magari potrebbe causarti problemi, conosco varie persone che ci rimarrebbero male e si rovinerebbe loro tutto l'umore.
「FRASI PREFERITE」Dash J. Benton ha scritto:una volta dissi a uno di ammazzare suo figlio: ma era una battuta! manca poco che quello lo fa davvero.Dash J. Benton ha scritto:sono anni che mando alluvioni e siccità, e pur di prendermi per il culo si sono inventati il cambiamento climatico. ma ci pensa?Dash J. Benton ha scritto:anche io ti voglio bene... sì sì, come a me stesso certo, lo so, lo so.
Ciao julia e grazie per aver dedicato il tempo necessario a lasciare un commento lungo e dettagliato. Per me vale oro e te ne ringrazio sentitamente. Tanto più che é zeppo di complimenti e ciò non nascondo che mi fa molto piacere. Sono poi molto contento di averti fatto ridere, era in fin dei conti l’obiettivo.
Cos’è la versione “sfogliami con passione”?
Hai ragione sugli errori di battitura. Purtroppo scrivo su una tastiera non italiana e senza correttore automatico e ovviamente si sente. Spero di essere meglio organizzato la prossima volta.
Sui tre puntini “…” hai probabilmente ancora ragione. Pensa che ce n’erano anche di più e ho fatto uno sforzo per eliminarne qualcuno. Volevo dare l’impressione di vuoti e pause imbarazzate e non ho trovato una maniera migliore per farlo. Sicuramente migliorabile.
Sulla satira politica, non sono d’accordo. Se non siamo più capaci di riderci un po’ addosso, anche sulle cose più serie come religione e politica, allora vuol dire che siamo messi male.
In ogni caso, non ho mai nominato Trump, né in che hanno avviene quell’incontro. Magari è avvenuto 4 o 5 anni fa? Chi può saperlo ;-)
Infine: bellissima l’idea di citare le “frasi favorite”, infatti te l’ho subito rubata come vedrai se leggi qualcuno dei miei commenti.
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Re: E fu sera e fu mattina
matt_heels ha scritto:Dash J. Benton ha scritto:“Dottore, oggi mi sembra distratto”.
Smetto di appuntare idee per il prossimo romanzo e aggiusto gli occhiali con un dito, per nascondere l’imbarazzo. “Mi scusi, ha ragione. Ma siamo alla settima seduta e Lei insiste a ricominciare ogni volta dall’inizio, o dalla Creazione, come dice Lei...”
Il signor Nostro, steso sul lettino, mi guarda con un sopracciglio alzato. “La settima? Allora, forse, dovremmo fare una pausa" fa un gesto vago con la mano. Non capisco e se ne accorge, aggiunge, “Sa, riposare il settimo giorno. Il sabato per gli ebrei, la domenica per i cristiani…”.
“Signor Nostro, tutte le nostre sedute sono di mercoledì.”
Alza gli occhi al cielo, ma almeno lascia perdere.
Approfitto della pausa per riprendere il controllo della conversazione. “Mi stava dicendo che in azienda non hanno più paura di Lei. Voleva dire rispetto?”
“Esatto! È quello che dico anche a mio figlio.” Mi lancia uno sguardo d’intesa “Sa, azienda a conduzione familiare”. Faccio segno di continuare. “Insomma, all’inizio, se sgarravano, li mandavo a passeggiare nel deserto per 40 anni. O se proprio non li potevo vedere, gli uccidevo i primogeniti. E loro mi rispettavano.”
Cristo, ma tutti a me devono capitare in terapia i pazzi suonati? Mai uno con una semplice dipendenza da videogiochi... Continuo ad ascoltarlo in silenzio. La tentazione di rimettermi a scribacchiare è forte, ma in qualche modo sto rompiballe se ne accorge sempre.
“Che poi, dottore, mica gli chiedo grandi sacrifici! Un agnello, una vacca grassa, cose così. Una volta dissi a uno di ammazzare suo figlio: ma era una battuta! Manca poco che quello lo fa davvero. Vede quello che voglio dire? All’epoca mi prendevano sul serio. Adesso se ne fregano.” Comincia a scaldarsi e ad alzare la voce.
Un tuono fragoroso e un vento improvviso fanno vibrare i vetri dello studio. Strano, oggi davano sole... Guardo l’orologio: ancora 15 minuti prima di poterlo mandar via.
“Sono anni che mando alluvioni e siccità, e pur di prendermi per il culo si sono inventati il cambiamento climatico. Ma ci pensa?" ha la bava alla bocca "il fottuto cambiamento climatico! Ma si può essere più stronzi?" In strada sembra essere scoppiato un uragano.
Oddio. Oddio, oddio, oddio. Questo si crede il Padreterno. E io che pensavo fosse solo un caso di bipolarismo. O al limite triplice personalità. E ci ho messo sette sedute ad arrivarci? Cristo, sto perdendo colpi. Riapro il suo profilo sul PC: Sig. P. Nostro. Scommetto che la P sta per Padre. Quando sto matto va via ne dico quattro alla segretaria; come ha fatto e non accorgersi che il nome è falso?
Gli squilla il telefono e mi dice che è suo figlio e che non può non rispondere, che altrimenti lo accusa di averlo abbandonato.
“Ma che vuoi Cristo Santo! Lo sai che a quest’ora sono dal dottore... Cosa? Tuoni e fulmini?... Sì, in effetti mi ero un attimo innervosito... ok, ok, adesso provvedo."
Di colpo, il vento cessa e un raggio di sole entra dalla finestra. E questo tizio non crede al cambiamento climatico. Continua a parlare al telefono. “Ok ci vediamo dopo, avvisa anche Santuzzo... Anche io ti voglio bene... Sì sì, come a me stesso certo, lo so, lo so. A dopo.”
Mette giù e mi guarda come se la conversazione che ha appena avuto con suo figlio debba avere un qualche significato profondo. Ricambio lo sguardo con le sopracciglia alzate e scuoto leggermente la testa.
“È lui il problema" sussurra con fare cospiratorio “Se non puoi batterli, unisciti a loro, dice! Perdonali, perché non sanno quello che fanno, dice! Una vera croce!!!”
Sento una strana elettricità nell’aria, ma in pochi secondi la sensazione svanisce.
“Guardi, dottore, lasciamo perdere. In verità... in verità Le dico che io da Lei non ci volevo neppure venire. Sono mio figlio e Santuzzo che mi ci hanno costretto. Dicono che devo <aprire il mio cuore all’amore> e che <non siamo più ai tempi di Sodoma e Gomorra>...”
Lo guardo in silenzio, vedo che sta rimuginando.
"Mi dica Lei, che la psicologia umana l'ha studiata. Meglio porgere l'altra guancia? Oppure ammazzo tutti... Cioè, voglio dire, licenzio tutti e ricominciamo da zero?" Mi guarda speranzoso. Per uno che si crede Dio, mi sembra davvero alle pezze.
“Senta, signor... Nostro... non sta a me dirle quello che deve fare con la sua azienda, io semmai l’accompagno nella riflessione. Per esempio, la relazione con suo figlio mi sembra tesa...”.
"Ecco... io gli avevo promesso di fare a modo suo, d’ispirare con il buon esempio e l'amore. E soprattutto di non mandare altre piaghe, ma... non ho resistito." Distoglie lo sguardo. "Ne ho mandata un'altra".
Decido di stare al gioco, “Ed e’ davvero troppo tardi per tornare indietro? Per... ritirare questa ultima piaga?”
“Troppo tardi" annuisce "decisamente troppo tardi... gli ho già fatto vincere le elezioni americane...”
Ciao, Dash!
Qui abbiamo un racconto dialogico davvero ben scritto, e ciò è tutt'altro che semplice. Hai saputo caratterizzare alla grande entrambi i personaggi: il terapeuta che ne ha fin sopra i capelli e il mitomane, che forse proprio mitomane non è. Tutto si svela man mano e il ritmo entra nel vivo. La tematica l'hai colta un po' trasversalmente, del tipo: "Se mi costringono a non seminare terrore, allora proverò a ispirare amore, ma alla fine faccio come mi pare." E funziona anche così, secondo me. D'altronde Dio e Dio, e se non spariglia le carte lui, chi dovrebbe farlo? xD
C'è una frase in discorso indiretto che mi ha fatto un po' inciampare durante la lettura: "Gli squilla il telefono e mi dice che è suo figlio e che non può non rispondere, che altrimenti lo accusa di averlo abbandonato." Niente di che, ma credo avessi spazio coi caratteri per traslarlo in battuta e migliorarne l'efficacia.
Il twistone politico finale è stato senz'altro interessante (e ne condivido il contenuto), ma mi ha lasciato un effetto punchline un po' forzato. Forse ci si poteva arrivare con qualche semina, come un quotidiano aperto che riportava una sparata di Trump, e il terapeuta, dopo la frase sul cambiamento climatico avrebbe potuto associare con un: "Eccone un altro..." Un po' come legante, diciamo.
Sono dettagli, comunque. La prova è stata davvero buona.
Buona edition e alla prossima,
Matteo
Ciao Matteo,
Grazie mille anche a te per il commento dettagliato, utilissimo. E ovviamente grazie per i sempre graditi complimenti.
Sul discorso indiretto: non resisto, mi piace mischiare diretto e indiretto anche se mi dicono che non si fa. Se leggi qualche altro mio racconto vedrai che è un vizio in cui cado spesso. In questo caso quella battuta mi sembrava rendesse meglio in indiretto. Ma è totalmente soggettivo da parte mia e probabilmente hai ragione tu.
Per quanto riguarda la “semina” della punchline, ammetto che non ci avevo pensato. Allo stesso tempo non è un colpo di scena che “inganna il lettore”, nel senso che non stravolge l’interpretazione di quanto scritto prima. In questo senso, credo che la mancata semina sia veniale. Ma sarà interessante sentire i pareri degli altri valutatori su questo punto!
Buona edizione!
Re: E fu sera e fu mattina
Dash, ma tu vuoi vincere facile? Troppo divertente il tuo racconto! E bello che all’inizio ho letto e riletto il primo “Signor Nostro…” perché pensavo fosse un errore, e invece… Non ho niente da eccepire, dialoghi perfetti (il passaggio con l'indiretto non mi ha disturbato, anzi), ottimo ritmo e trovata geniale. Qualcuno potrebbe eccepire che magari il "Signor Padre Nostro" non dovrebbe aver bisogno dello psicologo visto che “vede tutto” ma io la scena me la sono troppo immaginata lo stesso. Grazie per averlo scritto e buona edition!
- matt_heels
- Messaggi: 72
Re: E fu sera e fu mattina
Dash J. Benton ha scritto:matt_heels ha scritto:Dash J. Benton ha scritto:“Dottore, oggi mi sembra distratto”.
Smetto di appuntare idee per il prossimo romanzo e aggiusto gli occhiali con un dito, per nascondere l’imbarazzo. “Mi scusi, ha ragione. Ma siamo alla settima seduta e Lei insiste a ricominciare ogni volta dall’inizio, o dalla Creazione, come dice Lei...”
Il signor Nostro, steso sul lettino, mi guarda con un sopracciglio alzato. “La settima? Allora, forse, dovremmo fare una pausa" fa un gesto vago con la mano. Non capisco e se ne accorge, aggiunge, “Sa, riposare il settimo giorno. Il sabato per gli ebrei, la domenica per i cristiani…”.
“Signor Nostro, tutte le nostre sedute sono di mercoledì.”
Alza gli occhi al cielo, ma almeno lascia perdere.
Approfitto della pausa per riprendere il controllo della conversazione. “Mi stava dicendo che in azienda non hanno più paura di Lei. Voleva dire rispetto?”
“Esatto! È quello che dico anche a mio figlio.” Mi lancia uno sguardo d’intesa “Sa, azienda a conduzione familiare”. Faccio segno di continuare. “Insomma, all’inizio, se sgarravano, li mandavo a passeggiare nel deserto per 40 anni. O se proprio non li potevo vedere, gli uccidevo i primogeniti. E loro mi rispettavano.”
Cristo, ma tutti a me devono capitare in terapia i pazzi suonati? Mai uno con una semplice dipendenza da videogiochi... Continuo ad ascoltarlo in silenzio. La tentazione di rimettermi a scribacchiare è forte, ma in qualche modo sto rompiballe se ne accorge sempre.
“Che poi, dottore, mica gli chiedo grandi sacrifici! Un agnello, una vacca grassa, cose così. Una volta dissi a uno di ammazzare suo figlio: ma era una battuta! Manca poco che quello lo fa davvero. Vede quello che voglio dire? All’epoca mi prendevano sul serio. Adesso se ne fregano.” Comincia a scaldarsi e ad alzare la voce.
Un tuono fragoroso e un vento improvviso fanno vibrare i vetri dello studio. Strano, oggi davano sole... Guardo l’orologio: ancora 15 minuti prima di poterlo mandar via.
“Sono anni che mando alluvioni e siccità, e pur di prendermi per il culo si sono inventati il cambiamento climatico. Ma ci pensa?" ha la bava alla bocca "il fottuto cambiamento climatico! Ma si può essere più stronzi?" In strada sembra essere scoppiato un uragano.
Oddio. Oddio, oddio, oddio. Questo si crede il Padreterno. E io che pensavo fosse solo un caso di bipolarismo. O al limite triplice personalità. E ci ho messo sette sedute ad arrivarci? Cristo, sto perdendo colpi. Riapro il suo profilo sul PC: Sig. P. Nostro. Scommetto che la P sta per Padre. Quando sto matto va via ne dico quattro alla segretaria; come ha fatto e non accorgersi che il nome è falso?
Gli squilla il telefono e mi dice che è suo figlio e che non può non rispondere, che altrimenti lo accusa di averlo abbandonato.
“Ma che vuoi Cristo Santo! Lo sai che a quest’ora sono dal dottore... Cosa? Tuoni e fulmini?... Sì, in effetti mi ero un attimo innervosito... ok, ok, adesso provvedo."
Di colpo, il vento cessa e un raggio di sole entra dalla finestra. E questo tizio non crede al cambiamento climatico. Continua a parlare al telefono. “Ok ci vediamo dopo, avvisa anche Santuzzo... Anche io ti voglio bene... Sì sì, come a me stesso certo, lo so, lo so. A dopo.”
Mette giù e mi guarda come se la conversazione che ha appena avuto con suo figlio debba avere un qualche significato profondo. Ricambio lo sguardo con le sopracciglia alzate e scuoto leggermente la testa.
“È lui il problema" sussurra con fare cospiratorio “Se non puoi batterli, unisciti a loro, dice! Perdonali, perché non sanno quello che fanno, dice! Una vera croce!!!”
Sento una strana elettricità nell’aria, ma in pochi secondi la sensazione svanisce.
“Guardi, dottore, lasciamo perdere. In verità... in verità Le dico che io da Lei non ci volevo neppure venire. Sono mio figlio e Santuzzo che mi ci hanno costretto. Dicono che devo <aprire il mio cuore all’amore> e che <non siamo più ai tempi di Sodoma e Gomorra>...”
Lo guardo in silenzio, vedo che sta rimuginando.
"Mi dica Lei, che la psicologia umana l'ha studiata. Meglio porgere l'altra guancia? Oppure ammazzo tutti... Cioè, voglio dire, licenzio tutti e ricominciamo da zero?" Mi guarda speranzoso. Per uno che si crede Dio, mi sembra davvero alle pezze.
“Senta, signor... Nostro... non sta a me dirle quello che deve fare con la sua azienda, io semmai l’accompagno nella riflessione. Per esempio, la relazione con suo figlio mi sembra tesa...”.
"Ecco... io gli avevo promesso di fare a modo suo, d’ispirare con il buon esempio e l'amore. E soprattutto di non mandare altre piaghe, ma... non ho resistito." Distoglie lo sguardo. "Ne ho mandata un'altra".
Decido di stare al gioco, “Ed e’ davvero troppo tardi per tornare indietro? Per... ritirare questa ultima piaga?”
“Troppo tardi" annuisce "decisamente troppo tardi... gli ho già fatto vincere le elezioni americane...”
Ciao, Dash!
Qui abbiamo un racconto dialogico davvero ben scritto, e ciò è tutt'altro che semplice. Hai saputo caratterizzare alla grande entrambi i personaggi: il terapeuta che ne ha fin sopra i capelli e il mitomane, che forse proprio mitomane non è. Tutto si svela man mano e il ritmo entra nel vivo. La tematica l'hai colta un po' trasversalmente, del tipo: "Se mi costringono a non seminare terrore, allora proverò a ispirare amore, ma alla fine faccio come mi pare." E funziona anche così, secondo me. D'altronde Dio e Dio, e se non spariglia le carte lui, chi dovrebbe farlo? xD
C'è una frase in discorso indiretto che mi ha fatto un po' inciampare durante la lettura: "Gli squilla il telefono e mi dice che è suo figlio e che non può non rispondere, che altrimenti lo accusa di averlo abbandonato." Niente di che, ma credo avessi spazio coi caratteri per traslarlo in battuta e migliorarne l'efficacia.
Il twistone politico finale è stato senz'altro interessante (e ne condivido il contenuto), ma mi ha lasciato un effetto punchline un po' forzato. Forse ci si poteva arrivare con qualche semina, come un quotidiano aperto che riportava una sparata di Trump, e il terapeuta, dopo la frase sul cambiamento climatico avrebbe potuto associare con un: "Eccone un altro..." Un po' come legante, diciamo.
Sono dettagli, comunque. La prova è stata davvero buona.
Buona edition e alla prossima,
Matteo
Ciao Matteo,
Grazie mille anche a te per il commento dettagliato, utilissimo. E ovviamente grazie per i sempre graditi complimenti.
Sul discorso indiretto: non resisto, mi piace mischiare diretto e indiretto anche se mi dicono che non si fa. Se leggi qualche altro mio racconto vedrai che è un vizio in cui cado spesso. In questo caso quella battuta mi sembrava rendesse meglio in indiretto. Ma è totalmente soggettivo da parte mia e probabilmente hai ragione tu.
Per quanto riguarda la “semina” della punchline, ammetto che non ci avevo pensato. Allo stesso tempo non è un colpo di scena che “inganna il lettore”, nel senso che non stravolge l’interpretazione di quanto scritto prima. In questo senso, credo che la mancata semina sia veniale. Ma sarà interessante sentire i pareri degli altri valutatori su questo punto!
Buona edizione!
Probabilmente è stata la frase sul cambiamento climatico che mi ha messo questo tarlo in testa, e mi sono immaginato una esclation comica di "Nostro Signore" MAGA xD
In ogni caso, riconosco che avrebbe diluito l'effetto della battuta, quindi va benissimo anche così. Anzi, forse anche meglio.
Re: E fu sera e fu mattina
Dash J. Benton ha scritto:Ciao julia e grazie per aver dedicato il tempo necessario a lasciare un commento lungo e dettagliato. Per me vale oro e te ne ringrazio sentitamente. Tanto più che é zeppo di complimenti e ciò non nascondo che mi fa molto piacere. Sono poi molto contento di averti fatto ridere, era in fin dei conti l’obiettivo.
Cos’è la versione “sfogliami con passione”?
Hai ragione sugli errori di battitura. Purtroppo scrivo su una tastiera non italiana e senza correttore automatico e ovviamente si sente. Spero di essere meglio organizzato la prossima volta.
Sui tre puntini “…” hai probabilmente ancora ragione. Pensa che ce n’erano anche di più e ho fatto uno sforzo per eliminarne qualcuno. Volevo dare l’impressione di vuoti e pause imbarazzate e non ho trovato una maniera migliore per farlo. Sicuramente migliorabile.
Sulla satira politica, non sono d’accordo. Se non siamo più capaci di riderci un po’ addosso, anche sulle cose più serie come religione e politica, allora vuol dire che siamo messi male.
In ogni caso, non ho mai nominato Trump, né in che hanno avviene quell’incontro. Magari è avvenuto 4 o 5 anni fa? Chi può saperlo ;-)
Infine: bellissima l’idea di citare le “frasi favorite”, infatti te l’ho subito rubata come vedrai se leggi qualcuno dei miei commenti.
aah ma grazie mille a te per la risposta invece!
per me è stato un piacere leggere il tuo racconto, nel vero senso della parola dato il sorriso che mi fa apparire quando lo leggo. sugli errori di battitura davvero era giusto per fartelo presente, infatti mi spiace che tu abbia sentito il bisogno di giustificarti, perché sinceramente non valgono minimamente sulla mia opinione e in generale non dovrebbero mai essere un malus ♥ capita a tutti, che sarà mai? hai ragione per quanto riguarda la satira politica, per questo ho detto apertamente «magari potrebbe causarti problemi», probabilmente per via della mia costante ansia un po' su tutto... e sul fatto che non si sappia esattamente di chi parli sul finale, oops, in effetti stata io a pensarlo: se dico «aww, sono proprio mischievous e dirty-minded» e faccio un sorrisetto dici che la passo liscia? aiut
mi fa piacere che ti sia piaciuta l'idea delle frasi preferite: arrubba, arrubba :'D
ps: per quanto riguarda la versione "sfogliami con passione", è un tastino che ho scoperto l'altro giorno quando curiosavo in giro e pigiavo un po' tutto. in basso a sinistra del riquadro di ogni messaggio sono presenti tre bottoncini: "contami tutto" fornisce il conteggio totale di battute del messaggio in questione, "conta selezione" quello che appunto scegli e vorresti contare, e l'ultima "sfogliami con passione" ti manda ad una pagina a parte con una visione molto facilitata del testo. ♡
«un giorno guarderemo a questi momenti difficili e ne rideremo»
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Re: E fu sera e fu mattina
julia ha scritto: ps: per quanto riguarda la versione "sfogliami con passione", è un tastino che ho scoperto l'altro giorno quando curiosavo in giro e pigiavo un po' tutto. in basso a sinistra del riquadro di ogni messaggio sono presenti tre bottoncini: "contami tutto" fornisce il conteggio totale di battute del messaggio in questione, "conta selezione" quello che appunto scegli e vorresti contare, e l'ultima "sfogliami con passione" ti manda ad una pagina a parte con una visione molto facilitata del testo. ♡
Non ci avevo mai fatto caso!! Grazie!
Re: E fu sera e fu mattina
Ciao Dash e piacere di averti letto. Il tuo racconto mi è piaciuto molto, bello il tono, le battute e le sfumature.
Tema centrato in modo brillante.
Simpaticissimo sia il medico che il paziente. Chiuderei aggiungendo un'idea che viene al dottore sul suo romanzo, qualcosa tipo ciliegina su una torta già riuscita.
Anche io sono inciampata sulla frase con i doppi non. Meglio un: deve rispondere.
Il finale funziona, anche perché è il punto di vista soggettivo del paziente ;)
Bravissimo.
Buona edition e alla prossima!
P.S. Grazie a @julia, anche io non avevo notato il tasto "sfogliami con passione" :D
Tema centrato in modo brillante.
Simpaticissimo sia il medico che il paziente. Chiuderei aggiungendo un'idea che viene al dottore sul suo romanzo, qualcosa tipo ciliegina su una torta già riuscita.
Anche io sono inciampata sulla frase con i doppi non. Meglio un: deve rispondere.
Il finale funziona, anche perché è il punto di vista soggettivo del paziente ;)
Bravissimo.
Buona edition e alla prossima!
P.S. Grazie a @julia, anche io non avevo notato il tasto "sfogliami con passione" :D
Re: E fu sera e fu mattina
ciao Dash
l' idea di un Dio dallo psicologo è molto buona.
Mi è piaciuto molto, per me scritto bene mi scorre e da Sodoma e Gomorra (terrore) ai tempi odierni (amare), tema centrato
complimenti.
Valerio
l' idea di un Dio dallo psicologo è molto buona.
Mi è piaciuto molto, per me scritto bene mi scorre e da Sodoma e Gomorra (terrore) ai tempi odierni (amare), tema centrato
complimenti.
Valerio
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Re: E fu sera e fu mattina
Ciao Dash!
Anche se di norma preferisco quelli con personaggi originali, devo dirti che ho apprezzato molto il tuo racconto. Dio è un personaggio ben riuscito e la battuta finale è la chiusura perfetta. Sarà davvero una piaga.
Forse l’unico neo è che i dialoghi sono un filo troppo artificiali e studiati in certi punti. Il terapeuta è distratto, sta pensando alle idee per il suo romanzo (quindi deduco che non gli importi più chissà quanto del suo paziente), ma poi sa riprendere il filo del discorso del signor Nostro. In più parlano come se non avessero passato ben sette sedute insieme ma fossero alla prima, o alla seconda, quando Nostro comincia a parlargli della sua “azienda”. Mi è sembrato tutto molto nuovo, anche grazie al fatto che il terapeuta controllando al pc dia importanza solo in quel momento alla registrazione di P. davanti al Nostro. Ok che comunque da un lato hai dato un senso di ripetitività e del fatto che lo stesso terapeuta percepisca che stia perdendo colpi, ma dall'altro mi è anche sembrato tutto un po’ strano. Un escamotage poco solido di fronte alla personalità così spiccata del Padre Nostro. Perché mi sono ritrovata a chiedermi se allora lui si fosse comportato in modo completamente diverso nelle sedute precedenti, se gli avesse parlato di altre cose e non si fosse mai arrabbiato scatenando tempeste improvvise, se il figlio non lo avesse mai chiamato, come accade nel racconto. Se diminuisci i giorni delle sedute perdi la battuta iniziale, ma forse risulta più verosimile, elemento che secondo me serve anche nei racconti ironici come questo. A parte questa mia impressione sulla gestione temporale degli eventi, il testo è scritto molto bene, cattura e fa il suo dovere. Mi ha divertito, e anche tanto.
In bocca al lupo!
Anche se di norma preferisco quelli con personaggi originali, devo dirti che ho apprezzato molto il tuo racconto. Dio è un personaggio ben riuscito e la battuta finale è la chiusura perfetta. Sarà davvero una piaga.
Forse l’unico neo è che i dialoghi sono un filo troppo artificiali e studiati in certi punti. Il terapeuta è distratto, sta pensando alle idee per il suo romanzo (quindi deduco che non gli importi più chissà quanto del suo paziente), ma poi sa riprendere il filo del discorso del signor Nostro. In più parlano come se non avessero passato ben sette sedute insieme ma fossero alla prima, o alla seconda, quando Nostro comincia a parlargli della sua “azienda”. Mi è sembrato tutto molto nuovo, anche grazie al fatto che il terapeuta controllando al pc dia importanza solo in quel momento alla registrazione di P. davanti al Nostro. Ok che comunque da un lato hai dato un senso di ripetitività e del fatto che lo stesso terapeuta percepisca che stia perdendo colpi, ma dall'altro mi è anche sembrato tutto un po’ strano. Un escamotage poco solido di fronte alla personalità così spiccata del Padre Nostro. Perché mi sono ritrovata a chiedermi se allora lui si fosse comportato in modo completamente diverso nelle sedute precedenti, se gli avesse parlato di altre cose e non si fosse mai arrabbiato scatenando tempeste improvvise, se il figlio non lo avesse mai chiamato, come accade nel racconto. Se diminuisci i giorni delle sedute perdi la battuta iniziale, ma forse risulta più verosimile, elemento che secondo me serve anche nei racconti ironici come questo. A parte questa mia impressione sulla gestione temporale degli eventi, il testo è scritto molto bene, cattura e fa il suo dovere. Mi ha divertito, e anche tanto.
In bocca al lupo!
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Re: E fu sera e fu mattina
Debora ha scritto:Dash, ma tu vuoi vincere facile? Troppo divertente il tuo racconto! E bello che all’inizio ho letto e riletto il primo “Signor Nostro…” perché pensavo fosse un errore, e invece… Non ho niente da eccepire, dialoghi perfetti (il passaggio con l'indiretto non mi ha disturbato, anzi), ottimo ritmo e trovata geniale. Qualcuno potrebbe eccepire che magari il "Signor Padre Nostro" non dovrebbe aver bisogno dello psicologo visto che “vede tutto” ma io la scena me la sono troppo immaginata lo stesso. Grazie per averlo scritto e buona edition!
Grazie Debora per il commento positivo!
Buona edizione!
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Re: E fu sera e fu mattina
Gennibo ha scritto:Ciao Dash e piacere di averti letto. Il tuo racconto mi è piaciuto molto, bello il tono, le battute e le sfumature.
Tema centrato in modo brillante.
Simpaticissimo sia il medico che il paziente. Chiuderei aggiungendo un'idea che viene al dottore sul suo romanzo, qualcosa tipo ciliegina su una torta già riuscita.
Anche io sono inciampata sulla frase con i doppi non. Meglio un: deve rispondere.
Il finale funziona, anche perché è il punto di vista soggettivo del paziente ;)
Bravissimo.
Buona edition e alla prossima!
P.S. Grazie a @julia, anche io non avevo notato il tasto "sfogliami con passione" :D
Ciao e grazie per i commenti. Sono contento che ti sia piaciuto. Hai ragione, il doppio negativo era evitabile! lo terro' in mente per il prossimo racconto :)
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Re: E fu sera e fu mattina
Lupo59 ha scritto:ciao Dash
l' idea di un Dio dallo psicologo è molto buona.
Mi è piaciuto molto, per me scritto bene mi scorre e da Sodoma e Gomorra (terrore) ai tempi odierni (amare), tema centrato
complimenti.
Valerio
Grazie Valerio!
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Re: E fu sera e fu mattina
Gaia Peruzzo ha scritto:Ciao Dash!
Anche se di norma preferisco quelli con personaggi originali, devo dirti che ho apprezzato molto il tuo racconto. Dio è un personaggio ben riuscito e la battuta finale è la chiusura perfetta. Sarà davvero una piaga.
Forse l’unico neo è che i dialoghi sono un filo troppo artificiali e studiati in certi punti. Il terapeuta è distratto, sta pensando alle idee per il suo romanzo (quindi deduco che non gli importi più chissà quanto del suo paziente), ma poi sa riprendere il filo del discorso del signor Nostro. In più parlano come se non avessero passato ben sette sedute insieme ma fossero alla prima, o alla seconda, quando Nostro comincia a parlargli della sua “azienda”. Mi è sembrato tutto molto nuovo, anche grazie al fatto che il terapeuta controllando al pc dia importanza solo in quel momento alla registrazione di P. davanti al Nostro. Ok che comunque da un lato hai dato un senso di ripetitività e del fatto che lo stesso terapeuta percepisca che stia perdendo colpi, ma dall'altro mi è anche sembrato tutto un po’ strano. Un escamotage poco solido di fronte alla personalità così spiccata del Padre Nostro. Perché mi sono ritrovata a chiedermi se allora lui si fosse comportato in modo completamente diverso nelle sedute precedenti, se gli avesse parlato di altre cose e non si fosse mai arrabbiato scatenando tempeste improvvise, se il figlio non lo avesse mai chiamato, come accade nel racconto. Se diminuisci i giorni delle sedute perdi la battuta iniziale, ma forse risulta più verosimile, elemento che secondo me serve anche nei racconti ironici come questo. A parte questa mia impressione sulla gestione temporale degli eventi, il testo è scritto molto bene, cattura e fa il suo dovere. Mi ha divertito, e anche tanto.
In bocca al lupo!
Ciao Gaia,
Grazie per i tuoi commenti. Sono contento che ti sia piaciuto.
Sollevi un punto importante per quanto riguarda il numero di sedute. In parte hai ragione, in parte "Lei insiste a ricominciare ogni volta dall’inizio, o dalla Creazione, come dice Lei": le sedute non portano a nulla perche' il Signor Nostro la prende sempre da lontano, ed e' forse anche per questo che lo psicologo ha perso interesse ed e' distratto. Nella settima seduta c'e' finalmente una svolta. O almeno cosi' me lo sono immaginato io. Ma non posso negare che il numero di sedute fosse motivato dalla battuta sul riposo :)
Buona edizione!
- giuseppe.gangemi
- Messaggi: 186
Re: E fu sera e fu mattina
Ciao Dash,
il tuo è un racconto riuscito, che unisce originalità di concept, padronanza stilistica e una comicità tagliente ma mai sterile. L’idea di partenza (Dio in seduta dallo psicologo) viene sviluppata con intelligenza, ironia e senso del ritmo. I dialoghi sono brillanti, le situazioni surreali, ma sempre coerenti all’interno del contesto narrativo. Il protagonista, una divinità stanca e fuori tempo massimo, esprime con ironia la crisi dell’autorità tradizionale e la fatica di adattarsi a un mondo che non risponde più al terrore, ma chiede amore, empatia, apertura.
Il racconto si confronta con il tema del contest in modo originale: non lo espone in modo diretto, ma lo rielabora attraverso una parodia teologica. Il “non poter più seminare terrore” diventa una fonte di frustrazione per un Dio che ha perso il controllo del mondo, e che viene costretto a ripensare sé stesso come figura d’amore. Il tutto avviene attraverso il filtro della commedia, con un ritmo impeccabile e un lessico moderno, efficace, tagliente. Il terapeuta, voce narrante, offre al lettore uno sguardo scettico, ironico, ma mai cinico.
I riferimenti biblici sono trattati con affetto e intelligenza, senza mai scadere nel blasfemo. La battuta finale, la “piaga” delle elezioni americane, è un esempio perfetto di satira contemporanea: fa ridere e riflettere allo stesso tempo, chiudendo il racconto con un colpo secco, coerente con il tono generale.
Nonostante la sua struttura minimalista (due personaggi, un unico spazio), il racconto risulta ricchissimo di spunti: sul potere, sulla religione, sulle relazioni familiari, sulla psicologia del comando, sulla crisi dei padri, sulla necessità di aggiornare il linguaggio dell’autorità. La scrittura è brillante, i tempi comici ben gestiti, le battute costruite con precisione.
Un racconto che, pur nella sua leggerezza, riesce a dire molto. E lo fa con stile, intelligenza e una voce chiara.
Alla prossima!
il tuo è un racconto riuscito, che unisce originalità di concept, padronanza stilistica e una comicità tagliente ma mai sterile. L’idea di partenza (Dio in seduta dallo psicologo) viene sviluppata con intelligenza, ironia e senso del ritmo. I dialoghi sono brillanti, le situazioni surreali, ma sempre coerenti all’interno del contesto narrativo. Il protagonista, una divinità stanca e fuori tempo massimo, esprime con ironia la crisi dell’autorità tradizionale e la fatica di adattarsi a un mondo che non risponde più al terrore, ma chiede amore, empatia, apertura.
Il racconto si confronta con il tema del contest in modo originale: non lo espone in modo diretto, ma lo rielabora attraverso una parodia teologica. Il “non poter più seminare terrore” diventa una fonte di frustrazione per un Dio che ha perso il controllo del mondo, e che viene costretto a ripensare sé stesso come figura d’amore. Il tutto avviene attraverso il filtro della commedia, con un ritmo impeccabile e un lessico moderno, efficace, tagliente. Il terapeuta, voce narrante, offre al lettore uno sguardo scettico, ironico, ma mai cinico.
I riferimenti biblici sono trattati con affetto e intelligenza, senza mai scadere nel blasfemo. La battuta finale, la “piaga” delle elezioni americane, è un esempio perfetto di satira contemporanea: fa ridere e riflettere allo stesso tempo, chiudendo il racconto con un colpo secco, coerente con il tono generale.
Nonostante la sua struttura minimalista (due personaggi, un unico spazio), il racconto risulta ricchissimo di spunti: sul potere, sulla religione, sulle relazioni familiari, sulla psicologia del comando, sulla crisi dei padri, sulla necessità di aggiornare il linguaggio dell’autorità. La scrittura è brillante, i tempi comici ben gestiti, le battute costruite con precisione.
Un racconto che, pur nella sua leggerezza, riesce a dire molto. E lo fa con stile, intelligenza e una voce chiara.
Alla prossima!
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Re: E fu sera e fu mattina
giuseppe.gangemi ha scritto:Ciao Dash,
il tuo è un racconto riuscito, che unisce originalità di concept, padronanza stilistica e una comicità tagliente ma mai sterile. L’idea di partenza (Dio in seduta dallo psicologo) viene sviluppata con intelligenza, ironia e senso del ritmo. I dialoghi sono brillanti, le situazioni surreali, ma sempre coerenti all’interno del contesto narrativo. Il protagonista, una divinità stanca e fuori tempo massimo, esprime con ironia la crisi dell’autorità tradizionale e la fatica di adattarsi a un mondo che non risponde più al terrore, ma chiede amore, empatia, apertura.
Il racconto si confronta con il tema del contest in modo originale: non lo espone in modo diretto, ma lo rielabora attraverso una parodia teologica. Il “non poter più seminare terrore” diventa una fonte di frustrazione per un Dio che ha perso il controllo del mondo, e che viene costretto a ripensare sé stesso come figura d’amore. Il tutto avviene attraverso il filtro della commedia, con un ritmo impeccabile e un lessico moderno, efficace, tagliente. Il terapeuta, voce narrante, offre al lettore uno sguardo scettico, ironico, ma mai cinico.
I riferimenti biblici sono trattati con affetto e intelligenza, senza mai scadere nel blasfemo. La battuta finale, la “piaga” delle elezioni americane, è un esempio perfetto di satira contemporanea: fa ridere e riflettere allo stesso tempo, chiudendo il racconto con un colpo secco, coerente con il tono generale.
Nonostante la sua struttura minimalista (due personaggi, un unico spazio), il racconto risulta ricchissimo di spunti: sul potere, sulla religione, sulle relazioni familiari, sulla psicologia del comando, sulla crisi dei padri, sulla necessità di aggiornare il linguaggio dell’autorità. La scrittura è brillante, i tempi comici ben gestiti, le battute costruite con precisione.
Un racconto che, pur nella sua leggerezza, riesce a dire molto. E lo fa con stile, intelligenza e una voce chiara.
Alla prossima!
Caro Giuseppe,
Se il mio racconto fosse un romanzo, il tuo commento lo metterei sulla quarta di copertina.
Grazie mille per la bellissima analisi. Mi fa piacere che tu abbia analizzato e capito (e apprezzato) a fondo il racconto.
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Re: E fu sera e fu mattina
Dash J. Benton ha scritto:Ciao Gaia,
Grazie per i tuoi commenti. Sono contento che ti sia piaciuto.
Sollevi un punto importante per quanto riguarda il numero di sedute. In parte hai ragione, in parte "Lei insiste a ricominciare ogni volta dall’inizio, o dalla Creazione, come dice Lei": le sedute non portano a nulla perche' il Signor Nostro la prende sempre da lontano, ed e' forse anche per questo che lo psicologo ha perso interesse ed e' distratto. Nella settima seduta c'e' finalmente una svolta. O almeno cosi' me lo sono immaginato io. Ma non posso negare che il numero di sedute fosse motivato dalla battuta sul riposo :)
Buona edizione!
Non è una pecca tanto grande comunque. Perché il terapeuta può avere tanti altri pazienti con personalità spiccate come quella di Nostro e quindi non darci tanta importanza fino appunto alla settima seduta. Io l'ho pensato solo perché probabilmente lo noterei e perché il suo comportamento ha, oddio ora mi sfugge la parola, conseguenze, ecco ha delle conseguenze anche esterne. Tipo sul meteo.
- Manuel Marinari
- Messaggi: 341
Re: E fu sera e fu mattina
Ciao Dash,
hai avuto un'idea brillante, mi è piaciuta la rappresentazione del creatore a una seduta di psicoterapia. Anche il pdv lo hai gestito bene, mi sono piaciuti i suoi fraseggi interiori, in quel mix di presenza al cliente e allo stesso tempo di distrazione.
L'unica cosa che mi sento di dirti è che pensavo che la storia di lui che pensa al suo romanzo tornasse, come semina. Invece, purtroppo mi è parso di no. Allora ho pensato che avresti potuto utilizzare il suo sguardo fuori dalla finestra come incipit perchè invece poi è un elemento interessante per mostrare il cambiamento del tempo fuori. Ed è una scena che si ripete con le sue modificazioni. Quindi, in generale, mi sarebbe piaciuto trovare la descrizione del meteo più dettagliata: la pioggia che batte sul vetro, il vento che fa vibrare le finestre, il sole che illumina qualcosa nella stanza. Ecco, in generale, mi sento di appuntarti soltanto questa cosa.
Il racconto mi ha divertito, il finale top.
Buona edition
hai avuto un'idea brillante, mi è piaciuta la rappresentazione del creatore a una seduta di psicoterapia. Anche il pdv lo hai gestito bene, mi sono piaciuti i suoi fraseggi interiori, in quel mix di presenza al cliente e allo stesso tempo di distrazione.
L'unica cosa che mi sento di dirti è che pensavo che la storia di lui che pensa al suo romanzo tornasse, come semina. Invece, purtroppo mi è parso di no. Allora ho pensato che avresti potuto utilizzare il suo sguardo fuori dalla finestra come incipit perchè invece poi è un elemento interessante per mostrare il cambiamento del tempo fuori. Ed è una scena che si ripete con le sue modificazioni. Quindi, in generale, mi sarebbe piaciuto trovare la descrizione del meteo più dettagliata: la pioggia che batte sul vetro, il vento che fa vibrare le finestre, il sole che illumina qualcosa nella stanza. Ecco, in generale, mi sento di appuntarti soltanto questa cosa.
Il racconto mi ha divertito, il finale top.
Buona edition
Manuel Marinari
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