Che razza di amore!
- MarcoSacchi
- Messaggi: 9
Che razza di amore!
Non tutto il male vien per nuocere. Questo mi diceva sempre la mia nonna: inguaribile ottimista o impunita farabutta?
Lei la guerra l'aveva vissuta e ci aveva pure guadagnato, dopo tutto.
Adesso che ci sono dentro pure io, in questa guerra stramba, mi viene quasi da sorridere al pensiero di quante opportunità il caos ti concede. La nonna aveva ragione.
Che poi, guerra… non è che possiamo proprio definirla così.
Ci hanno invaso, hanno raso al suolo le nostre città. Ci hanno levato la libertà, la dignità, persino la voglia di reagire. Siamo inferiori. Deboli e fragili insetti in balia di una delle forze armate più spietate che la terra abbia mai visto.
Comunque, a proposito dei lati positivi, eccomi nel centro commerciale a fare compere.
Quante inesattezze in un singolo pensiero! Riformulo.
Per prima cosa, non è proprio un centro commerciale il luogo in cui mi trovo. Cioè, è stato un centro commerciale, adesso è un ammasso di macerie. In mezzo alle macerie, però, ci sono ancora tutte le belle cose che i negozi avevano in vendita.
Ed ecco la seconda inesattezza: non è che faccio proprio "compere". Le cose che trovo, se sono ancora sane, se mi piacciono, me le prendo e basta.
É come quando, da piccola, la mia nonnina mi diceva «Nina, domani sveglia presto che andiamo a fare funghi!». La mattina dopo, prima ancora che spuntasse il sole, uscivamo di casa per andare a cercare gli champignon che nonna adorava mangiare freschi nell'insalata. Ma non li cercavamo nei boschi, lì era difficile trovarli. Noi andavamo nel giardino del signor Annoni che aveva l'ottimo passatempo di coltivare proprio i funghetti preferiti di nonna. Riempivamo il cestino. E già che c'eravamo, prendevamo anche l'insalata.
Dunque, quello che cerco oggi è un regalo.
Devo trovare qualcosa di veramente fantastico, che faccia colpo, qualcosa di luccicante, abbagliante.
Il regalo è per il mio innamorato. Voglio conquistarlo una volta per tutte.
Mamma quanto mi batte il cuore.
Inizio la ricerca con strategia matematica, metodica.
Non giro a casaccio, divido mentalmente la distesa di macerie in settori e li percorro, uno alla volta, avanti e indietro, in linea retta, spostandomi un po' più in là ogni volta che faccio dietro-front. Mi aiuto con un bastone per cercare un po' più in profondità, ma il tempo passa e non trovo niente.
Cioè, non è che non trovo niente, anzi. Infatti riempio un sacco di juta con tutte le cose che mi piacciono. Ma non trovo qualcosa degno del mio amore.
Il problema è che, il mio tesoro, lo conosco poco, non conosco i suoi gusti, come potrei?
La mia idea era quella di vedere talmente tante cose che il regalo giusto si sarebbe rivelato ai miei occhi spontaneamente. Secondo i miei piani, avrei semplicemente riconosciuto l'oggetto giusto tra mille. Ma forse le cose non funzionano così.
Va bene, a questo punto la ricerca deve terminare, torno alla mia idea iniziale, non ho più tempo, ormai è sera. Fra poche ore monterà di turno e mi devo anche preparare.
Decido di optare per l'enorme pistola in acciaio spazzolato che ho trovato l'altro giorno ancora stretta nel pugno del poveretto che voleva farsi giustizia da solo contro gli invasori e che è morto, fulminato, proprio a due passi dalla porta di casa mia.
Massì andrà bene. Per luccicare luccica e poi, dopotutto, il mio "raggio di sole" fa l'assassino di mestiere. Anche se è abituato ad armi ben più moderne, tecnologiche ed efficaci, un bel revolver ha sempre il suo fascino.
Ok, corro a casa con il mio saccone di tesori al seguito.
Mi preparo in fretta ma con cura. Non sono sicura che le mie forme possano piacere alla "luce dei miei occhi", cioè, di solito piacciono ai ragazzi, ma lui, di sicuro, non è come tutti gli altri. Allora faccio un po' e un po'.
Scelgo un abito che nasconde il seno, zero scollatura, ma che lascia ben scoperte le gambe. Niente tacco perché il mio "lui" non è tanto alto (eufemismo). Capello sciolto. I capelli biondi, lunghi e boccolosi come i miei, non possono essere nascosti, questi piacciono per forza.
Con il trucco ci vado pesante. I colori, in questi casi, servono.
Incarto il "ferro" ed esco.
La base non è molto lontana, giusto in fondo alla strada.
Ed eccolo al suo solito posto di guardia, armato fino ai denti, rigido sull'attenti.
«Nina cosa ci fai ancora qui?»
Non capisco quello che dice, usa quella specie di smartphone che traduce simultaneamente quello che ci diciamo.
«Ciao tesoro, ti ho portato un regalo!»
«Nina non voglio regali, io qui sto lavorando»
Che fascino!
Un occhio all'orizzonte, attento, alla ricerca di potenziali intrusi, l'altro fisso su di me. Sembra mi guardi le gambe (ho fatto bene).
«Almeno guarda cosa ti ho portato!»
Adesso il suo occhio si abbassa fino alla grossa rivoltella lucida che tengo tra le mani.
«Dammi pure della pazza, ma io ti amo!»
Da dietro spunta uno dei suoi sinuosi tentacoli e, finalmente, mi ventosa il culo.
«Va bene Nina! Ci possiamo pure provare!»
Lei la guerra l'aveva vissuta e ci aveva pure guadagnato, dopo tutto.
Adesso che ci sono dentro pure io, in questa guerra stramba, mi viene quasi da sorridere al pensiero di quante opportunità il caos ti concede. La nonna aveva ragione.
Che poi, guerra… non è che possiamo proprio definirla così.
Ci hanno invaso, hanno raso al suolo le nostre città. Ci hanno levato la libertà, la dignità, persino la voglia di reagire. Siamo inferiori. Deboli e fragili insetti in balia di una delle forze armate più spietate che la terra abbia mai visto.
Comunque, a proposito dei lati positivi, eccomi nel centro commerciale a fare compere.
Quante inesattezze in un singolo pensiero! Riformulo.
Per prima cosa, non è proprio un centro commerciale il luogo in cui mi trovo. Cioè, è stato un centro commerciale, adesso è un ammasso di macerie. In mezzo alle macerie, però, ci sono ancora tutte le belle cose che i negozi avevano in vendita.
Ed ecco la seconda inesattezza: non è che faccio proprio "compere". Le cose che trovo, se sono ancora sane, se mi piacciono, me le prendo e basta.
É come quando, da piccola, la mia nonnina mi diceva «Nina, domani sveglia presto che andiamo a fare funghi!». La mattina dopo, prima ancora che spuntasse il sole, uscivamo di casa per andare a cercare gli champignon che nonna adorava mangiare freschi nell'insalata. Ma non li cercavamo nei boschi, lì era difficile trovarli. Noi andavamo nel giardino del signor Annoni che aveva l'ottimo passatempo di coltivare proprio i funghetti preferiti di nonna. Riempivamo il cestino. E già che c'eravamo, prendevamo anche l'insalata.
Dunque, quello che cerco oggi è un regalo.
Devo trovare qualcosa di veramente fantastico, che faccia colpo, qualcosa di luccicante, abbagliante.
Il regalo è per il mio innamorato. Voglio conquistarlo una volta per tutte.
Mamma quanto mi batte il cuore.
Inizio la ricerca con strategia matematica, metodica.
Non giro a casaccio, divido mentalmente la distesa di macerie in settori e li percorro, uno alla volta, avanti e indietro, in linea retta, spostandomi un po' più in là ogni volta che faccio dietro-front. Mi aiuto con un bastone per cercare un po' più in profondità, ma il tempo passa e non trovo niente.
Cioè, non è che non trovo niente, anzi. Infatti riempio un sacco di juta con tutte le cose che mi piacciono. Ma non trovo qualcosa degno del mio amore.
Il problema è che, il mio tesoro, lo conosco poco, non conosco i suoi gusti, come potrei?
La mia idea era quella di vedere talmente tante cose che il regalo giusto si sarebbe rivelato ai miei occhi spontaneamente. Secondo i miei piani, avrei semplicemente riconosciuto l'oggetto giusto tra mille. Ma forse le cose non funzionano così.
Va bene, a questo punto la ricerca deve terminare, torno alla mia idea iniziale, non ho più tempo, ormai è sera. Fra poche ore monterà di turno e mi devo anche preparare.
Decido di optare per l'enorme pistola in acciaio spazzolato che ho trovato l'altro giorno ancora stretta nel pugno del poveretto che voleva farsi giustizia da solo contro gli invasori e che è morto, fulminato, proprio a due passi dalla porta di casa mia.
Massì andrà bene. Per luccicare luccica e poi, dopotutto, il mio "raggio di sole" fa l'assassino di mestiere. Anche se è abituato ad armi ben più moderne, tecnologiche ed efficaci, un bel revolver ha sempre il suo fascino.
Ok, corro a casa con il mio saccone di tesori al seguito.
Mi preparo in fretta ma con cura. Non sono sicura che le mie forme possano piacere alla "luce dei miei occhi", cioè, di solito piacciono ai ragazzi, ma lui, di sicuro, non è come tutti gli altri. Allora faccio un po' e un po'.
Scelgo un abito che nasconde il seno, zero scollatura, ma che lascia ben scoperte le gambe. Niente tacco perché il mio "lui" non è tanto alto (eufemismo). Capello sciolto. I capelli biondi, lunghi e boccolosi come i miei, non possono essere nascosti, questi piacciono per forza.
Con il trucco ci vado pesante. I colori, in questi casi, servono.
Incarto il "ferro" ed esco.
La base non è molto lontana, giusto in fondo alla strada.
Ed eccolo al suo solito posto di guardia, armato fino ai denti, rigido sull'attenti.
«Nina cosa ci fai ancora qui?»
Non capisco quello che dice, usa quella specie di smartphone che traduce simultaneamente quello che ci diciamo.
«Ciao tesoro, ti ho portato un regalo!»
«Nina non voglio regali, io qui sto lavorando»
Che fascino!
Un occhio all'orizzonte, attento, alla ricerca di potenziali intrusi, l'altro fisso su di me. Sembra mi guardi le gambe (ho fatto bene).
«Almeno guarda cosa ti ho portato!»
Adesso il suo occhio si abbassa fino alla grossa rivoltella lucida che tengo tra le mani.
«Dammi pure della pazza, ma io ti amo!»
Da dietro spunta uno dei suoi sinuosi tentacoli e, finalmente, mi ventosa il culo.
«Va bene Nina! Ci possiamo pure provare!»
Marco Sacchi
Re: Che razza di amore!
Ciao Marco! Tutto ok con i parametri, buona STEFANIA TONIOLO EDITION!
- MatteoMantoani
- Messaggi: 1216
Re: Che razza di amore!
Ciao Marco,
Leggendo il tuo racconto non posso fare a meno di pensare.. a questo.
https://it.wikipedia.org/wiki/Il_sogno_ ... _pescatore
Scherzi a parte, voce narrante sviluppa molto bene, con uno stile che la rende unica e ben caratterizzata. Molto divertente e interessante tutta la lettura fino all'irriverente finale. Per me una prova ben riuscita, che mi ha divertito e piacevolmente colpito.
Leggendo il tuo racconto non posso fare a meno di pensare.. a questo.
https://it.wikipedia.org/wiki/Il_sogno_ ... _pescatore
Scherzi a parte, voce narrante sviluppa molto bene, con uno stile che la rende unica e ben caratterizzata. Molto divertente e interessante tutta la lettura fino all'irriverente finale. Per me una prova ben riuscita, che mi ha divertito e piacevolmente colpito.
Re: Che razza di amore!
ciao Marco
ottimo lavoro, anche se sono un principiante come scrittore devo dire che questo racconto potrebbe essere inserito perfettamente in un libro di Arthur Clarke.
scorre bene, non vedo inciampi, storia non originale ma per la sua attualità, l' amore tra diversi, amori difficili...
mi sono immerso benissimo all' inizio alla fine.
Valerio Baldini (Lupo59)
ottimo lavoro, anche se sono un principiante come scrittore devo dire che questo racconto potrebbe essere inserito perfettamente in un libro di Arthur Clarke.
scorre bene, non vedo inciampi, storia non originale ma per la sua attualità, l' amore tra diversi, amori difficili...
mi sono immerso benissimo all' inizio alla fine.
Valerio Baldini (Lupo59)
- Emiliano Maramonte
- Messaggi: 1241
- Contatta:
Re: Che razza di amore!
Ciao Marco!
Se ho capito bene, siamo in uno scenario bellico/distopico/fantascientifico in cui una sopravvissuta, Nina, agisce per farsi notare nientemeno che da uno degli invasori, poiché ne è innamorata!
L'elemento che mi è piaciuto di più è lo stile: molto colloquiale, diretto e anche ironico al punto giusto. La narrazione, insomma, è assai gradevole. Oltretutto, mi fa molto piacere rilevare un testo senza grosse sbavature tecniche e ben condotto dall'inizio alla fine. Solo un piccolo appunto, l'uso delle virgolette. Se il testo ha un registro ironico, chiamare "ferro" una pistola o "raggio di sole" lo spasimante, non necessita di virgolettato perché il lettore capisce da sé l'enfasi di queste espressioni.
Finale carino, con un buon colpo di scena. Tema, mi sembra, centrato.
Buona gara!
Emiliano.
Se ho capito bene, siamo in uno scenario bellico/distopico/fantascientifico in cui una sopravvissuta, Nina, agisce per farsi notare nientemeno che da uno degli invasori, poiché ne è innamorata!
L'elemento che mi è piaciuto di più è lo stile: molto colloquiale, diretto e anche ironico al punto giusto. La narrazione, insomma, è assai gradevole. Oltretutto, mi fa molto piacere rilevare un testo senza grosse sbavature tecniche e ben condotto dall'inizio alla fine. Solo un piccolo appunto, l'uso delle virgolette. Se il testo ha un registro ironico, chiamare "ferro" una pistola o "raggio di sole" lo spasimante, non necessita di virgolettato perché il lettore capisce da sé l'enfasi di queste espressioni.
Finale carino, con un buon colpo di scena. Tema, mi sembra, centrato.
Buona gara!
Emiliano.
- Mauro Bennici
- Messaggi: 175
Re: Che razza di amore!
Ciao Marco,
Racconto ben scritto, in particolare la descrizione dei luoghi e del recente passato. Il finale quasi a "la sentinella" ci sta.
Non sono convintissimo del tema però. L'esercito invasore dovrebbe vedere noi umani come inferiori, averne ribrezzo e non terrore. La sentinella dovrebbe generare terrore in Nina? Ma lei se ne innamora senza che lui faccia qualcosa per "cambiare"?
Alla prossima!
Racconto ben scritto, in particolare la descrizione dei luoghi e del recente passato. Il finale quasi a "la sentinella" ci sta.
Non sono convintissimo del tema però. L'esercito invasore dovrebbe vedere noi umani come inferiori, averne ribrezzo e non terrore. La sentinella dovrebbe generare terrore in Nina? Ma lei se ne innamora senza che lui faccia qualcosa per "cambiare"?
Alla prossima!
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- Messaggi: 187
Re: Che razza di amore!
Gusto personale. Ciao Marco.
Un bel racconto che ci immerge in una realtà post-bellica ben resa. personalmente in prima lettura avevo immaginato l’ucraina. Protagonista interessante, un po’ matta ma simpatica, cresciuta da una nonna sopra le righe. Mi sono immaginato una ragazza piuttosto giovane, magari in shock post traumatico che le causa una “crisi di Stoccolma” verso gli invasori. Colpo di scena finale completamente inaspettato. In seconda lettura ho riconosciuto che hai fatto un po’ di semina, ma molto molto discreta (una delle forze armate più spietate che la terra abbia mai visto, armi più moderne e tecnologiche, etc).
Aderenza al tema: purtroppo non vedo l’aderenza al tema. Se Nina fosse stata una guerrigliera della resistenza che cambia per amore, o se il suo innamorato avesse fatto qualcosa per terrorizzarla prima di accettare le sue avances, capirei. Ma così com'è, trovo che il racconto non arrivi a centrare il tema.
Stile: bello lo stile, con la ragazza che racconta con abbondanza di parole e digressioni e che contribuisce a caratterizzare la protagonista. In alcuni punti però sembra fin troppo che lei stia parlando/raccontando a qualcuno (una pagina di diario, degli amici, il lettore) ma visto che ciò non è specificato, la cosa mi é risultata stonata. Mi riferisco in concreto a questo passaggio: “Quante inesattezze in un singolo pensiero! Riformulo.” E poi:” Ed ecco la seconda inesattezza:”
O magari volevi dare l’impressione che lei sia un po’ matterella? Il racconto, secondo me, funziona lo stesso se quelle frasi le togli.
Coerenza interna: niente da segnalare.
Forma: attenzione ai possessivi, spesso inutili: mia nonna , la mia nonnina.
Frase preferita: inguaribile ottimista o impunita farabutta?/Ma non li cercavamo nei boschi, lì era difficile trovarli. Noi andavamo nel giardino del signor Annoni che aveva l'ottimo passatempo di coltivare proprio i funghetti preferiti di nonna. Riempivamo il cestino. E già che c'eravamo, prendevamo anche l'insalata./Da dietro spunta uno dei suoi sinuosi tentacoli e, finalmente, mi ventosa il culo.
Un bel racconto che ci immerge in una realtà post-bellica ben resa. personalmente in prima lettura avevo immaginato l’ucraina. Protagonista interessante, un po’ matta ma simpatica, cresciuta da una nonna sopra le righe. Mi sono immaginato una ragazza piuttosto giovane, magari in shock post traumatico che le causa una “crisi di Stoccolma” verso gli invasori. Colpo di scena finale completamente inaspettato. In seconda lettura ho riconosciuto che hai fatto un po’ di semina, ma molto molto discreta (una delle forze armate più spietate che la terra abbia mai visto, armi più moderne e tecnologiche, etc).
Aderenza al tema: purtroppo non vedo l’aderenza al tema. Se Nina fosse stata una guerrigliera della resistenza che cambia per amore, o se il suo innamorato avesse fatto qualcosa per terrorizzarla prima di accettare le sue avances, capirei. Ma così com'è, trovo che il racconto non arrivi a centrare il tema.
Stile: bello lo stile, con la ragazza che racconta con abbondanza di parole e digressioni e che contribuisce a caratterizzare la protagonista. In alcuni punti però sembra fin troppo che lei stia parlando/raccontando a qualcuno (una pagina di diario, degli amici, il lettore) ma visto che ciò non è specificato, la cosa mi é risultata stonata. Mi riferisco in concreto a questo passaggio: “Quante inesattezze in un singolo pensiero! Riformulo.” E poi:” Ed ecco la seconda inesattezza:”
O magari volevi dare l’impressione che lei sia un po’ matterella? Il racconto, secondo me, funziona lo stesso se quelle frasi le togli.
Coerenza interna: niente da segnalare.
Forma: attenzione ai possessivi, spesso inutili: mia nonna , la mia nonnina.
Frase preferita: inguaribile ottimista o impunita farabutta?/Ma non li cercavamo nei boschi, lì era difficile trovarli. Noi andavamo nel giardino del signor Annoni che aveva l'ottimo passatempo di coltivare proprio i funghetti preferiti di nonna. Riempivamo il cestino. E già che c'eravamo, prendevamo anche l'insalata./Da dietro spunta uno dei suoi sinuosi tentacoli e, finalmente, mi ventosa il culo.
- Mario Mazzafoglie
- Messaggi: 250
Re: Che razza di amore!
Che razza di amore! - Marco Sacchi
Ciao Marco, un piacere leggerti.
Allora, dal mio punto di vista la forza di questo racconto è rappresentato dallo stile narrativo colloquiale, e per questo motivo concordo anche con chi ti ha detto che potevi evitare quel virgolettato su alcune parole.
La storia si legge bene e nnìon ha bisogno di ulteriori riletture a meno che non si voglia apprezzare meglio qualche dettaglio sparso nel testo.
Carino il modo in cui hai disegnato la protagonista e il colpo di scena finale.
PEr me è una buona prova.
Alla prossima, buona edition.
Ciao Marco, un piacere leggerti.
Allora, dal mio punto di vista la forza di questo racconto è rappresentato dallo stile narrativo colloquiale, e per questo motivo concordo anche con chi ti ha detto che potevi evitare quel virgolettato su alcune parole.
La storia si legge bene e nnìon ha bisogno di ulteriori riletture a meno che non si voglia apprezzare meglio qualche dettaglio sparso nel testo.
Carino il modo in cui hai disegnato la protagonista e il colpo di scena finale.
PEr me è una buona prova.
Alla prossima, buona edition.
- MarcoSacchi
- Messaggi: 9
Re: Che razza di amore!
Mauro Bennici ha scritto:Ciao Marco,
Racconto ben scritto, in particolare la descrizione dei luoghi e del recente passato. Il finale quasi a "la sentinella" ci sta.
Non sono convintissimo del tema però. L'esercito invasore dovrebbe vedere noi umani come inferiori, averne ribrezzo e non terrore. La sentinella dovrebbe generare terrore in Nina? Ma lei se ne innamora senza che lui faccia qualcosa per "cambiare"?
Alla prossima!
Ciao Mauro,
grazie per il tuo commento. Volevo solo rispondere a riguardo del tema.
Quello che volevo raccontare è di come gli invasori ci hanno messo tutto l'impegno del mondo per seminare terrore ma con Nina non ci sono riusciti tanto che questa si è pure innamorata di uno di loro.
Non capisco perché ti sia passata l'idea che gli alieni hanno terrore degli umani.
Ho interpretato così il tema: visto che non sono riusciti a terrorizzarla, provano ad amarla...una sciocchezza in effetti!
Marco Sacchi
- MarcoSacchi
- Messaggi: 9
Re: Che razza di amore!
Dash J. Benton ha scritto:Gusto personale. Ciao Marco.
Un bel racconto che ci immerge in una realtà post-bellica ben resa. personalmente in prima lettura avevo immaginato l’ucraina. Protagonista interessante, un po’ matta ma simpatica, cresciuta da una nonna sopra le righe. Mi sono immaginato una ragazza piuttosto giovane, magari in shock post traumatico che le causa una “crisi di Stoccolma” verso gli invasori. Colpo di scena finale completamente inaspettato. In seconda lettura ho riconosciuto che hai fatto un po’ di semina, ma molto molto discreta (una delle forze armate più spietate che la terra abbia mai visto, armi più moderne e tecnologiche, etc).
Aderenza al tema: purtroppo non vedo l’aderenza al tema. Se Nina fosse stata una guerrigliera della resistenza che cambia per amore, o se il suo innamorato avesse fatto qualcosa per terrorizzarla prima di accettare le sue avances, capirei. Ma così com'è, trovo che il racconto non arrivi a centrare il tema.
Stile: bello lo stile, con la ragazza che racconta con abbondanza di parole e digressioni e che contribuisce a caratterizzare la protagonista. In alcuni punti però sembra fin troppo che lei stia parlando/raccontando a qualcuno (una pagina di diario, degli amici, il lettore) ma visto che ciò non è specificato, la cosa mi é risultata stonata. Mi riferisco in concreto a questo passaggio: “Quante inesattezze in un singolo pensiero! Riformulo.” E poi:” Ed ecco la seconda inesattezza:”
O magari volevi dare l’impressione che lei sia un po’ matterella? Il racconto, secondo me, funziona lo stesso se quelle frasi le togli.
Coerenza interna: niente da segnalare.
Forma: attenzione ai possessivi, spesso inutili: mia nonna , la mia nonnina.
Frase preferita: inguaribile ottimista o impunita farabutta?/Ma non li cercavamo nei boschi, lì era difficile trovarli. Noi andavamo nel giardino del signor Annoni che aveva l'ottimo passatempo di coltivare proprio i funghetti preferiti di nonna. Riempivamo il cestino. E già che c'eravamo, prendevamo anche l'insalata./Da dietro spunta uno dei suoi sinuosi tentacoli e, finalmente, mi ventosa il culo.
Ciao Dash,
grazie mille per il commento.
Una parola sull'aderenza al tema. Il cambiamento l'ho fatto fare all'alieno che ha fatto tanto per terrorizzarla (gli ha distrutto il pianeta) ma che alla fine si decide ad amarla. Mi sembra aderente: "Se non posso seminare terrore, ispirerò amore".
Volevo che Nina fosse proprio matterella...dopotutto si innamora di una sorta di polipo alieno che vuole conquistare il suo mondo! :-P
Marco Sacchi
- Mauro Bennici
- Messaggi: 175
Re: Che razza di amore!
MarcoSacchi ha scritto:Mauro Bennici ha scritto:Ciao Marco,
Racconto ben scritto, in particolare la descrizione dei luoghi e del recente passato. Il finale quasi a "la sentinella" ci sta.
Non sono convintissimo del tema però. L'esercito invasore dovrebbe vedere noi umani come inferiori, averne ribrezzo e non terrore. La sentinella dovrebbe generare terrore in Nina? Ma lei se ne innamora senza che lui faccia qualcosa per "cambiare"?
Alla prossima!
Ciao Mauro,
grazie per il tuo commento. Volevo solo rispondere a riguardo del tema.
Quello che volevo raccontare è di come gli invasori ci hanno messo tutto l'impegno del mondo per seminare terrore ma con Nina non ci sono riusciti tanto che questa si è pure innamorata di uno di loro.
Non capisco perché ti sia passata l'idea che gli alieni hanno terrore degli umani.
Ho interpretato così il tema: visto che non sono riusciti a terrorizzarla, provano ad amarla...una sciocchezza in effetti!
Ciao Marco,
Non ho mai detto che gli alieni hanno il terrore degli umani. Il mio commento era un ragionamento per vedere i diversi punti di vista della faccenda. Ho compreso che il cambiamento avviene nella sentinella e questa cosa mi stona. Perché avviene, come dire, fuori dalla "telecamera". Vediamo solo la parte finale e non tutto quello che è accaduto per arrivare al punto "clou". Il suo percorso, i suoi dubbi, il suo accettare la cosa.
È la mia sensazione, nulla di più ;)
-
- Messaggi: 187
Re: Che razza di amore!
Grazie per la risposta. Ok ci sta, anche se molto indiretto (non ci sono elementi per sapere che lui in particolare ha o avrebbe voluto terrorizzare il nostro mondo, i soldati semplici spesso eseguono ordini senza necessariamente voler terrorizzare nessuono). Ma capisco la tua intenzione.
- MarcoSacchi
- Messaggi: 9
Re: Che razza di amore!
Mauro Bennici ha scritto:MarcoSacchi ha scritto:Mauro Bennici ha scritto:Ciao Marco,
Racconto ben scritto, in particolare la descrizione dei luoghi e del recente passato. Il finale quasi a "la sentinella" ci sta.
Non sono convintissimo del tema però. L'esercito invasore dovrebbe vedere noi umani come inferiori, averne ribrezzo e non terrore. La sentinella dovrebbe generare terrore in Nina? Ma lei se ne innamora senza che lui faccia qualcosa per "cambiare"?
Alla prossima!
Ciao Mauro,
grazie per il tuo commento. Volevo solo rispondere a riguardo del tema.
Quello che volevo raccontare è di come gli invasori ci hanno messo tutto l'impegno del mondo per seminare terrore ma con Nina non ci sono riusciti tanto che questa si è pure innamorata di uno di loro.
Non capisco perché ti sia passata l'idea che gli alieni hanno terrore degli umani.
Ho interpretato così il tema: visto che non sono riusciti a terrorizzarla, provano ad amarla...una sciocchezza in effetti!
Ciao Marco,
Non ho mai detto che gli alieni hanno il terrore degli umani. Il mio commento era un ragionamento per vedere i diversi punti di vista della faccenda. Ho compreso che il cambiamento avviene nella sentinella e questa cosa mi stona. Perché avviene, come dire, fuori dalla "telecamera". Vediamo solo la parte finale e non tutto quello che è accaduto per arrivare al punto "clou". Il suo percorso, i suoi dubbi, il suo accettare la cosa.
È la mia sensazione, nulla di più ;)
A ho capito cosa intendi.
Sì in effetti hai ragione. Volevo lasciare intendere che Nina era tempo che stressava lo spietato invasore cercando di farlo cedere al suo amore provandole tutte. Mi piaceva caratterizzare più la ragazzina matta e mi sono giocato quasi tutti i caratteri! :P
Comunque ti ringrazio davvero per i tuoi consigli e di tutti quelli del gruppo. Sono le prime cose che scrivo e mi siete molto utili.
Ad esempio ho capito di avere un problema con le virgolette, dovrei starci alla larga!!!
Marco Sacchi
Re: Che razza di amore!
Ciao Marco. Bel racconto! La nonnina inguaribile ottimista e impunita farabutta è il Top! Bella l’ambientazione com’è bello il narrato in prima persona di Nina, innamorata di un extraterrestre che nella scena finale lascia basiti. Forse non centratissimo il tema, ma con un minimo di fantasia ci si può arrivare
- Bescottina
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Re: Che razza di amore!
Ciao Marco, benvenuto a Minuti Contati!
È la prima volta che ti leggo, quindi piacere di conoscerti :)
Allora, per riuscire a fare il commento sono dovuta andare a leggere un po' di alcune tue spiegazioni in merito, perché il tema... completamente passato in sordina. Prima di dire qualcosa in merito, volevo capire nella tua intenzione come era stato declinato.
Per quanto sia un racconto piacevole, divertente e con un plot twist finale molto carino, aver tenuto "fuori scena" il tema non ha giocato a tuo vantaggio, perché purtroppo hai dovuto spiegarlo. Per i prossimi MC, ti consiglio sempre di usare il POV più attinente possibile al tema, per non scontrarti con questo inconveniente.
Spero di rileggerti presto :)
È la prima volta che ti leggo, quindi piacere di conoscerti :)
Allora, per riuscire a fare il commento sono dovuta andare a leggere un po' di alcune tue spiegazioni in merito, perché il tema... completamente passato in sordina. Prima di dire qualcosa in merito, volevo capire nella tua intenzione come era stato declinato.
Per quanto sia un racconto piacevole, divertente e con un plot twist finale molto carino, aver tenuto "fuori scena" il tema non ha giocato a tuo vantaggio, perché purtroppo hai dovuto spiegarlo. Per i prossimi MC, ti consiglio sempre di usare il POV più attinente possibile al tema, per non scontrarti con questo inconveniente.
Spero di rileggerti presto :)
- mdestefano
- Messaggi: 18
Re: Che razza di amore!
MarcoSacchi ha scritto:Non tutto il male vien per nuocere. Questo mi diceva sempre la mia nonna: inguaribile ottimista o impunita farabutta?
Lei la guerra l'aveva vissuta e ci aveva pure guadagnato, dopo tutto.
Adesso che ci sono dentro pure io, in questa guerra stramba, mi viene quasi da sorridere al pensiero di quante opportunità il caos ti concede. La nonna aveva ragione.
Che poi, guerra… non è che possiamo proprio definirla così.
Ci hanno invaso, hanno raso al suolo le nostre città. Ci hanno levato la libertà, la dignità, persino la voglia di reagire. Siamo inferiori. Deboli e fragili insetti in balia di una delle forze armate più spietate che la terra abbia mai visto.
Comunque, a proposito dei lati positivi, eccomi nel centro commerciale a fare compere.
Quante inesattezze in un singolo pensiero! Riformulo.
Per prima cosa, non è proprio un centro commerciale il luogo in cui mi trovo. Cioè, è stato un centro commerciale, adesso è un ammasso di macerie. In mezzo alle macerie, però, ci sono ancora tutte le belle cose che i negozi avevano in vendita.
Ed ecco la seconda inesattezza: non è che faccio proprio "compere". Le cose che trovo, se sono ancora sane, se mi piacciono, me le prendo e basta.
É come quando, da piccola, la mia nonnina mi diceva «Nina, domani sveglia presto che andiamo a fare funghi!». La mattina dopo, prima ancora che spuntasse il sole, uscivamo di casa per andare a cercare gli champignon che nonna adorava mangiare freschi nell'insalata. Ma non li cercavamo nei boschi, lì era difficile trovarli. Noi andavamo nel giardino del signor Annoni che aveva l'ottimo passatempo di coltivare proprio i funghetti preferiti di nonna. Riempivamo il cestino. E già che c'eravamo, prendevamo anche l'insalata.
Dunque, quello che cerco oggi è un regalo.
Devo trovare qualcosa di veramente fantastico, che faccia colpo, qualcosa di luccicante, abbagliante.
Il regalo è per il mio innamorato. Voglio conquistarlo una volta per tutte.
Mamma quanto mi batte il cuore.
Inizio la ricerca con strategia matematica, metodica.
Non giro a casaccio, divido mentalmente la distesa di macerie in settori e li percorro, uno alla volta, avanti e indietro, in linea retta, spostandomi un po' più in là ogni volta che faccio dietro-front. Mi aiuto con un bastone per cercare un po' più in profondità, ma il tempo passa e non trovo niente.
Cioè, non è che non trovo niente, anzi. Infatti riempio un sacco di juta con tutte le cose che mi piacciono. Ma non trovo qualcosa degno del mio amore.
Il problema è che, il mio tesoro, lo conosco poco, non conosco i suoi gusti, come potrei?
La mia idea era quella di vedere talmente tante cose che il regalo giusto si sarebbe rivelato ai miei occhi spontaneamente. Secondo i miei piani, avrei semplicemente riconosciuto l'oggetto giusto tra mille. Ma forse le cose non funzionano così.
Va bene, a questo punto la ricerca deve terminare, torno alla mia idea iniziale, non ho più tempo, ormai è sera. Fra poche ore monterà di turno e mi devo anche preparare.
Decido di optare per l'enorme pistola in acciaio spazzolato che ho trovato l'altro giorno ancora stretta nel pugno del poveretto che voleva farsi giustizia da solo contro gli invasori e che è morto, fulminato, proprio a due passi dalla porta di casa mia.
Massì andrà bene. Per luccicare luccica e poi, dopotutto, il mio "raggio di sole" fa l'assassino di mestiere. Anche se è abituato ad armi ben più moderne, tecnologiche ed efficaci, un bel revolver ha sempre il suo fascino.
Ok, corro a casa con il mio saccone di tesori al seguito.
Mi preparo in fretta ma con cura. Non sono sicura che le mie forme possano piacere alla "luce dei miei occhi", cioè, di solito piacciono ai ragazzi, ma lui, di sicuro, non è come tutti gli altri. Allora faccio un po' e un po'.
Scelgo un abito che nasconde il seno, zero scollatura, ma che lascia ben scoperte le gambe. Niente tacco perché il mio "lui" non è tanto alto (eufemismo). Capello sciolto. I capelli biondi, lunghi e boccolosi come i miei, non possono essere nascosti, questi piacciono per forza.
Con il trucco ci vado pesante. I colori, in questi casi, servono.
Incarto il "ferro" ed esco.
La base non è molto lontana, giusto in fondo alla strada.
Ed eccolo al suo solito posto di guardia, armato fino ai denti, rigido sull'attenti.
«Nina cosa ci fai ancora qui?»
Non capisco quello che dice, usa quella specie di smartphone che traduce simultaneamente quello che ci diciamo.
«Ciao tesoro, ti ho portato un regalo!»
«Nina non voglio regali, io qui sto lavorando»
Che fascino!
Un occhio all'orizzonte, attento, alla ricerca di potenziali intrusi, l'altro fisso su di me. Sembra mi guardi le gambe (ho fatto bene).
«Almeno guarda cosa ti ho portato!»
Adesso il suo occhio si abbassa fino alla grossa rivoltella lucida che tengo tra le mani.
«Dammi pure della pazza, ma io ti amo!»
Da dietro spunta uno dei suoi sinuosi tentacoli e, finalmente, mi ventosa il culo.
«Va bene Nina! Ci possiamo pure provare!»
Ciao Marco, piacere di conoscerti e di leggerti.
Il tuo racconto è sorprendente e coinvolgente, con un twist finale davvero efficace. Il lettore parte convinto di trovarsi in uno scenario di resistenza post-apocalittica, solo per scoprire che la protagonista ha ben altri piani rispetto alla semplice sopravvivenza: l’amore, per di più con un invasore. Questo ribaltamento è intrigante e lascia il segno.
Lo stile è pulito e scorrevole, con una narrazione in prima persona che rende il tutto molto immersivo. La protagonista ha una voce chiara e personale, e il parallelismo tra il saccheggio e la raccolta dei funghi con la nonna è un dettaglio che dà profondità al personaggio, rendendolo più umano.
L’unico dubbio è sull’aderenza al tema "se non posso seminare terrore, ispirerò amore". Il legame tra il concetto e la storia c’è, ma è un po’ sfumato: l’invasore, che dovrebbe ispirare terrore, finisce per essere l’oggetto dell’amore della protagonista, ma per il resto del mondo continua a essere una minaccia. Se l’intento era giocare con questa ambiguità, allora funziona, ma forse si poteva rendere ancora più evidente il contrasto.
Nel complesso, un ottimo racconto con un finale che colpisce e un personaggio che, nonostante il contesto, riesce a mantenere una leggerezza quasi ironica.
Grazie e buona edition!
Manuel De Stefano
Re: Che razza di amore!
Ciao!!
Per capire a pieno il tuo racconto ho dovuto leggerlo due volte, e solo alla fine ho capito che i soldati erano alieni.
La narrazione fluida, con una protagonista impertinente e un po' matta, rende il tutto molto semplice e bello da leggere.
Da un punto di vista tematico, invece, bisogna spendere qualche minuto in più per capire che la Nina, per un giro strano che non si capisce bene, si è innamorata di un soldato. Sa di storia conosciuta, ma non per questo è un'idea meno interessante. Avrebbe forse giovato un poco spendere qualche parola in più su questi soldati, rendere un po' più esplicito il tutto - ma in questo caso si tratta di un suggerimento dovuto al gusto personale.
Per capire a pieno il tuo racconto ho dovuto leggerlo due volte, e solo alla fine ho capito che i soldati erano alieni.
La narrazione fluida, con una protagonista impertinente e un po' matta, rende il tutto molto semplice e bello da leggere.
Da un punto di vista tematico, invece, bisogna spendere qualche minuto in più per capire che la Nina, per un giro strano che non si capisce bene, si è innamorata di un soldato. Sa di storia conosciuta, ma non per questo è un'idea meno interessante. Avrebbe forse giovato un poco spendere qualche parola in più su questi soldati, rendere un po' più esplicito il tutto - ma in questo caso si tratta di un suggerimento dovuto al gusto personale.
- IL GLADIATORE
- Messaggi: 147
Re: Che razza di amore!
Ciao Marco, il tuo è un testo piacevole, ben scritto, con una protagonista memorabile e un equilibrio riuscito tra cinismo e romanticismo alieno. Mi piace come hai caratterizzato Nina, folle e tenera allo stesso tempo e come hai ben gestito il contrasto tra il tono leggero e il contesto tragico. Non è una cosa scontata ed è segno di grande abilità narrativa. Ho trovato però poca progressione narrativa sena un vero arco o conflitto, anche se nel complesso la valutazione è un pollice tendente al positivo in modo brillante e poco solido.
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