L'incontro
- giulio.palmieri
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L'incontro
Duecentotrentaquattro metri. Duecentotrentaquattro metri, calcolati su un foglio a quadretti del suo taccuino, applicando il teorema di Pitagora imparato alle elementari: radice quadrata della somma dei quadrati di base e altezza. Duecentrentaquattro metri. Una diagonale immaginaria che partiva dal bordo inferriato della squallida finestra al secondo piano dell’Hotel Rue de Richelieu, tagliava obliqua le linee semicircolari dei sampietrini di via Dalmate, fino alla porta a vetri della fioraia al civico 37, dove quel sabato mattina di febbraio, alle 7:25 in punto, sarebbe convenuto il bersaglio.
I bersagli, pensò ancora Ibisco Sanders, facendo ruotare la rotella del mirino sul castello del suo AS50 semiautomatico. Mise a fuoco perfetto il vaso in terracotta in cui tre grandi calle bianche si levavano dal terriccio, proprio di fronte all’ingresso della fioraia, e guardò l’orologio sopra lo specchio della stanza: le 7:15.
Vicino al letto, sul parquet, la custodia di un violoncello, con cui era entrato nell’hotel.
Ancora dieci minuti, pensò, accarezzando l’acciaio della sua arma semiautomatica. Sapeva assemblarla e disassemblarla in due minuti e quarantuno secondi. Non più tardi delle 7:35 l’avrebbe riposta nella custodia del violoncello e sarebbe uscito dalla stanza, come un turista qualunque, mentre via Dalmate, sarebbe diventata un caos.
– Eccola – disse, seduto sulla sedia. Era Chloè che passeggiava dinanzi alla fioraia come ogni mattina, in attesa. Chloé Elmut, che aveva conosciuto prima del 2010 e con cui era stato fidanzato sette mesi e nove giorni, prima della convocazione tra le linee dei counter sniper dello Special Air Service britannico, nel 2010.
In Afghanistan, c’erano stati momenti in cui aveva contato le lettere del suo nome per sopravvivere all’attesa snervante delle ore; notti in cui aveva sognato, le orecchie piene del suono degli spari, tutti i giorni in cui erano stati assieme.
Una volta tornato, a dicembre di quell’anno, l’aveva rincontrata, lì a Parigi.
Avevano pranzato assieme, e lui le aveva letto nei suoi occhi verdi indifferenza e noia.
– Sto con un altro, Jamie – gli aveva detto.
– Non mi hai aspettato? – aveva fatto lui, guardando i suoi capelli ramati, i suoi occhi verdi.
– Non potevo scriverti. Non sapevo neanche dov’eri. Lui…
– Chi?
– Ron. Mi ha aiutata. Ha pagato il debito che avevo col fisco francese, e adesso… Jamie. Io non sapevo neanche dov’eri. Sono rimasta sola. E Ron mi ha aiutato.
Quella sera stessa, dopo cena, Jamie Blisco, nome in codice Ibisco Sanders, aveva deciso che entrambi, Chloé e Ron, dovevano cadere davanti al suo AS50.
Chloé si muoveva nel mirino, la testa ramata al di sopra delle tacche. Sanders guardò l’orologio. Erano le 7:23. Al massimo tra due minuti arriverà Ron pensò, il dito sul grilletto dell’arma.
Iniziò contare i secondi.
Trentaquattro, trentacinque, trentasei, trentasette…
In un momento, scorse Chloe piegarsi verso il basso, con un sorriso. Trasalì.
Era una bambina. Una bella bambina dai capelli biondi, venuta presso la fioraia di fronte a Chloé, che le parlava, muta, alla fine di quei duecentorentaquattro metri, come in un film a colori. Cazzo! pensò, tirando via il dito dal grilletto. Le calle bianche sembravano ondeggiare sullo fondo del mirino.
Il conto dei secondi gli era morto sulle labbra, quando si girò per guardare l’orologio. Nello specchio al di sotto, vide l'immagine di un uomo magrissimo, la barba brizzolata, la fronte solcata da due linee ondulate, profonde.
Uno scarafaggio elegante, ben vestito, che cercava la sua vendetta in quel cesso d’hotel, l’aria scandita dal suono snervante dell’orologio.
Quando rialzò lo sguardo, erano le 7:29. Non riusciva più a guardare nel mirino. Come nelle ore infinite in Afghanistan, un pensiero gli attraversò la mente, devo andare via da qui. In Canada, in Messico. Ci sarà un posto in cui dimenticare.
Un suono. La campanella dell’hotel che chiamava alla colazione. Con calma, disassemblò pezzo per pezzo l’arma, riponendola con cura nella custodia del violoncello.
Al ristorante dell’hotel, per colazione, ordinò croissant, latte, caffè, prosciutto e uova.
Sorrise nel lasciare la mancia alla ragazza che lo serviva. La vide allontanarsi verso il maitre, raggiante come se le avessero regalato un gioiello, mentre lui cominciava a bere il caffè, alle 7:47 di quel giorno.
I bersagli, pensò ancora Ibisco Sanders, facendo ruotare la rotella del mirino sul castello del suo AS50 semiautomatico. Mise a fuoco perfetto il vaso in terracotta in cui tre grandi calle bianche si levavano dal terriccio, proprio di fronte all’ingresso della fioraia, e guardò l’orologio sopra lo specchio della stanza: le 7:15.
Vicino al letto, sul parquet, la custodia di un violoncello, con cui era entrato nell’hotel.
Ancora dieci minuti, pensò, accarezzando l’acciaio della sua arma semiautomatica. Sapeva assemblarla e disassemblarla in due minuti e quarantuno secondi. Non più tardi delle 7:35 l’avrebbe riposta nella custodia del violoncello e sarebbe uscito dalla stanza, come un turista qualunque, mentre via Dalmate, sarebbe diventata un caos.
– Eccola – disse, seduto sulla sedia. Era Chloè che passeggiava dinanzi alla fioraia come ogni mattina, in attesa. Chloé Elmut, che aveva conosciuto prima del 2010 e con cui era stato fidanzato sette mesi e nove giorni, prima della convocazione tra le linee dei counter sniper dello Special Air Service britannico, nel 2010.
In Afghanistan, c’erano stati momenti in cui aveva contato le lettere del suo nome per sopravvivere all’attesa snervante delle ore; notti in cui aveva sognato, le orecchie piene del suono degli spari, tutti i giorni in cui erano stati assieme.
Una volta tornato, a dicembre di quell’anno, l’aveva rincontrata, lì a Parigi.
Avevano pranzato assieme, e lui le aveva letto nei suoi occhi verdi indifferenza e noia.
– Sto con un altro, Jamie – gli aveva detto.
– Non mi hai aspettato? – aveva fatto lui, guardando i suoi capelli ramati, i suoi occhi verdi.
– Non potevo scriverti. Non sapevo neanche dov’eri. Lui…
– Chi?
– Ron. Mi ha aiutata. Ha pagato il debito che avevo col fisco francese, e adesso… Jamie. Io non sapevo neanche dov’eri. Sono rimasta sola. E Ron mi ha aiutato.
Quella sera stessa, dopo cena, Jamie Blisco, nome in codice Ibisco Sanders, aveva deciso che entrambi, Chloé e Ron, dovevano cadere davanti al suo AS50.
Chloé si muoveva nel mirino, la testa ramata al di sopra delle tacche. Sanders guardò l’orologio. Erano le 7:23. Al massimo tra due minuti arriverà Ron pensò, il dito sul grilletto dell’arma.
Iniziò contare i secondi.
Trentaquattro, trentacinque, trentasei, trentasette…
In un momento, scorse Chloe piegarsi verso il basso, con un sorriso. Trasalì.
Era una bambina. Una bella bambina dai capelli biondi, venuta presso la fioraia di fronte a Chloé, che le parlava, muta, alla fine di quei duecentorentaquattro metri, come in un film a colori. Cazzo! pensò, tirando via il dito dal grilletto. Le calle bianche sembravano ondeggiare sullo fondo del mirino.
Il conto dei secondi gli era morto sulle labbra, quando si girò per guardare l’orologio. Nello specchio al di sotto, vide l'immagine di un uomo magrissimo, la barba brizzolata, la fronte solcata da due linee ondulate, profonde.
Uno scarafaggio elegante, ben vestito, che cercava la sua vendetta in quel cesso d’hotel, l’aria scandita dal suono snervante dell’orologio.
Quando rialzò lo sguardo, erano le 7:29. Non riusciva più a guardare nel mirino. Come nelle ore infinite in Afghanistan, un pensiero gli attraversò la mente, devo andare via da qui. In Canada, in Messico. Ci sarà un posto in cui dimenticare.
Un suono. La campanella dell’hotel che chiamava alla colazione. Con calma, disassemblò pezzo per pezzo l’arma, riponendola con cura nella custodia del violoncello.
Al ristorante dell’hotel, per colazione, ordinò croissant, latte, caffè, prosciutto e uova.
Sorrise nel lasciare la mancia alla ragazza che lo serviva. La vide allontanarsi verso il maitre, raggiante come se le avessero regalato un gioiello, mentre lui cominciava a bere il caffè, alle 7:47 di quel giorno.
Re: L'incontro
Ciao Giulio! Tutto ok con i parametri, buona STEFANIA TONIOLO EDITION!
Re: L'incontro
ciao Giulio
mi manca qualcosa per giustificare un duplice omicidio
capisco che la guerra fa diventare paranoici ma mi manca o il percorso della sua pazzia o qualche seme che portava li.
non sento l'amore, è vero che l' incontro della bambina è stato un detonatore alla bontà.
la paura o il terrore di chi?
la trasformazione a buono non mi ha colpito.
naturalmente opinione personalissima...
Baldini Valerio
mi manca qualcosa per giustificare un duplice omicidio
capisco che la guerra fa diventare paranoici ma mi manca o il percorso della sua pazzia o qualche seme che portava li.
non sento l'amore, è vero che l' incontro della bambina è stato un detonatore alla bontà.
la paura o il terrore di chi?
la trasformazione a buono non mi ha colpito.
naturalmente opinione personalissima...
Baldini Valerio
Re: L'incontro
Ciao Giulio, piacere di rileggerti.
Il tuo racconto è ben scritto e mi piace come gestisci il crescendo della tensione a partire dall’ossessione del protagonista per i numeri e la precisione. Riesci a rendere bene le scene che immagini. Stilisticamente ci sono delle piccolezze che si potrebbero migliorare (es. la ripetizione di semiautomatico/a, seduto sulla sedia, tra le linee > fila degli sniper, ecc.); sono tutte stupidaggini ma nell’insieme la lettura ne guadagnerebbe. Detto questo comunque una bella prova, godibile.
Complimenti e in bocca al lupo!
Il tuo racconto è ben scritto e mi piace come gestisci il crescendo della tensione a partire dall’ossessione del protagonista per i numeri e la precisione. Riesci a rendere bene le scene che immagini. Stilisticamente ci sono delle piccolezze che si potrebbero migliorare (es. la ripetizione di semiautomatico/a, seduto sulla sedia, tra le linee > fila degli sniper, ecc.); sono tutte stupidaggini ma nell’insieme la lettura ne guadagnerebbe. Detto questo comunque una bella prova, godibile.
Complimenti e in bocca al lupo!
Se non posso ballare, allora non è la mia rivoluzione. (E. Goldman)
gioco - Corrado Gioannini
gioco - Corrado Gioannini
Re: L'incontro
Ciao Giulio!
Molto ben fatto il racconto. Mi è piaciuto soprattutto il ritmo serrato delle frasi e la rappresentazione di una sorta di paranoica metodicità del cecchino. Devo anche farti i complimenti per la piccola scena di dialogo: il tono della conversazione è pacato e realistico, non esagerato, eppure vivido. La ripetizione di "Mi ha aiutato", per esempio, è un bel dettaglio. Lo stesso si può dire della ripetizione della distanza di tiro nella prosa.
Credo ci siano delle ingenuità nella trama. Mi è venuto da pensare che un militare in crisi di gelosia non necessariamente pianificherebbe un assassinio, quando sarebbe più semplice fare della 'normale' violenza domestica, ma magari il protagonista è particolarmente freddo. Il vero problema magari è nel finale: la rivelazione della bambina che 'sospende' la voglia di uccidere è un classico, forse un po' clichettoso, ma va bene. Le ultime righe invece vogliono forzare troppo l'happy ending che c'è già stato.
Per chiarire: trovo che "Ci sarà un posto in cui dimenticare" sia un finale molto più efficace della colazione all'hotel e del fatto che il protagonista sorride. Per il lettore è difficile credere che il protagonista ora "stia bene" perché è contrario a tutto quanto detto nel testo, e in ultima analisi non ce n'è bisogno.
Comunque una bella prova
Molto ben fatto il racconto. Mi è piaciuto soprattutto il ritmo serrato delle frasi e la rappresentazione di una sorta di paranoica metodicità del cecchino. Devo anche farti i complimenti per la piccola scena di dialogo: il tono della conversazione è pacato e realistico, non esagerato, eppure vivido. La ripetizione di "Mi ha aiutato", per esempio, è un bel dettaglio. Lo stesso si può dire della ripetizione della distanza di tiro nella prosa.
Credo ci siano delle ingenuità nella trama. Mi è venuto da pensare che un militare in crisi di gelosia non necessariamente pianificherebbe un assassinio, quando sarebbe più semplice fare della 'normale' violenza domestica, ma magari il protagonista è particolarmente freddo. Il vero problema magari è nel finale: la rivelazione della bambina che 'sospende' la voglia di uccidere è un classico, forse un po' clichettoso, ma va bene. Le ultime righe invece vogliono forzare troppo l'happy ending che c'è già stato.
Per chiarire: trovo che "Ci sarà un posto in cui dimenticare" sia un finale molto più efficace della colazione all'hotel e del fatto che il protagonista sorride. Per il lettore è difficile credere che il protagonista ora "stia bene" perché è contrario a tutto quanto detto nel testo, e in ultima analisi non ce n'è bisogno.
Comunque una bella prova
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Linktree - Goodreads
*viene fuori che ce ne sono altri, comunque il mio vale la pena giuro
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Re: L'incontro
L'incontro - Giulio Palmieri
Ciao Giulio!
Quando ho letto il tuo racconto stavo pranzando, non l'avessi mai fatto! Non riuscivo a mandar giù niente per la tensione crescente. Inizialmente ho immaginato un contesto di guerra dove un cecchino deve portare a termine un'operazione, poi è arrivato l'hotel, e ho pensato ad un sicario, ma quando finalmente ho capito la vera identità del protagonista e della sua missione, wow, non me l'aspettavo. Insomma, lettura chiara e scorrevole, trama interessante, forte impatto emotivo: sono presenti tutti gli elementi per un ottimo racconto.
Riguardo al tema, comprendo come hai inserito la trasformazione del protagonista da malevolenza a benevolenza, quello che non ho ben capito è la trasformazione da malevolenza a benevolenza nei confronti di Chloé. Cioè, a far cambiare idea a Ibisco è stata la presenza di una bambina davanti al suo bersaglio, ora, ok la tenerezza e l'innocenza della stessa, ma come ha potuto mutare così velocemente il lato negativo che lo ha portato a raggiungere quell'hotel ed assemblare il fucile? Mi aspetto che quelle sensazioni siano maturate in lui nel tempo e non altrettanto velocemente. Tra l'altro mi rimane l'amaro in bocca a non avere una sorta di legame con quella bambina: ha a che fare con Ibisco? con Chloé? Era semplicemente di passaggio?
In ogni caso mi è piaciuto tantissimo. Complimenti.
Ciao Giulio!
Quando ho letto il tuo racconto stavo pranzando, non l'avessi mai fatto! Non riuscivo a mandar giù niente per la tensione crescente. Inizialmente ho immaginato un contesto di guerra dove un cecchino deve portare a termine un'operazione, poi è arrivato l'hotel, e ho pensato ad un sicario, ma quando finalmente ho capito la vera identità del protagonista e della sua missione, wow, non me l'aspettavo. Insomma, lettura chiara e scorrevole, trama interessante, forte impatto emotivo: sono presenti tutti gli elementi per un ottimo racconto.
Riguardo al tema, comprendo come hai inserito la trasformazione del protagonista da malevolenza a benevolenza, quello che non ho ben capito è la trasformazione da malevolenza a benevolenza nei confronti di Chloé. Cioè, a far cambiare idea a Ibisco è stata la presenza di una bambina davanti al suo bersaglio, ora, ok la tenerezza e l'innocenza della stessa, ma come ha potuto mutare così velocemente il lato negativo che lo ha portato a raggiungere quell'hotel ed assemblare il fucile? Mi aspetto che quelle sensazioni siano maturate in lui nel tempo e non altrettanto velocemente. Tra l'altro mi rimane l'amaro in bocca a non avere una sorta di legame con quella bambina: ha a che fare con Ibisco? con Chloé? Era semplicemente di passaggio?
In ogni caso mi è piaciuto tantissimo. Complimenti.
Francesco Michele Forciniti
- giulio.palmieri
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Re: L'incontro
Lupo59 ha scritto:ciao Giulio
mi manca qualcosa per giustificare un duplice omicidio
capisco che la guerra fa diventare paranoici ma mi manca o il percorso della sua pazzia o qualche seme che portava li.
non sento l'amore, è vero che l' incontro della bambina è stato un detonatore alla bontà.
la paura o il terrore di chi?
la trasformazione a buono non mi ha colpito.
naturalmente opinione personalissima...
Baldini Valerio
Ciao Valerio, grazie per il commento. Il tema della vendetta personale di un ex cecchino è un classico. La trasformazione vuole insistere su qualcosa che il cecchino non sapeva di Chloé e che irrompe lì, nel mirino e nella sua coscienza, scombinandogli i piani. Buona edition e a rileggerci.
- giulio.palmieri
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Re: L'incontro
gioco ha scritto:Ciao Giulio, piacere di rileggerti.
Il tuo racconto è ben scritto e mi piace come gestisci il crescendo della tensione a partire dall’ossessione del protagonista per i numeri e la precisione. Riesci a rendere bene le scene che immagini. Stilisticamente ci sono delle piccolezze che si potrebbero migliorare (es. la ripetizione di semiautomatico/a, seduto sulla sedia, tra le linee > fila degli sniper, ecc.); sono tutte stupidaggini ma nell’insieme la lettura ne guadagnerebbe. Detto questo comunque una bella prova, godibile.
Complimenti e in bocca al lupo!
Grazie mille per i complimenti! Non ho fatto in tempo a dare l'ultima pulizia al testo; ho postato dall'aeroporto poco prima di partire. Cmq contento che ti sia piaciuto. A rileggerci e buona edition
- giulio.palmieri
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Re: L'incontro
M.M ha scritto:Ciao Giulio!
Molto ben fatto il racconto. Mi è piaciuto soprattutto il ritmo serrato delle frasi e la rappresentazione di una sorta di paranoica metodicità del cecchino. Devo anche farti i complimenti per la piccola scena di dialogo: il tono della conversazione è pacato e realistico, non esagerato, eppure vivido. La ripetizione di "Mi ha aiutato", per esempio, è un bel dettaglio. Lo stesso si può dire della ripetizione della distanza di tiro nella prosa.
Credo ci siano delle ingenuità nella trama. Mi è venuto da pensare che un militare in crisi di gelosia non necessariamente pianificherebbe un assassinio, quando sarebbe più semplice fare della 'normale' violenza domestica, ma magari il protagonista è particolarmente freddo. Il vero problema magari è nel finale: la rivelazione della bambina che 'sospende' la voglia di uccidere è un classico, forse un po' clichettoso, ma va bene. Le ultime righe invece vogliono forzare troppo l'happy ending che c'è già stato.
Per chiarire: trovo che "Ci sarà un posto in cui dimenticare" sia un finale molto più efficace della colazione all'hotel e del fatto che il protagonista sorride. Per il lettore è difficile credere che il protagonista ora "stia bene" perché è contrario a tutto quanto detto nel testo, e in ultima analisi non ce n'è bisogno.
Comunque una bella prova
Grazie mille, felice che ti sia piaciuto. Nelle mie intenzioni, il finale voleva riportare la narrazione a un livello quotidiano, in contrasto con la tensione del racconto. A rileggerci e alla prossima. Buona edition.
- giulio.palmieri
- Messaggi: 352
Re: L'incontro
frafo ha scritto:L'incontro - Giulio Palmieri
Ciao Giulio!
Quando ho letto il tuo racconto stavo pranzando, non l'avessi mai fatto! Non riuscivo a mandar giù niente per la tensione crescente. Inizialmente ho immaginato un contesto di guerra dove un cecchino deve portare a termine un'operazione, poi è arrivato l'hotel, e ho pensato ad un sicario, ma quando finalmente ho capito la vera identità del protagonista e della sua missione, wow, non me l'aspettavo. Insomma, lettura chiara e scorrevole, trama interessante, forte impatto emotivo: sono presenti tutti gli elementi per un ottimo racconto.
Riguardo al tema, comprendo come hai inserito la trasformazione del protagonista da malevolenza a benevolenza, quello che non ho ben capito è la trasformazione da malevolenza a benevolenza nei confronti di Chloé. Cioè, a far cambiare idea a Ibisco è stata la presenza di una bambina davanti al suo bersaglio, ora, ok la tenerezza e l'innocenza della stessa, ma come ha potuto mutare così velocemente il lato negativo che lo ha portato a raggiungere quell'hotel ed assemblare il fucile? Mi aspetto che quelle sensazioni siano maturate in lui nel tempo e non altrettanto velocemente. Tra l'altro mi rimane l'amaro in bocca a non avere una sorta di legame con quella bambina: ha a che fare con Ibisco? con Chloé? Era semplicemente di passaggio?
In ogni caso mi è piaciuto tantissimo. Complimenti.
Ciao Francesco, grazie per il commento, felice ti sia piaciuto. Ho qualcosa da dire sulla trasformazione del personaggio, ma aspetto i commenti degli altri prima di rispondere. Buona edition
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Re: L'incontro
Ciao Giulio,
Racconto abbastanza lineare, ma che per me presenta qualche intoppo. L'alternanza stilistica di tempi, i pensieri sciolti nel testo ma interrotti dal "pensò" e l'incursione del narratore esterno che mi racconta il background sono cose che non apprezzo e che mi buttano un po’ fuori dalla lettura. Perché non hai scritto in prima persona a questo punto?
Riguardo l’idea, la trovo l'idea non particolarmente originale, ma non è particolarmente problematico. Invece vedo abbastanza poco il tema. Voleva ucciderla (non terrorizzarla, ucciderla), ma ha cambiato idea e se ne va in Messico. Dov'è l'amore? E il terrore?
Forse la mia incomprensione è dettata anche da alcune cose che non sono spiegate. La bambina è una bambina a caso? Non può essere la figlia di Chloé, perché lui è stato via solo un anno...giusto? Ma allora perché gli fa cambiare idea? E il tipo in giacca e cravatta era Ron? Insomma, per me un racconto semplice ma con qualche intoppo sia a livello di stile che di contenuto, che mi portano a giudicare questa prova come non troppo riuscita.
Racconto abbastanza lineare, ma che per me presenta qualche intoppo. L'alternanza stilistica di tempi, i pensieri sciolti nel testo ma interrotti dal "pensò" e l'incursione del narratore esterno che mi racconta il background sono cose che non apprezzo e che mi buttano un po’ fuori dalla lettura. Perché non hai scritto in prima persona a questo punto?
Riguardo l’idea, la trovo l'idea non particolarmente originale, ma non è particolarmente problematico. Invece vedo abbastanza poco il tema. Voleva ucciderla (non terrorizzarla, ucciderla), ma ha cambiato idea e se ne va in Messico. Dov'è l'amore? E il terrore?
Forse la mia incomprensione è dettata anche da alcune cose che non sono spiegate. La bambina è una bambina a caso? Non può essere la figlia di Chloé, perché lui è stato via solo un anno...giusto? Ma allora perché gli fa cambiare idea? E il tipo in giacca e cravatta era Ron? Insomma, per me un racconto semplice ma con qualche intoppo sia a livello di stile che di contenuto, che mi portano a giudicare questa prova come non troppo riuscita.
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Re: L'incontro
Tema centrato. Ibisco Sanders, uomo d’azione, ha portato in albergo un’arma di precisione per uccidere la sua ex e il fidanzato di lei. Lo scorrere delle ore da la giusta tensione alla storia. E anche i particolari: la ex davanti al negozio di fiori, ignara di ciò che sta per accaderle. E la comparsa della bambina bionda, che fa capitolare Ibisco, il quale rinuncia all’omicidio e ritira l’arma nella custodia del violoncello. Bella la scena della colazione e prima ancora il protagonista che si vede riflesso allo specchio e si disprezza. Bello il finale, con lui che fa colazione e pensa alle destinazioni che lo attendono per dimenticare la ex.
- giulio.palmieri
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Re: L'incontro
Frankestissimo ha scritto:Ciao Giulio,
Racconto abbastanza lineare, ma che per me presenta qualche intoppo. L'alternanza stilistica di tempi, i pensieri sciolti nel testo ma interrotti dal "pensò" e l'incursione del narratore esterno che mi racconta il background sono cose che non apprezzo e che mi buttano un po’ fuori dalla lettura. Perché non hai scritto in prima persona a questo punto?
Riguardo l’idea, la trovo l'idea non particolarmente originale, ma non è particolarmente problematico. Invece vedo abbastanza poco il tema. Voleva ucciderla (non terrorizzarla, ucciderla), ma ha cambiato idea e se ne va in Messico. Dov'è l'amore? E il terrore?
Forse la mia incomprensione è dettata anche da alcune cose che non sono spiegate. La bambina è una bambina a caso? Non può essere la figlia di Chloé, perché lui è stato via solo un anno...giusto? Ma allora perché gli fa cambiare idea? E il tipo in giacca e cravatta era Ron? Insomma, per me un racconto semplice ma con qualche intoppo sia a livello di stile che di contenuto, che mi portano a giudicare questa prova come non troppo riuscita.
Ciao, grazie per il commento. Bah, il tema c'è: un'azione da cecchino in un contesto civile mi sembra sufficientemente volta a seminare terrore nella popolazione (anzi, è proprio un atto di terrorismo). Il pdv di Ibisco è rispettato perché nel momento in cui vede la bambina capisce che instillerebbe in lei (e non solo in lei) proprio quel terrore voluto dal tema, mentre il finale intende chiudere 'in minore', con un piccolo gesto verso la ragazza che serve ai tavoli (e si passa dal terrore all'amore, inteso nei piccoli gesti). Sul resto lascio a te le valutazioni, però sta roba dell'interpretazione del tema resta sempre in sospeso tra un'edition e l'altra (e tra un racconto e l'altro). Cmq, la prossima volta cercherò di essere più chiaro.
Ultima modifica di giulio.palmieri il lunedì 24 marzo 2025, 18:24, modificato 3 volte in totale.
- giulio.palmieri
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Re: L'incontro
alexandra.fischer ha scritto:Tema centrato. Ibisco Sanders, uomo d’azione, ha portato in albergo un’arma di precisione per uccidere la sua ex e il fidanzato di lei. Lo scorrere delle ore da la giusta tensione alla storia. E anche i particolari: la ex davanti al negozio di fiori, ignara di ciò che sta per accaderle. E la comparsa della bambina bionda, che fa capitolare Ibisco, il quale rinuncia all’omicidio e ritira l’arma nella custodia del violoncello. Bella la scena della colazione e prima ancora il protagonista che si vede riflesso allo specchio e si disprezza. Bello il finale, con lui che fa colazione e pensa alle destinazioni che lo attendono per dimenticare la ex.
Ciao Alexandra, grazie per il commento. A rileggerci e buona edition.
- BruceLagogrigio
- Messaggi: 444
Re: L'incontro
In terza persona. Tempo verbale: Prevalentemente passato prossimo e imperfetto
Ambientazione: Hotel a Parigi, con vista su una strada (via Dalmate)
Genere: Thriller psicologico, racconto noir
Tema centrato: Parzialmente, in quanto il racconto esplora la vendetta e l'impossibilità di portarla a termine, sfiorando il tema del contest.
Ciao Giulio, piacere di leggerti. Come prima cosa complimenti per l'uso di termini tecnici e professionali che fanno calare il lettore nell'ambientazione. Il racconto si legge proprio bene ed è tutto molto chiaro. Lo stile è ottimo, molto scorrevole.
Unica pecca un po' cliché sia come storia, sia la bambina usata come escamotage.
Mi manca un po' l'inspirare amore che c'è ma lievemente.
Alla prossima
Ambientazione: Hotel a Parigi, con vista su una strada (via Dalmate)
Genere: Thriller psicologico, racconto noir
Tema centrato: Parzialmente, in quanto il racconto esplora la vendetta e l'impossibilità di portarla a termine, sfiorando il tema del contest.
Ciao Giulio, piacere di leggerti. Come prima cosa complimenti per l'uso di termini tecnici e professionali che fanno calare il lettore nell'ambientazione. Il racconto si legge proprio bene ed è tutto molto chiaro. Lo stile è ottimo, molto scorrevole.
Unica pecca un po' cliché sia come storia, sia la bambina usata come escamotage.
Mi manca un po' l'inspirare amore che c'è ma lievemente.
Alla prossima
L'uomo prudente, con una frase elegante, si cava fuori da ogni garbuglio, e sa usar la lingua con la leggerezza di una piuma. Umberto Eco
- Stefano Scudeler
- Messaggi: 105
Re: L'incontro
Ciao Giulio e piacere di rileggerti!
Il racconto che hai scritto ha dei buoni punti di forza (la caratterizzazione del protagonista e alcune descrizioni molto azzeccate) ma mi lascia qualche dubbio (che però non influisce troppo sull'esperienza di lettura).
Mi è piaciuta molto la maniacalità di Ibisco anche se mi ha fatto scattare una domanda a posteriori: possibile che uno così preciso non si sia preso la briga di controllare che la sua ex compagna avesse una figlia? O che ne suoi.appostamenti non sia mai comparsa?
Dalla precisione con cui lui descrive il fatto che i due si trovano sempre nello stesso posto e alla stessa ora, ho pensato a mesi di pedinamenti.
Visto che però il racconto mi è piaciuto, penso che sorvolerò su queste domande.
Buona edition!
Il racconto che hai scritto ha dei buoni punti di forza (la caratterizzazione del protagonista e alcune descrizioni molto azzeccate) ma mi lascia qualche dubbio (che però non influisce troppo sull'esperienza di lettura).
Mi è piaciuta molto la maniacalità di Ibisco anche se mi ha fatto scattare una domanda a posteriori: possibile che uno così preciso non si sia preso la briga di controllare che la sua ex compagna avesse una figlia? O che ne suoi.appostamenti non sia mai comparsa?
Dalla precisione con cui lui descrive il fatto che i due si trovano sempre nello stesso posto e alla stessa ora, ho pensato a mesi di pedinamenti.
Visto che però il racconto mi è piaciuto, penso che sorvolerò su queste domande.
Buona edition!
- giulio.palmieri
- Messaggi: 352
Re: L'incontro
Salve Bruce e Stefano, grazie per i vostri commenti, ci ragionerò su.A rileggerci
- giulio.palmieri
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Re: L'incontro
BruceLagogrigio ha scritto:In terza persona. Tempo verbale: Prevalentemente passato prossimo e imperfetto
Ambientazione: Hotel a Parigi, con vista su una strada (via Dalmate)
Genere: Thriller psicologico, racconto noir
Tema centrato: Parzialmente, in quanto il racconto esplora la vendetta e l'impossibilità di portarla a termine, sfiorando il tema del contest.
Ciao Giulio, piacere di leggerti. Come prima cosa complimenti per l'uso di termini tecnici e professionali che fanno calare il lettore nell'ambientazione. Il racconto si legge proprio bene ed è tutto molto chiaro. Lo stile è ottimo, molto scorrevole.
Unica pecca un po' cliché sia come storia, sia la bambina usata come escamotage.
Mi manca un po' l'inspirare amore che c'è ma lievemente.
Alla prossima
Visto che adesso ho tempo, rispondo più nel dettaglio. Riprendo il tema: "Se non posso seminare terrore, ispirerò amore". L'ho interpretato così: un personaggio che viene messo in condizioni di non poter più seminare terrore. Nel mio caso l'ho calato sul reduce dall'Afghanistan, che sta per "cecchinare" una donna (confondendo il contesto di guerra con un contesto civile). La bambina nel mirino è un po' la leva scatenante che lo fa ritrarre (per la quale, non può più concludere la sua azione). Cercando poi di adempiere al "ispirerò amore", ho cercato di chiudere in minore la narrazione, con un piccolo gesto verso la ragazza ai tavoli, intendendo l'amore come un piccolo gesto incondizionato (sempre nel contesto della narrazione). Queste erano le intenzioni, poi, le prossime volte valuterò più approfonditamente l'aderenza al tema. A rileggerci.
- CristianoSaccoccia
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Re: L'incontro
Questo racconto si legge tutto d’un fiato. La precisione del gesto, i calcoli, la freddezza iniziale di Ibisco… e poi quel momento di rottura, quando tutto si incrina per un sorriso rivolto a una bambina. Funziona molto bene, perché non forza la mano: è un cambio sottile, umano. La scrittura è solida, controllata, e il dettaglio del violoncello è un tocco riuscito. Se proprio devo dirti qualcosa, forse il passato con Chloé resta un po’ troppo nel cliché del soldato tradito, ma lo salvi con stile.
Re: L'incontro
Un buon racconto, bello solido e ben narrato. Tanti refusi nella seconda parte che rovinano un po' la lettura. Non vedendo entrare in scena l'altro uomo, si potrebbe pensare che quella sia la figlia del protagonista, elemento che avrebbe intricato ancora di più la vicenda, ma non lasci semina a riguardo. Il tema c'è anche se più che ispirare amore, rinuncia a esercitare una violenza. Per me un pollice tendente al positivo in modo solido e quasi brillante.
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