Mi chiamo Ombra e sento delle voci…
Mi chiamo Ombra e sento delle voci…
Mi chiamo Ombra e sento delle voci…
Mi chiamo Ombra, e fino a poco tempo fa la mia missione è sempre stata incutere paura, spargere il panico e trasformare i sogni in incubi.
---
Il Mago Janez mi raccolse piccolo e randagio in un vicolo buio, nero come il mio manto: brillava solo il luccichio dei miei occhi verde smeraldo.
Non ho memoria dei miei giorni raminghi, ma ricordo bene il momento in cui mi depose sopra quel tavolo, nel sotterraneo del castello che divenne la mia casa.
Con una mano mi teneva fermo e con l’altra agitava una strana bacchetta.
«Ombra: d’ora in poi io sarò il tuo padrone e tu mi servirai fino alla morte!»
Da lì in poi sentii la sua voce nella mia testa costantemente, anche quando non parlava. Mi insegnò a far comparire il fuoco dentro i miei occhi, ad entrare dentro i sogni delle persone, a spezzare le loro ombre, a caricare il mio pelo di elettricità fino a fulminare chi capitava sotto le mie grinfie, a sussurrare minacce attraverso il mio miagolio. I miei artigli erano armi affilate, capaci di uccidere.
La mia coda, sinuosa come una serpe, era stata testimone di innumerevoli urla di terrore.
Ricordo ancora la notte in cui la mia vittima fu il ciambellano di corte, un uomo grassoccio e nervoso che aveva il brutto vizio di addormentarsi con una candela accesa.
Janez desiderava seminare il caos tra i funzionari del re, quindi mi infilai nella sua stanza con la grazia di un’ombra, del resto non è il mio nome?
Balzai sulla sua scrivania e con un colpo ben calibrato feci cadere la candela accesa, lasciando che il fuoco lambisse lentamente i fogli sparsi.
Il ciambellano si svegliò di soprassalto, sgranando gli occhi terrorizzato. Prima che potesse capire cosa stesse succedendo, mi piazzai sulla sua pancia, le pupille dilatate come due lune nere attraversate da lampi di fuoco. Sibilai con un’intensità tale da fargli rizzare i capelli in testa.
«Un demone! Un demone è venuto per la mia anima!» strillò, scappando in camicia da notte giù per il corridoio, inciampando nei tappeti e sbattendo contro le porte. Fu facile, poi, diffondere il panico per tutto il castello!
Era così che vivevo. Terrore, tormento, orrore in una sola Ombra.
Poi un giorno…arrivò Lysara.
La strega buona scese nel sotterraneo del castello portando con sé il profumo di lavanda e miele.
Il Mago Janez la osservò con occhi crudeli, e agitò la bacchetta tra le dita nodose scagliando Lysara contro il muro. Lei rimbalzò con grazia e lo fronteggiò nuovamente come nulla fosse accaduto.
"Ombra, fulminala!" ordinò Janez nella mia testa con la solita voce tagliente.
Balzai in avanti, il pelo irto di elettricità. Ma non appena le mie zampe sfiorarono Lysara, qualcosa cambiò.
Lei mi avvolse tra le braccia spegnendo d'incanto le scintille del mio manto. Mi sussurrò parole che non compresi mentre le grida del mio padrone si fecero lontane, ovattate, fino a dissolversi del tutto.
Poi sentii, distintamente, la voce della strega buona.
“Micio, micetto, tu sarai la mia Ombra”
Un brontolio sconosciuto partì dalla mia pancia, e lei sorrise.
Janez si ritrasse, sconfitto. I suoi occhi guizzarono tra me e Lysara, poi si voltò e fuggì senza voltarsi indietro.
Lysara mi accarezzò tra le orecchie «Ora non devi più terrorizzare nessuno, micetto».
Fu così che io, Ombra, l'incubo felino, divenni un banale gatto domestico.
---
Oddio, non proprio banale… sento ancora una voce nella mia testa, solo che appartiene a una donna che profuma costantemente di biscotti!
Nella mia nuova vita ho scoperto che con quel strano rumore che viene dalla pancia, che la mia nuova padrona chiama “fusa”, e spalancando i miei occhioni, ottengo tutto ciò che voglio.
Dormo nel letto di Lysara o su di un morbido cuscino davanti al camino. A volte sto abbarbicato sul suo collo mentre lei lavora con ampolle e pozioni.
Un giorno, un giorno solo son tornato, anche solo per poco, il vecchio Ombra.
Un losco individuo si era presentato alla porta. Aveva un mantello lurido e un'aria minacciosa.
«Lysara, ho bisogno di un filtro d’amore»
«Non faccio filtri d’amore!»
«Tu DEVI farlo, e subito!» ha sibilato, estraendo un pugnale.
Ho sentito la voce nella mia testa nello stesso istante in cui l’uomo ha estratto l’arma.
"Fermalo, Ombra!"
Sono balzato in avanti come un fulmine, soffiando come un demone. Gli occhi fissi nei suoi, la coda gonfia, l’aria da fiera indomita.
L’uomo ha fatto un passo indietro. «Che diavolo!»
È bastato quel momento di smarrimento… Lysara ha lanciato il suo incantesimo e la stanza si è riempita di quel familiare profumo di lavanda e miele.
L’uomo ha barcollato, disorientato, il pugnale gli è caduto dalle mani. Ed è fuggito.
Lysara mi ha accarezzato ridendo mentre io le facevo le fusa.
«Sei ancora in gamba, Ombra, non hai perso lo smalto!»
È vero, ho ancora tutto il mio potere, ma lo uso solo per difendere la mia padrona, la mia casa.
Avere coccole, cibo e amore ogni giorno è di gran lunga meglio che andare in giro a seminare terrore!
E se un brivido improvviso
Ti sfiora sul cuscino
È solo una carezza
Del tuo dolce gattino
Mi chiamo Ombra, e fino a poco tempo fa la mia missione è sempre stata incutere paura, spargere il panico e trasformare i sogni in incubi.
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Il Mago Janez mi raccolse piccolo e randagio in un vicolo buio, nero come il mio manto: brillava solo il luccichio dei miei occhi verde smeraldo.
Non ho memoria dei miei giorni raminghi, ma ricordo bene il momento in cui mi depose sopra quel tavolo, nel sotterraneo del castello che divenne la mia casa.
Con una mano mi teneva fermo e con l’altra agitava una strana bacchetta.
«Ombra: d’ora in poi io sarò il tuo padrone e tu mi servirai fino alla morte!»
Da lì in poi sentii la sua voce nella mia testa costantemente, anche quando non parlava. Mi insegnò a far comparire il fuoco dentro i miei occhi, ad entrare dentro i sogni delle persone, a spezzare le loro ombre, a caricare il mio pelo di elettricità fino a fulminare chi capitava sotto le mie grinfie, a sussurrare minacce attraverso il mio miagolio. I miei artigli erano armi affilate, capaci di uccidere.
La mia coda, sinuosa come una serpe, era stata testimone di innumerevoli urla di terrore.
Ricordo ancora la notte in cui la mia vittima fu il ciambellano di corte, un uomo grassoccio e nervoso che aveva il brutto vizio di addormentarsi con una candela accesa.
Janez desiderava seminare il caos tra i funzionari del re, quindi mi infilai nella sua stanza con la grazia di un’ombra, del resto non è il mio nome?
Balzai sulla sua scrivania e con un colpo ben calibrato feci cadere la candela accesa, lasciando che il fuoco lambisse lentamente i fogli sparsi.
Il ciambellano si svegliò di soprassalto, sgranando gli occhi terrorizzato. Prima che potesse capire cosa stesse succedendo, mi piazzai sulla sua pancia, le pupille dilatate come due lune nere attraversate da lampi di fuoco. Sibilai con un’intensità tale da fargli rizzare i capelli in testa.
«Un demone! Un demone è venuto per la mia anima!» strillò, scappando in camicia da notte giù per il corridoio, inciampando nei tappeti e sbattendo contro le porte. Fu facile, poi, diffondere il panico per tutto il castello!
Era così che vivevo. Terrore, tormento, orrore in una sola Ombra.
Poi un giorno…arrivò Lysara.
La strega buona scese nel sotterraneo del castello portando con sé il profumo di lavanda e miele.
Il Mago Janez la osservò con occhi crudeli, e agitò la bacchetta tra le dita nodose scagliando Lysara contro il muro. Lei rimbalzò con grazia e lo fronteggiò nuovamente come nulla fosse accaduto.
"Ombra, fulminala!" ordinò Janez nella mia testa con la solita voce tagliente.
Balzai in avanti, il pelo irto di elettricità. Ma non appena le mie zampe sfiorarono Lysara, qualcosa cambiò.
Lei mi avvolse tra le braccia spegnendo d'incanto le scintille del mio manto. Mi sussurrò parole che non compresi mentre le grida del mio padrone si fecero lontane, ovattate, fino a dissolversi del tutto.
Poi sentii, distintamente, la voce della strega buona.
“Micio, micetto, tu sarai la mia Ombra”
Un brontolio sconosciuto partì dalla mia pancia, e lei sorrise.
Janez si ritrasse, sconfitto. I suoi occhi guizzarono tra me e Lysara, poi si voltò e fuggì senza voltarsi indietro.
Lysara mi accarezzò tra le orecchie «Ora non devi più terrorizzare nessuno, micetto».
Fu così che io, Ombra, l'incubo felino, divenni un banale gatto domestico.
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Oddio, non proprio banale… sento ancora una voce nella mia testa, solo che appartiene a una donna che profuma costantemente di biscotti!
Nella mia nuova vita ho scoperto che con quel strano rumore che viene dalla pancia, che la mia nuova padrona chiama “fusa”, e spalancando i miei occhioni, ottengo tutto ciò che voglio.
Dormo nel letto di Lysara o su di un morbido cuscino davanti al camino. A volte sto abbarbicato sul suo collo mentre lei lavora con ampolle e pozioni.
Un giorno, un giorno solo son tornato, anche solo per poco, il vecchio Ombra.
Un losco individuo si era presentato alla porta. Aveva un mantello lurido e un'aria minacciosa.
«Lysara, ho bisogno di un filtro d’amore»
«Non faccio filtri d’amore!»
«Tu DEVI farlo, e subito!» ha sibilato, estraendo un pugnale.
Ho sentito la voce nella mia testa nello stesso istante in cui l’uomo ha estratto l’arma.
"Fermalo, Ombra!"
Sono balzato in avanti come un fulmine, soffiando come un demone. Gli occhi fissi nei suoi, la coda gonfia, l’aria da fiera indomita.
L’uomo ha fatto un passo indietro. «Che diavolo!»
È bastato quel momento di smarrimento… Lysara ha lanciato il suo incantesimo e la stanza si è riempita di quel familiare profumo di lavanda e miele.
L’uomo ha barcollato, disorientato, il pugnale gli è caduto dalle mani. Ed è fuggito.
Lysara mi ha accarezzato ridendo mentre io le facevo le fusa.
«Sei ancora in gamba, Ombra, non hai perso lo smalto!»
È vero, ho ancora tutto il mio potere, ma lo uso solo per difendere la mia padrona, la mia casa.
Avere coccole, cibo e amore ogni giorno è di gran lunga meglio che andare in giro a seminare terrore!
E se un brivido improvviso
Ti sfiora sul cuscino
È solo una carezza
Del tuo dolce gattino
Re: Mi chiamo Ombra e sento delle voci…
Ciao Debora! Tutto ok con i parametri, buona STEFANIA TONIOLO EDITION!
Re: Mi chiamo Ombra e sento delle voci…
antico ha scritto:Ciao Debora! Tutto ok con i parametri, buona STEFANIA TONIOLO EDITION!
Ciao Antico, grazie mille!
Re: Mi chiamo Ombra e sento delle voci…
Disclaimer: non leggo i commenti altrui prima di postare il mio
Ciao Debora,
leggendo il titolo ho pensato due cose:
A parte questo, la storia ci sta, solo non mi sono chiare le motivazioni dei due maghi. Janez vuole seminare terrore. Ok, ma perché? E Lysara appare un po’ dal nulla. Il tema lo trovo appena un po’ forzato, perché questo povero gatto ha comunque sempre un padrone che gli dà ordini, e non è mai una sua scelta essere cattivo, né essere buono.
Il testo mi sembra chiaro e abbastanza fluido alla lettura e nei dialoghi. Secondo me c’era margine per ridurre aggettivi e avverbi.
Ho trovato la focalizzazione a tratti altalenante (come quando dice che ha l’aria da fiera indomita)
Punto di forza: Per quanto subisca un po’ gli eventi, Ombra ha una sua personalità interessante
Punto di debolezza:. È praticamente tutto raccontato
Ciao Debora,
leggendo il titolo ho pensato due cose:
- Mi chiamo Virgola
- Mi chiamo Mork
A parte questo, la storia ci sta, solo non mi sono chiare le motivazioni dei due maghi. Janez vuole seminare terrore. Ok, ma perché? E Lysara appare un po’ dal nulla. Il tema lo trovo appena un po’ forzato, perché questo povero gatto ha comunque sempre un padrone che gli dà ordini, e non è mai una sua scelta essere cattivo, né essere buono.
Il testo mi sembra chiaro e abbastanza fluido alla lettura e nei dialoghi. Secondo me c’era margine per ridurre aggettivi e avverbi.
Ho trovato la focalizzazione a tratti altalenante (come quando dice che ha l’aria da fiera indomita)
Punto di forza: Per quanto subisca un po’ gli eventi, Ombra ha una sua personalità interessante
Punto di debolezza:. È praticamente tutto raccontato
- HandyManny_D
- Messaggi: 144
Re: Mi chiamo Ombra e sento delle voci…
Ciao Debora,
è un piacere poterti leggere di nuovo. La tua storia è una fiaba magica dalla struttura solida e un narratore felino davvero irresistibile. La trasformazione da creatura del terrore a leale protettore è ben costruita e funziona anche a livello emotivo, donando un finale rassicurante, ma non banale. L’atmosfera che sei riuscita a creare, tra fusa e incantesimi, conquista e lascia un sorriso. Hai fatto un ottimo lavoro.
Buona Stefania Toniolo Edition.
Ci si legge in giro!
è un piacere poterti leggere di nuovo. La tua storia è una fiaba magica dalla struttura solida e un narratore felino davvero irresistibile. La trasformazione da creatura del terrore a leale protettore è ben costruita e funziona anche a livello emotivo, donando un finale rassicurante, ma non banale. L’atmosfera che sei riuscita a creare, tra fusa e incantesimi, conquista e lascia un sorriso. Hai fatto un ottimo lavoro.
Buona Stefania Toniolo Edition.
Ci si legge in giro!
- Andrea Furlan
- Messaggi: 548
Re: Mi chiamo Ombra e sento delle voci…
Ciao Debora,
è sempre un piacere rileggerti!
Il tuo racconto mi ha preso da subito, l’ho seguito volentieri sia a una prima che a una seconda rilettura. Bella la scelta del raccontato dal punto di vista del felino, anche se a tratti sembra forse un po’ troppo umanizzato. A parte questo particolare, per me un’ottima prova soprattutto nel centrare il tema con una certa classe e senza costruire una classica storia di paura e amore.
è sempre un piacere rileggerti!
Il tuo racconto mi ha preso da subito, l’ho seguito volentieri sia a una prima che a una seconda rilettura. Bella la scelta del raccontato dal punto di vista del felino, anche se a tratti sembra forse un po’ troppo umanizzato. A parte questo particolare, per me un’ottima prova soprattutto nel centrare il tema con una certa classe e senza costruire una classica storia di paura e amore.
- giulio.palmieri
- Messaggi: 352
Re: Mi chiamo Ombra e sento delle voci…
Ciao Debora, piacere di leggerti. Be', secondo me c'è un po' tanta roba. Nel setting del personaggio rilevo un raccontato che a volte mostra poco ("Fu facile, poi, diffondere il panico per tutto il castello") e delle premesse affascinanti come:
far comparire il fuoco dentro i miei occhi, ad entrare dentro i sogni delle persone, a spezzare le loro ombre, a caricare il mio pelo di elettricità fino a fulminare chi capitava sotto le mie grinfie, a sussurrare minacce attraverso il mio miagolio.
che poi però non vengono mostrate (ad esempio nella scena del ciambellano). Inoltre, ad es. qui:
Ma non appena le mie zampe sfiorarono Lysara, qualcosa cambiò.
Non c'è bisogno di anticipare a voce il cambiamento, basta mostrarlo. Il tema lo vedo centrato, però ecco, secondo me, è un racconto che merita più spazio per esplicare tutti i dettagli del personaggio. A rileggerci e buona edition.
far comparire il fuoco dentro i miei occhi, ad entrare dentro i sogni delle persone, a spezzare le loro ombre, a caricare il mio pelo di elettricità fino a fulminare chi capitava sotto le mie grinfie, a sussurrare minacce attraverso il mio miagolio.
che poi però non vengono mostrate (ad esempio nella scena del ciambellano). Inoltre, ad es. qui:
Ma non appena le mie zampe sfiorarono Lysara, qualcosa cambiò.
Non c'è bisogno di anticipare a voce il cambiamento, basta mostrarlo. Il tema lo vedo centrato, però ecco, secondo me, è un racconto che merita più spazio per esplicare tutti i dettagli del personaggio. A rileggerci e buona edition.
Re: Mi chiamo Ombra e sento delle voci…
Ciao!
A me le ambientazioni fiabesche piacciono sempre, perciò il tuo racconto è stato una lettura piacevole.
È bello anche che si capisca che Ombra è un gatto anche prima che venga esplicitato dai personaggi, e il suo arco di evoluzione è nel complesso ben fatto. Ovviamente non sappiamo molto né del mago né della strega buona, il che se fosse un racconto più ampio sarebbe un problema; personalmente non lo percepisco come tale proprio perché hai voluto scrivere una fiaba.
Segnalo come pecca solo la mancanza di punti fermi alla fine di alcune battute di dialogo.
Felice scrittura!
Giulia
A me le ambientazioni fiabesche piacciono sempre, perciò il tuo racconto è stato una lettura piacevole.
È bello anche che si capisca che Ombra è un gatto anche prima che venga esplicitato dai personaggi, e il suo arco di evoluzione è nel complesso ben fatto. Ovviamente non sappiamo molto né del mago né della strega buona, il che se fosse un racconto più ampio sarebbe un problema; personalmente non lo percepisco come tale proprio perché hai voluto scrivere una fiaba.
Segnalo come pecca solo la mancanza di punti fermi alla fine di alcune battute di dialogo.
Felice scrittura!
Giulia
- Shanghai Kid
- Messaggi: 433
Re: Mi chiamo Ombra e sento delle voci…
Ciao Debora,
è sempre un piacere leggerti.
L’inizio della tua storia mi ha conquistato. Mi è piaciuta la tua declinazione del tema, lo stile è fluido e ti si legge che è un piacere. Avrei preferito, tuttavia, un tipo di narrazione un po’ diversa. Comprendo la scelta e la trovo intelligente, ti permette di dire molto più di quello che potresti raccontare mostrando, ma resto convinta che un’altra realizzazione avrebbe messo in risalto il bellissimo personaggio che hai tratteggiato.
Il tema è centrato e ci sono alcune immagini molto dolci. Ti segnalo le frasi che mi hanno convinta meno (un po’ per i puntini di sospensioni, un po’ perchè un po’ didascaliche.
“Oddio, non proprio banale… sento ancora una voce nella mia testa, solo che appartiene a una donna che profuma costantemente di biscotti!”
“Avere coccole, cibo e amore ogni giorno è di gran lunga meglio che andare in giro a seminare terrore!”
Comunque una buona prova.
In bocca al lupo.
A rileggerci,
Elisa
è sempre un piacere leggerti.
L’inizio della tua storia mi ha conquistato. Mi è piaciuta la tua declinazione del tema, lo stile è fluido e ti si legge che è un piacere. Avrei preferito, tuttavia, un tipo di narrazione un po’ diversa. Comprendo la scelta e la trovo intelligente, ti permette di dire molto più di quello che potresti raccontare mostrando, ma resto convinta che un’altra realizzazione avrebbe messo in risalto il bellissimo personaggio che hai tratteggiato.
Il tema è centrato e ci sono alcune immagini molto dolci. Ti segnalo le frasi che mi hanno convinta meno (un po’ per i puntini di sospensioni, un po’ perchè un po’ didascaliche.
“Oddio, non proprio banale… sento ancora una voce nella mia testa, solo che appartiene a una donna che profuma costantemente di biscotti!”
“Avere coccole, cibo e amore ogni giorno è di gran lunga meglio che andare in giro a seminare terrore!”
Comunque una buona prova.
In bocca al lupo.
A rileggerci,
Elisa
Re: Mi chiamo Ombra e sento delle voci…
Ciao Debora!
Il racconto dal punto di vista di Ombra scorre abbastanza bene, il setting si inquadra subito nella sua dimensione fiabesca e si coglie senza troppi sforzi che Ombra sia un gatto. Forse complice il tono da fiaba mi è risultato tutto un po'... fumoso, senza avere la chiarezza tipica delle fiabe. Il mago cattivo Janez, la strega buona Lysara, un castello che sembra quasi più un parco giochi per le malefatte di Ombra e del suo oscuro signore prima, e della magia positiva di Lysara dopo. Si alternano su un palcoscenico dove questo fantomatico male non si concretizza in qualcosa di davvero serio ma resta su un tono quasi scherzoso. Anche l'attacco al ciambellano sembra più uno scherzo di cattivo gusto che un malefico piano ordito da un mago malvagio. Complice forse il punto di vista del gatto, che è molto autoreferenziale quasi da risultare grottesco. Izma trasformata in gattino che fa la voce grossa decantando il suo grande potere, per intenderci! Ombra descrive le sue abilità magiche ma non le vediamo mai all'opera, fa quello che fa un gatto e ciò contribuisce a leggere il suo racconto come un'esagerazione di qualcuno che se la conta di più di quello che è!
Lo stile è semplice e si legge senza troppi intoppi, forse in diversi passaggio troppo didascalico. Non sarebbe stato male vedere di più il mondo di ombra attraverso i suoi occhi piuttosto che sentirlo raccontare.
Il tema è centrato, anche se il povero Ombra non sceglie, è molto passivo nel suo ruolo prima di portare terrore e poi di ispirare amore. Viene messo a seminare il panico nel castello e lo accetta di buon grado, così come dopo l'arrivo di Lysara, con due grattini sulla testa, gli si dice "Ora non devi più terrorizzare nessuno" e lui scopre le gioie della vita domestica. Ci sarebbe voluta forse un po' più di agency da parte sua :)
Buona scrittura!
Daniele
Il racconto dal punto di vista di Ombra scorre abbastanza bene, il setting si inquadra subito nella sua dimensione fiabesca e si coglie senza troppi sforzi che Ombra sia un gatto. Forse complice il tono da fiaba mi è risultato tutto un po'... fumoso, senza avere la chiarezza tipica delle fiabe. Il mago cattivo Janez, la strega buona Lysara, un castello che sembra quasi più un parco giochi per le malefatte di Ombra e del suo oscuro signore prima, e della magia positiva di Lysara dopo. Si alternano su un palcoscenico dove questo fantomatico male non si concretizza in qualcosa di davvero serio ma resta su un tono quasi scherzoso. Anche l'attacco al ciambellano sembra più uno scherzo di cattivo gusto che un malefico piano ordito da un mago malvagio. Complice forse il punto di vista del gatto, che è molto autoreferenziale quasi da risultare grottesco. Izma trasformata in gattino che fa la voce grossa decantando il suo grande potere, per intenderci! Ombra descrive le sue abilità magiche ma non le vediamo mai all'opera, fa quello che fa un gatto e ciò contribuisce a leggere il suo racconto come un'esagerazione di qualcuno che se la conta di più di quello che è!
Lo stile è semplice e si legge senza troppi intoppi, forse in diversi passaggio troppo didascalico. Non sarebbe stato male vedere di più il mondo di ombra attraverso i suoi occhi piuttosto che sentirlo raccontare.
Il tema è centrato, anche se il povero Ombra non sceglie, è molto passivo nel suo ruolo prima di portare terrore e poi di ispirare amore. Viene messo a seminare il panico nel castello e lo accetta di buon grado, così come dopo l'arrivo di Lysara, con due grattini sulla testa, gli si dice "Ora non devi più terrorizzare nessuno" e lui scopre le gioie della vita domestica. Ci sarebbe voluta forse un po' più di agency da parte sua :)
Buona scrittura!
Daniele
- Luca Moggia
- Messaggi: 238
Re: Mi chiamo Ombra e sento delle voci…
Ciao Debora,
piacere di leggerti!
Parto, come di consueto, da tema. Nel racconto ci sono senza dubbio amore e terrore e sono evidenziati in modo molto esplicito dal protagonista-narratore. E’ proprio Ombra che racconta per filo e per segno il passaggio dalla dimensione del terrore a quella dell’amore.
Mi è forse mancato un po’ la parte dell’incapacità di incutere terrore e della scelta di ispirare amore. E’ un’osservazione che ho fatto anche ad altri racconti (poi magari sono io che mi ci sono fissato!).
Ma eventuali fissazioni a parte, qui c’è una cosa in più. Il protagonista della storia è un po’ passivo. Il suo destino, in sostanza, dipende dal padrone che ha nei vari periodi della sua vita. Quando è comandato da Janez obbedisce ai suoi ordini e semina terrore, quando invece è accudito da Lysara si comporta da gatto “normale” e utilizza i suoi poteri per difendere la padrona.
C’è appunto questa scena in cui combatte per cacciare l’energumeno dal negozio ma per come mi è arrivata non è frutto di una sua scelta quanto di un cambiamento avvenuto per il semplice fatto di aver cambiato padrona.
Mi è quindi sembrato che “subisse” un po’ gli avvenimenti.
Se Ombra avesse avuto un ruolo più determinante nello svolgimento della trama credo che la storia mi sarebbe arrivata con più forza.
Per il resto, il tono della storia mi è piaciuto e ci sono dei passaggi veramente simpatici!
Buona Edition e alla prossima
Luca
piacere di leggerti!
Parto, come di consueto, da tema. Nel racconto ci sono senza dubbio amore e terrore e sono evidenziati in modo molto esplicito dal protagonista-narratore. E’ proprio Ombra che racconta per filo e per segno il passaggio dalla dimensione del terrore a quella dell’amore.
Mi è forse mancato un po’ la parte dell’incapacità di incutere terrore e della scelta di ispirare amore. E’ un’osservazione che ho fatto anche ad altri racconti (poi magari sono io che mi ci sono fissato!).
Ma eventuali fissazioni a parte, qui c’è una cosa in più. Il protagonista della storia è un po’ passivo. Il suo destino, in sostanza, dipende dal padrone che ha nei vari periodi della sua vita. Quando è comandato da Janez obbedisce ai suoi ordini e semina terrore, quando invece è accudito da Lysara si comporta da gatto “normale” e utilizza i suoi poteri per difendere la padrona.
C’è appunto questa scena in cui combatte per cacciare l’energumeno dal negozio ma per come mi è arrivata non è frutto di una sua scelta quanto di un cambiamento avvenuto per il semplice fatto di aver cambiato padrona.
Mi è quindi sembrato che “subisse” un po’ gli avvenimenti.
Se Ombra avesse avuto un ruolo più determinante nello svolgimento della trama credo che la storia mi sarebbe arrivata con più forza.
Per il resto, il tono della storia mi è piaciuto e ci sono dei passaggi veramente simpatici!
Buona Edition e alla prossima
Luca
"A volte, impazzire è una risposta appropriata alla realtà" - Philip K. Dick
Re: Mi chiamo Ombra e sento delle voci…
Ciao Debora, piacere di leggerti.
A mio avviso il tema e’ stato centrato legandolo al passaggio del gatto da animale selvatico ad animale domestico, uno sviluppo che ho trovato carino e interessante.
Azzeccata la scelta di narrare dal punto di vista del gatto, che ha reso la lettura interessante e fluida. Una racconto piacevole, con il bonus poetico finale che ho apprezzato tanto.
Buona Stefania Toniolo Edition.
A mio avviso il tema e’ stato centrato legandolo al passaggio del gatto da animale selvatico ad animale domestico, uno sviluppo che ho trovato carino e interessante.
Azzeccata la scelta di narrare dal punto di vista del gatto, che ha reso la lettura interessante e fluida. Una racconto piacevole, con il bonus poetico finale che ho apprezzato tanto.
Buona Stefania Toniolo Edition.
Re: Mi chiamo Ombra e sento delle voci…
Un racconto che si legge bene, ma che risulta un po' passivo, come il suo protagonista: c'è il cattivo e c'è la maga buona, ma le loro motivazioni non sono date e neppure suggerite, c'è un gatto conteso e non si sa perché, c'è sto gatto che fa quello che gli si dice adattandosi al padrone e finità lì. Ho la sensazione che il tuo volesse essere un tentativo di spiegare il perché delle caratteristiche di tutti i gatti, ma questa funzione si perde e non mi sembra tu riesca a imprimerla nel testo. Pertanto quello che rimane è la tua grande abilità di narratrice che si apprezza anche nelle opere meno riuscite, ma al fine della valuatazione devo fermarmi a un pollice tendente al positivo in modo solido, ma non così brillante.
Torna a “Stefania Toniolo Edition - la Sesta della Dodicesima Era - 190° All Time”
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