Gioco perverso

Appuntamento fissato per lunedì 19 maggio alle ore 21.00 con un tema di Massimo Tivoli e quattromila caratteri a disposizione per scrivere un racconto in un massimo di quattro ore!
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Stefano Scudeler
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Gioco perverso

Messaggio#1 » ieri, 1:00

Aldo salì sul treno per Venezia, in ritardo di più di dieci minuti. Come sempre.
In ritardo e anche vecchio modello.
Tirò il maniglione con la vernice grigia scrostata. L'unico vantaggio era il vagone di prima classe. Ed era deserto.
Si tolse il fedora e la sciarpa di cashmere. Per fortuna il riscaldamento funzionava quella sera.
Superò i primi posti a sedere, slacciò il cappotto e si sedette a metà vagone.
Tra poco più di mezz'ora avrebbe trovato Giselle ad aspettarlo in stazione. Che femmina.
Gli costava un occhio in cene, regali e serate al casinò ma ne valeva la pena.
Il portellone si spalancò con il solito botto, seguito dal rumore dello sferragliare del treno sulle rotaie.
Speriamo che sia solo il controllore.
Un ragazzo con un giubbotto da quattro soldi, i jeans strappati e il fisico da rugbista avanzò a lunghi passi e si stravaccò sul sedile di fronte.
Aldo aprì la bocca per fargli notare che quella era la prima classe.
«Tranquillo, Lombardi. Tra pochi minuti me ne vado.»
Il tempo si fermò per un attimo assieme ai battiti del cuore. Chi è questo energumeno, e come fa a sapere chi sono?
«Chiudi quella bocca da baccalà.»
Il timore iniziale lasciò il posto a un moto di rabbia. «Come ti permetti? Chi sei?» Aldo tentò di alzarsi ma l'altro gli tirò un pugno sul ginocchio. Un dolore mai provato gli saettò lungo la gamba, su, fino al cervello. Si accasciò sul sedile.
Il pazzo abbassò la zip del giubbotto, estrasse una pistola dalla fondina e gliela puntò contro.
Aldo trattenne a stento la vescica dallo svuotarsi nelle mutande.
«Urla, e sei morto. Muovi un muscolo, e sei morto.» Portò l'arma in fianco alla coscia e fece un sorrisetto. «Ascolta buono buono e non fare niente di stupido. Annuisci se hai capito.»
Aldo aveva i muscoli paralizzati, ma si sforzò di annuire.
Che cazzo succede. Chi minchia è questo?
Fuori dal finestrino sfrecciò l'insegna della stazione di Preganziol.
«Nessuno viene mai in prima classe, ma se qualcuno di quelli che sale prova a mettere piede qui dentro, tu chiudi gli occhi e fai finta di dormire, altrimenti...»
«Sono morto.»
«Bravo, vedo che cominci a capire.»
Devo capire come faccio a salvare la pellaccia. Probabilmente non riesco nemmeno più a camminare. Cazzo che male.
«Ho organizzato un gioco per te. Se scendi con me alla penultima fermata, ti salvi ma il treno salta in aria. Se scendi al capolinea, gli altri si salvano e tu vieni ucciso. Se non decidi, salti in aria con gli altri.»
«Sei impazz—» Il dolore e il sollevarsi della pistola gli bloccarono la protesta sul nascere.
«Stiamo arrivando a Mogliano. Ci sono altre tre fermate prima del capolinea. Hai pochi minuti per decidere.»
Non sembra pazzo. E il pugno non fa parte di uno scherzo.
Come faccio a decidere tra morire io o tutte le persone sul treno?
Sono tutti sconosciuti, che me ne importa. E se fosse vuoto?
Il treno rallentò e si fermò. Alcune persone scesero e altre salirono.
No, non è vuoto.
L'energumento fece l'occhiolino. «A Mestre salgono molte più persone.»
Il treno ripartì.
Se moriranno sarà colpa sua. Mica mia. Non sono mica io il pazzo omicida. Sarà lui che li avrà sulla coscienza.
Il ritmico sobbalzare sui binari sembrava il ticchettio di una bomba a orologeria.
Cosa stracazzo faccio? Io non voglio morire. Ma posso vivere con centinaia di morti sulla coscienza?
«Manca poco a Mestre...»
«Ti posso dare soldi. Tanti soldi.»
«So chi sei. Hai fatto bancarotta un anno fa.»
«Posso darti cinque milioni di euro.»
«Non mi freghi.»
«Te lo dimostro. Lasciami prendere il telefono.» Aldo portò una mano alla tasca. L'altro fece un cenno di assenso.
Aprì l'app della banca in Svizzera e usò l'impronta digitale per sbloccarla. «Ecco.»
Il sorrisetto del ragazzo si allargò e gli strappò di mano il telefono. «Sapevo che ti eri imboscato tutti i soldi ma non avevo le prove, figlio di vacca.» Sollevò la pistola e premette il grilletto.
La vescica e non solo, cedettero.
Nessuno sparo.
«È finta, pezzo di idiota. Devi marcire in galera.»



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antico
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Re: Gioco perverso

Messaggio#2 » ieri, 1:07

Ciao Stefano! Tutto ok con i parametri, buona MASSIMO TIVOLI EDITION!

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GiulianoCannoletta
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Re: Gioco perverso

Messaggio#3 » ieri, 10:37

Ciao Stefano, ben ritrovato, piacere di averti letto.
Un racconto interessante, una sorta di variante del dilemma del carrello ferroviario, salvare la vita di uno o di molti?
La storia incuriosisce, soprattutto nella prima parte con l'arrivo di questo personaggio che sembra sapere molto sul protagonista.
Credo però che la scelta finale risulti un po' depotenziata. Forse avresti potuto lavorare di più sull'empatia nei confronti del protagonista. Se fin dalle prime battute viene presentato come un cinico, mi appassionerò di meno ai suoi dilemmi. Oltretutto avrebbe potuto tranquillamente salvarsi la vita e sarebbe rimasto in linea con l'idea che mi ero fatto di lui.
O ancora, avresti potuto aumentare la posta in gioco. Ad esempio alla fermata poteva veder salire una persona a lui cara, in questo modo la scelta se stesso o gli altri sarebbe stata ancora più drammatica.
Sono solo un po' di osservazioni a briglia sciolta, spero che possano esserti utili!
A rileggerci presto,
Giuliano
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
Julio Cortázar

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Emilio Campo
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Re: Gioco perverso

Messaggio#4 » ieri, 17:50

Ciao Stefano. Molto bello il racconto. Scorre bene e tiene agganciato fino alla fine con la voglia di sapere cosa succederà. A livello di protagonista, non l'ho apprezzato molto perché non c’è modo di immedesimarsi. Però devo dire che è caratterizzato bene, fin dalle prime righe si comprende esattamente il tipo di persona e il suo modo di vedere il mondo.
Per quanto riguarda l’energumeno, inizialmente ho pensato si trattasse di un criminale, poi di un poliziotto, ma alla fine sono rimasto col punto di domanda del tipo e quindi? Chi è questo è perché ha orchestrato questa messa in scena? È una vittima? Come lo farà marcire in galera? Allora forse è un poliziotto. Ti ho esposto il mio flusso di domande post lettura a cui non ho saputo poi rispondere. Mi piacerebbe conoscere come lo avevi pensato.
Per il resto buona fortuna per il contest e per il momento sei quello che mi è piaciuto di più.

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Stefano Scudeler
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Re: Gioco perverso

Messaggio#5 » ieri, 20:18

GiulianoCannoletta ha scritto:Ciao Stefano, ben ritrovato, piacere di averti letto.
Un racconto interessante, una sorta di variante del dilemma del carrello ferroviario, salvare la vita di uno o di molti?
La storia incuriosisce, soprattutto nella prima parte con l'arrivo di questo personaggio che sembra sapere molto sul protagonista.
Credo però che la scelta finale risulti un po' depotenziata. Forse avresti potuto lavorare di più sull'empatia nei confronti del protagonista. Se fin dalle prime battute viene presentato come un cinico, mi appassionerò di meno ai suoi dilemmi. Oltretutto avrebbe potuto tranquillamente salvarsi la vita e sarebbe rimasto in linea con l'idea che mi ero fatto di lui.
O ancora, avresti potuto aumentare la posta in gioco. Ad esempio alla fermata poteva veder salire una persona a lui cara, in questo modo la scelta se stesso o gli altri sarebbe stata ancora più drammatica.
Sono solo un po' di osservazioni a briglia sciolta, spero che possano esserti utili!
A rileggerci presto,
Giuliano


Ciao Giuliano!
Grazie per i consigli, sono più che utili e interessanti.
Alcune cose che avevo pensato ho dovuto tagliarle e forse il racconto ne ha risentito. Anzi, sicuramente.
L'idea di far salire qualcuno di conosciuto non mi era proprio passata per la testa...

Buona edition!

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Stefano Scudeler
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Re: Gioco perverso

Messaggio#6 » ieri, 20:55

Emilio Campo ha scritto:Ciao Stefano. Molto bello il racconto. Scorre bene e tiene agganciato fino alla fine con la voglia di sapere cosa succederà. A livello di protagonista, non l'ho apprezzato molto perché non c’è modo di immedesimarsi. Però devo dire che è caratterizzato bene, fin dalle prime righe si comprende esattamente il tipo di persona e il suo modo di vedere il mondo.
Per quanto riguarda l’energumeno, inizialmente ho pensato si trattasse di un criminale, poi di un poliziotto, ma alla fine sono rimasto col punto di domanda del tipo e quindi? Chi è questo è perché ha orchestrato questa messa in scena? È una vittima? Come lo farà marcire in galera? Allora forse è un poliziotto. Ti ho esposto il mio flusso di domande post lettura a cui non ho saputo poi rispondere. Mi piacerebbe conoscere come lo avevi pensato.
Per il resto buona fortuna per il contest e per il momento sei quello che mi è piaciuto di più.


Ciao Emilio!
Innanzitutto sono felice che il racconto ti sia piaciuto.
Per quanto riguarda le tue domande... Le risposte sono rimaste tagliate fuori perché come sempre mi imbarco in storie troppo lunghe per il questo contest...
L'idea iniziale è più o meno rimasta (il treno non era pieno di esplosivo, il ragazzo era solo intenzionato a vendicare il padre che era un dipendente della società dichiarata fallita in modo truffaldino).
Avevo anche altro in mente ma mi son ritrovato con 4800 caratteri e 15 minuti per consegnare...

Grazie ancora per i complimenti e buona edition!

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MatteoMantoani
Messaggi: 1228

Re: Gioco perverso

Messaggio#7 » oggi, 5:35

Ciao Stefano,
Racconto interessante e ben scritto fino alla delusione sul finale, come alcuni ti hanno fatto notare. Il concetto del dilemma del carrello ferroviario è molto noto, questa tua versione mi ha fatto venire in mente quella del film Il Cavaliere Oscuro.
Il commento di Giuliano mi sembra rispecchiare molto bene la situazione, aggiungo solo un paio di cose: il tuo protagonista viene descritto come un personaggio negativo quindi si ha la voglia di vederlo fare la scelta sbagliata oppure fare la fine che merita. In questo senso il finale funziona, perché il personaggio viene giustamente punito e il lettore ne è soddisfatto, lato mio però è tutto troppo repentino, la soluzione arriva un po' dal niente, senza semina: il fatto che sia in bancarotta e che abbia rubato dei soldi è svelato solo lì, andare a dichiarare le intenzioni del tizio che vuole vendicarsi su di lui avrebbe magari permesso di fare arrivare quei dettagli utili a costruire la semina.
Inoltre, aumentare la posta in gioco (come ti ha consigliato Giuliano) forse avrebbe aiutato a fare aumentare la tensione ancora di più, ma c'era bisogno certamente di più spazio.
Insomma, non è facile darti il consiglio corretto, e la cosa peggiore che si può consigliare è: "io avrei fatto così". Ti dico la mia comunque: fare entrare nella cabina un personaggio sopra le righe? Per esempio la escort citata nel primo passaggio, creare la situazione per fare bisticciare i due, il tizio con la pistola si mette in mezzo, rivela anche alla donna le sue intenzioni e le sue motivazioni (così rivela che il protagonista è un ladro, andandolo a screditare nei confronti della donna), si crea una situazione che crea un po' il casino giusto per far distrarre il tizio con la pistola con l'effetto di far scoprire il suo bluff, ovvero che la pistola è finta, il tizio con la pistola così non vince ma il protagonista viene screditato agli occhi della donna, che non lo vorrà più vedere, e in questo modo un po' di giustizia viene fatta.
Spero sia utile. Scusa il papiro.
PS: il tizio è salito a Treviso, vero? :P

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