MASCHERE
MASCHERE
Maschere
Come un lungo nastro di seta nera, l’asfalto si srotola sotto le ruote della mia moto che, con il suo rombo, zittisce il frinire caotico delle cicale. La via Lattea approfitta della strada senza lampioni per mostrarsi in tutta la sua fredda bellezza, costringendomi ad alzare lo sguardo per ammirarla: un sentiero luminoso che dovrebbe guidarci in qualche modo. Il mio lungo mantello vibra come una bandiera cercando di staccarsi dalla schiena, mentre l’aria tiepida si infila nella maschera che porto sul viso facendomi socchiudere gli occhi. Il bagliore all’orizzonte sta aumentando d’intensità: la città è vicina. Inizio a guardarmi attorno con circospezione, la notte a volte può trasformare le persone in modo inimmaginabile: rispettabili padri di famiglia che celano rapinatori seriali, mamme baciapile che battono le strade come professioniste.
Un semaforo lampeggiante trasforma un incrocio desolato in una strana scena stroboscopica: un ragazzo sta camminando sul marciapiede, mi scorge e rimane per un attimo a bocca aperta, poi riprende la via con la testa immersa in un modo virtuale creato dal suo walkman. Ormai qui in zona mi conoscono tutti; i giornali parlano spesso di me e delle mie gesta eroiche: ladri di supermercati acciuffati in flagrante e consegnati alla prima volante dei Ranger. Ma non è tutto, non è la parte più interessante, vedrete.
Alla fine lo scorgo sotto una pensilina di un negozio di cianfrusaglie cinesi. Il volto, reso scuro dalla barba ispida, assume colori giallastri a causa dei neon che illuminano un dragone. Quando vede i fari della mia moto cerca di coprirsi con i cartoni, che probabilmente sono anche le sue coperte, il suo materasso e il suo orinatoio. Rallento, mi accosto e spengo la moto mettendo il cavalletto. Lui mi guarda e fa un gesto con la mano come per allontanare quell’apparizione; lo capisco, non deve essere normale vedere Batman che compare improvvisamente dal nulla. Ma lui almeno può imputare la visione alla fiasca di liquore che fa capolino da una tasca del cappotto consunto.
Apro una tasca del borsone laterale della moto e ne tiro fuori un contenitore di plastica trasparente, ancora caldo. Mi avvicino. Il tizio agita con più forza la mano come per cacciarmi. Gli faccio un cenno di stare calmo, apro la scatola e gliela porgo insieme a un cucchiaio: all’interno c’è una minestra di fagioli. L’uomo la prende con prudenza e inizia a mangiare velocemente mentre mi guarda di sottecchi, un po’ come fanno i gatti quando gli offri un bocconcino.
Mi inginocchio vicino a lui, lo fisso negli occhi e gli sorrido, ma so che attraverso al maschera non può vederlo.
Mi guardo intorno per capire se siamo soli, lo siamo. Da una tasca tiro fuori un coltello e, con un gesto fulmineo, ormai reso automatico dalla pratica, gli taglio la gola incidendo profondamente. Un guizzo di sangue bagna la minestra e l’asfalto sudicio.
Ritorno in sella alla moto, la notte è ancora lunga, e le sorprese per voi sono solo all’inizio.
Come un lungo nastro di seta nera, l’asfalto si srotola sotto le ruote della mia moto che, con il suo rombo, zittisce il frinire caotico delle cicale. La via Lattea approfitta della strada senza lampioni per mostrarsi in tutta la sua fredda bellezza, costringendomi ad alzare lo sguardo per ammirarla: un sentiero luminoso che dovrebbe guidarci in qualche modo. Il mio lungo mantello vibra come una bandiera cercando di staccarsi dalla schiena, mentre l’aria tiepida si infila nella maschera che porto sul viso facendomi socchiudere gli occhi. Il bagliore all’orizzonte sta aumentando d’intensità: la città è vicina. Inizio a guardarmi attorno con circospezione, la notte a volte può trasformare le persone in modo inimmaginabile: rispettabili padri di famiglia che celano rapinatori seriali, mamme baciapile che battono le strade come professioniste.
Un semaforo lampeggiante trasforma un incrocio desolato in una strana scena stroboscopica: un ragazzo sta camminando sul marciapiede, mi scorge e rimane per un attimo a bocca aperta, poi riprende la via con la testa immersa in un modo virtuale creato dal suo walkman. Ormai qui in zona mi conoscono tutti; i giornali parlano spesso di me e delle mie gesta eroiche: ladri di supermercati acciuffati in flagrante e consegnati alla prima volante dei Ranger. Ma non è tutto, non è la parte più interessante, vedrete.
Alla fine lo scorgo sotto una pensilina di un negozio di cianfrusaglie cinesi. Il volto, reso scuro dalla barba ispida, assume colori giallastri a causa dei neon che illuminano un dragone. Quando vede i fari della mia moto cerca di coprirsi con i cartoni, che probabilmente sono anche le sue coperte, il suo materasso e il suo orinatoio. Rallento, mi accosto e spengo la moto mettendo il cavalletto. Lui mi guarda e fa un gesto con la mano come per allontanare quell’apparizione; lo capisco, non deve essere normale vedere Batman che compare improvvisamente dal nulla. Ma lui almeno può imputare la visione alla fiasca di liquore che fa capolino da una tasca del cappotto consunto.
Apro una tasca del borsone laterale della moto e ne tiro fuori un contenitore di plastica trasparente, ancora caldo. Mi avvicino. Il tizio agita con più forza la mano come per cacciarmi. Gli faccio un cenno di stare calmo, apro la scatola e gliela porgo insieme a un cucchiaio: all’interno c’è una minestra di fagioli. L’uomo la prende con prudenza e inizia a mangiare velocemente mentre mi guarda di sottecchi, un po’ come fanno i gatti quando gli offri un bocconcino.
Mi inginocchio vicino a lui, lo fisso negli occhi e gli sorrido, ma so che attraverso al maschera non può vederlo.
Mi guardo intorno per capire se siamo soli, lo siamo. Da una tasca tiro fuori un coltello e, con un gesto fulmineo, ormai reso automatico dalla pratica, gli taglio la gola incidendo profondamente. Un guizzo di sangue bagna la minestra e l’asfalto sudicio.
Ritorno in sella alla moto, la notte è ancora lunga, e le sorprese per voi sono solo all’inizio.
- angelo.frascella
- Messaggi: 769
Ciao Adriano.
Per il tuo racconto hai scelto il mio stesso tema (d’altra parte con le Ali della Notte venivano facili due associazioni di idee: il romanzo di Silverberg e Batman), anche se l’interpretazione risulta molto diversa, sia stilisticamente che nei contenuti.
Nonostante le scelte diverse, il tuo racconto mi è piaciuto molto. Mi ha convinto sia lo stile, sia la scelta di mostrare quello che un supereroe sarebbe nel mondo reale: un “giustiziere” spietato, disumano e privo di rispetto per la vita. Inoltre mi hai spiazzato per due volte: quando il sedicente batman si avvicina al barbone mi aspettavo gli facesse del male. Invece tira fuori dei fagioli caldi e allora ho pensato: bel colpo di scena; mi aspettavo un crudele giustiziere, invece è davvero un personaggio positivo. E a quel punto, tac, la coltellata arriva come… una coltellata. Bravo.
A rileggerci
Per il tuo racconto hai scelto il mio stesso tema (d’altra parte con le Ali della Notte venivano facili due associazioni di idee: il romanzo di Silverberg e Batman), anche se l’interpretazione risulta molto diversa, sia stilisticamente che nei contenuti.
Nonostante le scelte diverse, il tuo racconto mi è piaciuto molto. Mi ha convinto sia lo stile, sia la scelta di mostrare quello che un supereroe sarebbe nel mondo reale: un “giustiziere” spietato, disumano e privo di rispetto per la vita. Inoltre mi hai spiazzato per due volte: quando il sedicente batman si avvicina al barbone mi aspettavo gli facesse del male. Invece tira fuori dei fagioli caldi e allora ho pensato: bel colpo di scena; mi aspettavo un crudele giustiziere, invece è davvero un personaggio positivo. E a quel punto, tac, la coltellata arriva come… una coltellata. Bravo.
A rileggerci
Ben ritrovato Angelo,
grazie per i complimenti, sono contento che il mio racconto ti sia piaciuto.
Spesso scrivo per immagini: mi compare una scena - in questo caso un "batman" su una moto Harley, lungo una route della California - e devo solo descriverla e capire che cosa vuole fare il protagonista; del resto, coem sai, comandano loro, noi siamo solo degli scribacchini :-)))
Alla prossima
Un saluto
Adriano
PS: vado subito a leggerti!!
grazie per i complimenti, sono contento che il mio racconto ti sia piaciuto.
Spesso scrivo per immagini: mi compare una scena - in questo caso un "batman" su una moto Harley, lungo una route della California - e devo solo descriverla e capire che cosa vuole fare il protagonista; del resto, coem sai, comandano loro, noi siamo solo degli scribacchini :-)))
Alla prossima
Un saluto
Adriano
PS: vado subito a leggerti!!
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Ciao Adriano,
buono lo stile e le descrizioni, ma devo dire che il racconto non mi ha convinto pienamente. Affidi l’aderenza al tema all’utilizzo di una figura iconica quale Batman, ma quello che poi si legge ha poco a che fare con il giustiziere targato DC. Ovviamente trattasi di un mitomane, ma il risultato è una scenetta di violenza crudele e gratuita che avrebbe potuto avere questi o altri protagonisti senza essere di molto stravolta.
A rileggerci.
buono lo stile e le descrizioni, ma devo dire che il racconto non mi ha convinto pienamente. Affidi l’aderenza al tema all’utilizzo di una figura iconica quale Batman, ma quello che poi si legge ha poco a che fare con il giustiziere targato DC. Ovviamente trattasi di un mitomane, ma il risultato è una scenetta di violenza crudele e gratuita che avrebbe potuto avere questi o altri protagonisti senza essere di molto stravolta.
A rileggerci.
Ciao Simone,
grazie per la recensione.
Beh, non è proprio "gratuita", IMHO ovviamente, l'idea è questa: tipo americano vestito da supereroe (come si legge spesso dalle cronache) che pattuglia la zona in cerca di tipi loschi, ma che in realtà si tratta anche di una persona che aiuta i barboni vestito da batman (sempre da cronache recenti), ma che in realtà si tratta di un serial k che sfrutta tutto ciò per uccidere.
A presto
Ciao
Adriano
grazie per la recensione.
Beh, non è proprio "gratuita", IMHO ovviamente, l'idea è questa: tipo americano vestito da supereroe (come si legge spesso dalle cronache) che pattuglia la zona in cerca di tipi loschi, ma che in realtà si tratta anche di una persona che aiuta i barboni vestito da batman (sempre da cronache recenti), ma che in realtà si tratta di un serial k che sfrutta tutto ciò per uccidere.
A presto
Ciao
Adriano
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Non fraintendermi, per gratuito intendo "non giustificato, non necessario". Qui non metto in dubbio la tua volontà di stupire con il doppio colpo di scena (come faceva notare Angelo, poco sopra) che è riuscito o la voglia di rifarti alla cronaca recente. Dico solo che uno squadrista o un boy scout o una suora, al posto del batman che descrivi avrebbero sortito lo stesso effetto. Manca quel "quid" che ti fa dire "Ma certo!" quando arrivi a fine racconto. IMHO.
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MASCHERE di Adry666 Il racconto è inquietante, perché mostra il personaggio di un motociclista truccato come un supereroe, ma negativo, notturno. Da una parte, infatti, denuncia l’ipocrisia dell’ambiente in cui vive (padri e madri dal lato oscuro) e dall’altra impersona il ranger solitario che consegna i ladri alla giustizia. Poi, nella scena con il barbone, si vede la doppia personalità dello stesso motociclista (offre la lattina di minestra al barbone per poi accoltellarlo a morte subito dopo). Belle le immagini della strada nastro nero di seta e anche del barbone-animale selvatico diffidente. Storia molto notturna, a partire dalla descrizione del cielo con la Via Lattea al paragone del motociclista con Batman.
- beppe.roncari
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- Contatta:
Ciao Adriano, ben ritrovato.
Il tuo racconto - per me - è penalizzato un po' da una frase molto simile all'incipit del racconto della Guest Star, "L'Agguato":
CHIARLE:
TU:
(Complimenti per la maggiore brevitas.)
A mio personale parere il doppio salto carpiato del finale è eccessivo. Fingi che sia un eroe, ti aspetti allora che sia un serial killer, sembra per un attimo ancora che sia un bravo ragazzo dopotutto... no, alla fin fine è un sadico serial killer. Non so dove mi porti, esattamente, con questa storia.
Piccola nota: la maschera di Batman non copre il sorriso.
Alla prossima!
Il tuo racconto - per me - è penalizzato un po' da una frase molto simile all'incipit del racconto della Guest Star, "L'Agguato":
CHIARLE:
La notte è fatta per celarsi. Nell’oscurità le persone morigerate non escono di casa, se non sono costrette a farlo. Le tenebre che avvolgono la città nelle ore più tarde si popolano di malfattori, ladri, assassini, prostitute, viziosi, contrabbandieri, guardie e metronotte. Anche coloro che di giorno, sotto il Sole, sono persone comuni con vizi comuni, come il fumo o il vino, di notte si sentono invisibili, in qualche modo meno soggetti al comune giudizio dei propri simili e, sperando di passare inosservati, si trasformano. Non che il giorno sia popolato di sole brave persone, intendiamoci, ma la notte è differente: anche alcuni insospettabili cambiano con le tenebre. Così se anche di giorno vediamo il padre di famiglia che va di nascosto al bordello, il gentiluomo che si rovina nella bisca clandestina, il giovane che frequenta le fumerie d’oppio, il ladro che tenta di intrufolarsi in una casa vuota, la ragazza che si prostituisce in strada per sbarcare il lunario, tutto ciò assume proporzioni persino superiori col calare della notte.
TU:
la notte a volte può trasformare le persone in modo inimmaginabile: rispettabili padri di famiglia che celano rapinatori seriali, mamme baciapile che battono le strade come professioniste.
(Complimenti per la maggiore brevitas.)
A mio personale parere il doppio salto carpiato del finale è eccessivo. Fingi che sia un eroe, ti aspetti allora che sia un serial killer, sembra per un attimo ancora che sia un bravo ragazzo dopotutto... no, alla fin fine è un sadico serial killer. Non so dove mi porti, esattamente, con questa storia.
Piccola nota: la maschera di Batman non copre il sorriso.
Alla prossima!
- Monica Patrizi
- Messaggi: 127
Mi sono piaciute molto le descrizioni, la potenza delle immagini che crei nella mente di chi sta leggendo il tuo racconto (il raso nero dell'asfalto, la notte stellata, il rombo della moto, il passante distratto, il barbone nel suo cartone). Mi è piaciuto meno il finale, che mina, a mio avviso, la coerenza del protagonista. Seppur il personaggio principale sia delirante ("Ormai qui in zona mi conoscono tutti; i giornali parlano spesso di me e delle mie gesta eroiche: ladri di supermercati acciuffati in flagrante e consegnati alla prima volante dei Ranger"), perché poi accoltella invece, e a tradimento, un inerme e innocuo barbone?
Ciao, un batman mascherato che è in realtà uno "spazzino" di barboni. Peccato che il colpo di scena, almeno per me, non sia stato così inaspettato. Fondamentalmente perché durante tutto il resto del racconto non succede niente e lo anticipi tu stesso che bisogna aspettarsi qualcosa di interessante. A livello di stile preferisco la parte finale, quando smetti di fare le ruote di pavone con le parole e si può gustare l'ironico disprezzo del protagonista. Attinenza al tema affidata al costume di batman. Cambiato costume, perso il tema.
Ciao Adry, felice di leggerti.
Che dire di questo racconto? Partiamo dai punti di forza: anche tu rispetti il tema, anche se devo dire che sono stupita di come la notte alata abbia suggerito quasi a tutti l'idea del supereroe (con varie declinazioni) o delle prostitute. La tua scrittura è molto, diciamo, cinematografica nella gestione delle immagini. Fai attenzione però, perché non si tratta di una sceneggiatura ma di un racconto, in cui devi saper dosare le descrizioni, per quanto ben rese, alternandole ai dialoghi e a qualche guizzo stilistico che renda il tutto più intrigante per chi ti legge. In più, cosa essenziale, devi far progredire l'azione. Per tutto il tuo racconto non succede, in sostanza, nulla di essenziale. Introduci il tuo protagonista in un modo e lo fai agire solo nelle ultime righe del racconto, per altro in maniera un po' schizofrenica (nutre il barbone solo per ingannare il lettore, non ha una reale funzione nel racconto se non quella di spiazzare chi legge). In tutto questo manca qualcosa, credo: per usare un termine inglese l'ho trovato un po' "pointless". Ho apprezzato comunque l'ironia che traspare dal racconto e dal finale. Regala al tuo protagonista un carattere, una motivazione più definita, e avrai la tua storia.
A rileggerti presto,
Alessandra.
Che dire di questo racconto? Partiamo dai punti di forza: anche tu rispetti il tema, anche se devo dire che sono stupita di come la notte alata abbia suggerito quasi a tutti l'idea del supereroe (con varie declinazioni) o delle prostitute. La tua scrittura è molto, diciamo, cinematografica nella gestione delle immagini. Fai attenzione però, perché non si tratta di una sceneggiatura ma di un racconto, in cui devi saper dosare le descrizioni, per quanto ben rese, alternandole ai dialoghi e a qualche guizzo stilistico che renda il tutto più intrigante per chi ti legge. In più, cosa essenziale, devi far progredire l'azione. Per tutto il tuo racconto non succede, in sostanza, nulla di essenziale. Introduci il tuo protagonista in un modo e lo fai agire solo nelle ultime righe del racconto, per altro in maniera un po' schizofrenica (nutre il barbone solo per ingannare il lettore, non ha una reale funzione nel racconto se non quella di spiazzare chi legge). In tutto questo manca qualcosa, credo: per usare un termine inglese l'ho trovato un po' "pointless". Ho apprezzato comunque l'ironia che traspare dal racconto e dal finale. Regala al tuo protagonista un carattere, una motivazione più definita, e avrai la tua storia.
A rileggerti presto,
Alessandra.
Manca l'anima del protagonista. Quel marcio che nasconde bene e che evidenzi nel finale deve essere collegato al contesto. Il suo peregrinare in questa città di notte, alla ricerca di banditi da bloccare e "scarti" (per lui) da eliminare deve essere meglio contestualizzato. E' un fanatico, questo è certo, probabilmente appartenente all'estrema destra. Dagli uno spessore maggiore e il racconto prende il volo. Aggiungi anche qualche linea di dialogo qua e là che in questa forma è troppo concentrato, devi dargli più respiro. Detto questo, un racconto da pollice NI con notevoli margini di miglioramento. Spero di poterlo rileggere nel labo perché ha grandi potenzialità.
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