
Un caso ai confini della realtà per un aspirante scrittore che trasforma la sua arte in un incubo. Un racconto di Maurizio Bertino.
Ultimo.
Lesse quasi con apatia.
– Forma corretta, ma non prende.
– Scritto bene, ma si perde nel finale.
– Originale, ma forma e scrittura non sufficienti.
E via così, tanti commenti diversi, ma stesso risultato: ultimo, ancora una volta.
Aprì il file del suo racconto, lo rilesse. Ok, quello aveva ragione, forse anche quell’altro, ma quello era proprio uno stronzo, che ne sapeva? Scrittori, mandria di deficienti.
Si alzò per andarsi a sciacquare la faccia, era accaldato, sudava.
Si guardò allo specchio: quarant’anni, single, cassa integrazione e un appartamento quattro per quattro monotutto.
Una luce nei suoi occhi: fuoco? Si sentiva bruciare. Mise la testa sotto l’acqua, si riguardò: occhi rossi, niente iride.
C
A
Z
Z
O
E odio.
Delusione.
Rabbia.
Gocce di sudore gli grondavano dalla testa, dalla schiena.
Il cuore…
Tum
Tum
Tum
…batteva forte.
Si sedette, non era la prima di quelle crisi, ma mai l’aveva avuta così forte e i suoi occhi era la prima volta che cambiavano colore.
Panico, malattia comune, non poteva essere altro.
Doveva aspettare, sarebbe passato tutto, come sempre, e domani sarebbe stato un altro giorno…
…di merda.
Bastardi.
Chi?
TUTTI!!!
Odio.
Luce.
Le sue mani sembravano emettere un bagliore rossastro.
«Non va bene, questo non va bene…» riuscì a dire.
E poi perse il controllo.
Ebbe la percezione di alzarsi, di dirigersi verso il computer, sedersi, iniziare a scrivere un nuovo racconto: BANG!, il titolo.
E poi il nulla.
Si risvegliò nel suo letto, bagnato di sudore. Si mise a sedere e si guardò le mani, sembravano tornate normali. Il battito era regolare. Si alzò e si avvicinò allo specchio: gli occhi avevano riacquistato il solito colore.
Rifletté. Non aveva mai avuto un attacco così forte, stava peggiorando. E poi si ricordò del racconto che aveva cominciato a scrivere durante la crisi e si diresse al computer.
Nella pagina principale del forum degli scrittori campeggiava un suo nuovo post con il titolo del racconto, BANG!, e il sottotitolo Vi prego, leggete. Guardò i contatti, quaranta in poche ore, ma nessuna risposta.
Notò che nella zona del sito riservata a chat non comparivano messaggi: era la più frequentata, gli scrittori si scambiavano continuamente battute e considerazioni. L’ultimo messaggio risaliva più o meno all’ora in cui aveva postato il racconto.
21.40 – L’hai già letto il nuovo racconto di Peter7413?
21.40 – No, e tu?
21.40 – No, ma ora lo apro e ti faccio sapere.
21.45 – Allora l’hai letto?
21.50 – Ehi, ma non c’è più nessuno?
21.57 – Ragazzi?
22.00 – Ma insomma, è così tremendo? Peggio del solito?
22.10 – Boh, provo a leggerlo anch’io.
Guardò l’orologio: mezzanotte, nessuno aveva più scritto.
Aprì il post e il racconto gli comparve d’innanzi, erano solo poche righe di colore rosso, iniziò a leggerlo.
Immagina una pistola, nera, luccicante.
Immagina che si rivolga lentamente verso di te dallo schermo di questo computer.
La vedi?
Lo vedi il nero buchetto della morte?
Lo senti il grilletto che sta per scattare?
Ti odio.
BANG!
Fu ritrovato tre giorni dopo riverso sulla tastiera con una pallottola in testa.
Quaranta morti più lui, tutti davanti al computer con gli hard disk formattati da un virus sconosciuto.
Il sito www.scrittori13.it risultò essere stato cancellato.