L’opportunità

Il ratto cominciò a correre. Zic e Yut si scambiarono un’occhiata e sorrisero.

«Sta salendo sulla nave» disse Yut, fregandosi le zampe. «E altri con lui.»

Zic annuì, poi si chinò a succhiare un po’ di sangue dell’animale. I ratti stavano salendo sulla nave, ognuno di loro carico di pulci. La nave avrebbe percorso grandi distanze, sarebbe arrivata in porti lontani. E nei porti lontani ci sarebbero stati umani, molti più umani di quelli che erano stati in grado di raggiungere fino a quel momento.

«A noi è andata male» disse Yut. «Questo ratto è un codardo, lo sento, non si avvicinerà mai a un umano!»

Zic gli lanciò un’occhiata infastidita.

«Avremo comunque le nostre occasioni. O, se non noi, i nostri figli e discendenti. L’equipaggio di questa nave è ben poca cosa, rispetto alla quantità di umani che troveremo quando arriverà a destinazione.»

Yut non parve soddisfatto di quella risposta; balzò lontano senza dire una parola. Zic sospirò. Di sicuro aveva intenzione di spostarsi su un altro ratto per avvicinarsi agli umani. Sciocco! Come se le sue azioni individuali potessero influire sulla grande missione che li univa tutti!

Pochi istanti dopo lo raggiunse Rod, un altro dei suoi compagni. Zic provò l’istinto di saltare via. Rod era un tipo strano, parlare con lui lo metteva a disagio.

«Cos’ha Yut?»

«Credo voglia passare su un altro ratto per essere più vicino agli umani.»

Rod scosse la testa, abbassando le antenne. Zic lo odiava quando faceva così. Sembrava pensieroso. Una brava pulce non doveva essere pensierosa. Una brava pulce saltava, mordeva, succhiava sangue e trasmetteva il Contagio.

«Dimmi una cosa, Zic» disse Rod. «Tu ci credi, alla Profezia?»

Zic saltò, irritato. Si alzò oltre il pelo del ratto, vide per un attimo le assi di legno che formavano la stiva della nave, poi ricadde accanto a Rod. Davvero quell’imbecille gli aveva fatto una domanda del genere?

«Cosa vuol dire se credo alla Profezia? La Profezia non è qualcosa in cui si può credere o non credere, è la Profezia!»

Rod si chinò a succhiare un po’ di sangue dal ratto. Zic saltò via, allontanandosi. Non era interessato alla risposta. Rod era un pazzo, a che scopo ascoltarlo? La Profezia era una certezza che tutti loro avevano fin da quando erano larve, una consapevolezza sicura e indiscutibile. Spesso, Zic aveva il sospetto che anche i ratti la conoscessero.

Gli umani avrebbero distrutto il mondo, se qualcuno non li fermava. Avrebbero annientato o schiavizzato ogni altra specie vivente, avrebbero succhiato tutte le risorse dalla terra e l’avrebbero riempita di veleni. E se il mondo moriva, morivano anche le pulci.

«La Profezia è qualcosa che potrebbe succedere» disse Rod.

Maledizione, lo stava seguendo! Zic balzò di nuovo, muovendosi verso la testa del ratto, ma Rod continuò a venirgli dietro.

«Se noi riusciamo a sterminare gli umani, la Profezia non si avvera, giusto? Quindi, vuol dire che non è inevitabile. Forse non avverrà, forse gli umani si fermeranno prima di portarci tutti alla distruzione totale. Se invece è inevitabile, allora anche i nostri sforzi sono vani.»

Perché non era andato con Yut? Almeno, avrebbe evitato Rod.

«Forse gli umani si fermeranno?» ripeté, esasperato. «Davvero pensi che gli umani possano fermarsi? E, in ogni caso, almeno i nostri sforzi li rallenteranno! Rod, questa volta… Non lo senti anche tu che questa volta potrebbe essere quella buona? Questa nave… Questa nave è la nostra grande opportunità per portare il Contagio a una quantità di umani che non possiamo neanche immaginare!»

Rod scosse la testa.

«Odio essere una pulce! Odio avere queste conoscenze senza sapere da dove vengano!»

Zic saltò via di nuovo. Pazzo, Rod era un pazzo completo! Per fortuna, questa volta non lo stava seguendo. Le conoscenze che avevano… Erano lì, lo erano sempre state, ed erano vere. Cos’altro poteva esserci da dire o pensare al riguardo?

Continuò a saltare, nervoso. I discorsi di Rod l’avevano infastidito al punto di rovinargli quel momento di gloria. Erano sulla nave. Altri erano rimasti a terra, ma loro ce l’avevano fatta. Avrebbero diffuso il Contagio, avrebbero infierito alla razza umana un colpo terribile, forse mortale.

Una voce umana riecheggiò a poca distanza da lui. Yut si era sbagliato, quel ratto non era affatto codardo, oppure era codardo ma anche stupido, perché ora c’era un umano vicino, vicinissimo. In un paio di balzi, Zic gli fu addosso, pronto a mordere.