Ripieni di pensieri

Le mani di Brizio si ritirarono sui fianchi. Da quella posizione contemplava il salotto appena allestito. Tutto coordinato: il borgogna sbiadito della tovaglia si intonava al verde acqua sul bordino dei piatti e dei sottopiatti, ai bicchieri e ai sottobicchieri, all’impugnatura di plastica delle posate. La candela a centro tavola: pure quella verde acqua. In cucina, oltre l’arcata, tutte le pezzuole per le stoviglie erano asciutte e in ordine. Il forno spento. I fornelli pure. Il frigo, sempre in vena di chiacchiere, emetteva il suo leggero borbottio: gli rispondeva solo la lavatrice, in rigurgiti che si perdevano incontestati nelle tubature. Simili vibrazioni scossero Brizio. Nel massaggiarsi lo stomaco constatò che l’ora di cena era vicina, che presto si sarebbe liberato di quel peso.

Al primo strillo del campanello, Brizio camminò molto cautamente verso il portone: Paolina e Leoluca erano in ritardo di ben un minuto.
 «Sapessi lo schifo.» La pancia di Leoluca varcò la soglia e presto seguì il resto del corpo. «Io mi spacco il culo per arrivare in orario, no? Lo sai. Non è colpa mia, colpa di ‘sti minchioni e le loro citycar da checche.»
 Brizio gli strinse la mano, fece un sorriso di sufficienza.
 L’altra ospite, Paolina, passò dalla porta con più facilità, ma ciò non le impedì di dare una naticata all’appendiabiti, che levò le braccia senza ribattere. «Pure io giornata pesante, Brizio. Mica solo il nostro principino ha casini nella vita.»
 «Vabbè, ma in generale come va?»
 La coppia annuì, ma non rispose.
 «Ci sta.» Li guidò nel salotto. Accese la candela a centro tavola. «Lo vedete il livello? Non so se potete apprezzare.»
 I due si sedettero, sostenendosi a vicenda e poi cascando— e incastrandosi— nelle poltroncine attorno al tavolo. La gamba di Paolina quasi tirò giù la tovaglia.
 «Non mi raccontate niente?»
 «Brizio, a te scocciano queste cose.» Mormorò Paolina, ammaliata dal piatto vuoto. «Sono vittima di ogni genere di angheria, lo saprai. Ora che ci sono le femministe al governo non si—»
 «Madonna, Paolì, amore mio, ci siamo seduti da due minuti e già così?»
 «Ho capito, va bene, però scusa: a me rovinano la vita. Letteralmente. Non si può più dire niente, capito? Brizio, capito?»
 Quello si fermò sotto l’arcata della cucina.
 «Mi hanno fatto crashare l’app, oggi. Mille messaggi, una cosa così. Avevo detto che tutti i bimbi meritano un parto naturale, da vere donne. Ti pare una cosa fuori di testa?»
 «Ha delle implicazioni.»
 «Senti, Brizio, non ne voglio più parlare. Vero, amo? Leoluca?»
 Il fidanzato ondeggiò sulla poltroncina. «Siedi pure tu, Brizio. Iniziamo. Così poi ci fai vedere il resto. Mutuo ventennale?»
 «Una cosa del genere.»
 Paolina ruttò. «Scusate. Sono pienissima, oggi.»
 «Inizia pure, allora. Noi ti seguiamo.»
 Lei si sporse, adesso la bocca somigliava a un ano: defecò nel piatto e presto Leoluca e Brizio la imitarono.
 
(Copertina creata con chatgpt)