Il grande Kraken

Il racconto vincitore della Seconda Edizione della Quinta Era con Andrea Atzori con guest star. Jacopo Berti ci porta alla scoperta del grande Kraken, al rispetto per il suo essere, alla ricerca di noi stessi.

 
«Nonno, raccontami del grande Kraken»
«Te ne ho già raccontato ieri, kathip»
«Vorrei sentirlo di nuovo»
«Non puoi mai sentirlo di nuovo»
«Raccontamelo lo stesso!»
«Va bene, kathip»
 
«Quando si udì il canto del grande Kraken, il grande Kraken non c’era ancora. Ma il suo canto lo precedeva e venne ad esistere prima di lui, e gli aprì la strada delle acque infinite.
Così venne il grande Kraken, ed esso nuotava nelle acque e le acque nuotavano in lui. E il suo canto durò mille volte mille anni, fino a quando il Kraken, nelle buie acque e profonde, disperò che il suo canto potesse durare in eterno, ed ebbe timore di cantare»
«Perché aveva paura di cantare?»
«Chi canta ha sempre paura, kathip. Non ascoltare mai il musico, quando non vuole essere sentito. Potresti morirne con lui»
«Ma io canto, nonno»
«Il tuo canto ti precede»
 
«Il grande Kraken, allora, si spinse al di fuori delle acque e generò le nebbie. E respirava nelle nebbie e le nebbie respiravano in lui. E il suo respiro durò mille volte mille anni, fino a quando il Kraken, nelle nebbie mutevoli e incostanti, disperò che il suo respiro potesse durare in eterno. Ed ebbe timore delle nebbie, e si spinse fuori di esse»
«Anche io ho paura delle nebbie, nonno»
«Perché sono mutevoli e incostanti. Quando avrai la mia età, ti piaceranno le nebbie, kathip, poiché, sopra ogni altra cosa, vorrai essere ingannato»
 
«Levandosi dalle nebbie, il Kraken generò gli astri. E riluceva negli astri, e gli astri rilucevano in lui. E la sua luce durò mille volte mille anni, fino a quando il Kraken, negli astri accecanti ed eccelsi, disperò di poter risplendere per sempre. Ed ebbe timore degli astri.
Ridiscese allora alle nebbie, si rituffò nelle acque e si addormentò, perché sopra ogni cosa desiderava non avere timore e attendere nel sonno la fine di tutti i tempi. Per questo il Kraken è detto il Dormiente.
E nel sogno mescolò gli astri e le nebbie, e sorsero le isole. Mescolò le nebbie e le acque e sorsero tutte le creature che abitano le isole»
«Noi?»
«Noi»
 
«E se il Kraken ha paura e si sveglia?»
«Se si sveglia, niente più acque, nebbie, astri, isole o creature»
«E noi?»
«Neanche noi. Solo le tenebre»
«Ma ha paura di noi tanto che potrebbe svegliarsi?»
«Dipende, kathip»
«E cosa dobbiamo fare per non fargli paura?»
«Rispettare il suo sogno, i cicli, le stagioni. Non fare troppo rumore. Fare sempre quello che siamo tenuti a fare»
«Ad esempio?»
«Ad esempio, adesso è ora di dormire»
«Buonanotte, nonno»
«Buonanotte, kathip»