Una striscia nel cielo

L’incomprensibile trova sempre la spiegazione più desiderata. Quinto classificato nella 113° Edizione di Minuti Contati con Federico Guerri come guest star, un racconto di Angelo Frascella.

 
Comparve una sera di primavera.
Era stato annunciato un Marte super-luminoso. Uno spettacolo che non capita da undici anni, aveva detto il conduttore del telegiornale. E, parlando di stelle, o forse meglio dire di via lattea, vi mostriamo le immagini dell’incidente sexy accaduto a una nota soubrette. A quel punto avevo spento il televisore ed ero uscito sul balcone.
Invece del Pianeta Rosso avevo visto una lunga striscia scarlatta. Si avvolgeva su se stessa, tracciando un arco completo in cielo.
Abbassai lo sguardo. Le auto passavano veloci, i pedoni procedevano con le teste basse, appesantite da chissà quali pensieri. Persino i bambini erano troppo distratti dagli schermi dei cellulari, per notarlo.
«Che siano gli alieni? O magari scie chimiche.»
Mi voltai verso la mia vicina di casa, una ragazza magrolina, non troppo bella, ma sul cui viso spiccava un perenne sorriso.
«Di scienza non ne capisco molto, ma sono certo si tratti di un fenomeno naturale. Qualcosa come l’aurora boreale. O ancora più semplice, come l’arcobaleno.»
La ragazza annuì pensierosa. Io colsi il momento per entrare in casa. In televisione nessuno ne parlava ancora. Andai a letto, ma l’insonnia che mi perseguitava, da quando mia moglie mi aveva lasciato per un altro, mi permise di monitorare il fenomeno: il nastro era sempre lì, apparentemente immobile.
 
Scoprimmo presto che si riusciva a intravedere anche di giorno. Ciò che invece era ben nascosta era la spiegazione. Secondo il telegiornale: gli uomini di scienza brancolavano nel buio, maghi e veggenti ne traevano oscure previsioni e l’uomo della strada se la prendeva con i politici.
Finché durò, il mondo parve rallentare. Niente più omicidi, guerre, scandali. Persino i cani avevano smesso di mordere i passanti.
 
Scomparve all’improvviso, con un tremolio, mentre lo stavo contemplando. Nello stesso istante, vidi un bagliore accompagnato da un botto spaventoso. Qualcuno, scoprii il giorno dopo, aveva fatto esplodere la chiesa del quartiere.
La follia si scatenò. Edifici di tutte le religioni vennero distrutti e grandi personalità religiose uccise, nel giro di pochi giorni, in tutto il mondo.
Passavo le notti sul balcone, agitato da uno strano fremito, sperando che il nastro tornasse.
«Non succederà.»
Mi voltai verso la vicina. «Come fai a saperlo?»
«L’ha rivelato la veggente che parla con la Madonna. Dio si è stancato di noi e ha regalato il mondo al demonio. Ecco cos’era quel nastro.»
Risi, ma sentii un brivido ghiacciato lungo la schiena. Io, che ero sempre stato ateo.
La ragazza mi mostrò un fucile. «Ne ho altri. Stiamo andando a combattere i nemici del Signore. Vieni?»
«Lui ci ha abbandonati» provai a protestare, ma le mie dita fremevano per premere quel grilletto.
«Prima di morire, il papa ha detto che, ora che Dio ci ha ceduti al Grande Nemico, dobbiamo conquistare da soli il regno dei cieli. Ne sfonderemo le porte e porteremo le nostre anime in salvo…»
Non sentii la fine della frase. Stavo già correndo da lei.
Il primo a cui avrei sparato sarebbe stato l’amante di mia moglie. Non ero certo fosse uno dei nemici di Dio. Ma ero pronto a scommetterci l’anima.