
Il prete guardò l’orologio: non erano ancora le sette.
Si passò le mani tra i capelli unti, il caldo lo soffocava e aveva la fronte imperlata di sudore.
All’improvviso sentì lo scricchiolio del legno davanti a lui e aprì lo sportellino.
Riconobbe subito i lineamenti della signora Marini e si rilassò. Veniva a confessarsi ogni venerdì, una cosa semplice, quasi di routine, le solite incomprensioni in famiglia, qualche screzio con i vicini, insomma il paradiso del confessore. Qualche volta, in un suo piccolo giochetto sadico, si divertiva a dargli cinque Ave Maria di penitenza invece dei soliti tre, solo per vedere che faccia faceva. Si avvicinò alla grata.
«Sia lodato Gesù Cristo», disse con voce calma.
«Sempre sia lodato», rispose la signora Marini.
«Mi dica pure i suoi peccati».
«Io…»
«Prego, non abbia timore, parli pure liberamente, qui è nella casa di Dio».
«Io ho ucciso mio marito!».
La voce della donna risuonò metallica nel piccolo spazio sacro.
Il prete allungò il collo, come per accertarsi di aver sentito bene. Avvertì immediato un dolore sordo alla base della nuca.
«Signora ma cosa sta dicendo?»
«Quello che ho detto, l’ho ucciso un’ora fa, gli ho spaccato la testa con una pentola e l’ho lasciato steso in cucina in una pozza di sangue».
«Signora, se questo è uno scherzo, l’avverto che non è divertente».
«Non vuole sapere perché l’ho fatto?»
«Avanti, se non può farne a meno me lo dica.»
«Perché mi tradiva, mi tradiva quel figlio di puttana.»
Era la prima volta che qualcuno si abbandonava al turpiloquio durante una confessione eppure non era certo quello a turbarlo.
«Ne è sicura?» chiese.
«Me lo ha confessato lui!» urlò la donna.
Il prete deglutì amaro.
«Lui quindi le ha detto tutto, cioè…tutto, tutto.»
«Si, tutto, era un po’ che avevo dei sospetti e alla fine è crollato, ma come ho fatto ad essere così cieca, tutte quelle uscite la sera, ed era talmente tanto sicuro, che mi diceva anche che veniva qui in parrocchia a dare una mano per una associazione di volontariato.»
Il prete prese un lungo respiro, era finita.
Domani sarebbe scoppiato lo scandalo e avrebbe dovuto rispondere di troppe cose.
Per una frazione di secondo pensò che a domani forse non ci sarebbe neppure arrivato. La vergogna lo avrebbe ucciso prima.
«E con quella troia poi».
«Come dice prego?»
«Scopava con quella troia della Ricci».
Il prete sgranò gli occhi.
«Io non capisco…»
«Oh avanti, non faccia finta di non sapere chi è, canta sempre nel coro, è quella bionda, sempre mezza scollata».
«Cioè quindi Mario, cioè suo marito le ha detto che, oh mio Dio».
Il prete si aggrappò alla porta del confessionale con tutte le sue forze, ingoiando le lacrime, quel bastardo di Mario allora lo aveva preso in giro.
«Padre, mi scusi, ora devo andare alla polizia?»
La voce della donna lo riportò alla realtà.
«Polizia? Oh no signora Marini, lei ha fatto bene, lasciamo andare la polizia, mi aspetti a casa tra un’ora, troveremo insieme una soluzione e nel frattempo dica cinque Ave Maria.»