Doriana


 
Quanti anni erano passati? Luca in jeans e maglietta. Luca con la corona di alloro. Luca davanti alla sua vecchia volvo, sepolta in uno sfasciacarrozze a Rafsbotn. Luca col colletto bianco, le mani sudate. Luca, la lingua appena fuori dai denti bianchi. Luca che non ne sbaglia una. Luca che “ogni lasciata e persa”. Luca sulla pelle del divano. Luca senza poter dividere una birra.
Come si fa a tornare indietro?
 
Doriana fa la cassiera in un supermarket di provincia. Aveva altri progetti, ma non c’erano i soldi per farla studiare e quando ha smesso di dire: “ti amo” e cominciato a dire: “trombiamo” ha scoperto che le relazioni possono essere molto più facili così. Quasi nessuna in questo modo ti si radica dentro, ti possiede le viscere. Quasi, però. Infatti una le è iniziata a crescere dentro e allora ha deciso di lasciarla fare. In fondo Veronica è un bel nome anche se non avevi sognato di diventare madre. Doriana è felice della sua bambina, quelle fossette e il suo respiro quando dorme. Quando sogna la stringe forte, e il suo è l’odore più buono del mondo, ma ci vuole altro per far quadrare i conti. La provincia divora i sogni: anche quelli che non sapevi di avere.
Si pente subito, ma a volte se lo chiede: come si fa a tornare indietro?
 
È che Luca proprio non ci si vede accanto ad una donna per un tempo superiore a un orgasmo. A tutte manca qualcosa. Nessuna è abbastanza interessante.
Quella lì, la francese, quella era quasi perfetta. Aveva bei denti, due tette belle e ingombranti e soprattutto si aggiustava i capelli quasi come lei. Quasi, non proprio come lei.
Possibile che in tutti questi anni ancora il suo pensiero rifugio sia lei?
 
Doriana non sogna più il principe azzurro da quando lo ha lasciato. L’ha fatto per lui, per lasciarlo libero. L’ha sommerso di parole:
“Sei troppo per me. Io non posso vivere al tuo ritmo. Tu vuoi fare l’ingegnere! I miei non mi possono pagare una vacanza, figurati l’università! Che fine farò quando finirà l’estate?”
 
Luca le aveva giurato che l’avrebbe amata per sempre, ma poi era sparito.
Quindici infiniti giorni dopo, l’incontro senza preavviso. Doriana stava coprendo una collega, in gelateria, e Luca si era presentato con una bionda appariscente, dalle sicure doti nascoste, considerando la perizia con cui leccava il gelato.
 
Il cuore di Doriana si era spezzato in frammenti così piccoli che non aveva saputo raccoglierli tutti.
Finito il turno si era presentata da Luca, vestita di vergogna e di pianto e si era messa a parlare, senza ottenere un granché.
Allora se n’era andata, recuperando – secondo lei- dignità con una uscita di sicuro effetto:

 
In ogni uomo aveva cercato un pezzo di Luca, senza mai trovarlo intero.
Persino il padre di Veronica- l’unica volta che l’aveva visto- aveva quasi i suoi occhi, ma non erano i suoi.
E adesso mentre la sciatica le ricordava che ogni tanto doveva alzarsi dalla cassa, il tempo si era congelato.
Al posto della tessera punti, sul rullo, un biglietto: “Che ne dici di riprendere da dove siamo rimasti?”.
Di fronte a lei un colletto bianco, le mani sudate e gli occhi, stavolta quelli giusti, in attesa.