
Dopo aver acceso la telecamera e aver fatto un sorriso al Suo pubblico, Padrona Missy ha detto che avrebbe dato una ripassata al mio culo. Sono comparso in scena strisciando, mi sono messo a pancia in giù sul cavalletto e Lei ha preso quello grosso e rosso.
È durata un’ora. Il tlin-tlin delle offerte dei perv non ha smesso di suonare un attimo. A telecamere spente, mi ha carezzato la testa e mi ha detto «Sei stato bravo, Michele. Ora, ripulisci tutto. Domani avrai una sorpresa».
La sorpresa non mi è piaciuta per niente. Lì per lì ho pensato che mi avesse comprato una nuova gabbia, che la vecchia sta cominciando un po’ ad arrugginirsi, ma poi ho scoperto che dentro ci sarebbe andato un nuovo slave. Una lei, si chiama Elisa. Odio già i suoi capelli biondo platino e i fottuti piercing alle labbra. È arrivata camminando su sole due zampe. Padrona Missy l’ha messa subito in riga, ma ho sentito il suo sguardo di sufficienza puntato sulle chiappe per tutta la notte.
Oggi c’è stato il primo show in tre. Padrona Missy non mi ha fatto nemmeno spogliare. Ho solamente dovuto passarle i toys da un vassoio, mentre si occupava di Elisa. È durato più del solito, e i tlin-tlin fioccavano. «Hai fatto la brava, ti comprerò un collare nuovo» ha detto la Padrona a Elisa. Ho dovuto ripulire tutto, come al solito.
Oggi le ho sentite parlare.
«Da quanto tempo hai con te quella merda?»
«Michele? Lo stronzetto è il mio cane fedele da un paio d’anni» ha risposto la Padrona.
Mi sono infuriato.
La Padrona può dire di me tutto quello che vuole.
Elisa no. Lei deve stare zitta.
Padrona Missy mi ha fatto indossare una cintura di castità. Non è la prima volta che succede, ma prima era sempre stato parte del gioco. Lei mi stuzzicava senza che io potessi avere reazioni. È uno dei kink che attira più gente.
Questa volta è stato diverso. Dopo che ha bloccato la serratura non mi ha più degnato di uno sguardo, e si è dedicata a esplorare Elisa con quello grosso e rosso.
Tlin-tlin, tlin-tlin.
Mi sono offerto di fare da gabinetto a Padrona Missy. Mi ha sputato addosso e se ne è andata. È la prima attenzione che mi dedica da oltre tre settimane. Questa storia deve finire.
Mentre mi occupavo di ripulire i toys ho avuto un’idea. Ho detto a Padrona Missy che il suo giocattolo preferito aveva bisogno di una pulizia approfondita e l’ho portato in bagno. Ho preso una delle lamette del mio rasoio – la Padrona mi vuole perfettamente liscio – e l’ho fatta scivolare dentro la punta. È ben nascosta, ma un angolo d’acciaio fa capolino a sufficienza.
Dopo aver fatto il Suo solito sorriso ai perv in collegamento, Padrona Missy mi ha chiamato e mi ha fatto inginocchiare davanti a Lei.
«So che non avete visto Michele per un po’» ha detto in favore di camera. «Ma volevo vedere come si sarebbe comportato con l’arrivo di un altro membro della nostra famiglia. Credo si sia comportato bene, vero?»
Tlin-tlin di approvazione.
«Ho quindi deciso di ricompensarlo, come si ricompensa un bravo schiavo. Elisa, prendimi quello grosso e rosso».
Gli occhi mi si riempiono di lacrime, e senza volerlo punto lo sguardo sugli occhi di ghiaccio della Padrona.
Ma non dico nulla.
Non avrei mai dovuto dubitare di Lei e della Sua infinita bontà.
È giusto che venga punito. Farà male, ma non tanto male quanto io ho fatto a Lei.