
Chiudete gli occhi.
Concentratevi.
Bene così. Riuscite a visualizzare qualcosa?
Riconoscete quell’uomo? È Tobrell, il più grande illusionista di tutti i tempi. Sta sciogliendo i muscoli sotto il sole andaluso per il suo nuovo spettacolo. Al posto del tradizionale doppiopetto, stavolta indossa soltanto un costume blu notte.
Ha fatto sparire aerei, è sfuggito alla morsa letale di un blocco di ghiaccio, è rimasto sepolto in una fossa per tre giorni, ha vagato in Tibet due anni per apprendere arcane discipline, e ora vuole superare il limite. Vuole davvero stupire il mondo.
Rivolge un cenno di saluto alla folla crepitante di entusiasmo e un altro alla selva di telecamere provenienti da ogni continente, poi si avvicina alla cassa di legno.
Ai media ha annunciato che sarà un numero memorabile, la cui grandiosità farà impallidire persino le più ardite imprese di Harry Houdini.
Guardate, aguzzate la vista.
Si sta arrampicando sul braccio del paranco con movimenti eleganti, armoniosi. Gli spettatori, accalcati sul ponte di Ronda, capiscono che è il momento di abbassare la voce, per godersi appieno le gesta dell’incredibile artista.
Adesso Tobrell non sorride più. Regala ai suoi affezionati ammiratori un ultimo, vago saluto e chiede al suo assistente – un giovanotto esile e molto solerte – di sigillare il coperchio laterale, dopo aver stretto con molta cura le catene che lo tengono prigioniero.
Il brusio della folla si riduce a un sussurro collettivo d’ansia e di attesa. Con un ronzio elettrico il paranco ruota e conduce la cassa appesa a un cavo sull’abisso roccioso.
Tobrell ha spiegato ai giornalisti che riuscirà a liberarsi prima di finire maciullato dopo un volo di 120 metri. Avrà pochi secondi a disposizione.
Ma non è tutto. Dopo aver ingannato la morte ancora una volta, donerà all’umanità un altro strabiliante prodigio. Nessuno sa quale.
Gli spettatori tacciono. La voce ovattata di Tobrell annuncia che è tutto a posto. Comincia un’attesa che pare infinita, poi si leva un urlo dalla cassa: «Sganciate!»
L’assistente abbassa una leva. La cassa vola giù fulminea. La folla rumoreggia. Mani che coprono volti attoniti e spaventati. Le telecamere si genuflettono per seguire meglio la drammatica scena. Molti si sporgono dal parapetto di pietra. Cinque, sei secondi, e arrivano echi di impatti che culminano nel fracasso finale. La prigione di legno è sparsa in mille pezzi sul fondo della gola.
Tranquilli. Riprendete fiato.
Un bravo illusionista vi mostra una realtà, mentre dietro di essa compie un miracolo che non scoprirete mai. Non c’è da preoccuparsi.
Concentratevi. Che cosa è successo? Qualcuno dal pubblico strilla, qualcun altro sviene. Vedete per caso un corpo smembrato? Notate le strie di sangue laggiù? Bene.
Tobrell è morto… o ce l’ha fatta di nuovo? Sforzatevi di capire. Voi lo sapete già.
Lo hanno cercato per mesi. Non l’hanno più trovato. Forse il sangue era di un animale. Svanito per sempre, chissà.
E adesso aprite gli occhi. Come vi sentite?
Disorientati, lo so.
State leggendo queste parole sui vostri meravigliosi apparecchi tecnologici. Ogni abitante della Terra lo sta facendo.
Io, Tobrell, sono il più grande illusionista del mondo, ve l’ho dimostrato, e sto per regalarvi l’ultima magia, quella che avevo promesso.
Conterò fino a tre, poi schioccherò le dita.
E adesso voltatevi.
Sono qui con voi.