mangia.com

Finalista nella 149° Edizione di Minuti Contati con il Team di Specularia come guest stars, un racconto di Maurizio Ferrero.

 
Il drone di mangia.com picchietta contro il vetro della finestra. Allungo la mano verso il comodino e prendo lo smartphone. Pigio sull’icona blu dell’app di domotica, sblocco la chiusura della finestra, che si apre emettendo un ronzio.
Il drone vola all’interno, silenzioso. Fluttuazione magnetica, ultima generazione. Non se ne vedono ancora molti in giro.
Gli indico il poco spazio libero alla mia destra, sul materasso.
Credo sia ora di cambiare le lenzuola. Quanto è passato dall’ultima volta, due mesi?
Il drone fa fuoriuscire dal suo alloggiamento la scatola di plastica, che atterra sul materasso con un tunf. Si apre emettendo un sibilo.
Il profumo di tonno, cipolle e salsiccia mi corre su per le narici. Infilo il braccio nella scatola e tiro fuori i quattro involucri – tre pizze e una confezione maxi di patatine con salsa al cheddar.
Appoggio il pranzo sulla pancia. Ormai è talmente grande che non ho più bisogno di usare il tavolino da letto. Basta bilanciare bene tutto e metterci un’asciugamano sopra, che il sudore e i peli nel cibo fanno un po’ schifo.
Il drone raccoglie la scatola vuota e riprende il volo.
Bravo, levati dai coglioni, che ho fame.
Appoggio la schiena contro la testiera del letto. Afferro la prima pizza, la piego in quattro e la addento.
Il sugo caldo mi cola lungo la barba e mi scivola sui capezzoli. Ci intingo un dito dentro e lo ciuccio.
Lo smartphone emette un suono di allarme. Gli lancio un’occhiata.
Monitoraggio delle funzioni vitali, solita roba. 313 chili, situazione cardiaca critica.
Quante cazzate. Maledetto servizio automatico, non capisco come accidenti si disattiva. Ogni volta lo spengo e ogni volta spunta fuori di nuovo.
Clicco sul pulsante rosso. «Fanculo, ho tre pizze tutte per me.»
 
Mi ficco in bocca l’ultima manciata di patatine. Il cuscino si è macchiato di salsa al cheddar.
Ho ancora un po’ fame.
Prendo lo smartphone, lascio uno sbaffo di formaggio sul vetro. Lo lecco.
Attivo l’app di mangia.com e scorro il menu.
Pollo fritto? Mangiato ieri.
Hamburger? No, ho voglia di qualcosa di più sostanzioso.
Cucina casalinga della nonna? Troppo sana.
Messicano. Buona idea, ho proprio voglia di tacos. Pollo, manzo, ma niente piccante oppure con le lenzuola sporche diventerà davvero un casino.
Una decina basteranno, è giusto uno spuntino.
Clicco sul pagamento.
Compare un messaggio in rosso.
Errore. Il servizio è stato momentaneamente sospeso per problemi tecnici. Si prega si riprovare più tardi.
Cosa? Non è possibile!
Pigio di nuovo.
Stesso messaggio.
Mi sento male, cazzo.
Durerà pochi minuti, ne sono sicuro. Vado sul motore di ricerca e cerco informazioni sul guasto.
Attacco hacker ai server di mangia.com.
No.
I server di mangia.com sono stati disattivati a seguito di un attacco informatico operato da ignoti. Al momento non è ancora prevista una data di ripristino.
No, cazzo. No!
Come faccio? Morirò di fame!
Devo trovare una soluzione. Ne ho bisogno. Devo sopravvivere.
Mi giro sul fianco, mi tiro a sedere sul letto. Poggio i piedi a terra.
Guardo dalla finestra lì vicino. Dall’altro lato della strada c’è un supermercato. Non ci ho mai messo piede, ma lì troverò qualcosa da sgranocchiare. Un po’ di pane, delle patatine, il necessario per sopravvivere.
Avanti, non è difficile. È come quando mi alzo per andare a pisciare, solo che il percorso è un po’ più lungo.
Esco dalla stanza, arrivo alla porta di casa, afferro le chiavi nella toppa e le giro. Apro la porta, mi avvicino all’ascensore.
Ho il fiatone.
C’è una targhetta di fianco alle porte di metallo.
Portata massima 250 kg.
Merda. Ma non me la faccio a piedi, sono otto piani. Devo rischiare.
Premo il pulsante di chiamata, dopo pochi secondi le porte si aprono con un ding.
Mi infilo dentro. In questa gabbia di metallo ci sto a fatica. Premo il pulsante del piano terra.
Le porte si chiudono, l’ascensore comincia a scendere.
Sento qualcosa stridere sopra di me, tra i cavi. I freni?
C’è uno scossone improvviso, le luci elettriche sobbalzano.
Lo smartphone vibra. Accendo lo schermo.
Mangia.com ti informa che i servizi sono stati ripristinati.
Un rombo, forte, sopra di me. L’ascensore prende velocità, mi trascina verso il basso.
Merda! Non ho più tempo.
Schiaccio sul pulsante conferma l’ordine.
Dopotutto, credo avrò fame anche da morto.