
Frank si siede a terra tenendosi il fianco ferito, la schiena contro la porta d’acciaio che ci separa dalle Blatte. Le loro chele schifose continuano a sbattere sulla porta cercando di entrare. Dalla ferita di Frank esce sangue verdognolo. Mio dio, sta già iniziando a mutare! Stringo il fucile. No, non posso farcela, non di nuovo, non il mio ultimo compagno.
Frank sorride. «Pensavo che al mio congedo avrei avuto almeno la torta.»
Mi si appanna la vista. «Come diavolo fai a scherzare in questo momento?»
«Non voglio morire triste.» Scrolla le spalle. «Ehi, promettimi una cosa.»
«Certo.»
«Non sentirti in colpa per questo, okay?»
Sorride e mi fa il saluto militare con la mano tremante.
Inspiro, punto il fucile verso di lui. Una lacrima mi scende sulla guancia.
«Riposo, soldato.»
Premo il grilletto.