Non mi calpestare

“Quattrocchi di merda.”
 
Francesco si accascia a terra.
Ha il naso rotto.
Il sangue gli cola dalla faccia, macchiando le piastrelle squallide del bagno della scuola. Piange.
 
“Denti di metallo.”
 
L’ho colpito con delle lattine di coca cola dentro un sacchetto di tela. L’ho visto fare in un vecchio film che guardava papà.
 
“Solo le femminucce leggono libri invece di giocare a pallone.”
 
Gli ammollo un’altra pedata in faccia. Per vedere se impara quello che si prova quando si è a terra e qualcuno infierisce.
Il sangue macchia la suola della mia Superga, vedo che ora lascia impronte rosse per terra.
 
“Dacci la merenda o le prendi pure oggi.”
 
La porta dello scompartimento con il WC si apre. È Gabriele. Ha finito di pisciare, ha sentito il suo compare piagnucolare e viene a vedere che succede.
Comincio a far volteggiare il sacco.
 
“Non ti preoccupare figliolo ne parleremo con i maestri.”
 
Appena esce se lo prende tra le palle con tutta la violenza di cui sono capace. Si piega in due. Separati non fanno più tanta paura.
Pezzi di merda.
 
“Parleremo con le famiglie e prenderemo provvedimenti.”
 
Lo colpisco di nuovo sulla schiena. Geme.
Dal WC arriva puzzo di piscio stantio.
Lo colpisco ancora e ancora.
 
“Quattrocchi, denti di metallo, femminuccia, ti picchiamo anche oggi. Prenderemo provvedimenti.”
 
Pezzi di merda.
 
Qualcuno mi prende e mi solleva di peso. È il bidello.
«Ma che cazzo stai facendo? Ma ti ha dato di volta il cervello?»
Afferra il sacco e lo butta lontano.
Mi abbranca per un braccio, cerco di ribellarmi ma mi trascina via come fossi un burattino.
Mi giro e vedo ancora quei due stronzi contorcersi per terra nel bagno, giusto dove devono stare.
Pezzi di merda. Mi hanno reso la vita un inferno per un anno intero e nessuno ha mai mosso un cazzo di dito.
«Adesso ti porto dalla preside e prega che non ti espellano! Ma guarda che casino hai fatto.»
Nel corridoio tutti mormorano. Ora mi guardano con la paura negli occhi.
Io volevo solo essere lasciato in pace. A leggere i miei libri, a disegnare.
Volevo solo quello.
Ma se non posso avere il rispetto, allora anche la paura mi va bene.