Il sacramento n.2

“Sto per entrare.” Scrivo con telefono e sigaretta in una sola mano tremolante.
La risposta di Ida è istantanea. “Sento che andrà bene. Non vedo l’ora di rivederti. Non ne posso più di starti lontana. Ti bacio, Cuore Grande.”
Il fumo dell’ultimo tiro mi acceca. Spengo il mozzicone sul pavimento in pietra del sagrato. È tardi per un posacenere. Appallottolo la cicca nel fazzoletto e lo infilo in tasca. Con una spallata spingo la porta della chiesa. Il profumo fresco e umido delle candele mi abbraccia. Il sagrato trafitto dal sole era un girone infernale, qui si ricomincia a respirare. Abbozzo un segno della croce. I banchi sono deserti. Sotto al pulpito due chierichetti pizzicano l’acquasantiera, si lanciano schizzi benedetti e soffocano le risate.
Cammino verso la navata di sinistra. Sant’Antonio sorregge il Bambino e offre un giglio ai peccatori. Due gambe inginocchiate spuntano dalla tendina del confessionale. Sarò il prossimo. Sposto una sedia per qualche centimetro. Le vibrazioni delle gambe di plastica crepano il silenzio. Mi sento come se avessi appena aggiunto un altro peccato alla mia lista. Siedo e tasto l’esterno delle tasche in cerca della sagoma della mia chiave. Rassicurato, chiudo gli occhi e rallento il respiro. Ripasso i comandamenti e le mie azioni.
Andrà bene, andrà bene.
Deve andare bene.
L’inginocchiatoio scricchiola. L’uomo che mi precedeva sbuca dalla tenda. Non mi pare di conoscerlo, ma qui siamo tutti fratelli. Gli occhi lucidi tradiscono la sua delusione. Stringe le spalle e solleva due dita in quello che potrebbe essere frainteso con un segno di vittoria. Conosco troppo bene quella sensazione, la stessa della mia ultima confessione.
Tocca a me.
Mi inchino nel buio del confessionale. Mi segno ancora, attento stavolta a toccare i punti corretti.
La porta di input si illumina. Innesto la chiave.
Il mio viso appare sullo schermo. Il cursore lampeggia finché il riconoscimento non è concluso.
“Benvenuto Michele. Hai sostenuto l’ultima confessione il 23 dicembre 2081. Perché hai lasciato trascorrere undici mesi e sedici giorni? Premi il tasto verde per procedere con la tua confessione oppure premi il tasto rosso per esaminare le tue statistiche.”
Inutile tergiversare. Verde.
La barra di caricamento incede verso destra. Un anno di vita, di rinunce e di penitenze, è lungo da acquisire. Mio Dio, Ida, quanto mi sei mancata.
La scritta “Elaborazione in corso” si sovrappone alle scene del calvario di Gesù. Le quattordici stazioni della Via Crucis ciclano tre volte, prima che appaiano le sagome ancora vuote delle mie stelline.
Mi nascondo dietro alle mani giunte, finché non trovo il coraggio di guardare.
Cinque su cinque.
Non ci credo.
«Sì!»
“Congratulazioni Michele! Hai ottenuto il punteggio massimo. A breve riceverai l’autorizzazione per l’upload della tua anima nel meta-paradiso. Gesù ti ama e ti aspetta!»
Il cuore mi esplode di entusiasmo. Saremo di nuovo insieme, Ida.