La Grande Creatura

La luce nel cielo brilla sopra la mia testa, bollente, e la roccia nera scotta ed è appiccicosa sotto le zampe. E se si stesse sciogliendo?
Molte luci fa, un compagno di nido mise una zampa sulla roccia nera mentre era molle: si attaccò agli artigli e si indurì subiti. Quando cercai di toglierne almeno un po’, mi scheggiai la punta del becco.
Forse dovrei spostarmi dove il terreno è coperto di erba, prima che la roccia diventi molle e mi afferri le zampe.
Sarebbe la cosa migliore, ma la piccola montagna rettangolare è vuota.
La Grande Creatura è in ritardo. Di solito arriva quando la luce è ancora bassa, si poggia sulla collina e fa piovere cibo finché io e i compagni di nido non abbiamo la pancia piena.
Saltello sul posto, mi faccio aria con le ali.
Che la roccia nera abbia mangiato le zampe della Grande Creatura? Impossibile: i suoi simili camminano sulla roccia molle senza affondarvi. I fiumi di roccia nera sono pieni delle loro impronte, soprattutto quelli più vicini alle grandi montagne dove nidificano.
Magari la Grande Creatura è caduta vittima di un predatore. O forse non ha cibo da far piovere.
I compagni di nido si sono raccolti sotto i cespugli giganti. Dovrei raggiungerli. In mezzo a loro c’è anche la femmina con cui vorrei fare il nido, la piccola testa impegnata a cercare cibo in mezzo all’erba. Gli altri maschi le girano intorno, petto in fuori e ali ben larghe.
Dovrei raggiungerli e prendere posto in mezzo a loro, oppure andare in cerca di qualcosa da mettere nella pancia. La Grande Creatura non arriverà e non farà piovere cibo, non oggi.
Quando si alza e torna al nido, la Grande Creatura cammina nella direzione da cui sale la luce nel cielo. Che si sia perso?
Apro le ali, le sbatto un paio di volte e prendo il volo. Sotto di me, i compagni di nido tubano con i becchi alzati nella mia direzione.
A loro non importa se la Grande Creatura è affondata nella roccia nera o se è stata presa da un predatore, maledetti ingrati! Che rimangano pure nascosti sotto i grandi cespugli!
Seguo il fiume di roccia nera nella direzione che la Grande Creatura prende sempre. Ci sono alcuni suoi simili nascosti sotto i cespugli che circondano il fiume, altri poggiati su colline rettangolari simili a quella della Grande Creatura.
Arrivo dove non ci sono più cespugli né erba, solo grandi montagne e fiumi di roccia. La luce nel cielo è sempre più calda e anche l’aria è bollente. Le ali si fanno pesanti: devo trovare riparo e poggiarmi da qualche parte, finché la luce non scende e l’aria non si raffredda.
No! Prima devo trovare la Grande Creatura!
Faccio ampi giri sopra i fiumi di roccia, tenendomi appena sopra le teste delle creature che vi camminano sopra.
In mezzo alle montagne ce n’è una più bassa delle altre, circondata dall’erba. Molte delle creature sono raccolte lì, insieme a quelli che dovrebbero essere i loro piccoli. Le piume rosse della Grande Creatura spiccano in mezzo al gruppo.
Non è stata presa da un predatore, allora!
Scendo in picchiata, atterrando proprio in mezzo alle sue zampe.
La Grande Creatura stringe una grande ala su quella quella più piccola di un pulcino della sua specie. Il pulcino si abbassa su di me e tuba qualcosa. La Grande Creatura lo imita.
Le piume rosse sono ancora tutte sulla sua testa e il becco pare intatto. Sta bene.
Emette uno di quei suoni che fa quando fa piovere il cibo, di quelli che fanno piegare all’insù la fessura che ha sotto il becco. Stacca un pezzo di cibo e me lo poggia davanti.
Ha un buon profumo, eppure non ho fame: non riesco a distogliere gli occhi dalla Grande Creatura.
Sta bene! Che sollievo!
Il suo pulcino tuba e la Grande Creatura tuba a propria volta. Mi allunga un’ala con un altro pezzetto di cibo sopra.
Vuole… vuole che salga?
Faccio qualche passo. L’ala rimane lì. Sì, vuole che salga.
Salto sull’ala della Grande Creatura. Lei si rialza e mi poggia sulla sua spalla, proprio accanto alla testa, prima di ricominciare a camminare con il suo pulcino accanto.
Non la perderò mai più.