
La ragazza dai capelli bianchi controllò di nuovo. Era capitato in passato che si fosse sbagliata ma era sbronza e, comunque, aveva sbagliato di poco. Da quella volta aveva aggiunto venti bicchieri di controverifica riempiendoli con liquidi diversi. Adesso le increspature sulla superficie dei suoi cinquanta rilevatori di camminata di drago indicavano, senza ombra di dubbio, che quello che gironzolava nel suo cortile — gongolò per l’eccitazione — non tornava da anni!
Camminò spedita verso lo spiazzo, attivando amuleti e catalizzatori dagli scaffali.
Un occhio di brace la fissò da sei metri di altezza, la ragazza dai capelli bianchi fece un passo di lato per evitare le gocce di sangue che stillavano dall’altro occhio. Ogni goccia un principio di incendio soffocato dagli incantesimi di protezione sempre attivi. Quel posto non sarebbe durato molto altrimenti.
Il Rosso ruggì mandando in frantumi due gargolle.
La ragazza dai capelli bianchi allargò le braccia indicando i calcinacci.
«Non mi interessa se hai fretta.»
Il Rosso ruggì di nuovo, questa volta con più rispetto per gli arredi.
La ragazza dai capelli bianchi scosse la testa sospirando.
«Aspettami qui, vado a prenderti qualcosa. Hai la gastrite, ti ho già detto l’altra volta che non puoi mangiarti i cavalieri tutti interi. Prima devi sbucciarli!»