Blue Judgement

La vita è uguale per tutti.
Se la ricordava diversa la scritta che dominava le aule di tribunale. Una sola volta gli era capitato di entrarci durante i suoi giorni da mortale. Lanciare una chitarra da cinque chili non era stata un’idea brillante e i 12 punti di sutura ricevuti avevano trasformato la sua groupie più fedele nel suo più feroce accusatore.
Approposito di accuse l’infernale ministero rispondeva al nome di Samael, il più temibile tra i demoni accusatori.
«Devi essere neutro come le acque del fiume Lete o sarà uno scherzo per lui entrare nella tua testa.». Artamiel, il suo avvocato alla difesa, lo aveva avvertito.
«Presiede la corte il giudice delle anime Minosse». Pure l’annunciatrice, sembrava di stare in una puntata di Forum.
«Seduti, seduti, grazie grazie…» il pubblico faceva un tifo da stadio.
«Ci rifaccia quella cosa con la coda signor giudice!» una guardia scortò fuori dall’aula un ammiratore un po’ troppo su di giri.
«La corte si riunisce per giudicare pensieri, opere e omissioni dell’anima Edoardo Capaldi, in arte Rockin’ Edo…» Qualche risata di sottofondo fece coda all’annuncio.
«La parola all’accusa, prego Samael, è tutto suo».
Le danze si erano aperte.
«Chiamo a deporre l’accusato in persona, prego, Rockin’ Edo…» altri sogghigni si diffusero tra il pubblico.
Avrebbe voluto alzarsi, forse, ma le gambe non rispondevano.
«Non hai nulla da perdere» Artamiel provò a rassicurarlo «Rifiutarti di andare alla sbarra equivarrebbe a un’ammissione di colpevolezza.»
Effettivamente… Come dargli torto. Magari poi l’inferno sarebbe anche potuto essere divertente e comunque mai partire sconfitti in partenza. Perché non sarebbe potuto andare tutto liscio? Infondo non aveva mai ucciso nessuno…
L’ombra di Samael lo sovrastò, dapprima non sembrava, ma era imponente tanto quanto Minosse.
Il demone accusatore si avvicinò con passo deciso, Edo poteva sentirne gli occhi bruciare dentro di sé.
«Bene bene signor Capaldi. Cosa abbiamo qui…»
Come era possibile sudare freddo senza un corpo?
«Ha avuto successo con la sua prima band vedo, com’è finita con loro?»
«Ho scelto la carriera da solista…»
«Già, abbandonandoli! Come in seguitò abbandonò, o meglio non riconobbe affatto, il frutto della sua relazione occasionale con tale Rossella Michelin!»
Dunque era davvero suo. E dire che era convinto lo volesse incastrare come ringraziamento per quei 12 punti collezionati.
«Signor giudice, io…»
Samael era uno schiacciasassi «Non ha mai pagato gli alimenti, ma droghe, alcol, quelli sì.»
La contesa era già chiusa.
«Penso non ci sia altro da aggiungere signor giudice. La richiesta è l’ingresso a tempo indeterminato nel girone dei neomelodici.»
Tutto tranne quello.
Era il turno di Artamiel.
«Mi dica, Edoardo, cosa accadde ai membri della sua vecchia band?»
«A dire il vero dopo averli mollati non ho più avuto loro notizie»
«Gliele do io, in questo momento stanno aprendo il concerto dei Maneskin a Wembley. Se non vi foste sciolti non avrebbero mai iniziato a fare davvero la loro musica.» Artamiel fece l’occhiolino «e riguardo a suo figlio, l’essere cresciuto da solo con una madre alcolizzata e un padre mai rivelatosi ha fatto in modo che aprisse un centro di recupero per alcolisti, 127 vite salvate per ora.»
Edo era incredulo. L’avvocato alla difesa riprese la parola.
«Cosa significa questo, signor giudice? Che ogni scelta è del tutto irrilevante se confrontata con la vita stessa e poco importa se potrà sembrare giusta o sbagliata, l’effetto sortito non sarà mai decifrabile, se non a posteriori.»
La statura di Artamiel aveva superato quella di Samael e dello stesso Minosse «Ci troviamo semplicemente di fronte a un’anima che ha vissuto a pieno la propria vita, seppur con leggerezza. E qual è il senso della vita se non il viverla a pieno?»
 
Rockin’ Edo aprì gli occhi dopo il lungo sonno. Un palco volante. Angeli armati di chitarre elettriche ondeggiavano la chioma a tempo di una ballata rock.
«Elvis e Freddie che duettano?! Non avrei potuto immaginarlo più figo di così il paradiso».