Come un rifiuto

«Oddio sì. Non ti fermare, non ti fermare! Ci sono quasi.»
Continua a ripeterlo da un’eternità. Mi stringe i capelli nel pugno e detta il ritmo, affondo dopo affondo. La puzza che viene dal cassonetto mi dà il voltastomaco e il sapore che ho in bocca non aiuta. La musica del club rimbomba dalle finestre chiuse. Spero finisca in fretta, mi fa male la mascella.
«Così, così… Oh sì!»
Il liquido caldo mi riempie la bocca. L’assessore Rodomonti mi lascia la testa. Sputo a terra ma il gusto amaro rimane. Pulisco le labbra col dorso della mano, rossetto e sperma.
Rodomonti mi getta un fazzolettino di carta. Un sorriso gli si allarga in mezzo alla barba riccioluta. La cintura di Gucci penzola come il suo membro soddisfatto. Tira su la zip e allaccia il bottone. Mi esamina come un cacciatore farebbe con la preda appena abbattuta.
Sposta la cravatta dalla spalla e stringe il nodo. È impeccabile, non ti preoccupare.
Mi fanno male le ginocchia, le calze sono tutte inzaccherate. Chissà su cosa mi sono chinata.
Appoggio una mano al muro e con l’altra mi reggo la schiena. Non mi aiuta neppure a rimettermi in piedi, il cafone. I mattoni ruvidi mi pungono il palmo. Spingo e sono di nuovo sui tacchi.
Si schiarisce la voce. «Rientro. Tu aspetta un paio di minuti, ok?»
Ma dove crede di andare? «Sono 20€ per il pompino.»
Ride. «È una specie di battuta?»
Questi sono i peggiori. Si fanno fare un servizietto e pretendono di non pagare. Come se il loro cazzo sapesse di zucchero filato. «Non far finta di non aver capito.»
«Mi sembrava lo volessi anche tu.»
È il mio turno di ridere. «Io? Mano nella mano con tua moglie, hai passato tutta la serata a fissarmi.»
«Guardavo e basta.»
«Anche quando mi hai chiesto di uscire per una sigaretta? A chi vuoi darla a bere. Dammi i miei 20€ e smettila di fare lo spilorcio. Con tutti i soldi che guadagni.»
«Sono una persona rispettabile, non vado con le prostitute.»
«Ah quindi è questo il problema?» Gli pungolo il petto con l’indice. «Puoi fare le corna a tua moglie con una sciacquetta ammaliata dal completo di marca, ma pagare, che Dio te ne scampi!» Raccolgo la borsetta da terra. «Sentiamo cosa ne pensa la tua signora.»
«Ferma!» Mi afferra il braccio.
«Mi fai male.»
«Lascia mia moglie fuori da questa storia.»
«Povera mogliettina. Meriterebbe di sapere con che pezzo di merda divide il letto!»
Mi colpisce con un manrovescio. Finisco col culo in una pozza sudicia. Il labbro mi pulsa, sapore di ferro in bocca. «Aspetta che lo vengano a sapere i tuoi elettori…»
«Chiudi quella bocca!»
Il calcio è troppo improvviso per proteggermi.
«No, ti prego. Sono–» Una pedata al ventre. La fitta mi toglie il fiato, boccheggio.
Appoggio mani e ginocchia a terra. Mi colpisce di nuovo, ancora più forte. Un conato. Tossisco e l’acido mi risale la gola. «Basta.» Piagnucolo.
Una gragnola di colpi mi investe. Il viso, l’addome, le braccia. Si ferma solo quando ha il fiatone, gocce di sudore scendono dalla fronte e si perdono nella barba.
«Guarda cosa mi hai fatto fare.» Ansima. «Voi donne dovreste imparare a stare al vostro posto!»
Si sistema la giacca e rientra dalla porta posteriore del locale. Mi abbandona vicino al cassonetto, come un rifiuto.
Sbatto gli occhi. Le fitte sono sempre più forti. Porto la mano in mezzo alle gambe. Bagnato, viscoso tra le dita. Singhiozzo. «No, no, no!» Il vestito blu è imbrattato di sangue.
Mi gira la testa, non riesco a rimettermi in piedi. Le mani scivolano sull’acciottolato lurido. Respiro a fondo. Il cuore mi pulsa nelle tempie.
Andrà tutto bene.
Andrà tutto…
Andrà…
«Ah!» Una fitta tremenda alla pancia. Fatelo smettere!
La porta del locale si apre, una coppia scende i gradini.
«Aiuto!»
L’uomo strabuzza gli occhi, la ragazza si sfiora la pancia.
«Grazie a Dio. Ancora un minuto e…»
«Cristo Santo! Ma cosa ti è successo?» L’uomo si avvicina di un passo.
«Chiamate un’ambulanza, presto!»
Sfila il cellulare dalla tasca, la ragazza gli ferma la mano.
«È una prostituta.» Sussurra. «Andiamo via, Mauro, non sono affari nostri.»
L’uomo mi lancia un’altra occhiata.
Non andare, non lasciarmi qui in queste condizioni.
Intreccia le dita con la sua donna, ingoia a vuoto e mi volta le spalle. Lei lo strattona via.
Mi piego a terra, sono sola. Le unghie mi scavano il ventre. Non riesco a smettere di urlare.