Houdini

Los Angeles, 31 ottobre 1936
 
“ Sei sicura? Vuoi provare anche quest’anno?”
Bess teneva fra due dita una candela accesa, le labbra strette, gli occhi fissi sulla tavola.
“Sì. L’ultima volta.”
Malcom cercò di cogliere lo sguardo della donna.
“Ti manca molto?”
Bess sospirò e prese ad accendere le altre candele disposte a cerchio..
“Ho fatto una promessa. Anzi, lui l’ha fatta a me. Se ci fosse stato un modo, sarebbe tornato.”
Era timore, quello che percepiva nella voce della donna? Il luccichio del desiderio di riprendere a vivere?
Malcom sorrise mesto delle proprie illusioni: da dieci anni Bess annaspava perduta nel lutto della morte del suo vulcanico marito. Ogni anniversario di quell’assurda morte, organizzava una seduta per evocare almeno l’eco della roboante vitalità di quell’uomo straordinario.
Cambiavano i medium, mutava qualche partecipante, ma Malcom, timido e affidabile, c’era sempre.
Bess estrasse dalla borsa un ritratto, lo baciò e lo pose in mezzo alla tavola, spostando una candela a illuminarlo.
Malcolm guardò il primo piano color seppia: neanche il più grande escapologo del mondo sembrava trovare una via d’uscita dal regno dei morti. Ma, ugualmente, sembrava impossibile liberarsi di lui.
 
La medium era una vecchietta tonda, con le mani screpolate da lavandaia.
Malcom era costretto a stringerle la destra nel buio, mentre a sinistra percepiva le dita sudaticce del Presidente dell’Associazione Spiritistica del Wisconsin, che si sfregavano lascive contro le sue falangi. Oltre sedeva un prestigiatore che aveva lavorato con Harry in un paio di occasioni. Era la prima volta che partecipava a una seduta e continuava a ridacchiare, stringendosi alla fidanzata, una bellezza mora dallo sguardo annoiato e dalla scollatura più profonda che si potesse pensare. Non era difficile immaginarla sul palcoscenico vestita di piume di struzzo e paillettes, intenta a porgere cilindro e bacchetta.
Malcom era stomacato dal respiro russante della medium, dalle avance grossolane dello spiritista. Erano una marmaglia di cialtroni, cercavano di succhiare la fama residua del grande Houdini. Il giorno dopo avrebbero rilasciato interviste e, certo, almeno uno di loro, avrebbe rivelato una percezione particolare, una visione stupefacente.
“Mmmmhhh” gemette la medium. Lo spettacolo stava iniziando. Malcolm cercò nel buio il viso di Bess: era attenta, ma non tradiva alcuna emozione.
“Grande Houdini, come hai promesso in vita, mostrati alla tua amata Bess” rantolò la medium. Poi iniziò ad ansimare, con gli occhi spalancati rivolti verso l’alto.
I vestiti della lavandaia sembrarono gonfiarsi e Malcolm si chiese quale meccanismo truffaldino lo permettesse.
Riprese a gemere, più forte, quando uno schiocco secco, come un ramo che si spezza, fece balzare tutti sulle sedie. La medium uscì dalla parte, i vestiti si sgonfiarono con una pernacchia e si guardò intorno stupefatta.
La moglie del prestigiatore si era alzata in piedi e aveva perso l’espressione annoiata; fissava livida avanti a sé con occhi di brace. Il marito aveva smesso di ridacchiare, si era immobilizzato come una statua di cera.
Malcolm si voltò a sinistra: anche lo spiritista era imbambolato, con un sorriso ebete stampato sul volto. Alla sua destra la medium era come congelata, la bocca aperta, gli occhi vuoti.
“Bess” sussurrò la giovane con voce roca.
“Harry. Solo tu potevi farcela. Hai trovato la strada per tornare da me.”
Malcolm si sentiva sempre più intorpidito, le voci e i rumori si facevano remoti. Stava sprofondando nella medesima incoscienza che aveva annichilito gli altri partecipanti alla seduta.
“No Bess, è stato un caso. Qui non ci sono strade da ricordare.”
 
Quando Malcolm si risvegliò, il prestigiatore e la sua valletta giacevano riversi sul tavolo e russavano entrambi sgradevolmente. La medium si stava rimettendo il soprabito, imbarazzata e confusa, già pronta ad andarsene.
Lo spiritista del Wisconsin era ancora nel dormiveglia, accoccolato contro di lui.
Bess spense le candele, per ultima quella di fronte al ritratto di Harry.
“Dunque?” Mormorò Malcolm con il fiato sospeso.
“Dunque nessuno tornerà più.”
E, finalmente, Bess lo guardò negli occhi.