
Amore di mamma in questo racconto di Mario Pacchiarotti, primo classificato nella 125° Edizione del Contest principale del Mondo di Minuti Contati, con Raffaele Marra come guest star.
La bambina schiuse gli occhi; sbatté le palpebre; guardò l’uomo seduto accanto al letto; aggrottò la fronte.
«Sei tu, mamma. Vero?» chiese.
L’uomo si svegliò subito, sussultando.
«Sono io, amore, sono io.»
La bimba le sorrise.
«Oggi hai una faccia buffa.»
L’uomo scrollò le spalle.
«Non sempre si può scegliere, poteva andarmi peggio.»
«Non è male, sei solo un po’ strana.»
«Mi spiace, piccolina. È solo che… lo faccio per te, lo sai.»
La bambina divenne seria.
«Quando mi porti a casa?»
L’uomo sospirò.
«Presto, amore mio, presto.»
L’uomo scorse gli annunci per la terza volta.
«Ma non c’è qualcosa che renda meglio? Tre mesi fa i compensi erano migliori.»
L’uomo allo sportello scosse la testa. «L’offerta è superiore alla richiesta. È la legge di mercato, i prezzi scendono.»
«È una follia.»
L’incaricato fece spallucce.
«C’è gente che vende un mese per comprare una macchina, una settimana per un viaggio. Per cazzate.»
L’uomo tremò per la rabbia. Lei non si vendeva per cazzate, era la vita di sua figlia in gioco.
«A me serve un milione di crediti» soffiò tra i denti, e scappò verso l’uscita.
La voce dell’incaricato la bloccò sulla porta.
«Un modo ci sarebbe.»
Tornò allo sportello.
«Come?»
«Se è per una cosa importante davvero, un modo ci sarebbe.»
«Mia figlia ha il morbo.»
L’incaricato strinse le labbra e annuì.
«Va bene.»
Scrisse qualcosa su un biglietto da visita e glielo porse.
«Vai qui, mostra questo, ti spiegheranno loro.»
La ragazza dimostrava una ventina d’anni, ma doveva averne molti di più. Una scambiatrice seriale.
«Vista la malattia di sua figlia, la cura, il fatto che… Sarebbe bene avere una cifra adeguata per un fondo di tutela. Giusto nel caso… Pensavo a due milioni.»
«Ma è possibile?»
«Be’, dipende dal rischio.»
«Ma io avevo capito che…»
«Deve pensare positivo. Come le ho spiegato ICE interviene per eventi disastrosi. Alcuni clienti sono più prudenti, e altri accettano più rischi. Certi si limitano al pacchetto minimo, che scatta al 90%.»
«Il 10%…»
«Di sopravvivenza, certo! Guardi, le assicuriamo le cure migliori. Tutto spesato. Pensione di invalidità, nel caso. Legga.»
Lo riempì di opuscoli. Un fiume di parole. Ma lei aveva già deciso.
«Firmo quello che rende di più.»
«Bene, il piano ICE 90%. Ottima scelta.»
Mezz’ora dopo aveva completato le pratiche.
«Ha una settimana di libertà» disse la ragazza. «Da lunedì attacca al Sant’Anna Hospital.»
«Cosa succede se non… succede niente?»
La ragazza rise. «Nel frattempo avrà una bella rendita. Ma vedrà, non ci sarà da attendere molto.»
Passò quei giorni con la figlia. Le avevano anticipato abbastanza da pagare un ciclo di cura. La bambina poté perfino uscire qualche ora. Poi iniziò il lavoro. Consisteva nell’aspettare che arrivasse un cliente così malridotto da richiedere una sostituzione. La ragazza aveva ragione, non ci volle molto, appena 4 giorni.
«Barbara Antuori, conferma il consenso allo scambio, consapevole che il corpo della cliente subentrante è danneggiato in maniera tale da presentare oltre il 90 per cento di possibilità di decesso nelle prossime 48 ore?»
Disse di sì. Poi buio. Poi dolore. Poi niente.
La donna schiuse gli occhi, la luce era accecante e subito li richiuse. Sentì nella sua mano una piccola mano, la strinse.
«Sei sveglia!» urlò la bambina. Poi più piano, un po’ angosciata. «Sei tu, mamma. Vero?»