Il bosco degli specchi

«Perché mi hai portata qui? Ho paura.»
Il silenzio vivo del bosco. Note malevoli nell’aria. Lame di luce tra le foglie. Anna trema. Luca è indifferente.
«Oh, allora? Me ne voglio andare.»
Lui si avvicina a un albero. «Dicono sia un posto magico e romantico.» Passa i polpastrelli sull’intrico di simboli incisi nella corteccia. Cola resina, come plasma da una ferita infetta. «Qui la natura canta, a volte sussurra parole, ti rivela qualcosa…»
Tira fuori un coltellino da una tasca dei pantaloni. Sorride ad Anna, strane increspature sulle labbra. «Vieni qui.»
Lei esita poi si incammina piano. Luca le porge il coltellino. «Scriviamo i nostri nomi, così l’albero sarà nostro per sempre.»
«Cazzate» fa Anna.
«Prova» insiste lui.
Prende il coltellino, gli dà le spalle. Appoggia la lama sul tronco e si ferma. «Che sto facendo?» mormora.
Sulla superficie del legno si accendono aree bioluminescenti.
«Avevi già deciso.» Luca ha un tono anomalo.
Nel bagliore verde Anna scorge ombre che mutano.
«Volevi lasciarmi.»
Le ombre coagulano in un viso: è Luca, stravolto da un’espressione feroce.
Anna si volta, lui tenta di colpirla con un sasso. Fa in tempo a schivarlo e a piantargli la lama nella spalla.
«Stronza!» L’urlo di lui squarcia la quiete del bosco. Ora è in ginocchio, e si stringe il braccio ricoperto di sangue.
«Avevi ragione» dice Anna. In cuor suo la paura si è disciolta. «Questo posto a volte ti rivela qualcosa.» Tutt’intorno gli alberi cominciano a pulsare di vita. Si illuminano all’unisono. Fotogrammi tremolanti. Luca che insegue una donna e la schiaffeggia. Luca che costringe un’altra sconosciuta a baciarlo, tenendola per i capelli.
«Ma che cazzo è?» È stupito, annichilito.
Anna aspetta, paziente. Il bosco riprende a palpitare, stavolta di rosso. «Guardami!»
Dietro di lei si spande un alone cremisi.
«Che vuoi fare?»
Anna si sposta. In quel velo sanguigno si agitano mostri.
«Guardami…»
Luca si rizza in piedi. Corre e inciampa. Cade vicino a un tronco antico e imponente. Geme di dolore. Il terrore lo divora. Dalla chioma dell’albero piove resina catramosa. Luca se la strappa di dosso, ma è collosa, tenace. Le carne si affloscia, la resina la consuma.
«Anna!! Aspetta! Ti prego!»
Lei indietreggia, accarezzando le cortecce colorate.
Un ultimo grido distorto, poi Luca tace.
Il bosco intona un canto.
Anche Anna canta mentre si allontana.