
Matteo fissa il muro in silenzio. Solleva la mano destra e si ficca la matita in bocca.
Chiudo gli occhi e conto fino a dieci. Ricomincio da capo. «Quanto fa cinque meno due?»
«Tre.»
«Esatto! Vedi che lo sai fare?»
«Lo saprebbe fare anche un bambino di sette anni, mamma!»
È questo il problema. Tu non sei un bambino. «Bene. Adesso dimmi, se un quaderno costa due euro e paghi con una banconota di cinque euro, quanto devi avere di resto?»
Matteo fissa il muro in silenzio. Solleva la mano destra e si ficca la matita in bocca.
Stringo i pugni. Devo stare calma. Il dottore ha detto che non è colpa sua. Non lo fa apposta. Gli sorrido. «Matteo?»
Si toglie la matita dalla bocca, la appoggia sul quaderno e infila la mano sotto le gambe. «Si, mamma?»
«Lo sai quanto è il resto?»
Matteo si stringe nelle spalle e abbassa la testa, la schiena forma una curva che lo fa sembrare un vecchio con la gobba.
«Cinque meno due.»
«Tre.»
«Spendo due euro, pago con cinque euro, quant’è il resto?»
Nessuna risposta.
«Cinque meno due.»
«Tre.»
«Ho cinque euro, ne spendo due, quanto rimane?»
Silenzio.
«Matteo?»
«Si, mamma?»
«La vuoi una tazza di cioccolata calda?»
«Si, mamma.»