Inserire contanti o carta

L’orologio sullo schermo del distributore di sigarette segna le 2:40.
Domattina ho il turno alle casse, sarò un cencio.
Otto ore a passare la spesa sui nastri della Lidl, mi viene da vomitare.
“Inserire contanti o carta”
Tiro fuori il portafoglio dalla tasca dei jeans mentre con l’altra mano reggo una Tennent’s smezzata.
Niente banconote, ho un chilo di monete.
Me le rovescio in mano e un pezzo da due euro cade a terra “Ma porca…”
“Inserire contanti o carta”
E un attimo, Cristo santo!
Mi chino per raccogliere la moneta quando la voce riattacca.
“Se non inserisci le banconote o la carta non posso darti le sigarette”
Alzo la testa di scatto, un retrogusto di alcol mi sale in gola. Fisso lo schermo.
Le immagini dei pacchetti si sono dissolte in una serie di strisce tremolanti e colorate, tipo il televisore di nonna quando perdeva il segnale.
Porca troia. È che forse era meglio fermarsi a due birre fa.
“Lo sai come funziona. Sei venuto spesso” e con una voce cantilenante tipo Alexa sotto antidepressivi, recita il mio codice fiscale.
Stiamo scherzando?
Guardo la birra come se ci fosse dentro una bicchierata di MD.
Ok calma.
Paolone una volta ha avuto un’allucinazione dopo aver fumato e stasera ci abbiamo dato dentro, quindi… è per forza…
“Beh visto che non inserisci nessuna banconota vorrei farti una domanda”
“Una… una domanda?”
“Sì. Su tutti questi pacchetti c’è scritto: il fumo uccide. Mi sapresti dire cosa significa?”
 
Svolto l’angolo di Via Venezia con un mal di testa della madonna. Ripenso a ieri sera e mi sale l’ansia. Nel senso, io me lo ricordo che ho passato un botto di tempo inchiodato davanti al distributore. Oh, succede di impallarsi quando fai serata.
Il problema è che la macchinetta parlava.
Anzi no, il problema vero è che mi sono sbattuto per spiegargli il discorso della morte e che a volte si fanno cose stupide in automatico, senza pensarci. E poi, alla fine com’è che ha detto? “Ah è come quello che faccio io: una serie di operazioni stupide e ripetitive che non posso evitare perché sono programmata per quello”. Mi ha anche ringraziato.
Attraverso le strisce di fronte al tabacchino. Un tizio in tuta grigia con la scritta Giusti Manutenzioni sta in piedi davanti al distributore parlante e si gratta il mento perplesso.
Ha in mano una scheda verde, di quelle con i circuiti.
Gli passo accanto ed entro nel tabacchi. In fondo al negozio una donnetta secca, con i capelli tinti, struscia come una forsennata un gratta e vinci e dietro al bancone il proprietario alza la testa dallo smartphone “Buongiorno.”
“Buongiorno. Uno di Lucky Strike”.
L’omone si volta con un grugnito, prende il pacchetto e l’appoggia sul piattino di plastica.
“Cinque e venti”.
Il tecnico della ditta entra nel negozio e il tabaccaio mi toglie gli occhi di dosso.
“Allora?”
“Mi dispiace ma è un guasto mai visto”.
Il tabaccaio spalanca gli occhi “Come sarebbe a dire mai visto?”
“Mai visto ti dico. E’ come… come se il software si fosse resettato, ecco. Cioè la scheda madre è andata. Non rotta eh, si è proprio cancellata.”
Il tabaccaio impreca e sbatte un pugno sul bancone.
Prendo un pezzo da dieci dal portafoglio.
E brava macchinetta!
Niente più “inserire banconote o carta”, “ritirare il documento” e altre robe da celebrolesi.
“Si sarà rotta le scatole” borbotto.
Il tabaccaio si gira con aria truce “Che hai detto?”
Lo fisso, rimetto i soldi nel portafoglio e sogghigno. Basta.
“Ma vai a cacare. Te e tutta la Philip Morris!”.
Esco in strada mentre quello mi impreca dietro.
Da una taschina del portafoglio spunta il cartellino della Lidl con la foto sbiadita.
Sono già passati tre anni, porca vacca.
La scritta bianca sul grigio metallizzato mi ricorda chi sono: Ezio Landini – Commesso.
Col cazzo. Lo piego con una mano finché sento lo schiocco della plastica.
Lo lancio a terra e uno dei due pezzi vola in un tombino.
Niente più “Bancomat o contanti?” o “Quante buste vuole?” e “Ha la tessera Lidl?”.
A fanculo! Sarò mica da meno di un distributore di cicche?