Le uova

Mi siedo di fronte al prof Toso. I pulcini chiusi nelle gabbie del laboratorio pigolano senza sosta. Alla mia sinistra sono appesi decine di piccoli sacchetti trasparenti colmi di un liquido denso.
Mi schiarisco la gola. «Perché ha voluto ricevermi qui?»
Estrae un sigaro dalla tasca della giacca. «Se fumo, non farà la spia. Vero?» Accende il toscano, prende una profonda boccata e scrolla la cenere nel lavandino alla sua destra. «Come si trova, qui in città? L’hanno sistemata bene?»
Mi stringo nelle spalle. «Il mio appartamento è a posto, se è quello che chiede. Piuttosto, sono preoccupato per le carte che ho dovuto firmare, con tutti quegli obblighi di segretezza e le clausole legali.»
Annuisce, la sua chioma leonina agita le volute di fumo. «Alla Miskatonic Corporation trattiamo materie molto scomode,» ridacchia, «come vedrà tra poco.»
L’incessante pigolare dei polli mi manda su di giri. «Allude al mio incarico?»
Toso prende un’altra boccata di fumo. «Cosa sa della panspermia
Mi mordo un labbro. «La teoria secondo la vita sulla Terra sarebbe arrivata dallo spazio, attraverso meteore e comete?»
Annuisce. «Esatto, secondo questa teoria, noi su questo pianeta saremmo degli ospiti.»
«Non la seguo.»
Sorride. «Lasci che le spieghi.» Estrae un plico dalla valigetta e me lo porge.
Lo sfoglio: immagini in bianco e nero, scuoto la testa. «Cosa sono?»
«La Miskatonic ha fatto partire da poco un progetto sui neutrini cosmici. In pratica, sono raggi di particelle che penetrano qualunque cosa; abbiamo trovato il modo di usarli come si fa coi raggi X: per scattare delle radiografie alla Terra.»
Strabuzzo gli occhi. «Sono molto colpito —»
Alza una mano per zittirmi. «Abbiamo rivelatori di neutrini non solo sulla Terra, ma anche su Marte e sulla Luna, e li usiamo per scattare radiografie ai corpi celesti. Quelle che ha in mano, sono foto dell’interno del nostro pianeta.»
Prendo in mano un foglio. «Capisco: allora questa zona sfumata tra crosta terrestre e mantello è la discontinuità di Mohorovičić. Magnifico!» Accarezzo la foto. Il cuore mi batte forte. «Come geologo le confido che —»
«Vada alla tavola numero dodici, dove c’è il nucleo solido.»
Faccio un respiro profondo, la puzza dei polli mi fa contorcere lo stomaco. Scorro il bordo del fascicolo col pollice, fino a trovare la pagina giusta. La foto mostra una struttura reticolare a forma di sfera, collegata a un grumo più denso che giace al suo interno.
«Secondo la scala, quest’oggetto è enorme» Il cuore mi prende a calci il petto. «Non è possibile. Sarebbe un addensamento metallico attorno al centro della Terra?»
Il vecchio annuisce. «Quel groviglio sferico ha un diametro di mille chilometri, l’ammasso al suo interno, invece, è largo duecento. Ora, confronti la tavola con le successive: sono foto scattate in sequenza temporale.»
Estraggo gli altri fogli, li stendo in ordine sul banco vicino al lavandino. «Sono identiche!»
«Guardi meglio.» Tocca una foto col dito ingiallito dalla nicotina.
Fisso il punto indicato e lo confronto con le altre tavole. Stringo i denti. «L’ammasso al centro del groviglio si muove: si contrae e si dilata!»
«Sì.» Sorride. «Strutture simili si trovano al centro di Marte, e all’interno della Luna.» Spinge indietro la sedia e si alza. «Venga.» Spegne il sigaro nel lavabo e raggiunge il tavolo coi sacchetti colmi di liquido denso. «Queste borse contengono l’interno delle uova di gallina fecondate. L’embrione si evolve nel contenitore trasparente, così da permetterci di osservare tutti gli stadi dello sviluppo del pulcino.» Raccoglie un sacchetto e me lo porge. «Questo è di dieci giorni, lo esamini.»
Lo prendo e l’avvicino agli occhi. L’embrione del pulcino è visibile attorno a un reticolo sferico di arterie. Il piccolo cuore, appena abbozzato, batte.
Mi manca il respiro. «Ma…» Ho i brividi.
Toso sorride. «Le comete sono davvero spermatozoi, e la Terra ha un ospite, qualcuno che presto vorrà romperne il guscio.» Mi tocca la spalla. «Benvenuto alla Miskatonic Corporation, figliolo!»