
«Chi è Luca Bonselice?»
La domanda parte subito, senza preavviso, rimbalzando tra le mura della camera da letto.
Silenzio
…uno, due, tre secondi.
Ancora silenzio.
«Chi?»
«Luca Bonselice, ho fatto una domanda facile e vorrei una risposta.»
Rumore di lenzuola.
«Mi stavo per addormentare, scusami, comunque mi pare che sia uno del corso di fotografia.»
Si accende la luce.
«Ti pare che sia?» Pausa. «Perché devi sempre dirmi le cazzate?»
«Ma non ti dico cazzate, è davvero uno del corso di fotografia e l’ho aggiunto un paio di mesi fa insieme ad altre persone quando ho iniziato.»
Silenzio.
«Quindi lo senti da due mesi?»
«Ma io non sento proprio nessuno, l’ho solo aggiunto…»
«Non lo senti però lui ti mette mi piace a tutte le tue foto…»
«Ma è un corso di fotografia, è ovvio che ci scambiamo i like.»
«Però, guarda caso, i like li mette solo a te e non a Veronica, eppure fa anche lei il corso no?»
Silenzio.
«Ma che ne so, magari le foto di Veronica non gli piacciono e preferisce le mie, dai non essere paranoico e dormiamo.»
Si spegne la luce.
Silenzio.
Si accende la luce.
«Vogliamo contare i like che ti ha messo nell’ultimo mese?»
«Ma che stai dicendo?»
«Li contiamo? Li contiamo adesso?»
«Tu ti devi far curare, lo dico sul serio, hai dei problemi.»
«Non disturbarti a fare la scena, ho già fatto io il conto, lui ti ha messo venti like…venti, capisci? Non dieci, o quindici, ma venti, anche alla tua foto al mare di due anni fa all’Isola del Giglio.»
Risata.
«Ma è bella quella foto, me l’aveva scattata un fotografo, ti ricordi?»
Silenzio.
«Da quanto ci scopi? Avanti, dimmelo subito e facciamola finita.»
«Tu sei completamente fuori di testa, ma cosa ti prende?»
L’uomo si gira di scatto, in un attimo è sopra di lei, le mani sul suo collo.
«Lasciami, mi fai male.»
«Allora, da quanto ci scopi? Dimmelo se non vuoi che ti strozzi…»
Pausa…
«Puttana!»
La parola gli esce dalla bocca, ferina.
La donna è immobile, il corpo rigido. Il sudore gli imperla la fronte. Alza appena gli occhi e guarda in alto: sopra di lei, con le braccia spalancate in una triste impotenza, c’è l’immaginetta di legno del Cristo.
«Tre settimane…» sussurra.
«Non ti ho sentito…puttana.»
«Ci scopo da tre settimane.»
L’uomo le libera il collo e contrae i muscoli dell’addome. Sente improvviso il sangue che gli fluisce copioso tra le gambe.
Come una furia le allarga le cosce, strappandole le mutandine di pizzo nero e la penetra al primo colpo. Il suo membro eretto e fiero scivola agile verso il piacere.
«Oh, siii, cazzo sì, non fermarti, ancora dai.»
«Non mi fermo!»
«Oh sì, così, fammi godere, prendimi così, che sei bravissimo!»
«Dimmelo ancora!»
«Sei il migliore.»
«Oh sì, sono il migliore, eccomi, eccomi!»
L’uomo, esausto, cade supino sul letto.
Silenzio.
«Cavolo, hai visto che ha funzionato?»
L’uomo stringe il cuscino. Sorride.
«E poi quando mi hai detto puttana, è lì che c’è stata la svolta.»
«Dici? Ma non era un po’ troppo?»
«Assolutamente no, anzi la prossima volta devi essere più deciso, più cattivo e stringimi di più il collo, che non l’ho sentito.»
«Va bene.»
«Hai sentito il terapista no? Devi liberare i tuoi istinti e direi che ci siamo!»
«Io…io non credevo di farcela, davvero, pensavo che ormai non avrei più…»
Silenzio.
L’uomo tira su col naso.
I due corpi si stringono a cucchiaio.
«Ti amo.»
«Ti amo.»
Si spegne la luce.
Silenzio.
«Chi è Luca Bonselice?»