
Giulia passa la confezione di biscotti sullo scanner e alza lo sguardo sul ragazzo che le sta di fronte. Emaciato, barba incolta, berretto grigio di lana calcato fin sotto le orecchie. Sembra triste, Giulia è sicura che ha combinato qualcosa, lo capisce da come si tormenta le mani e si dondola sulle gambe ricoperte di jeans strappati sulle ginocchia. Ha l’aria colpevole. Ha picchiato la fidanzata? Bastonato il cane? Ha venduto una dose al parco?
«Sono trentasette e cinquantadue.»
Il ragazzo paga, ritira il resto e se ne va alla svelta con il sacchetto.
È il turno del professor Bernardoni. Sfoggia il suo solito atteggiamento solare. «Buonasera Giulia» la saluta con un lieve inchino. «Come stai oggi?»
Lei gli rivolge un sorriso di plastica. «Tutto bene, professore.»
Ha posato sul nastro scorrevole tre barattoli di Nutella, quattro rotoli di sacchetti per la spazzatura, tre gomitoli di spago e un kit di attrezzi da giardinaggio.
Quell’uomo è sempre tranquillo, è vestito in modo impeccabile, infonde sicurezza. Giulia lo vorrebbe come padre. Eppure, dietro quegli occhi allegri, intravede delle ombre. Vive da solo? Alza le mani sulla moglie? È maschilista, ecco. Oggi lo vede così.
«Quarantatré euro tondi tondi.»
Il professore tira fuori dalla giacca elegante un portafoglio nero di pelle e sfila una banconota da 50. Giulia le porge il resto. «Grazie e buon lavoro» la saluta l’altro. «Alla prossima.»
Ancora un ragazzo, con il carrello pieno di lattine di birra. Giulia prova un brivido lungo la schiena: assomiglia in modo pazzesco al suo Marco.
Gli torna in mente con forza. Un nodo al petto si stringe fino a toglierle il respiro.
«Signorina?» la richiama seccato il ragazzo. «C’è gente che aspetta.»
Giulia ricomincia a passare i prodotti sullo scanner.
Torna a casa, si toglie le scarpe, va in cucina e beve un lungo sorso d’acqua fresca. È stata una giornata molto pesante.
Si lascia andare sul divano e chiude gli occhi.
Lo spacciatore, il professore cortese e il sosia di Marco. Che strano trio!
Qualcosa la turba, ma non sa cos’è.
Dalla dispensa prende una merendina farcita all’albicocca e si avvicina alla stanza di Marco. Bussa alla porta. «È successa una cosa strana oggi, alla cassa c’era uno uguale a te.»
Le risponde mugolando. Quando si comporta così, la fa infuriare. «Ma che cazzo? Non hai nient’altro da dire?» Spiaccica quel che resta della merendina sulla porta e si allontana.
Guarderà un film su Netflix poi, quando avrà sbollito la rabbia, passerà un po’ di tempo con Marco.
Una ragazzina. Quindicenne, forse. Sulla gota sinistra del viso angelico brillano due stelline glitterate. Deposita sul nastro una bottiglia di Coca-Cola, una di Jack Daniel’s e un pacchetto di Mentos. Rivolge a Giulia un sorriso fugace ed estrae da una borsetta rosa un portafoglio di Hello Kitty. Giulia è convinta che l’angioletto urli contro la madre, che la faccia soffrire. Beve di nascosto col suo fidanzato. Magari è rimasta incinta e ancora non lo sa.
«Quant’è?» dice la ragazza, con tono sbrigativo.
Solo in quel momento Giulia si accorge d’essersi persa nelle visioni dei clienti del supermercato. La striscia dello scontrino e lì davanti a lei.
«Ah sì, scusa.»
La ragazzina se ne va senza salutare.
Si fa avanti il professore. Stavolta ha comprato solo un pacco di pasta. È meno allegro del solito.
«Buongiorno, professore.»
«Buongiorno, Giulia.»
A quanto pare, non ha molta voglia di parlare. Mette la pasta in un sacchetto e paga subito lasciando una manciata di spiccioli, poi si dirige all’uscita senza ritirare lo scontrino. Giulia lo segue con lo sguardo e fa spallucce. Si dedica al cliente successivo, ma avverte nell’aria che qualcosa non va. I presenti in fila alla cassa guardano tutti dalla parte dell’ingresso.
Giulia si gira.
Attraverso i vetri delle porte scorrevoli scorge una volante dei carabinieri. Bernardoni è stato fermato da due uomini in divisa. «Lasciatemi in pace. Non ho fatto niente» esclama, cercando di guadagnare l’uscita.
«Deve venire con noi» dice uno dei carabinieri. «Lei è in arresto.»
Lo portano via in manette. Tra i reparti del supermercato si spande un insistente brusio.
A Giulia tremano le gambe.
Cerca su Internet e trova un’ultima ora su un giornale locale. “Arrestato il mostro che torturava i bambini per liberarli dal demonio.”
Rilegge più volte l’articolo e si alza in preda alla confusione. Entra in camera da letto e si guarda allo specchio. Camicetta e pantaloni impeccabili. Trucco perfetto. Non una ciocca fuori posto. Eppure è tutto maledettamente sbagliato. Centinaia di persone normali, là fuori, come lei piene di ombre, marce fin dentro l’anima. Trae un profondo respiro e va da Marco.
Spalanca la porta della stanza. È legato a una sedia e imbavagliato, come sempre. Gli manca un orecchio, due dita della mano destra. I pantaloni sono macchiati di piscio. L’incerata sul pavimento è incrostata di sangue.
Lo libera dalle corde e dal bavaglio e indietreggia. «Vai. Sei libero.»
Marco esce zoppicando.
Giulia si siede a terra. Non le resta che aspettare.