
Leggi sacre o troppo umane in questo racconto di Luca Nesler scritto sul tema “Il sangue e la redenzione”, finalista nella 127° Edizione del contest principale di Minuti Contati con Franco Forte e Guido Anselmi come guest star.
Erano passati molti giorni da quando gli Israeliti si erano allontanati dall’Egitto e dalla schiavitù. Quel pomeriggio l’accampamento languiva sotto il sole del deserto. Yael aspettava fuori dalle tende centrali col fiato fermo e il collo rigido dalla paura. Finalmente un uomo uscì da una delle due tende più vicine e lo raggiunse.
«Sei tu Yael, figlio di Yosi?»
«Sì.»
«Seguimi.»
Il giovane si alzò dalla sabbia e si fece dietro all’uomo che camminava come chi non ha patemi. Questi sollevò il telo all’ingresso della tenda e gli fece cenno di entrare. Il buio lo infastidì, assieme all’odore degli uomini che conversavano. Non avrebbe saputo dire quanti fossero, forse venti. Una voce perentoria lo raggiunse sopra le altre:
«Forza, ragazzo, che c’è?»
Non era di Mosè, ma del fratello Aronne.
«Shalom, che il Signore vi benedica.»
«Sì, sì. Che vuoi?»
«Sono qui per chiedere a voi che siete vicini all’Eterno: quanto tempo è necessario attendere per riscattare un primogenito?»
«Di che parli? Asino, cammello…»
Yael deglutì a fatica. «Uomo.»
Il brusio si spense. Le nuove regole erano dure da mandare giù.
Aronne sospirò. «Tuo figlio?»
«No, signore. Un bambino che deve nascere a un amico.»
Il fratello di Mosè scrollò il capo. «Se avrà un maschio, dì a questo amico di portare in riscatto un capo di bestiame sano.»
«Vedi, signore, lui è molto povero e non ha bestiame.»
«Che lo compri, allora.»
«Non ha nemmeno denaro e, visto che l’Eterno ha comandato che non siano fatti prestiti a interesse tra i figli d’Israele, non trova chi gli presti denaro. Egli non sa come rimediare.»
Qualche istante di silenzio, poi Aronne scoppiò a ridere, subito imitato da altri.
«Dunque, speriamo che sia femmina!» disse e le risate crebbero.
«Forse con sufficiente tempo potrebbe trovare il denaro lavorando.»
«In viaggio? Inoltre l’Eterno non ha dato un tempo» Aronne tornò ai suoi ospiti e liquidò il giovane con un gesto. «Dì che venga con un capo di bestiame» aggiunse.
Un forte brusio si riaccese, finché Yael gridò:
«Davvero mandereste a morire un figlio di Israele?»
Aronne lo guardò stizzito.
«L’hai sentito Mosè? Lui parla per il Signore che ha detto: “Consacrami ogni primogenito, il primo parto di ogni madre tra gli Israeliti: esso appartiene a me”. Appartiene a Lui, non a noi. È necessario che sia redento col sangue di un sacrificio. Queste sono le regole del Signore e, se non ti va bene, prova pure ad avvicinarti al Tabernacolo e chiedi a Lui. I miei figli sono stati inceneriti. Vediamo se a te andrà meglio.»
Nessuno parlò. Yael salutò e uscì.
Prese a camminare col cuore che galoppava in modo doloroso. Doveva prendere Nechama, farle nascondere il bambino e partire. Subito. Poteva rubare un asino e tornare indietro verso Dofka. Lì, forse, non li avrebbero seguiti.
Raggiunse la tenda dove sua moglie cullava il piccolo Natan. Il bambino piangeva. Quel pianto, tanto bello per lui che era appena divenuto padre, ora gli faceva provare il timore della morte per sé e per tutti i suoi cari.
«Marito, che ti ha detto Mosè?»
Yael cercò di parlare, ma la voce non uscì. Prese il mantello mentre le labbra tremavano trattenendo un singhiozzo. Nechama capì tutto. Si alzò in piedi cercando di zittire il piccolo e si avvicinò a Yael.»
«Aspettiamo la notte: non possiamo uscire ora, con lui!»
La tenda si aprì e, assieme alla luce abbacinante del sole, entrò la voce dell’uomo che aveva condotto Yael da Aronne.
«Se si è poveri, è meglio una femmina» disse.
Altri uomini entrarono, strapparono Natan dalle braccia della madre urlante e lo portarono via.
“Quando tuo figlio domani ti chiederà: Che significa ciò?, tu gli risponderai: Con braccio potente il Signore ci ha fatti uscire dall’Egitto, dalla condizione servile. Poiché il faraone si ostinava a non lasciarci partire, il Signore ha ucciso ogni primogenito nel paese d’Egitto, i primogeniti degli uomini e i primogeniti del bestiame. Per questo io sacrifico al Signore ogni primo frutto del seno materno, se di sesso maschile, e riscatto ogni primogenito dei miei figli.”