
«Maestà.» disse il messaggero inchinandosi e scendendo dalla ciambella che lo aveva trasportato fin lì galleggiando sul Fiume Rosso. «ci sono delle complicazioni.»
Il caldo era in continuo aumento. Il sudore gli colava dalla fronte ed era così stanco che riuscì a trascinarsi a stento fino al trono.
«Finalmente siete arrivato, vi aspetto da giorni. Cosa avete fatto in giro per il Regno?»
«Ho accompagnato i nostri guerrieri che adesso sono in posizione, pronti all’attacco.»
«Succede sempre così, ci identificano come nemici e cominciano a darci addosso, è una lotta continua.»
«Gli indigeni hanno le loro abitudini, non amano la nostra presenza, Maestà. Noi siamo il nemico.»
«Quanto tempo ci vorrà prima di conquistare tutta l’area?»
Chiese il re sistemandosi la corona, che essendo troppo grande continuava a cadergli da un lato.
«Non so, dipende dalle guarnizioni del padrone di casa, al momento sta lottando con grande dispiego di combattenti.»
«Sai che non possiamo permetterci di perdere. Non ci saranno vincitori o vinti, ci saranno solo sopravvissuti.»
«Speriamo che non arrivino i rinforzi.»
Dall’altra parte del fiume.
«Lo sapevo che non dovevamo essere tolleranti, li abbiamo lasciati andare in giro per il paese indisturbati. E ora chi li ferma più?»
«Abbiamo fatto tutto il possibile per arginare l’invasione Capo, ma non c’è stato modo di fermarli. Anche quei piccoli neonati che sembravano così inermi, sono diventati armi letali.»
«Il Fiume Rosso è ormai invaso? Sai cosa significa?»
«E adesso me lo dici?»
«Nessuno li aveva identificati come stranieri. Sembravano delle innocue ciambelle simpatiche.»
«Adesso sono una marea.»
«Aspetta, sento nuove notizie che arrivano dall’esterno.»
Nuova ondata di infettati, e di morti. Il Coronavirus invade il pianeta. I laboratori di tutto il mondo sono al lavoro alla ricerca di un vaccino.
«Speriamo che arrivino presto i rinforzi.