
Reeko spense il motore della vecchia Cadillac. In cima all’altopiano non c’era un filo d’aria, il vento era sparito, vicino allo svincolo per Riversand. Guardò la giacca di pelle nera abbandonata sul sedile. Peccato, era una bella giacca.
Scese dalla macchina, si avvicinò allo strapiombo e si accese una sigaretta.
In lontananza le grandi pale eoliche spuntavano dalla pianura ricoperta di bassi cespugli come sentinelle ai confini del mondo. Era bello vedere il paesaggio senza quelle fottute pubblicità di altre realtà sospese nel cielo in cui trasferirsi. Da quando avevano annunciato la chiusura si erano moltiplicate a dismisura.
Sentì un mugolio provenire dai sedili posteriori. Ramona, ancora mezza addormentata si era messa a sedere sui sedili posteriori. Si passò una mano fra i lunghi capelli neri togliendosi un ciuffo dagli occhi e puntò il dito “Guarda Reeko!”
A pochi metri dalla Cadillac, un grosso cactus iniziò a tremolare come se fosse coperto da un’onda di calore poi svanì pezzo per pezzo. Per un attimo rimase al sagoma della pianta e poi più nulla.
“Mi sa che ci siamo” disse lui aspirando una boccata di fumo. Forse dovrei dirglielo, magari potremmo stare bene anche dall’altra parte.
“Allora muoviamoci!” Ramona prese il pacchetto da sotto il sedile, scese dall’auto e si sedette sul cofano. Cominciò a sfilare lo spago, poi strappò l’incarto e lanciò verso Reeko. Mentre volava nell’aria, la carta arancione si dissolse.
Si mise a ridere e appoggiò il piccolo vassoio di carta sul cofano dell’auto. Prese un coltellino dallo stivale e tagliò la torta in quattro. “Et voilà!”
Una delle grandi pale eoliche smise di girare e si fermò con un cigolio.
Presero una fetta per uno e iniziarono a mangiarle. La torta era dolce, si scioglieva in bocca. La vecchia Zaina in cucina non la batteva nessuno.
Reeko assaporò il ripieno morbido “Buona davvero. Da fine del mondo eh?”
Ramona si voltò verso di lui masticando la torta e gli sorrise “Cretino… come faceva quella canzone che cantavi al Black Hole quando ci siamo conosciuti? Cantamela dai!”
Reeko la rivide per un attimo seduta al tavolino davanti a un bicchiere di gin, con il rossetto rosso che lo guardava. Sembrava ci fosse solo lei nel locale. E se fosse così per sempre?
Non aveva voglia di mettersi a cantare ma i suoni d’intorno sembravano spariti e quel silenzio non gli piaceva. accontentò.
It won’t just go away, the party’s over,
It’s past two o’clock,
I cespugli nella piana iniziano a ondeggiare e a smaterializzarsi, uno dopo l’altro e anche le parole sembravano perdersi in un vuoto assoluto.
“We got no place left to go…”
“Now there’s nothing left to damage…”
Reeko si fermò e prese un altro pezzetto di torta. Ora più che mai voleva dirle come trovarlo nell’altro mondo, quello che la gente diceva essere il mondo vero. “Senti Ramona…”
Lei gli appoggiò un dito sulle labbra, aveva la pelle sporca di zucchero “Stiamo bene così. Lo sai che non verrei a cercarti”
Una delle pale iniziò a sbriciolarsi e i pezzi, mentre cadevano, si frammentavano in nuvole di pixel.
Reeko rimase a fissarla poi riprese la canzone mentre La sabbia rossa sotto i loro piedi iniziava a svanire.
“With apple pie and Chevrolet…”
L’altopiano e la valle e il cielo si trasformarono in un reticolo nero attraversato da fasci di linee luminose sempre più deboli.
“We’ve come to see the end…”
E poi anche lei non c’era più, risucchiata nel flusso di byte che aveva spazzato via quel mondo.
Ora al posto della lamiera della Cadillac c’era una sedia di plastica e invece della pianura di sabbia rossa un messaggio lampeggiava sullo schermo appoggiato al tavolo di vetroresina.
Server shutdown.