Scatole cinesi

Sentimenti e relazioni senza tempo in questo racconto di Maria Rosaria Del Ciello, quarto classificato nella 128° Edizione del Contest Principale del Mondo di Minuti Contati, una ALL STARS EDITION con tantissime guest come giurati.

 
Ieri, 20 maggio 2119
 
Seduta alla fermata dell’airbus, un’improvvisa stanchezza mi assale.
Normale, alla mia età.
Sto tornando dalla Burning House, un appuntamento mensile al quale cerco di non mancare. Lì ritrovo gran parte della mia famiglia: soprattutto mio figlio. Per me è sempre una festa poterlo incontrare di nuovo, parlarci, raccontare le novità anche se non può rispondere.
E poi mi piace scegliere i fiori con cura, pulire l’urna con la pezza umida, mettere ordine, insomma, in quella perpetua immobilità. Mia figlia suggerisce spesso di mettere degli olo-fiori che non appassiscono. Io, invece, preferisco i fiori veri che seccano e marciscono. Danno il senso del tempo che passa, anche per i morti. E poi, li avete mai visti gli olo-fiori? Anche loro con il tempo cambiano. Diventano meno nitidi e fanno tanta tristezza.
Mentre aspetto l’airbus, provo a pensare ad altro. A mia nuora, per esempio.
All’inizio mi accompagnava lei alla Burning House. Sceglievamo con cura i fiori e pulivamo insieme l’urna. Poi, a un certo punto, ha cominciato ad avere sempre una scusa e le sue visite si sono diradate. Credo che preferisca venire da sola perché questo momento sia solo suo.
Ci sono giorni che vorrei essere al suo posto per appropriarmi dei suoi ricordi, sommarli ai miei. Conservare di mio figlio un’immagine più completa di quella che ho, se mai ciò fosse possibile.
A volte penso che lei abbia deciso di non venire alla Burning House perché la vita continua e questo appuntamento mensile frena la sua tensione verso il futuro. Comunque sono fatti suoi.
Io la mia scelta l’ho fatta. Continuo ad aspettare l’airbus che non arriva e fa tremendamente caldo.
 
 
Oggi, 21 maggio 2119
 
Salgo sull’airbus. Vedo un signore seduto che somiglia tanto al mio capo e allora ripenso a quel lavoro che devo terminare per lui, gran scassa balle. È la terza volta che mi fa scrivere quella relazione. Inoltre mi devo ricordare di comprare un paio di jeans nuovi per mia figlia Laura che tra una settimana parte per Marte, beata lei! Un’occasione unica per migliorare il tuo Marziano, le ho detto, quando l’università le ha proposto un anno di studi su un altro pianeta. Io avrei fatto salti di gioia, lei ha annuito senza entusiasmo. Chi li capisce i giovani.
Bisogna, poi, che compri qualcosa da mangiare per questa sera.
Guardo fuori dal finestrino le cose scorrere, mentre dietro di me un signore anzianotto si appoggia con disinvoltura. Mi scanso.
Oggi mia suocera è andata alla Burning House. Ci va tutti i mesi.
Per una madre sopravvivere al proprio figlio deve essere una cosa insostenibile. Ma anche per una moglie non è facile.
Così come non lo è sopportare questo deficiente qua dietro che continua ad appoggiarsi. Vorrei avere gli anni di mia figlia, ricominciare da capo e poter cogliere al volo tutte le occasioni perdute. Viaggiare, imparare bene una lingua. Sono alla mia fermata. Scendo. Pochi passi e sono a casa.
 
 
Domani, 22 maggio 2119
 
Me l’aveva detto Mirko che la rabbia ti si riflette contro se la sfoghi contro chi non può capire. Ho sottovalutato il suo consiglio.
All’uscita da scuola, dopo l’ennesima provocazione di quella stronza che mi chiama vecchia per via del mio IPhone750, mi sono girata e le ho mollato un pugno. Pensavo che mi sarei sentita meglio e invece sto peggio di prima. Aveva ragione Mirko.
Mi fermo davanti a una vetrina.
Chissà se mia madre avrà comprato quei jeans che le avevo chiesto. Ci tiene tanto a questo mio viaggio su Marte, va a capire perché. A volte mi sembra quasi che viva in un altro mondo, che non si renda conto delle mie esigenze. Però da quando papà non c’è più cerco di accontentarla un po’ in tutto.
Sento un ragazzo fischiarmi dietro. Deve essere per via di questi jeans che mi vanno un po’ stretti. Che palle! Vorrei avere gli anni di mia nonna, essere libera di camminare senza nessun cretino che commenta dietro. Vorrei poter non andare su Marte, ma passare le mie vacanze qui, sul mio pianeta, senza niente da fare, pensando a mio padre che non c’è più.