
Finalista nella 149° Edizione di Minuti Contati con il Team di Specularia come guest star, un racconto di Luca Fagiolo.
«Simo, muoviti! Inizia.» Bea salta sul divano e si copre le gambe.
Finisco di miscelare il cocktail e lo verso nei bicchieri. Salatini e patatine sono già sul ripiano a emersione davanti allo specchio.
Sciabatto in sala e sprofondo di fianco a Bea. Le porgo il suo capiroska. Ne assaggia una sorsata. «Ti è venuto da Dio!»
«Avevi dei dubbi, tesoro?» Tocco il suo bicchiere col mio.
Bea condivide lo schermo dello smartphone sullo specchio a parete. Il led pulsa e l’immagine compare proprio sulle ultime note della sigla.
«Alza il volume.»
«Così va bene?»
Annuisco e assaggio il cocktail. Buono davvero.
“Benvenuti a una nuova puntata di Thief at Home. Questa sera i nostri ladri professionisti si introdurranno in una casa della ridente cittadina di Moderna.”
Bea mi batte la coscia! «Sono qui! Che figata! Chissà che mega villona sceglieranno di svaligiare stasera.»
Un tizio vestito di nero fa l’occhiolino alla telecamera. Il ronzio del drone è l’unico rumore nella notte. Scavalca un cancello automatizzato con un balzo e supera il cortile senza che nessun allarme scatti.
Che cagata pazzesca. Nessuno che si accorge di un coglione in calzamaglia che si introduce in un appartamento con un drone al seguito? Saranno d’accordo coi proprietari di casa.
Prendo la ciotola dei salatini e con l’indice cerco i bretzel.
«Simo.»
«Che c’è?» Possibile che siano tutti sul fondo? Perché Bea si ostina a comprare i salatini misti, metà li buttiamo.
«Simo!» Bea mi strattona per il braccio e la ciotola si rovescia sul pavimento.
«Guarda che casino.»
Bea fissa lo specchio pietrificata. Cosa succede? Mi volto anche io.
La poltrona blu con la macchia sulla tappezzeria, gli ologrammi di Star Wars, la vasca coi pesci rossi proiettata sulla parete. Quello è il mio appartamento! «Stanno rubando in casa mia!»
Sul viso di Bea si spalanca un sorriso. «Ma è fantastico! Diventerai famoso, amore!»
«Famoso? Ma chi se ne frega, stanno svaligiando il mio appartamento!»
Mi alzo di scatto. «Dove sono le mie scarpe?»
«Simo, dove pensi di andare?»
«A fermare quel ladro.»
«Ma è uno show televisivo!»
«E allora? Solo perché sono in tv possono fare quello che vogliono?»
«Ma non te ne è mai fregato niente dei furti di Thief at Home.»
«Perché sono un pecorone, come tutti quelli che seguono queste cazzate. Ma adesso basta! Non ci sto più. È un furto, Bea. Un cazzo di furto.»
Esco di corsa dall’appartamento, mi infilo il bomber lungo le scale.
Lo scooter è parcheggiato sul vialetto. Monto sul sellino e pigio il pulsante d’accensione. Con una vibrazione lo scooter si solleva dal suolo. Sgaso e mi dirigo verso casa. Prendo la superstrada: il mio palazzo è alla seconda uscita.
La luce nel mio appartamento è accesa.
Spengo il motore e la barra di levitazione stride sul vialetto mandando scintille. Merda, spero non si sia rotta.
Tiro fuori il cellulare e lo passo davanti alla fotocellula del portone.
Premo la chiamata dell’ascensore tre, quattro volte. Dai, cazzo. Muoviti! Le porte si aprono. Seleziono il piano.
La musichetta di cortesia mi dà l’orticaria.
Mi collego sul cellulare a Thief at Home.
È ancora qui! Si aggira per il mio appartamento, mette le sue luride mani sulla mia playstation. Come fa la gente a sopportarlo? Come facevo io a sopportarlo!
Quinto piano. Corro verso il mio appartamento, l’uscio è socchiuso, la luce inonda il pianerottolo. «Al ladro!»
Il tizio vestito di nero si affaccia, il drone gli ronza alle spalle e mi inquadra. «Tranquillo, amico, sono di Thief at Home.»
«Tranquillo? Questo è il mio appartamento!»
«Capisco, ma siamo in diretta. Se vuoi un autografo puoi fare richiesta sul nostro sito, saremo ben felici di accontentarti.»
«Fuori da casa mia!» Carico un pugno e lo colpisco in faccia.
«Ma sei impazzito?» Il ladro si tiene il naso. Il sangue imbratta la sua ridicola tutina nera. «Mi hai colpito in diretta streaming? Sei un idiota.»
«Questa è un’effrazione!»
«No, questo è uno show con milioni di follower e una media recensioni di 4,7 stelle!»
Qualcosa mi pizzica, dal drone penzola un filo elettrico che finisce sulla mia spalla.
Una scossa elettrica mi intorpidisce il braccio e si trasmette a tutto il corpo. La vista mi si sdoppia. Vengo sbalzato a terra. Oddio, la testa. Sembra voglia esplodere.
«Mi dispiace, ragazzo. The show must go on.»