Tonio della trincea

Tonio che in guerra sparava e che a casa no, non voleva tornare. Vincitore della 119° Edizione di Minuti Contati, la Hot Sho(r)t Special Edition, un racconto di Maria Rosaria Del Ciello.

 
Io a casa non ci volevo tornare.
Sì, lo so, ci stavo marcendo in quel budello di terra. E la morte sembrava sbavarmi dietro, mi tallonava, brutta bastarda. Perciò ogni giorno che passava mi sentivo come se la terra volesse inghiottirmi e come fango cercava di spingermi sempre più giù.
Sapevo che presto sarei stato cadavere puzzolente, cibo per i vermi, e non avrei più disturbato né i miei compagni né i miei compaesani.
L’odore di polveri misto a quello di terriccio e cadaveri ancora lo sento nelle narici.
Ho visto compagni infierire da soli sulle proprie carni e creare così una scusa per tornare a casa. Un mio amico ha provato a scappare. Quelli del reggimento, però, una volta beccato, l’hanno fucilato e ci hanno messi in fila a guardare perché non ci venisse in mente anche a noi di disertare.
Eppure, nonostante tutto, non volevo tornarci a casa.
Perché lì, nella trincea, ero Tonio. Scemo sì, ma che sapeva sparare. Accidenti se lo sapevo fare! Cecchino, mi chiamavano. Non me ne sfuggiva uno di quei puntini che vedevo lontano, oltre il filo spinato.
Forse per questo mi piaceva stare in quell’inferno, il posto più lontano dalla vita che sia possibile immaginare eppure l’unico luogo che mi facesse sentire veramente vivo.
Ora che son tornato, qui, mi hanno fatto una festa. Hanno pure messo uno striscione all’ingresso del paese con su scritto “Welcome”.
Sono tornato. Sono Tonio, lo scemo di sempre.
Anzi, adesso sono lo scemo di guerra.