
Rick abbassa lo sguardo sul sacco in cui si dibatte il gatto. Deglutisce a vuoto. Qualcuno della compagnia gli dà uno schiaffo sulla nuca e sghignazza.
Il falò protende verso il cielo lingue furiose pronte ad affettare la notte.
«Che piscialetto che sei!» lo insulta Sonny, poi gli mostra un bastone e glielo porge. «Toh, prendi questo. Sistemalo per bene!»
Il miagolio risuona così acuto da essere straziante.
Rick afferra il bastone. Gli amici lo accerchiano, lo fissano, ridacchiano ansiosi, lo incitano. Si avvicina al sacco, abbandonato a pochi passi dal fuoco. Il calore eccessivo gli spreme sudore dalla fonte.
In fondo sono solo pochi colpi ed è tutto finito.
«Coraggio, piscialetto!» grida qualcuno dietro di lui.
«Danny ha pestato un cane» dice Sonny, «e Jill gli ha dato un bacio. Tu cosa vorresti per premio?» Socchiude le palpebre e sporge le labbra in una ridicola smorfia lussuriosa. Gli altri si sbellicano dalle risate.
Rick desidera che finisca presto. Si avvicina al gatto imprigionato. Alza il bastone ed esita.
«Allora?» gli fa Sonny. «Avete visto?» aggiunge rivolgendosi ai compagni. «Se la fa sotto. Ma lo sapevamo già. Non ha le palle.» Gli si avvicina e stringe le mani sul bastone anche lui, costringendolo a compiere un movimento brusco e violento. Il gatto strilla per il dolore. «Così si fa, pivello!»
Rick è senza fiato. Ha le braccia di pietra. Rimane immobile.
«Le palle ce l’hai o no? Secondo voi ce l’ha? Controlliamo!» La mano robusta di Sonny si serra sui suoi testicoli e gli provoca una sofferenza indicibile che gli offusca il cervello. Grida. Si inginocchia. Piange.
«Trovate!» esclama Sonny, suscitando l’ilarità generale.
Rick serra le dita sul bastone. Il dolore risale allo stomaco e si trasforma in calore. Il calore in rabbia. Respira a fondo. Sonny torreggia su di lui, il rosso delle fiamme gli cosparge la faccia di chiaroscuri inquietanti.
Gli si scatena un uragano dentro. Rick digrigna i denti e si alza di scatto, abbatte il bastone sul cranio di Sonny. Gli altri membri della compagnia ammutoliscono all’istante. Il crepitio insistente del falò riempie il silenzio di morte.
Sonny stramazza nella sabbia e comincia a rantolare. Rick lo colpisce ancora. Una ragazza strilla, un coro di voci atterrite pronuncia parole distorte, spezzettate. Rick lascia cadere il bastone. Il bassoventre gli duole molto, ma un odore irresistibile lo attrae. Il volto martoriato di Sonny lo affascina. Allunga una mano e con l’indice raccoglie un po’ di sangue. Si succhia il polpastrello e quel gusto lo inebria. Si alza in piedi. I suoi amici sono scappati tutti tranne una ragazza, paralizzata dal terrore. Non la conosce, ma è davvero carina.
Il gatto nel sacco soffia rabbioso. Un artiglio apre un lungo taglio nel tessuto.
Rick avanza verso di lei.
«Non farmi del male» lo implora la ragazza.
Gli odori sono più intensi e avvolgenti. Legna bruciata e carne fresca. Rick si sente meglio. Si sente più forte. «Potresti darmi un bacio» dice. «O una goccia del tuo sangue.»