È la fine del mondo! (Antologia Digitale)

NB: nell’approcciarvi alla lettura di questi racconti tenete bene a mente che gli stessi sono stati scritti dai loro autori in un tempo molto limitato e con un limite di caratteri fissato a un massimo di quattromila. In seguito, gli autori non hanno potuto, da regolamento, operare correzioni. Perdonerete quindi eventuali refusi mentre potrete apprezzare la straordinaria capacità di creare queste storie dal nulla e in condizioni molto variabili che possono andare dai genitori che scrivono mentre cantano le ninne nanne ai pendolari che digitano dagli smartphone rientrando, la sera, dal lavoro. Pura potenza, insomma.

 
La paura più profonda, la distopia per eccellenza, il punto-e-basta della storia del genere umano.
Ce ne hanno parlato le sacre scritture, così come libri, fumetti, film, e ce ne parlano anche i dodici racconti che compongono questa antologia, giocando con tutte le declinazioni possibili della fine del mondo.
Si parte dalla più classica delle apocalissi di È così che finisce di Luca Fagiolo, dove il protagonista si muove tra i resti e fallimenti dell’umanità, fino a catastrofi decisamente più particolari e grottesche, come quella che si scatena sulla Terra in IT – Alert di Elisa Cappelli, passando per il tracollo di mondi virtuali di Reeko di Luca Moggia.
C’è addirittura chi trasforma la fine del mondo in un gioco d’azzardo e invita a puntare sulla capacità umana di estinguersi, come nel racconto La scommessa di Dario Cinti.
Ma l’apocalisse può anche assumere tratti quotidiani, la fine dei nostri piccoli mondi. Avviene nelle difficoltà dell’adolescenza, ce lo mostra Smog di Sarah Santeusanio, nel dover salutare un posto intriso di nostalgia, come capita in Jolly Black di Agostino Langellotti, o nel tracollo di una relazione raccontato in Strada Statale 221 di Andrea Crevola.
La fine del mondo può essere anche il confine fisico oltre cui non ci siamo mai spinti, come per il protagonista di Ottanta di Emiliano Maramonte, o quello verso cui ci stiamo dirigendo nella crociera surreale di Tre palline di gelato di Katjia Mirri.
Ma se tutte queste apocalissi non vi hanno ancora saziato vi invito a leggere quella scatenata dalle immagini in Disegno dal vero di Debora Donadel o l’estenuante trattativa per scongiurarne una in Retroattivo di Stefano Moretto o, perché no, la lunga serata di chi ne deve scrivere, raccontata in It’s the end of the world as you know it di Daniele Villa.
Dodici racconti scritti in una manciata di ore per declinare dodici differenti apocalissi, dodici storie per comporre questa breve antologia che, concedetemelo, è davvero la fine del mondo!
 
Giuliano Cannoletta

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