
Quando i personaggi di un romanzo sembrano prendere vita da soli, a volte vuol dire che il romanzo è davvero ben scritto. Ma non sempre. Un racconto di Eleonora Rossetti.
Pioveva a dirotto, ma a Tobias bastò sfregare le pietre un paio di volte per produrre una fiamma. Seduto sotto l’immenso abete, Jon, il suo complice, modulò un fischio d’ammirazione. «Al primo colpo e con la legna fradicia!»
«Taci.»
Tobias si lasciò cadere accanto all’amico. Altra idea geniale, piazzarsi sotto un albero per darsi in pasto ai fulmini. Per non parlare di quel fuoco. In piena estate. Con i cacciatori di taglie in giro. Per la miseria, avrebbe dedicato un dito medio al cielo, se soltanto avesse potuto.
«Ci troveranno…»
«Certo che ci troveranno» fece eco Jon. «Così vuole il Creatore.»
«E non aveva un’idea migliore? Questi sono espedienti assurdi! Ci ha creati con un cervello, bene: decido io cosa fare! E invece guarda, mi devo lasciar pilotare da un babbeo!»
«Zitto! Potrebbe sentirti.»
In realtà Tobias ci sperava quasi. Che il Creatore capisse quanto lui fosse stufo di obbedire a ogni suo capriccio, compiendo furti senza prima elaborare una tattica sensata e, soprattutto, senza avere mai successo. Come se l’unico divertimento di un ladro fosse farsi inseguire dalle guardie.
«Dici che le cose vadano meglio, là fuori?» domandò Jon, gli occhi puntati alle nuvole. «Altri mondi, altri Creatori…»
«Non è che ci voglia molto» ribatté Tobias. «In quale altro mondo un soldato in armatura completa cadrebbe in acqua e riemergerebbe senza neanche una bracciata? Speravo di liberarmene, e invece…»
Jon grugnì una risata. «Vogliamo parlare della gnoma che ha ammazzato il tuo stallone, tendendo un arco da cento libbre? CENTO! Almeno fosse schizzata assieme alla freccia, sarebbe stato più realistico! E che dire del…»
S’interruppe, e anche Tobias trasalì. L’avevano udito entrambi.
Cavalli. E tanti.
«Merda…» mormorò Tobias, e stavolta al pensiero corrispose l’azione, perché preparò i pugnali. Stuzzicadenti contro armati pesanti. Un’altra assurdità.
«Non dirmelo» sussurrò, sarcastico, le orecchie tese. «Puntano dritti su di noi.»
«Già.»
«Hanno balestre?»
Jon sbuffò. «Ci scommetto le palle.»
E andiamo, pensò Tobias, mentre una forza invisibile, anziché farlo scappare, lo spingeva ad acquattarsi dietro i cespugli per spiare la situazione. Jon gli si parò accanto.
«Ce la faremo?»
Lui non rispose.
Il bene trionfa sempre sul male, era questa la regola universale del Creatore.
E Tobias temeva di sapere da che parte si trovasse.
«Luca!» La voce della mamma. «Luca, sbrigati, è pronto in tavola!»
Luca si rilassò sulla sedia. Rilesse l’ultimo paragrafo allo schermo e si compiacque del risultato. Stava arrivando alla parte più movimentata della storia ed era ancora pieno di idee. Per quei due aveva previsto qualcosa di stratosferico.
Si alzò, pregustando la visione del suo libro che spiccava nella sezione fantasy delle librerie più prestigiose. Immaginava già i titoli delle testate giornalistiche.
«Il nuovo indiscusso erede di Tolkien.»
Non vedeva l’ora.
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