
Selezionato durante l’iniziativa Mille e non più mille, perché una bella storia può nascondersi anche in un pugno di caratteri.
Volevano un pompino come extra per farmi imbarcare.
Una lavora sei mesi come una povera schiava per sentirsi dire che quei soldi li ha rubati, che non è onesta, che merita solo di fare la puttana.
La farà sua madre, la puttana; ho preteso il biglietto e alla fine me l’ha dato.
Questa nave è scomoda, siamo ammassati tutti sul ponte e ho quasi calpestato una donna incinta, che si è scusata per essere così ingombrante.
«Prima di partire da casa mia, non ero incinta; sai, capitano queste cose, quando sei in viaggio per molto tempo.»
Rabbrividisco e mi siedo, la nave dondola; mia sorella mi ha fatto una ramanzina infinita su questi barconi e sulla loro scarsa resistenza.
La notte cala e il freddo taglia in due il mio scialle di lana dura; al paese me lo invidiavano tutti, l’acqua del mare l’ha reso uno straccio.
Un tonfo e la nave si muove. Ho paura, tanta.
La donna incinta vicino a me mi dà la sua mano e mi sorride, gliela stringo mentre il ponte si allaga.