
Il primo amore, la prima invidia, la prima vendetta. Un racconto di Maria Rosaria Del Ciello alla ricerca del primo Peccato Originale.
Quando lui la guardava poteva vedere nei suoi lunghi capelli tutti i riflessi della luce che gioca con il giallo del grano, il verde degli alberi e il marrone delle distese di terra arsa dal sole. Così pure i suoi occhi, a volte verdi come l’erba rigogliosa che cresce sui campi, altre azzurri come le acque del mare o marroni come le zolle smosse del terreno.
Almeno lui la vedeva così. Perché non l’aveva mai vista prima, non aveva mai incontrato una donna, e nelle curve del suo corpo riusciva a immaginare, solo sfiorandole, le spire del vento quando soffia caldo da sud.
Anche lei, appena lo incontrò, ebbe un sussulto. Non aveva mai visto uomini prima, non almeno così. Belli e possenti, i muscoli guizzanti pronti a tendersi per la foga della presa ma anche distesi e lisci durante il riposo. E il sorriso. Una mezzaluna luminosa che irradiava gioia e piacere.
Assaporarono insieme il gusto dei primi baci, delle carezze mai date e si innamorarono.
E il mondo attorno a loro scomparve, la terra, il mare e il cielo sparirono perché loro potevano vivere solo del loro amore.
Ma la terra, il cielo, il mare erano stati creati per loro.
«C’è un paradiso intero che vi aspetta…» così li incitò il Padre.
Lui li aveva fatti incontrare e scoppiò di invidia alla visione dei loro corpi e delle loro anime così persi, uno nell’altra.
Non aveva immaginato che potessero fare a meno di lui, di tutte le cose che aveva creato per loro, per farli felici.
Non aveva messo in conto che la loro felicità potesse fare a meno di tutti i suoi innumerevoli doni.
E allora li maledì. Assoldò un brutto ceffo, un tizio poco raccomandabile, da poco cacciato nei bassifondi e fece in modo che patissero le peggiori pene possibili.
La fame, la sete, il dolore, qualunque scelta avrebbero fatto sarebbe stata per loro fonte di sofferenza, a meno che non avessero rinunciato a quell’amore così forte, così intenso, così totale.
E il brutto ceffo li seguì, nella loro fuga verso la felicità. Nascosto, seguì le loro vicende e sempre riuscì a macchiarle di una pena che facesse pagare quella felicità invidiata.
Quell’amore improvviso, non previsto.
Quell’amore invidiato e, perciò, maledetto.
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