Ottimi quarti di manzo

Carni deliziose di dubbia provenienza in questo racconto di Veronica Cani!

 
Il viavai di persone che entravano e uscivano dalla macelleria “Delizie di Carne” era, come al solito, un fiume in piena, ma Federica non ne era affatto meravigliata: vi si vendevano i tagli migliori di tutte le macellerie del circondario. Forse perfino dell’intera città.
La merce faceva bella mostra di sé dalla vetrina del banco e dai ganci a cui era appesa, sotto gli occhi estasiati dei clienti che sgomitavano per garantirsi le parti migliori. Federica preferiva aspettare pazientemente il suo turno lontana dall’assembramento. I cinguettii e i gridolini delle signore ammassate al bancone le davano la nausea.
«Ottimi quarti di manzo, signor Mariani!» esclamò Lidia, l’obesa vicina di casa di Federica. Il macellaio le regalò uno dei suoi luccicanti sorrisi, che ogni volta parevano far precipitare le clienti in uno stato di folle languore.
La mannaia cadde ripetutamente sulla carne con tonfi sordi e precisi, poi la lama trasformò il pezzo del bovino in fettine sottili che sparirono rapidamente nella sporta di Lidia.
«Torni a trovarci, signora» fece il signor Mariani sfoderando la chiostra dei denti. Federica non sopportava il sorriso del macellaio. Lo trovava fastidiosamente perfetto e luminoso. Decisamente finto. E la irritava l’atteggiamento di donne come Lidia, che smaniavano per lui in maniera tanto plateale e le facevano perdere del tempo prezioso.
Mentre tornava a casa con il suo sacchetto di hamburger, Federica desiderò che Lidia e le altre sparissero per un po’, come era successo a Monica la settimana prima. Nessuno aveva ancora saputo che fine avesse fatto. Si diceva che fosse entrata in macelleria per comprare delle salsicce, e da allora nessuno l’aveva più vista. “Tanto meglio” pensò Federica, “era solo una smorfiosa.”
Appena entrata nel suo appartamento, mise gli hamburger in frigo e si accasciò sul divano. “Mangerò più tardi. Ora sono esausta.” Non si accorse di piombare in un sonno profondo, ma le sensazioni che avvertì in sogno erano nitide e forti. Era di nuovo in macelleria. E il signor Mariani sorrideva, mentre calava la mannaia sui quarti di carne. Quando lei si avvicinò al banco, il sorriso dell’uomo si allargò. La lama fendette l’aria e si abbassò ancora. Una mano umana rotolò giù, fino ai piedi della ragazza.
Un urlo spaventoso la riportò bruscamente alla realtà, strappandola al sogno. Passandosi una mano tra i capelli, Federica fu investita all’improvviso da un pensiero irrazionale ma insistente. Perché Monica era sparita dopo essere entrata in macelleria? Perché nessuno riusciva a trovarla?
Ancora frastornata, uscì dall’appartamento e suonò al campanello di Lidia. «Sì?» chiese il marito della donna, aprendo la porta. «Buonasera. Avrei bisogno di parlare con sua moglie. È in casa?»
«Lidia? Oh, vorrei tanto sapere anch’io dov’è finita. È uscita un’ora fa, dicendo che doveva assolutamente tornare in macelleria. Ma le pare? Passa più tempo in quel maledetto negozio che in casa. Ma lei è sicura di stare bene, signorina? È così pallida…»

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