Cuore cieco

Due corpi, due cuori, due diversi sentimenti, un unico ballo. Quarto classificato nella Sesta Edizione della Quinta Era con Eliselle come guest star, un racconto di Vilma Cretti.

 
Il sudore è appena un velo, mentre le mani sono asciutte con la presa ferma.
Mi fai girare, mi allontani, mi riprendi. La musica scivola nelle vene e ritma il cuore, le nostre gambe si sfiorano muovendosi in perfetta sincronia.
Non c’è niente che mi piaccia di più che sentire il tuo respiro tra i capelli, la lieve traccia di fumo che nessuna mentina può cancellare.
L’agitazione mi fa perdere il ritmo.
«Angela! Concentrazione. Abbiamo meno di una settimana prima della finale.»
«Hai ragione, scusa.» Mi riprendi tra le braccia e mi trasformo in cera, piego la schiena all’indietro in una figura di questo tango che ha un ritmo sensuale e potente insieme.
Vinceremo, ne sono sicura. Perché siamo un corpo solo, amore mio.
Sul finale ti pieghi su di me e una goccia di sudore rotola sul mio zigomo, salata come le lacrime che verso di nascosto.
Mi fai i complimenti col fiato corto.
«Brava! Molto meglio nell’ultima ora.»
Poi un suono fastidioso ci raggiunge e io lancio un’occhiata verso il tuo telefono che suona e vibra, lo guardo come fosse un serpente che sputa veleno.
Imprechi. «Che cavolo! Ho dimenticato di metterlo silenzioso.»
Ti vedo indeciso, ma poi muovi i tuoi passi elastici verso quel suono odioso.
E sento che le parli, ascolto la tua voce fredda sciogliersi fino a diventare suadente.
«Ma no che non disturbi, non ti preoccupare… certo tra un’ora al massimo sono a casa, ciao.»
Lanci il cellulare sul tavolino con un gesto seccato e torni da me.
«Da capo.» La musica riparte e sei di nuovo mio. Mi lascio guidare, mi annullo nei movimenti tuoi. Tu comandi e io ti seguo chiudendo anche gli occhi, a momenti.
«Splendido, nemmeno un’incertezza. Così mi piace.»
Ti stacchi, pensieroso.
Ho già freddo senza le tue braccia intorno.
Mi guardi, ma non vedi me. Vedi la compagna che manovri con disinvoltura, con fili invisibili e ben tesi. Ti odio per questo. Perché non so reciderli.
E venderei l’anima al diavolo pur di sentire sempre le tue braccia su di me, la tua pelle sotto le mie dita. Ma lui non sa che farsene della mia anima. Lo so perché un’altra donna ti aspetta.
Ci salutiamo sulla porta e ti pieghi per sfiorare con un bacio lieve le mie labbra. E tu non sai, non sai quanto brucia la mia bocca. Non sai quanto tempo ci vorrebbe per spegnere quel fuoco, e come saprei renderti piacevole farlo. Non sai quanto ti amo.
Hai un cuore cieco. Amo te e odio il tuo cuore.