Niente di nuovo dal fronte

La Storia con la S maiuscola, la vita degli individui che la scrivono. Perché non sarà che un piccolo passo per l’umanità, ma sarà sempre il massimo sacrificio per chi lo compie. Semifinalista nella CENTESIMA EDIZIONE di Minuti Contati, un racconto di Mario Pacchiarotti.

 
Niente di nuovo dal fronte
 
Mia dolcissima Irene sposa mia amore della mia vita
 
finalmente mi faccio vivo con una nuova lettera come vedi tengo fede al mio impegno ogni volta che posso. Quando il cappellano trova il tempo di aiutare nella scrittura che almeno si capisce il mio sentimento e pensiero.
 
Qui va tutto bene non fa tanto freddo come ti hanno raccontato devi stare serena e avere fede pregare Iddio che presto noi ci si stringe ancora tra le braccia mie e tue. Nella nostra casa. Intanto però non devi avere timore per me che con l’aiuto della Madonna potrò un giorno tornare a casa. Noi siamo qui fermi che le trincee ci tengono un po’ sicuri o almeno così ci pare e piace credere. Il nemico non è affatto contento di uscire all’aperto per farsi ammazzare, come anche noi che abbiamo avuto comando di tenere posizione. Forse lo stesso comando lo hanno avuto gli austriaci che se ne stanno buoni buoni dalla parte loro da giorni e giorni. Da settimane fermi anche se ci si spara da lontano di tanto in tanto per dovere.
 
Così carissima moglie mia le giornate passano nella noia sempre alla stessa maniera. Ci siamo quasi fatti avvezzi al rombo del cannone, senza tregua che pare un temporale tutto il tempo. Un rumore brutto il cannone prego che non ti capiti mai di sentirlo. Qualche volta però tutto si tace c’è quasi silenzio e la montagna sembra bella. Poi ricomincia di nuovo sempre uguale.
 
Ma non mi lamento per il cibo che è abbondante: abbiamo pane in quantità e un poco di carne e riso e a volte verdure e sempre un buon quarto di vino. Non è buono amore mio come la tua cucina anzi ci sarebbe da dire sui cuochi e qualche volta prenderli a mazzate. Ma non muoio di fame mi devi credere non dare retta ai disfattisti che ci fanno morti di stenti.
 
Quando scrivi raccontami come cresce Antonio. Si fa bello e forte? Sono sicuro di sì perché ha gli stessi tuoi occhi e mi manca tanto come tanto mi manchi tu. Qui non succede niente di nuovo perciò scrivimi di voi così leggo qualcosa di bello. Fatti aiutare da don Giuseppe quando ha letto la lettera digli subito la tua risposta subito così arriva presto.
 
È sempre piccolo questo foglio sottile sottile che scrivere su con la matita mi fa un poco paura di romperlo. E però spero che sia forte abbastanza che ti arrivi per leggerlo. Anche oggi è passato amore mio senza niente di nuovo da raccontare. Ma sono contento perché spero domani di vedere il sole e un giorno di tornare da te. Il capitano e gli ufficiali dicono che presto arriveranno i rinforzi e si attaccherà il nemico così che la gloriosa vittoria ci attende e spazzeremo il barbaro nemico. Spero che costoro tengono ragione e che arriva presto quel giorno. Prima che sia tempo di seminare magari.
 
Ti bacio sposa mia. abbraccia Antonio mio padre e i tuoi con affetto infinito.
 
tuo per sempre
 
Mario
 
22 ottobre 1917