Solo pezzi unici

Un negozio pronto a conquistarti l’anima in questo racconto di Angelo Frascella, semifinalista nella Centesima Edizione di Minuti Contati.

 
Thomas è pronto per uscire, quando il telefono squilla.
«Thomas…»
«Papà, ci possiamo sentire dopo?»
«Tua madre. L’ha fatto di nuovo.»
«Cos’ha comprato, stavolta?»
«Due tappeti…»
«Avviso i colleghi che tardo e vado a parlare con la sanguisuga.»
 
Entra nel negozio con impeto. Nota appena le cianfrusaglie sparse sugli scaffali.
Una donna con un vistoso neo su labbra troppo gonfie e una gonna che arriva fino a terra sta riordinando.
«Posso aiutarla?»
«Lei si chiama?» risponde ruvido.
«Serena. Mi dispiace sia cattivo umore.»
«Mia madre viene qui ogni giorno e ogni giorno compra la vostra robaccia.»
«Le mando il ragazzo col furgoncino oggi stesso. Si riprenderà la roba e le restituirà i soldi.»
Thomas è spiazzato: era pronto a urlare e a minacciare tribunali.
«Mi attenda: vado a prendere il registro su cui segno le vendite.»
Thomas approfitta per guardarsi attorno. Deve ammettere che la merce non è così male.
Si sofferma su una coppia di candelieri: semplici e lineari, ma, osservando meglio, vi scorge le figure di un uomo e di una donna.
Allunga un braccio per toccarli, ma un dolore improvviso lo costringe a ritirare la mano. Come ha fatto a non accorgersi del gatto?
«Remì, lascia stare il signore» interviene Serena.
«Quanto costano?»
«Non posso venderglieli.»
«Mille? Duemila?»
«Non è questione di soldi. Sono oggetti rari. Chi li ha fatti ci ha messo dentro l’anima
«Non ne avrebbe di simili?»
«Vendo solo pezzi unici.»
Thomas va via, deluso.
Solo quando arriva in ufficio si rende conto di non aver preso accordi per la restituzione degli acquisti di sua madre.
 
Ha cercato su Internet e girato, ma non si vendono da nessun altra parte.
Il piede di porco con cui sta forzando la saracinesca è l’unica possibilità.
Entra, accende la torcia e individua i candelabri, ma Remì gli si para davanti. Miagola, ma gli sembra abbia detto mamma.
«Siamo chiusi.»
Thomas salta all’indietro. Le luci del negozio di accendono. Serena sorride.
«Devo averli» sibila lui.
«Stavolta glieli venderò. Quando do via i miei pezzi unici devo essere sicura che il cliente non li voglia per un capriccio, ma perché ne è soggiogato.»
«Quanto?»
«Un euro, ma deve alitare sulla moneta.»
La richiesta è bizzarra, ma non ha scelta.
L’espressione di Serena somiglia a quella del gatto, mentre accoglie la moneta fra le mani.
«Li incarto» dice, poi.
Mentre le mani della donna si muovono abilmente, lui chiede: «Non capisco. Non voleva darmeli e ora me li vende per un solo euro?»
«In realtà mi ha dato un pezzo della sua anima: lo metterò in un nuovo prodotto, magari un nuovo social network, e indurrò un bisogno inesistente in milioni di persone.»
Un brivido gelido gli percorre tutto il corpo. Non può essere vero!, si dice battendo i denti.
Afferra il pacco e si dirige verso l’uscita.
«Torni a trovarmi.»
Lui scuote la testa: non si farà più vedere.
 
La mattina dopo il telefono squilla alle sette.
«Tua madre continua a comprare.»
«Stavolta la stronco la sanguisuga» afferma, intanto, ripensa al telefono che ha notato, la notte prima, nel negozio.