La vecchia

Direttamente dal Laboratorio di Minuti Contati, un racconto di Roberto Masini.

 
Carlo, Giovanni e Manuel avevano deciso di far visita alla Vecchia che abitava tutta sola in una casa fatiscente alla periferia di Torino. Si diceva in giro che fosse molto ricca ma anche cieca, una potente attrattiva per uomini d’onore come loro che facevano appunto il nobile mestiere di ladri.
Gli abitanti di Torino raccontavano anche molte altre cose che tenevano lontani ragazzini e malintenzionati. La Vecchia era circondata da un numero impressionante di gatti che lei chiamava per nome e non consentivano a nessuno di avvicinarla. Qualcuno che, più coraggioso degli altri, era riuscito a guardare attraverso le imposte chiuse della sua casa, aveva intravisto, su un tavolo di una stanza spoglia di mobili, un rospo chiuso in una bottiglia. Si udì anche un grosso cane ringhiare, mentre tutti i gatti erano spariti.
I torinesi si tenevano lontani da quella casa: preferivano vivere nell’ignoranza piuttosto che scoprire che cosa succedeva lì dentro.
Ma i tre ladri vengono da Alessandria e nulla conoscono di queste storie sulla Vecchia: l’hanno vista una volta piccola, curva, che avanzava barcollando, appoggiandosi a un nodoso bastone con le mani tremanti. Quindi la preda è appetibile; a loro interessa, di tutte le strane storie che avevano ascoltato distrattamente, solo quella che dice che la Vecchia è ricchissima.
Scelgono la notte del 17 aprile per la loro visita. Carlo e Giovanni devono intrattenerla, mentre Manuel fa il palo in attesa del malloppo. I tre si muovono separatamente per non dare nell’occhio.
Mentre Manuel si apposta di fronte alla casa in un angolo buio, Carlo e Giovanni spingono il pesante cancello di ferro. Per la prima volta vedono che è forgiato con strane figure di animali. Mettono i passamontagna e forzano la porta.
Manuel aspetta fiducioso; i suoi complici hanno definitivamente fugato i suoi dubbi circa la difficoltà di estorcere alla Vecchia l’informazione del luogo dove nasconde il denaro. Sono esperti nell’arte di far sciogliere la lingua anche ai muti e gli strilli si possono attutire facilmente.
 
Ha aspettato a lungo e incomincia a innervosirsi, quando sente urla lancinanti. Capisce che qualcosa è andato storto e che forse qualche vicino potrebbe intervenire. Poco dopo silenzio e le strade non si riempiono di curiosi. Aspetta ancora; poi decide di entrare. Impugna una pistola, pronto anche a sparare, se incontra qualcuno che, vivendo con la vecchia, all’ insaputa dei suoi complici, può averli sorpresi.
Percorre un lungo corridoio illuminato dalla fioca luce di alcune candele. Quello che riesce a intravedere è una casa diroccata con i muri scrostati e centinaia di ragnatele che pendono dal soffitto. Continua a spianare la pistola in direzione delle numerose porte aperte che si aprono sul corridoio ma non trova nessuno.Giunge così a una stanza spoglia al centro della quale sta la Vecchia con gli occhi bianchi; accarezza un enorme caprone. Non c’è traccia dei suo amici. La Vecchia alza la testa e gli dice:«Chi cerchi?»
 
Tre corpi acefali e orrendamente dilaniati furono ritrovati il giorno dopo sulle rive del Po.
I ragazzini continuano a passare accanto alle finestre della Vecchia ma a quelle finestre non tirano mai sassi.